☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
dic 22 2013

Ristorante Thiamà – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Thiamà - Interno

Thiamà – Interno

 

Aspro e interminato Thiama. Pronto ad accogliere i passi lenti dei miti viandanti, lascivo e rovente nell’accarezzare la pelle di chi osa sfidarti, orgoglioso e spavaldo nel mostrare il tuo mare, gravido degli infiniti colori di vita e bellezza. A Nord scruti Yisra’el. E’ la Terra dove io nacqui, dove ogni anno a Dicembre riecheggia il mio nome, dove in questo istante, tra i tremori dell’Inverno e il venti caldi della tradizione, un vecchio ciccione nutre i suoi burricchi da slitta. Milioni di doni e migliaia di cugurre sono pronte a partire. La Notte più lunga è vicina. Speriamo di non tornare con questo brutto puntore anche stavolta… L’anno prossimo, mi sa che gli compro una 150 cavalli e ci pensiono la decappottabile rossa!
 

Thiamà - Antipasti di mare

Thiamà – Antipasti di mare

 

C’è qualcosa di atavico e di singolare quest’oggi. Si rinnova la tradizione asinina: il Burriccu muove un altro passo verso quello che non sappiamo ancora cosa sia, ma stavolta lo fa tirandosi dietro una anomala comitiva di commensali. C’è Jesus, c’è il Raschione Ettore, c’è la Donna del Presidente, c’è Miss Parker ma, ahimè, manca colui che non posso nominare, perché altrimenti mi censurano la recensione! Gridate quindi voi altri per me, cari fan, forte il suo nome. Che riecheggi per queste pagine come lo stridere di una porta che si spalanca alla verità, che appaia come una spada di Damocle sul capo dei Burricchi, fatale e imprescindibile che,  prima o poi, inesorabilmente colpirà!
 

Thiamà - Carpaccio di mare

Thiamà – Carpaccio di mare

 

Cagliari, Venerdì sera, ore 21.03. Faticosamente risalgono la Via Nazario Sauro Jesus e la Donna del Presidente, dopo vari giri a vuoto alla ricerca di un parcheggio fruibile. Ad attenderli, da qualche minuto, ci sono già il Raschione Ettore e Miss Parker – “burricca” di complemento di vecchia data – pronta subitamente a rimproverare i pochi minuti di ritardo e preventivamente lamentarsi per il “crudo di mare” che non sarebbe riuscita ad assaporare, come da migliore tradizione delle nostre ciccionate comuni. Vedremo che solo parzialmente le sue lamentele si dimostreranno fondate. Senza troppi indugi, dopo pochi convenevoli di rito, la compagnia varcava quindi la soglia del ristorante.
 

Thiamà - Flan di pecorino

Thiamà – Flan di pecorino

Thiamà - Ostriche

Thiamà – Ostriche

 

L’impatto con il locale è decisamente splendido. Di recente ristrutturazione, l’ambiente è caratterizzato da gradevolissime ed eleganti rifiniture, espresse in efficaci geometrie dallo stile pulito e moderno, con superbo utilizzo di colorati punti luce e suppellettili di sobria raffinatezza. L’avventore viene inizialmente accolto nella zona lounge bar, immersa in uno sfumato bagno di luce azzurrognola, per poi accedere lateralmente all’area ristorante, improntata su tonalità più calde. Il sapiente utilizzo della pietra e l’inusuale lucentezza dei pavimenti –  che si mantiene per tutta la superficie, finanche nelle toilette -, non possono che apparire encomiabili, dal punto di vista estetico.

 

Thiamà - Antipasti di terra

Thiamà – Antipasti di terra

 

Il personale del ristorante è gentile e preparato. Per la serata ci interfacciamo principalmente con un giovane cameriere, che ci fa accomodare ad un tavolo comodo e spazioso. Il servizio, a parte qualche trascurabile momento di indecisione iniziale, si rivelerà di  ottimo livello, con rapida e sistematica sostituzione di posate, stoviglie e bicchieri, impeccabile mescita del vino e dosatamente empatici accompagnamento ed assistenza. Da migliorare, invero, il supporto alla definizione della scelta di vino, liquori e amari, da parte dello sprovveduto avventore.  Prendiamo visione dei menù, scartando a priori i pur prestigiosi percorsi degustazione, per concentrarci sulla possibile architettura degli antipasti la quale, con estrema delusione di Miss Parker, non avrebbe potuto contemplare – almeno non nella loro totalità –  le divisate “cruditè di stagione”, limitate ad un assaggio di ostriche (presumibilmente di S.Teodoro). Si sceglieva quindi di articolare l’inizio pasto con tre porzioni di degustazione mista di mare e di terra, e l’integrazione di un carpaccio di mare. Per dovere di cronaca, riportiamo che la Donna del Presidente non gradisce alcuna cruditè, mitili compresi, per la gioia degli altri commensali che  avrebbero visto mancare un  pericoloso concorrente nella spartizione delle vivande.
 

Thiamà - Raviolo di spigola

Raviolo di spigola

Thiamà - Trofie al ragù di mare

Trofie al ragù di mare

 

Il vino cernito dal Raschione (in realtà mancava alla cantina la prima scelta) è stato un Torbato DOC di Alghero “Terre Bianche cuvée 161″ di Sella&Mosca, successivamente sostituito (suggerimento da parte di miss Parker) da un Vermentino di Gallura DOCG “Karagnanj”, della cantina Tondini.
La degustazione si articolava quindi in: polpo in agrodolce al radicchio, bocconcini di salmone e cernia in agrodolce, cozze primavera (in delicata mousse acidula, simile al salmorejo andaluso), insalata di gamberi e pomodori cherry. Nel buon carpaccio di mare comparivano: tonno, salmone, pesce spada e gambero, impreziositi da una cornucopia di carasau e una foglia di basilico. Dopo l’assaggio di ostriche la nostra attenzione poteva spostarsi sulle pietanze di terra: un “sempreverde” flan di pecorino su vellutata di crescione, seguito da un tagliere (in ardesia)  con pecorino stagionato, sublime ricotta affumicata, salsiccia sarda, prosciutto crudo e guanciale.
 

Thiamà - Linguine all'astice

Thiamà – Linguine all’astice

 

Indiscussa la qualità delle materie prime,  possiamo valutare più che positivi gli antipasti, anche se, dato il contesto, ci saremmo aspettati maggior estro e cura estetica, relativamente alla composizione delle prime pietanze di mare e dei carpacci, oltre ché un miglior dosaggio generale dell’aceto. Tanto di cappello, invero, per la esecuzione media dei primi. Non questo per l’originalità dei piatti, quanto per il superbo equilibrio di sapori che hanno trovato la massima espressione nelle linguine all’astice di Jesus. La Donna del Presidente e il Raschione si sono deliziati invece con ravioli di spigola in rosso, al pomodoro cherry e (quasi impercettibile) bottarga, mentre miss Parker ha optato per delle meno brillanti trofie al ragù di mare, con “gambero, calamaretto, cozze e verde di zucchina”.
 

Thiamà - Millefoglie alla frutta

Millefoglie alla frutta

Thiamà - Tortino al cioccolato

Tortino al cioccolato

 

Paghi di quanto mangiato, la comitiva sceglieva di passare direttamente al dolce: tortino al cioccolato con cuore fondente per il Raschione, millefoglie alla frutta (kiwi, mela verde, fragole, cachi e banane) e crema alla vaniglia per i restanti commensali, che si sono trovati divisi sul giudizio della sfoglia, univocamente d’accordo invero sulla qualità della crema. Il tutto era accompagnato da un suggerito “Barolo Chinato” DOCG, in luogo di un passito che col senno di poi personalmente avrei preferito. La cena si concludeva con due caffè per Jesus e Miss Parker, un amaretto di Saronno con arancia e ghiaccio (vedere commenti in calce!) per la medesima, e un rum Ron Matusalem 23 per il Raschione, che reiterava la sua solita pantomima da esperto bevitore, richiedendo un bicchiere di ghiaccio d’accompagno, a lui assolutamente inutile. Costo complessivo 55€ cadauno, da ritenersi un 10% in eccesso rispetto ad un ipotetico ideale dovuto.

 

Ambientazione accattivante, servizio di ottimo livello; il “Thiamà” è un ristorante di indubbia qualità, che propone una cucina non troppo elaborata e piatti della tradizione sarda. Da questo punto di vista, maggior estro e coraggio nella articolazione del menù sarebbe più in linea con il concept stesso del locale. Data la recente apertura, è probabile che le cose si trasformino nel tempo, in questo senso. Per adesso tre burricchi con menzione speciale per ambientazione e servizio.

 


VALUTAZIONE “Thiamà”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Thiamà Indirizzo: Via Nazario Sauro 3, Cagliari
Telefono: 070278099    [mostra in google maps]
 

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ott 4 2013

Ristorante Sardegna 85 – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

Sardegna 85 - Interno

Sardegna 85 – Interno

 

L’anno dell’uscita della Groenlandia dalla Comunità Europea, l’anno del sequestro della nave da crociera Achille Lauro, l’anno della prima versione della suite Windows 1.0, l’anno del ritrovamento del relitto del Titanic, ma anche l’anno del mega concerto di beneficienza Live Aid, organizzato tra Londra e Filadelfia con i migliori gruppi del momento, tra cui ricordiamo Phil Collins che si presentò in entrambe le sedi, a distanza di tre ore, grazie ad un volo del Concorde (what a class!!), ma sorattutto l’anno della grande nevicata, che regalò a Cagliari un insolito, freddo candore, in tempi in cui i casteddai non potevano disporre di strumenti social per esternare adeguatamente l’anomalo evento: con queste pillole l’ottantacinque rimpinguava le pagine dei libri di storia per le generazioni che ci hanno seguito, fissando in maniera indelebile certi ricordi, influenzando in maniera pesante le scelte dei nuovi imprenditori che si sono affacciati nel capoluogo isolano, alcuni dei quali non hanno mancato di dedicare le proprie attività proprio a quell’anno.

 

Sardegna 85 - Guazzetto

Sardegna 85 – Guazzetto

 

Niente di tutto ciò è minimamente passato nella mente della spensierata comitiva asinina che, occasionalmente di giovedi, 3 ottobre, si ricongiungeva, in formazione titolare secondo una perfetta Trinità, nelle strade del quartiere Marina del capoluogo isolano, al termine di una giornata di lavoro, cazzeggio e calcio a sette che molto ricorda, per intensità, quella del sopra citato cantante inglese. Si tratta invece di perfetta sinfonia tra fantasia e toponomastica stradale cagliaritana il motore creativo che ha prodotto il nome della destinazione prescelta per l’ennesima celebrazione settimanale dei sapori: il ristorante Sardegna 85, neanche a dirlo, nella omonima via e nell’omonimo civico.

 

Sardegna 85 - Antipasti I

Sardegna 85 – Antipasti I

 

Il locale, passato recentemente ad una gestione oriunda, nasce sulle ceneri del già recensito ristorante Jannas. L’ambientazione ha mantenuto l’estrema semplicità negli arredi della precedente visita, in una struttura gradevolmente rifinita, centrata su una unica sala principale, che si affaccia sul lato dell’ingresso direttamente sulla strada per mezzo di ampie vetrate che riempiono l’intera parete nord, caratterizzata da un elegante soffitto in legno con travi a vista dal quale pendono diversi punti luce che, assicurano una illuminazione uniforme, sebbene poco suggestiva; in fondo alla sala domina un banco con la cassa e la zona bar, di fianco al disimpegno che porta ai servizi, mentre l’accesso alle cucine è ricavato nella parete ovest; i tavoli sono composti da unità quadrate in legno massello, apparecchiate con tovaglie pastello e tovaglioli monouso.

 

Sardegna 85 - Antipasti II

Sardegna 85 – Antipasti II

 

Le pareti cremisi, decorate con inserti in pietra, sono arredate con qualche monogafia e supellettili varie. Nella zona est una pratica parete attezzata funge da esposizione per le bottiglie della cantina. A differenza della precedente gestione è presente una terrazza con tavoli all’aperto, riparati da opportuni ombrelloni, nella via Sardegna. Vista la tipica serata d’ottobre calda e umida, preferiamo riservare un tavolo all’interno. Il servizio è garantito da un giovane maitre e una giovane ed empatica cameriera, ripresa nel corso della serata dal nostro ipertricotico condottiero per la scelta, a quanto pare poco convenzionale, sul posizionamento di alcuni segni di riconoscimento, e si rivelerà piuttosto efficiente, cordiale e disponibile, sebbene non caratterizzato da eccessi di formalismo.

 

Sardegna 85 - Ostriche

Sardegna 85 – Ostriche

 

Apprendiamo durante le discussioni che il personale in sala non è cambiato nelle persone dalla vecchia gestione e, probabilmente per via della celebrità mediatica del nostro ipotricotico somaro, la cameriera riconosce i nostri visi come familiari; per garantire il consueto anonimato la compagnia sta al gioco e opta per il depistaggio.
Cameriera: Vi ho gia visti qui! Siete già venuti, vero?
Jesus: Ehm… sì forse per qualche festa di laurea!.. (depistaggio)
Ettore: Sì, per la laurea di XXX, ricordi? (affermazioni mendaci)
L’offerta della cantina del locale, non eccessivamente articolata, garantisce comunque qualche etichetta apprezzabile, tra le quali il nosto buriccu sommelier individua in ineccepibile DOC Torbato “Terre Bianche” delle cantine Sella e Mosca di Alghero, servito con l’immancabile, quanto pedante, rito dell’assaggio, che da anni ormai si conclude sempre con: Straodinario!

 

Sardegna 85 - Trofie arselle bottarga

Sardegna 85 – Trofie arselle bottarga

 

La cucina propone percorsi di terra e di mare, con la possibilità di fruizione tramite menù fisso o a la carte, modalità questa peferita dalla comitiva che, anche in questa occasione, non tradisce i prodotti del (nostro?) mare. Con decisione ci accordiamo pe una degustazione di antipasti di mare con qualche aggiunta fuori menu. Dopo una breve e fisiologica attesa, consumata in un clima da bar dello sport in cui l’Ing. Marrocu, da buon difensore sbarazzino, si lamentava per talune conclusioni in rete difettose di precisione nella partita disputata in serata, arrivano al tavolo un piatto di burrida di gattuccio senza infamia e senza lode, una insalata di mare qualità metro, un discutibile cocktail di gamberi in salsa rosa su letto di lattuga, un discreto piatto di tonno con cipolle, una mediocre insalata di tonno affumicato, non eccezionali murici (bocconi di mare), gradevoli moscardini alla diavola, apprezzabili frittelle di gianchetti con asparagi di mare, un guazzetto di cozze e arselle dalla doppia faccia: impalpabili le prime, buone le seconde.

 

Sardegna 85 - Astice alla catalana

Sardegna 85 – Astice alla catalana

 

Terminava la degustazione un discreto plateau di ostriche della zona. Antipasti solo parzialmente soddisfacenti in qualità e serviti senza discriminazione tra piatti freddi e caldi. Visto l’esordio non brillante, ma comunque fiduciosi nel proseguo, i triumviri decidono per un assaggio di primo piatto: trofie con arselle e bottarga. L’attesa contenuta viene consumata con lezioni di tattica e tecnica calcistica dell’Ing. Marrocu che, opportunamente stimolato dal perfido Jesus, trova l’occasione per lanciare la solita invettiva contro le usanze e le contraddizioni del cagliaritano medio, stereotipo perfettamente impersonato da sè medesimo. Il primo regala un po’ di soddisfazione ai commensali: buona cottura e rotondità di gusto, nonostante qualcuno abbia registrato un eccesso di salinità.

 

Sardegna 85 - Rum

Sardegna 85 – Rum

 

Il crescendo di qualità e i tempi celeri di servizio fanno propendere per un assaggio di secondo piatto: la scelta ricade su quello più altisonante, astice alla catalana. In poco tempo il nobile crostaceo è pronto per il giudizio: discutibile presentazione, taglio e suddivisione maldestra, consistenza e gusto da rivedere. Sarebbe dovuto essere accompagnato da verdure fresche in pinzimonio, ma queste sono arrivate in tavola nei titoli di coda. Delusione e senso di costipazione impongono una scelta soft per l’immancabile parentesi glucidica: apprezzabile, sebbene non eccessivamente consistente, sorbetto al limone. La cena si è conclusa con caffè per Jesus e l’Ing. Marrocu e rum Pampero anejo especial per chi Vi scrive e l’ipotricotico burriccu. Costo dell’esperienza: 43,33€ cad. burriccu, probabilmente un 5% superiore alla qualità dell’offerta.

 
Nonostante la nuova denominazione, non cambia l’essenza di una struttura ristorativa che ha diverse lacune da colmare nella qualità della cucina, dalla scelta di alcuni ingredienti alle tecniche di preparazione. Per i difetti riscontrati, al netto della gentilezza e della disponibilità del personale in sala, al momento non possiamo formulare una valutazione superiore a quella della gestione precedente: due burricchi meno meno per Sardegna 85.

 

VALUTAZIONE “Sardegna 85″: Due Burricchi.
Ristorante Sardegna 85 Indirizzo: Via Sardegna 85, Cagliari.
Telefono: 070657902 [mostra in google maps]

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lug 9 2012

La locanda dei Buoni e Cattivi – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La locanda dei Buoni e Cattivi - Interno

La locanda dei Buoni e Cattivi – Interno

 

Dissertazione quarta. Al di là del bene e del male; riuscite forse a vedere da sopra le nuvole, nello squarcio aperto dal meraviglioso tuonare del dubbio, quanto fragile possa divenire l’esercizio della vostra morale, per la quale il perfettibile soccombe al valore della consuetudine, il meritevole muta in Burriccu, il brillar di spade cede il passo agli onori della temperanza. Epperò, prima che il gregge travolga con mansuetudine il proprio pastore, nulla può presentarsi tanto malvagio o tanto probo da non accostarsi al limite opposto della propria essenza, e nulla è tanto solido da non essere amato e odiato in sola funzione di un proferito “sì” o “no”.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Composizione polpo di scoglio

Composizione polpo di scoglio e patate

 

Dissertazione intermedia. Volontà di potenza; si coltiva infine la propria coscienza, nel delirio della personale burriccaggine, auspicando di condurre il proprio contrappasso e prescrivere la propria pena. L’eletto di fatto determina e dipinge la sua gloria, ma questa diviene sovente nevrosi insanabile, o noioso passatempo.
Dissertazione ultima. Inedia di passioni; è regno e dominio della susunkaggine, che nulla chiede al mondo per nulla sentirsi chiedere. E’ il principio di prudenza, il timore del castigo, il passo mancato verso l’uscio del piacere, che si tramuterà in rimpianto o, senza coscienza, in qualcosa di unicamente utile per colmare queste ultime righe.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Frullato di melone biologico

Frullato di melone biologico e prosciutto croccante

 

Lungi da noi la volontà di dissertare ulteriormente su questioni che meriterebbero orecchie meno appuntite e, allo stesso modo, scoperti inadatti e inadeguati all’elogio – in virtù di una maggiormente coltivata attitudine all’insulto – accenniamo solo marginalmente alla iniziativa della onlus  “Domus de Luna” che, con il prezioso indirizzamento della accademia di cucina dello chef Petza (S’Apposentu di casa Puddu), e il supporto della cooperativa “Pocopoco“, trova felice e concreta realizzazione nel locale che oggi recensiamo: la “Locanda dei Buoni e Cattivi”, non solo un ottimo ristorante ma anche un comodo Bed & Breakfast collocato nel cuore della Cagliari aristocratica.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Tagliatelle gamberi rosa zucchine

Tagliatelle gamberi rosa zucchine

 

Venerdì sera. Uno stanco e provato Jesus si fa scarrozzare dal più energico Raschione Ettore per le vie del centro città. Un lungo week end di fatiche istituzionali l’attende ma, nonostante questo, non si sottrae al suo alto e doveroso Uffizio. Indisponibile l’Ing.Marrocu, salta nuovamente la promessa presenza del burriccu Melis (vedi dissertazione ultima) il quale, non trovando più scusanti adeguate per rimandare l’attesa scornata economica, sceglie di interrompere le comunicazioni e non rispondere più ai messaggi: giudicate voi!
Alle ore 21 circa, quindi, in obbligata configurazione PACS, Jesus e il Raschione imboccano la Via Vittorio Veneto, a pochi passi dal Teatro Massimo, per trovarsi, di lì a poco, di fronte all’ingresso del ristorante.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Scaloppa di cefalo gratinata

Scaloppa di cefalo gratinata

 

“La locanda dei buoni e cattivi”, collocata all’interno di una elegante villa del novecento, si affaccia discretamente nella via Veneto, ed è esternamente dominata da un grazioso e ombreggiato giardino, alloggio estivo per una decina di tavoli, protetti da pratici tendaggi e circondati da piante e ornamenti vegetali, che rendono la permanenza piacevole e suggestiva.
La sala interna – dove i burricchi trovavano riparo -, è intima e ben curata: pareti color crema, grandi tempere dai temi acquatici, arredamento semplice e moderno, eccezione fatta per qualche mobile rustico adibito a deposito di posate, ad onor del vero accidentalmente avulso dal contesto estetico. Il servizio, preciso e professionale, è garantito da una gentile e graziosa signorina, e da un più frenetico e indaffarato giovinetto.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Crema al mascarpone macedonia

Crema al mascarpone, macedonia

 

Il menù, relativamente agli antipasti, non prevede un elevato numero di differenti portate, ma propone una ristretta scelta di eccellenze di scuola Petza, prodotte dallo chef Paolo Ghiani: composizione di polpo di scoglio con tocchetti di patate di Villacidro e cipollotti caramellati biologici (eccellente) e un originalissimo frullato di melone biologico al moscato di Monserrato e prosciutto croccante, il cui amalgama medio risulta equivalente a un convenzionale “prosciutto e melone”, ma inversamente distribuito in termini di consistenza!
Ad accompagnare gli antipasti e il resto della cena, per un colpevole difetto di cernita da parte del Raschione, è stato un pur ottimo (spumante) torbato brut “Terre Bianche” di Sella & Mosca.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Mousse al limone

La locanda dei Buoni e Cattivi – Mousse al limone

 

Più ampio il ventaglio di proposte di primi e secondi piatti. Stesso primo per entrambi i burricchi, delle buonissime “tagliatelle fresche di semola con bisque di gamberi rosa e zucchine del Paese del vento”, seguito
– come secondo – da una “scaloppa di cefalo gratinata, con panure alle erbe del Paese del vento” su letto di zucchine saltate; quest’ultima, molto gradevolmente abbinata con le verdure, risultava forse meno brillante, in ordine alla tenuta della gratinatura e al livello di idratazione.
Ineccepibili invero i dessert: crema al mascarpone e macedonia di pesche biologiche su crumble croccante per Ettore, mousse al limone con cialda al burro e scorze amare caramellate per Jesus.
Essendo praticamente assente (non sappiamo se per ragioni contingenti, logistiche o morali) una cantina dei liquori, l’unico accenno di libagione concesso ai due sacerdoti del vizio, è stato un buon moscatino DOC della cantina Trexenta, con il quale i burricchi concludevano il loro pasto.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore rispetto al giusto ideale.
L’ambientazione della “Locanda” è gradevole e rilassata, parimenti all’aspetto culinario
– marcatamente di impronta Petza -, di ottimo livello, nonostante qualche limabile imperfezione in istanza di preparazione dei piatti.
Inoltre, se da un lato si può giustificare (e forse elogiare) la scelta di tenere un menù limitato a poche eccellenti pietanze, più appuntabile ci pare il difetto di una adeguata cantina di vini e liquori, che sarebbe di naturale sussidio ad una cucina obiettivamente prestigiosa. Ad ogni modo, tre meritati burricchi per un ristorante non ci ha certo lasciato indifferenti.
 

VALUTAZIONE “Locanda dei Buoni e Cattivi”: Tre Burricchi.
Ristorante
  Locanda dei Buoni e Cattivi
Indirizzo: Via Vittorio Veneto 96, Cagliari
Telefono: 0707345223 [mostra in google maps]

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mar 19 2011

BDO (ex PataTapa) – Quartu S.E.

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Pata Tapa - V-Hot

Pata Tapa – V-Hot

 

Giubilo quest’oggi per il gruppo storico ufficiale dei Triumviri, Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu, che accolgono un inaspettato graditissimo ospite: l’inarrivabile e celeberrimo V.O. declinato, seppur di primo promeriggio, nella sempre accattivante versione by night V-Hot!
Ragione della presenza, l’invito prodotto da Jesus per effetto di un quasi risolutore intervento di manutenzione alla propria
“150 cv”, presieduto dall’esperto smanettone – Il V.O. appunto! -, prossimo alla prestigiosa titolatura di Ingegnere, ma sempre comunque efficientissimo nella pratica manuale, qualora si tratti di operare su qualsivoglia componente meccanico e/o motoristico. Màestro!

Pata Tapa - Carpaccio aceto balsamico

Pata Tapa – Carpaccio aceto balsamico


Punto di accumulazione o, se volete, luogo di ritrovo dei quattro commensali, il ristorante Pata Tapa (Che potrebbe significare “su la zampa”, almeno secondo la taumaturgica interpretazione di Jesus!), locale di nuova recentissima apertura, valutato e scelto dal proponente Raschione Ettore, probabilmente per la stretta prossimità con la propria dimora, piuttosto che per i primi, comunque numerosi, commenti positivi di altri avventori in rete.
Sta di fatto che il buon Jesus, comparso in loco alcuni minuti prima rispetto all’orario previsto – a riprova dell’ottimo avvenuto intervento sulla succitata 150 cv – e un attimo sportosi sull’uscio, per ottenere un primitivo sommario riscontro dell’interno del ristorante, storcendo il naso e troppo frettolosamente, proferiva le parole: «ma è un bar!».

Pata Tapa - Seppiette filetto di cernia

Pata Tapa – Seppiette filetto di cernia


In effetti, il primo e unico appunto che ci sentiamo di muovere nei confronti del “Pata Tapa” – sito nel non troppo scenografico Viale Colombo, nella cittadina di Quartu Sant’Elena – è la limitatezza degli spazi; invero, questi apparivano circoscritti in un raffinato ambiente con sfumature color viola, impreziositi da uno splendido arredamento neo-moderno con sedie, tavoli (necessariamente piuttosto angusti) tovaglie scure, fino a culminare con uno splendido e non troppo esteso bancone da BAR, che rendeva l’atmosfera simile ad un elegante ritrovo per l’aperitivo serale, piuttosto che il tradizionale altare liturgico sul quale immolare la personale, preziosa – e forse diggià perduta – magrezza.
Detto questo, il resto delle impressioni prodotte in questa giornata non può che, sinotticamente ed entusiasticamente, terminare con i più disinteressati ed obiettivi elogi critici nei confronti del ristorante.

Pata Tapa - Linguine agli scampi

Pata Tapa – Linguine agli scampi


Il servizio in sala è sostenuto da due gentilissime e particolarmente empatiche giovani cameriere – Denise ed Ester, secondo l’attento Raschione -, il cui contributo estetico alla gradevolezza dell’ambiente diviene in linea con l’elegante raffinatezza del complesso.
Ci accomodiamo inizialmente in un piccolo tavolo ai margini della sala, successivamente amplificato di un fattore 2x, per la provvidenziale aggiunta di un secondo tavolo gemello, in virtù della palese esiguità degli spazi non pienamente ragionevole in fronte di quattro aspiranti obesi burricchi. 
Il menu proposto e la carta dei vini sono sufficientemente vari e articolati.
Scegliamo quindi il menu “degustazione di mare”, e un ottimo torbato “Terre Bianche” di Alghero, come vino per accompagnare il pasto.

Pata Tapa - Gnocchetti Cozze cocco Zafferano

Pata Tapa – Gnocchetti Cozze cocco Zafferano


Asseriamo già da ora che dagli antipasti al dolce, senza eccezione alcuna, tutte le pietanze proposteci sono risultate di ottima preparazione, eccellente e genuina composizione, impeccabile e fantasiosa presentazione.
Un apprezzabile impegno e innata passione per la cucina e gli ingredienti mediterranei, che abbiamo potuto intuire e riconoscere nelle stesse parole dello chef, il quale ha personalmente ricevuto i non scontati complimenti dell’ammirato Ing.Marrocu, che curiosamente ardiva conoscere i dettagli sulla storia e il notevole curriculum dei seppur giovani proprietari – il fantasioso cuoco appunto, e la sua fidanzata Ester, lei stessa esperta e navigata chef -.

Pata Tapa - Tonno rosso ai tre pepi

Pata Tapa – Tonno rosso ai tre pepi


Antipasti di mare. Gli antipasti, non abbondantissimi ma giustamente proporzionati per un pasto prospettivamente e lungamente articolato, iniziano con uno splendido e saporitissimo tris di crudo: salmone, cernia e tonno freschissimi, accompagnati da una buona insalatina, decorati e positivamente impreziositi nel gusto da un delicatissimo aceto balsamico.
E’ quindi seguito un piatto altrettanto semplice ma sapientemente preparato e, soprattutto, buonissimo: ottime seppiette tagliate a filetti, accompagnate da pomodorini freschi passati e condite da una salsina di olio e (probabilmente) prezzemolo; nello stesso piatto prorompeva splendidamente, una sorta di amalgama – simile nell’aspetto, e per certi versi nell’esperienza tattile, ad un dessert semifreddo – di filetti di cernia, ripieno di melanzane tritate: squisito!

Pata Tapa - Branzino con verdure

Pata Tapa – Branzino con verdure


Nulla di meno possiamo dire dei primi piatti assaporati dagli entusiastici Donkey: Ottime e scenograficamente accattivanti linguine agli scampi per Jesus, V.O. e Ing.Marrocu, meno comuni quanto squisiti gnocchetti al cocco, cozze arselle e zafferano. Notevoli!
Per quanto riguarda la scelta del primo, non possiamo fare a meno di riportare una schizofrenica manifestazione d’intenti del sempre apprezzato Ing.Marrocu il quale, dapprima sceglieva per se gli gnocchetti, accusando veementemente la poco coraggiosa iniziativa di Jesus che aveva optato per le più tradizionali linguine, salvo poi rivalutare la sua instabile posizione – circa quindici secondi più tardi -, per uniformarsi alla decisione di Jesus medesimo. Episodio degno di esser accompagnato dalle note del Rigoletto di Verdi!

Pata Tapa - Crespelle al gelato

Pata Tapa – Crespelle al gelato


I secondi piatti hanno invece previsto una equa ripartizione delle pietanze, distribuite tra i quattro affamati commensali. Branzino al forno in salsa di verdure (eccellente) per Jesus e il Raschione Ettore e un, a dir poco spettacolare e freschissimo, filetto di tonno rosso ai tre pepi per il V.O. e l’Ing. Marrocu, condito con un filo d’olio, su un letto di malanzane e pomodorini.
In linea con la eccellente condotta culinaria sino a quel punto tenuta, si giungeva ai dessert: buonissime crespelle al gelato per il Raschione, il V.O. e l’Ing. Marrocu, squisito tortino al cioccolato e crema di limone per Jesus.

Pata Tapa - Tortino al cioccolato

Pata Tapa – Tortino al cioccolato



Il pasto si è dunque concluso con quattro caffè e tre jagermeister. Unico escluso da questo supplemento alcolico, il sempre coscienzioso Jesus, che avrebbe di lì a poco dovuto veicolarsi verso la propria abitazione, anziché incedervi piedibus calcantibus.
Costo definitivo del pranzo, 36 € cadauno, da ritenersi finanche in difetto, rispetto il valore, la genuinità e la qualità complessiva di quanto assaporato lungo l’incedere del lungo, apprezzato pasto.
Il ristorante presenta invero, nella pregevolezza della cucina, nella ricercata qualità degli ingredienti e nell’imperio fantasioso dello chef, le caratteristiche migliori, che lo rendono una meta irrinunciabile per i veri appassionati di cucina della zona. Qualora atmosfera e organizzazione logistica fossero state in linea con le evidenziate eccellenze, avremmo senza esitazioni assegnato al ristorante il più elevato tra i giudizi fin qui espressi. Nondimeno, comunque, lo poniamo oggi ai vertici della nostra personale classifica.


NOTA: Il Pata Tapa da Febbraio 2012 si è trasferito al numero 294 del Viale Colombo, cambiando denominazione in BDO. Valutato successivamente il nuovo locale, al suo interno raffinato ed elegante, e confermata l’eccellenza assoluta della cucina, il giudizio finale è stato elevato dai tre burricchi con menzione speciale iniziali, a quattro meritatissimi burricchi. Bravi!


VALUTAZIONE “BDO”: Quattro Burricchi.
Ristorante BDO (ex PataTapa) Indirizzo: Viale Cristoforo Colombo 294, Quartu S.E.
Telefono: 3490843644    [mostra in google maps]
 

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ott 17 2010

Ristorante Da Paolo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Da Paolo – Pesce assortito

 

Cagliari, Viale Elmas. Ore 13. A metà strada tra l’ideale proponimento di gioia, dettato dalla radice esigente e pretestuosa delle voracità Triumvire e Raschionidee, e il centro focale del dovere istituzionale, che avrebbe di lì a poco pervaso la coscienza dell’Ingegner Marrocu, i Tre, ormai navigati ed affiatati Triumviri, si incontrano per condividere la loro nuova avventura culinaria.
Meta-fisica di tale incontro, il Ristorante
“Da Paolo”, a un tiro di schioppo dall’aeroporto di Cagliari Elmas – dove, per l’appunto, l’Ing.Marrocu presta servizio come esperto di sicurezza aeroportuale – e ad una maldifesa distanza dai peccaminosi pensieri di lussuria, che la prestigiosa sede del ristorante inevitabilmente evoca.

Da Paolo – Polpi, Burrida, Cozze


All’ingresso del locale ci accoglie una splendida vetrina di pesce assortito con prelibatezze di ogni genere: spigole, orate, triglie, anguille ecc.

La sala principale è ampia e luminosa; dà l’impressione di essere allestita o ristrutturata di recente, e per questo risente non poco dell’anonimo stil novo dell’architettura sarda. Tutto l’interno appare razionale, lucido e gradevole, ma difetta sicuramente di una impronta ed un’anima ben definite. Non per questo non possiamo inquadrare la sua dimensione naturale, nell’ottica dell’organizzazione di eventi dal numeroso pubblico, quali matrimoni, feste di laurea ecc.

Da Paolo - Cernia, Tonno, Scabecciu

Da Paolo – Cernia, Tonno, Scabecciu


A conferma di tale ipotesi, il numero totale degli indaffarati e sbrigativi (forse troppo, tanto da incidere sulla qualità del servizio) camerieri ci é sembrato addirittura eccessivo rispetto al numero di avventori presenti in quel momento nel locale.
Dopo che i triumviri venivano fatti accomodare ad un tavolo ben più spazioso del necessario per accogliere tre voluminosi burricchi, Il cameriere velocemente proponeva un buon vino Torbato “Terre Bianche” in luogo del consueto “Costamolino”, non presente nella carta dei vini, anche perché questa, così come il menù, non è stata direttamente proposta; le portate infatti venivano seduta stante suggerite da uno dei camerieri che, a turno e vicendevolmente, si alternavano al tavolo.

Da Paolo - Zizzigorrus, Ostriche gratinate

Da Paolo – Zizzigorrus, Ostriche gratinate



Primo facile suggerimento, a cui i Triumviri come da loro costumanza, volentieri davano seguito, è stato quello di iniziare il pranzo con la serie di antipasti della casa; antipasti esclusivamente di pesce, come richiesti dai tre, con l’eccezionale aggiunta di un piatto di buonissimi zizzigorrus (lumache) alla campidanese, per i quali l’ingegner Marrocu non ha potuto fare a meno di bramare, dopo averli visti arrivare sulla tavola dei vicini avventori.

La serie delle portate che costituivano les entrée è stata notevole in termini di numero complessivo. Si è esordito con dei buoni polpi marinati, cozze condite con sugo di pomodorini e la classica burrida.

Da Paolo – Carciofi e Bottarga


Seguivano una porzione di cernia con mandorle e carote, tonno con pomodorini e sedano, e un buon piatto di tradizionale pesce a scabecciu.
Ancora le già citate lumache (al sugo) e alcune ostriche cotte gratinate, con una componente di panna e/o formaggio, che non hanno però trovato un Raschione particolarmente entusiastico.
Ci venivano inoltre proposti: polpetti alla diavola, un gustoso assortimento di triglie fritte e frittelle di gianchetti e, dulcis in fundo, un buonissimo piatto di carciofi e bottarga, tagliata in tempo reale dall’efficiente cameriere, in gustose e dense scaglie dal sapore acceso.

Da Paolo – Spaghetti Arselle Zafferano Bottarga


Complessivamente la qualità degli antipasti è stata discreta, con il proporsi di qualche eccellenza (bottarga e lumache), ma anche con elementi meno convincenti (le ostriche gratinate). Come già accennato il numero di portate è stato notevole, anche se  ciascuno non abbondantissimo in senso volumetrico; sicuramente, comunque, più che soddisfacenti per rimpinzare e appagare i bellicosi istinti degli esigenti Triumviri.
I due primi piatti scelti invece, congiuntamente comandati come risultato di un mancato sincretismo tra due richieste ed esigenze contrapposte, non sono riusciti a soddisfarci pienamente, fors’anche perché l’appagamento derivato dall’aver divorato senza sosta i succitati antipasti, non ha permesso di apprezzarne fino in fondo il gusto, anestetizzato a quel punto dall’abbondante vino e dalle pietanze ingurgitate.

Da Paolo - Spaghetti Gamberi, Porcini

Da Paolo – Spaghetti Gamberi, Porcini


Trattasi di un abbondante piatto di spaghetti ai gamberi e funghi porcini, accompagnati da altrettanto altisonanti spaghetti alle arselle, zafferano e bottarga.
Nella specifico, il forte sapore dei funghi porcini ci è sembrato mal sposarsi con la componente acidognola della salsa ai gamberi, mentre gli spaghetti alle arselle apparivano invece particolarmente asciutti, tanto da non esaltare al pieno il sapore della bottarga, rendendo il piatto complessivamente troppo pesante.
Ribadisco che il giudizio potrebbe essere condizionato dall’abbondanza degli antipasti, il ché ci indirizza verso l’antico dilemma dello scegliere o meno la strada dell’eccesso anticipato, piuttosto che condurre sin dall’inizio il pasto su binari di una maggiore moderatezza e sobrietà.

Da Paolo – Dolcetti, Sorbetto al limone


A quel punto comunque, i commensali hanno avuto il rammarico di non aver optato sui secondi piatti, in luogo della combinazione dei due primi, anche perché avevano avuto modo di ammirare, ad esercizio di suggerimento nei confronti di altri avventori da parte dei camerieri, alcune splendide spigole fresche, che cotte arrosto sarebbero state certamente ben più appaganti.

Si è invece scelto di passare direttamente al dolce: ottimi sorbetti al limone per Jesus e l’Ing.Marrocu, accompagnati da ciambelle di pastafrolla e dolci alle mandorle e zafferano.

Da Paolo - Sebadas

Da Paolo – Sebadas




Il Raschione Ettore ha invece ordinato una tradizionale Sebada al miele, che al contrario non ha incontrato per niente il suo gusto. Anziché presentarsi, come suo auspicio, con una prelibatezza preparata in casa, il cameriere serviva una discutibile sebada assortita, dall’aspetto tipico di quelle acquistate in un qualunque esercizio commerciale, magari in confezione economica formato famiglia.

Dopo aver assaggiato un liquore alla liquirizia, i tre commensali decidevano di richiedere il conto, terminando così le ostilità, per consumare il caffè di rito in un Bar della zona, da lì poco distante.


L’onere economico stato di 33 € cadauno, che sarebbe stato commisurato se l’abbondanza delle pietanze fosse stata accompagnata da una qualità e un servizio più adeguati. Dobbiamo perciò ritenere quanto pagato 8/10 euro sopra la soglia ideale.
Il giudizio finale complessivo deve mettere in conto l’ottimo esordio della cucina, con antipasti discreti e in numero rilevante, al confronto di più anonimi primi piatti e dessert, oltreché un servizio a tratti approssimativo. Concedendo il beneficio del dubbio, per quanto riguarda i possibili secondi a base di pesce arrosto, possiamo elevare il voto che più ci pare equo (un burriccu e mezzo), a quello più generoso di due stiracchiati burricchi.


VALUTAZIONE “Da Paolo”: Due Burricchi.
Ristorante Da Paolo Indirizzo: Viale Elmas 63, Cagliari
Telefono: 070 2084801    [mostra in google maps]
 

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