mag
3
2014
Monte Arcosu – Piscina
Giovani e anziani custodi del miracolo della vita; anime imbelli che avete per secoli vagato tra le bellezze del Creato, senza mai avvertirne e scorgerne il fondamento; monocordi mandibolatori di professione, che l’atto del deglutire avete elevato come vostra unica fonte di sostentamento fisico e morale. Rinnegate oggi il vostro oblio; inspirate ed ispirate il caldo alitare della Natura; oscurate il vostro sguardo ai falsi riverberi della luce; mirate le forme imponenti dei monti; purificate i vostri occhi con le acque dei limpidi torrenti, glorificate il pensiero di Jesus e infine disilludetevi di quanto appena letto, perché se l’avete fatto avete sacrificato ben troppa vita, verso il volgersi della vostra fine…. Fine.
Monte Arcosu – Interno
Appunto la Natura ci mancava. Il freddo condersarsi della brina che punge la pelle, il soffocante odore del bestiame nei campi, lo sprezzante colore delle foglie, l’auto-erotico sfregar delle fronde degli alberi, l’agitarsi di colorati pennuti e il confortevole calore del sole, che dona ottimismo e rassicura ciascuno delle proprie speranze.
Tutto questo non avremo oggi modo di descrivere e raccontarvi perché, all’atto di indirizzarci verso l’oasi naturalistica del Monte Arcosu, l’indecifrabile macchina delle ciccionate del Raschione Ettore, stabiliva altresì che il rituale avrebbe dovuto consumarsi nelle ore notturne, negando quindi, dal principio, ogni possibile velleità di bird o donkey watching.
Monte Arcosu – Salumi
Arrivati non con qualche difficoltà al ristorante con la nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, dopo un lungo andirivieni condito da «alza i fari che non si vede niente» e «perché stiamo facendo questo giro inutile?», i Burricchi subitamente prendevano coscienza che la serata non sarebbe stata tranquilla e silenziosa. Nel parcheggio dell’hotel, decine di macchine con drappi bianchi, e un eco lontano di intrattenimento musicale, ci suggerivano che avremmo condiviso gli spazi con un banchetto nuziale. La certezza arriverà quando, nell’appropinquarci con passo da soma verso la struttura, riuscivamo poi a cogliere distintamente le parole dei testi di Pupo e dei Ricchi e poveri.
Monte Arcosu – Antipasti
E’ senz’altro accattivante e ben curata l’ambientazione dell’Hotel Monte Arcosu. Immerso nella magia delle colline ai piedi dell’omonimo monte di Uta, architettonicamente ricorda una grande magione di campagna nella quale domina l’elegante piscina all’aperto. L’interno – o per lo meno la sala ristorante – si qualifica con arredi rustici, decori in pietra e tovagliame ocra/arancio, in tinta con alcune colonne portanti. Parte della sala destinata agli ospiti del matrimonio era confinata da pseudo-murature tensostrutturali, mentre i Burricchi venivano fatti accomodare in un più intimo e frequentato spazio nei pressi della reception. Il tavolino d’accomodo risulterà particolarmente minuto, tanto da necessitare una appendice mobile, onde consentire la comoda distribuzione delle portate; appendice, che verrà messa a dura prova dalle periodiche capocciate di un infante, lasciato allo stato brado dagli astanti progenitori. Non è particolarmente calorosa l’accoglienza riservata ai Burricchi da parte dei camerieri, probabilmente troppo impegnati nelle frenetiche attività della festa nuziale. Ad ogni modo venivamo fatti accomodare informalmente da un signore “in borghese” che poi si sarebbe affrancato presso tavolo di terzi avventori, presumibilmente suoi conoscenti diretti. A parte le questioni di forma (come una chewing-gum galeotta), il servizio si dimostrerà comunque sufficientemente rapido ed adeguato.
Tortino carote spinaci
Melanzane
Esclusa ovviamente la possibilità di desinare con la pizza, ordiniamo abbastanza velocemente antipasti e primi, facendoci catturare dall’offerta di selezione di pietanze miste di terra e di mare. Difficoltà nella selezione del vino. Dopo una fase di titubanza da parte di Marrocu, il Burriccu Raschione comandava repentinamente una etichetta (la più costosa!) non gradita all’Ingegnere, che dopo un attimo di smarrimento, richiamava vistosamente il maître convenendo, pur di non dare soddisfazione all’antagonista asinino, con l’ipotesi di mediazione suggerita da Jesus: Torbato DOC di Sella&Mosca “Alghero”.
Monte Arcosu – Fregula con arselle
Diciamo subito che gli antipasti, sebbene composti da un numero considerevole di portate (tredici) e seppure abbiano esordito con un discreto vassoio di salumi (ottimo prosciutto crudo, ottima salsiccia sarda, anonimo prosciutto cotto!) nel complesso ci sono apparsi insignificanti, dal punto di vista della presentazione e dalla rendita in termini di gusto: «sembra il festival del sottolio». Inoltre, a prescindere dalla sovrabbondanza di olio, da riferirsi a buona parte dei piatti, dobbiamo rilevare di aver personalmente notato (almeno Jesus e l’Ing.Marrocu) un quasi comune denominatore di gusto nei condimenti: uno strano sapore, che pizzicava la lingua, come se le verdure e gli ortaggi fossero stati lavati e purificati con un utilizzo eccessivo di bicarbonato.
Monte Arcosu – Culurgiones
Ad ogni modo, fatti salvi gli errori dovuti alla memoria, e all’assenza per turismo sessuale in Ukraina del Raschione Ettore, gli antipasti si articolavano in: salumi, insalate di mare con olive nere e peperoni, polpo con patate, pasticcio di funghi e pecorino, funghi sott’olio, insalata di tonno e pomodori, pesce azzurro marinato, involtini di melanzane arrosto, insalata di gamberi, piedini d’agnello, melanzane sott’olio e dignitoso tortino di carote e spinaci, servito un po’ troppo freddo. Al «vi siete arresi?» della cameriera, in fronte al fatto che le cibarie erano in gran parte rimaste nei loro accomodi (cosa anomala per i Burricchi!) abbiamo reagito con un pietoso silenzio.
I primi piatti, invero, sollevavano un poco la media, per effetto del gusto gradevole «con questi andiamo sul sicuro» dei culurgiones (Di Azara?) con ripieno di patate e formaggio, conditi con pomodori e spolverata di bottarga, scelti da Jesus e Marrocu, mentre il Raschione Ettore non gradiva troppo la sua fregula con arselle, pomodori e prezzemolo, seppure l’irregolarità dei grani lasciasse pensare ad una pasta artigianale.
Tiramisù alla banana
Macedonia
Dopo aver discusso sulla ipotesi di procedere con una grigliata mista, abortita per il fatto che (onestamente) ci veniva comunicato che i gamberoni erano in realtà congelati, passavamo direttamente ai dessert: macedonia per l’Ing. Marrocu, anomalo tiramisù alla banana («voi quando sentite parlare di banana vi ci buttate subito!») per Jesus e il Raschione. Se trattavasi di un esperimento dello chef, certamente è fallito: gusto indeciso tra l’aspro e l’annacquato. La cena si concludeva quindi con dei caffè, e con un fil’e ferru (acquavite) per Jesus.
Costo complessivo della serata 29€ cadauno, da ritenersi adeguati, almeno per quanto concerne il numero di portate che abbiamo ingurgitato.
L’Hotel Monte Arcosu è splendidamente collocato nell’omonima oasi naturalistica, immerso tra le verdi colline di Uta. Nonostante questo, dobbiamo dire che la cucina, in particolare antipasti e dolci, non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, forse a seguito del concomitante banchetto di nozze. Un burriccu con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “Monte Arcosu”: Un Burriccu con menzione speciale. |
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Ristorante Hotel Monte Arcosu |
Indirizzo: Loc. Monte Arcosu, Uta – CA
Telefono: 070969291 [mostra in google maps]
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commenta | tags: acquavite, agnello, alghero, amari, antipasti, arselle, azara, caffè, carote, chef, commenti, conto, costo, cucina, culurgiones, dessert, dignitoso tortino, DOC, dolce, fil’e ferru, formaggio, foto, fregula, funghi, gamberi, giudizi, hotel, indirizzo, insalata, insalate, involtini, jesus, maître, mappa, mare, marrocu, melanzane, melanzane arrosto, menù, monte arcosu, olio, olive nere, opinioni, pasta, pasticcio, patate, pecorino, peperoni, pesce azzurro marinato, piedini, pizzeria, polpo, pomodori, prezzo, primi piatti, qualità, Raschione, recensione, ripieno, riserva, ristorante, salumi, sardegna, secondo, sella&mosca, sott’olio, spinaci, telefono, tonno, tornato, Valutazione, vino
mar
9
2013
Galaia City – Interno
G: «Oh Ingegnere, Ingegnere, perché sei tu Ingegnere? Rinnega i Burricchi e rifiuta la tua stessa laurea. E se proprio non lo vuoi fare, giurami soltanto che mi pagherai la cena, e io sarò sarò per sempre una fan del Donkey Challenge.»
I: «Signorina, francamente mi paiono eccessive entrambe le soluzioni proposte; la invito quindi, in subordine, a lanciarmi la sua lunga treccia, onde discutere, privatamente ed economicamente, delle nostre questioni sentimentali.»
G: «Son solamente le tue orecchie a essermi ostili, rinnega dunque i tuoi soldi, e resterai sempre il mio Ingegnere!»
I: «Signorina, ho capito che per me forse risulta più conveniente cambiare di balcone, quasi quasi ritiro la mia affrettata proposta, e speditamente mi reco a mangiare alla Galaia!»
Galaia City – Tutto tonno
Con la scelta conservativa e distaccata di un ipotetico (!) parsimonioso Ingegnere, teatralizzata all’ombra del balcone di questa breve ed estemporanea parodia shakespeariana, iniziamo il rendiconto per questa settimana – come per altre centocinquanta settimane addietro abbiamo fatto -, sul nostro ebdomadario appuntamento con la liturgia della tavola. Teatro del solenne rito, intrapreso in coincidenza della festività dell’otto Marzo, è il ristorante “Galaia City”, custode più delle tradizioni e della cucina tabarchina (Galaia, balcone ndr.) piuttosto che di quelle veronesi, e probabile espressione cittadina traslata di un quasi omonimo esercizio, collocato nel suggestivo enclave carlofortino, nell’Isola di San Pietro.
Galaia City – Cappunada di tonno
Venerdì sera, ore 20.58. Jesus e il Raschione Ettore, dopo un fulmineo e fortunoso accomodamento della 150cv, già sostano di fronte all’ingresso del locale in quel di Viale Diaz, in Cagliari. I due Burricchi con curiosità attendono l’Ingegner Marrocu, terzo Triumviro ufficiale che, come da lui stesso annunciato, dovrebbe presentarsi con una gentile ospite, in grado di onorare adeguatamente la femminina ricorrenza.
In realtà, come ampiamente pronosticato, passati pochi minuti, la disforica figura dell’auto dell’ingegnere, si manifesta con il solo conducente a bordo. Ricevute indicazioni su dove collocare il teutonico mezzo, dopo qualche ulteriore attesa, l’Ingegnere raggiunge i suoi asinini colleghi. La ciccionata, a questo punto, in quasi perfetto orario rispetto al calendario stabilito, può avere inizio.
Panissa
Guazzetto cozze
Il “Galaia city” si alloggia negli spazi che un tempo furono del non proprio rimpianto “Jubilaeum“, e risulta integrato in una graziosa palazzina (che, a dire il vero, avrebbe bisogno di una rinfrescata esterna per ravvivarne i colori) dal sobrio stile liberty, centralmente dominata da balconcino in ferro che, decorato con un appariscente allestimento floreale, timidamente si affaccia sulla Via. L’interno del ristorante è dicotomicamente suddiviso in sale laterali; la prima – la zona servizi – , è costituita dal vestibolo di ingresso, che si estende longitudinalmente fino alla cucina. Sulla sinistra, si apre poi la spaziosa sala da pranzo, alla prima parallela. L’ambientazione appare al contempo calda ed elegante, con abbondanti decori in pietra, pavimentazione rustica, uno splendido controsoffitto in legno e un ben contestualizzato caminetto scuro, arricchito da strani elementi d’arredo in simil-porcellana bianca. Disegnano inoltre l’atmosfera, punti luce e drappeggi color latte, raffinate sedie imbottite, tovaglie beige e numerose stampe di bucolica vita tabarchina.
Galaia City – Carbonara di mare
Accomodati al loro spazioso tavolo, i Burricchi vengono subito serviti di bevande di primo soccorso e pane da pasteggio (piuttosto buono), ma devono attendere non pochissimo prima che il maître, impegnato in amabili discussioni con ciascheduna tavolata, potesse raggiungerli per l’ordinazione di cibarie e vino. Il servizio in sala, di discreto livello, veniva inoltre garantito da due giovani camerieri (di ambo i sessi), e da un empatico cameriere più anziano, che poi scopriremo (fuori dal locale, a fine serata) aver girato mezza Europa, prima di poter raggiungere l’ultima culinaria destinazione. I discorsi, in questo caso, inevitabilmente si sono spostati sulle comuni conoscenze in quel di Carloforte, tanto da verificare il collegiale entusiasmo, di fronte alla figura del nostro leggendario Padre ispiratore: il burriccu “Anziano”, al cui fantasioso insulto e turpiloquio dobbiamo gran parte dell’ispirazione di questo sito!
Galaia City – Pansotti
La cucina del “Galaia City”, come abbondantemente preannunciato, è quella tipica dell’isola di San Pietro, con un buon numero di ricette tradizionali integrate da qualche piatto di carattere più universale. Nonostante le intenzioni di un confuso e disorientato Ing.Marrocu – che all’arrivo del maître subitamente esordiva con: «per me degli spaghetti allo scoglio!» – , i Donkeys si proponevano di iniziare la cena con antipasti di mare, e lo facevano intraprendendo la suggerita (dal menù) strada di esplorazione del tonno, vera specialità carlofortina, cucinato e proposto in differenti prelibate visitazioni. Qualche difficoltà vi è stata per il vino, quando la pretesa cernita da parte dell’Ing.Marrocu, veniva ahimè vanificata in seguito ad un default della cantina, e quindi prontamente avvicendata dalla più esosa richiesta del Raschione: un Vermentino IGT dei “Colli del Limbara” Ruinas, cantina Depperu.
«Lei sa vincere solo per infortunio dell’avversario!».
Dopo una breve attesa, e dopo la richiesta sostituzione del piatto (causa, poca brillantezza) da parte dell’esigentissimo Ingegnere, le pietanze arrivavano al nostro tavolo.
Galaia City – Panzerotto di ricotta con miele
Gli antipasti, di ottimo livello, si manifestavano quindi con una composizione “Tutto tonno”, con una colorata Cappunada, con un piatto di strepitosa Panissa di farina ceci, e con una più familiare zuppetta di cozze marinate, comunque deliziosa.
Più specificatamente, la composizione di tonno si articolava in: cuore di tonno (il muscolo) su julienne di carote; musciame; fagiolata di tonno con cipolle; bottarga di tonno su letto di verdure.
La cappunada di tonno era composta da tonnina, cipolla, pomodori, capperi sotto sale, contorno di uova sode con riduzione di aceto balsamico; il tutto ben presentato e accompagnato da gallette di pane. Piccolo appunto sugli antipasti che spesso facciamo: sarebbe più conveniente servire le pietanze calde separatamente ed in un secondo momento, per evitarne possibili fastidiosi raffreddamenti.
Galaia City – Canestrelli
Complessivamente meno convincenti, a dire il vero, i primi piatti. L’Ing. Marrocu comandava una “carbonara di mare” con tonno, cozze, cannolicchi, prezzemolo e spolverata di bottarga. Nonostante l’ottima qualità del condimento (in particolar modo le cozze erano molto gustose), gli spaghetti risultavano troppo al dente (non per il Raschione, Taras docet!), eccessivamente salati e senza una particolare armonia di sapori. Più positivo invero, il piatto di Jesus e del Raschione Ettore, scelto in subordine al non disponibile Cous cous ( «Vagni a pijò u cascà!»): pansotti (ravioli) al ripieno di ricotta e spinaci, con crema alle noci e condimento di prezzemolo, piuttosto buoni.
Neppure i dolci, invero, ci hanno lasciato particolarmente entusiasti ma, data la nostra ignoranza in merito alla cucina tabarchina, non ci è dato modo di sapere se per incidentale problemi di preparazione, o per un strutturale deficit della ricetta tradizionale: canestrelli con zucchero a velo, bagnati in un moscato della casa (non brillante) per Jesus e l’Ing.Marrocu, mono-panzerotto di ricotta con miele per il Raschione.
La cena si è quindi conclusa con due caffè, due “run zacapa” (servito in bicchieri riscaldati, ma umidi) per il Raschione e Marrocu, e un classico cynar per Jesus. Un secondo giro di amari è stato offerto successivamente dalla casa. Costo complessivo della serata 42€ cadauno, da considerarsi relativamente adeguato, anche in funzione del costo del vino scelto.
Trovare un nuovo enclave culinario carlofortino in quel di Cagliari fa certamente piacere. Apprezzabile l’ambientazione e l’espressione della cucina tabarchina del ristorante, in un contesto piacevole e caldamente empatico. Una più rigorosa attenzione per i dettagli da parte di chef e servizio, e una maggiore cura per la carta dei dolci, potrebbe elevare il locale a un rango ben più prestigioso. Tre burricchi meno meno.
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feb
6
2011
Da Cesare – Samuele, the Winner
Ecco a voi di nuovo gli amati/odiati Donkeys, che in questa attesissima giornata di particolare sincretismo, prodottosi tra l’ebdomadario appuntamento culinario dei Triumviri – ahimè, una volta di più declinati nel succedaneo “Biumviri” per la sfortunata defezione dell’Ing. Marrocu – e il felice epilogo del grande concorso “Il pranzo è servito, una giornata da burriccu!“, ha visto il tangibile concretizzarsi del singolare guiderdone (che il senso sia benevolo o meno, ci sarebbe da discutere) assicurato al fortunato vincitore. Diamo quindi il benvenuto al “Donkey per un giorno”, il nostro assiduo lettore e fan Samuele, che più volte si è distinto nel segnalare ai redattori di questo sito, locali di eccellente e indubbio interesse alimentare, e non solo. Very Welcome to Donkey Challenge Samuele!
Da Cesare – Interno
Ad accompagnare il vincitore, in questa leggendaria avventura, un personaggio ben sperimentato alla severa magniloquenza della nostra cronaca. Trattasi dell’ex-Triumviro, oramai esclusivamente emerito, Burriccu Pg, per i quali i nostri fan più attenti porteranno un nostalgico ed acceso ricordo.
I destini del Burriccu Pg si intrecciano inevitabilmente con la figura terza, ospite della giornata, la dottoressa Brunetti, il cui volto e l’araldico richiamo potrebbe non destare particolari reminiscenze a parecchi di voi («machinic…esti?!»), ma dalla quale possiamo assicurare il provenire di un incidentale e pesantissimo contributo al fatale realizzarsi degli avvenimenti di questo Blog. E si noti come sia facile passare dal superlativo “pesantissimo” al sostantivo “Zavorra”.
Da Cesare – Petali di Salmone
Il ristorante scelto per l’incontro è il celeberrimo “Da Cesare”, locale piacevolmente integrato nel complesso architettonico dell’altrettanto noto (che classe) Hotel Caesar’s ★★★★, a sua volta meno piacevolmente integrato in una struttura che dall’esterno appare similare a quella di un anonimo centro commerciale, mentre al suo interno potremmo definire luminosamente accattivante.
All’ingresso del ristorante il gentilissimo personale ci fa accomodare in una delle varie sale interne, il cui tema marinaresco è trasfigurato nel raffinato (a proposito di questo giudizio segnalo la discordanza di opinione tra i vari ospiti, ma si sa che è quella di Jesus che conta!) utilizzo del colore azzurro per la parete principale, impreziosita da alcune tele, risaltate con raffinatezza da un sistema di illuminazione ad-hoc.
Da Cesare – Gran misto mare
Il nostro tavolo, discretamente spazioso e di splendida forma circolare, appariva da subito, come tutti i coperti della sala, elegantemente ed ottimamente apparecchiato. Potevano finanche notare degli splendidi candelieri a tre fiamme in stile inglese, disposti su una lunga tavolata che di lì a poco avrebbe accolto una compagnia di coloriti e rumorosi avventori.
Il personale del ristorante è numeroso, attento, composto, preparato, gentilissimo e, a dir poco, professionalmente ineccepibile!
Appena accomodati, dopo aver diligentemente sistemato i nostri soprabiti nel guardaroba, ci venivano offerti degli stuzzichini composti da bruschette all’olio, pane carasau e un trittico di squisite salsine: ai ricci di mare, ai pomodori secchi e casu axedu, alle patate, pecorino e burro. Il tutto accompagnato dal brindisi proposto con un ottimo e gradito spumante di benvenuto. Bravi!
Da Cesare – Antipasto vegetariano
Oltre alla notevole preparazione del personale, rimarchiamo subito la encomiabile e non comune attenzione del ristorante “Da Cesare”, nei confronti degli avventori che mostrano una qualche sorta di intolleranza alimentare. Lo stesso menu cartaceo si presenta con una serie di immediate indicazioni stilizzate, ad evidenziare quali possano essere le pietanze controindicate per persone celiache, intolleranti al lattosio, e via discorrendo. Ugualmente, le bruschette per gli stuzzichini e il pane in generale, vengono preparati a parte se serviti ai commensali con problemi di questa natura.
Esordendo con tali ineccepibili premesse, non ci saremmo aspettati per questa ciccionata, nulla di meno che un pasto di fattura regale. Ed infatti così è avvenuto.
Da Cesare – Risotto cannonau zabaione
Raccolti i consigli del meticoloso cameriere, in merito ad un incedere del nostro pasto sullo stesso tema della sala che ci accoglieva, I tre ex Triumviri ufficiali, Jesus, Raschione e Pg, ricondotti ad una reminiscente singolare armonia, ordinavano il medesimo Gran misto mare. Il neo Donkey Samuele sceglieva invero un meno variopinto e più salutare antipasto tiepido “vegetariano”, mentre la Dottoressa Brunetti si lasciava rapire da un maestoso piatto di “Petali di salmone marinato, con ovaline di bufala e scaglie di bottarga di muggine”.
Nella fattispecie il Gran misto mare si articolava, topologicamente distribuito sui quattro quadranti di uno splendido cristallo rettangolare (equilatero ed equiangolo), in una gustosa e delicatissima cernia preparata in agrodolce (simil scabecciu), un assaggio di gamberi su un letto di ceci rucola e aceto balsamico (sublimi!),
Da Cesare – Trofiette ricci bottarga
del tonno tabarchino fresco accostato a bianche cipolle sottaceto (per Jesus il meno significativo dei quadranti, ma de gustibus…), e una splendida insalata di polpo, gamberi e seppiette. Buonissima!
L’antipasto tiepido vegetariano si componeva – verosimilmente – di un ottimo tortino conoidale con melanzane spinaci e piselli accompagnato da rucola fresca, assaggio di rotolo con prosciutto e melanzane, una sorta di melanzane panate su un letto di radicchio trevigiano, un non meglio identificato tortino di verdure e, dulcis in fundo, un assaggio di pomodori freschi impreziosito da pesto alla genovese e decorato con foglie di basilico.
Potendo definire auto-esegetica la titolatura dei “petali di salmone” prima citati, scelti come antipasto dalla D.ssa Brunetti, non ci resta che sottolineare l’estrema cura con cui le varie portate sono state presentate agli ammirati commensali.
Da Cesare – Gnocchetti all'acqua bianca
Da segnalare inoltre il vino consigliato e scelto grazie all’esperto Samuele, per guidare gli antipasti e tutti i piatti successivi: Tuvaoes, vermentino di Sardegna D.O.C. delle cantine vinicole di Giovanni Cherchi, Usini (SS), il cui gusto secco e il retrogusto amarognolo si sposavano splendidamente con la natura dei sapori di mare sovrintesi; rimarchiamo inoltre, qualora ve ne fosse necessità, l’estrema cura ed elegante maestria con le quali l’esperto sommelier si è diligentemente profuso, nella presentazione e apertura di due identiche successive bottiglie, consumate dai crescentemente avvinazzati burricchi: che classe!
Conclusasi questa prima ottima ondata di pietanze, dopo una salutare e non fastidiosa attesa, addolcita dalle adeguate melodie del sottofondo soft-jazz diffuso in sala, i sei (vedi commento di Samuele, ndr.) commensali potevano dedicarsi ai primi piatti scelti.
Da Cesare – Risotto nero di seppia e Cozze
Partiamo dall’originalissimo Risotto al cannonau e zabaione al parmigiano scelto dal Donkey Samuele, per il quale Jesus non si è sottratto ad un incuriosito frugale assaggio. A dir poco, ottimo.
Il Raschione Ettore e il Burriccu Pg si dedicavano invece a delle Trofiette ai ricci di mare e bottarga, la cui qualità possiamo ricondurre alla medesima armonia di sapori della sublime salsina assaggiata nell’esordio del pranzo: spettacolo!
Ineccepibili gli Gnocchetti all’acqua bianca, con pecorino ricotta e bottarga scelti da Jesus, mentre una incontentabile Dr.ssa Brunetti riusciva a lamentarsi di un buonissimo Risotto al nero di seppia e cozze, perché, a suo dire, la sfumatura cromatica non appariva in linea con lo stereotipato immaginario comune, salvo poi venire “redarguita” dall’erudito cameriere, che improvvisava una breve ed esplicativa lezione sulle differenti gradazioni e dosaggio del nero, al fine di pesare e armonizzare la sinossi di sapori del piatto finale.
Da Cesare – Dessert Esagerazione
Esclusa la possibilità di frapporre un secondo piatto tra il primo e i dolci di fine pranzo, anche in virtù di un serale culinario/sportivo appuntamento dei due Biumviri ufficiali, in compagnia della bella e telegenica V. (leggi vuppuntato), congiuntamente e senza indugi i sei ordinavano il “Dessert Esagerazione” della casa; una serie di abbondanti e buonissimi assaggi di vari dolci: tartufo con cuore di cioccolato, gelato alla fragola con cioccolato bianco, gelato di mascarpone, semifreddo passito con noci e caffè, crème brulée, semifreddo con crema di cioccolato. Una delizia per il palato!
Caffè (manco a dirlo ottimamente servito e presentato) e ammazzacaffè vari (acquavite per Jesus, liquore di liquirizia per il Raschione e Pg) hanno concluso il sontuoso e fiero pasto.
Naturalmente, in questa particolare circostanza, in cui veniva idealmente premiata l’affettuosa partecipazione di tutti i nostri fan alle iniziative del Donkey Challenge, il costo complessivo della iniziativa è stato interamente sostenuto dalla matrigna compartecipazione della
SeuDeu™ Productions (www.seudeu.com).
Motivo per il quale, non sveleremo come nostro solito il prezzo risultante cadauno.
Possiamo dirvi però, per dovere di cronaca, che quanto pagato è assolutamente proporzionato alla eccellente qualità di quanto propostoci e del servizio ricevuto, e anzi ben inferiore a quanto elargito in meno positive circostanze o al costo che ci si aspetterebbe per un ristorante rinomato e di gran classe come “Da Cesare.”.
Ovviamente ai vertici della nostra personale classifica.
VALUTAZIONE “Da Cesare”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Da Cesare |
Indirizzo: Via Darwin 2/4, Cagliari Telefono: 070340750 [mostra in google maps] |
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8 commenti | tags: aceto balsamico, acquavite, antipasto, antipasto vegetariano, basilico, bottarga, bottarga di muggine, bruschette all’olio, burro, caffè, cagliari, candalabri, cantine cherchi, casu axedu, ceci, cernia in agrodolce, cioccolato bianco, cipolle sottaceto, commenti, cozze, creme brulee, cuore di cioccolato, dessert esagerazione, gamberi, gelato alla fragola, gelato di mascarpone, giovanni cherchi, Gnocchetti all’acqua bianca, gran misto mare, indirizzo, insalata di polpo, liquore di liquirizia, mappa, melanzane, melanzane panate, noci, opinioni, ovaline di bufala, pane carasau, patate, pecorino, pesto alla genovese, Petali di salmone marinato, piselli, pomodori freschi, pomodori secchi, pomodoro, prezzo, qualità, radicchio trevigiano, recensione, ricci di mare, ricotta, risotto al cannonau, risotto al nero di seppia, ristorante da cesare, rotolo prosciutto melanzane, rucola, salsine, sardegna, scabecciu, semifreddo passito, seppiette, spinaci, spumante benvenuto, stuzzichini, tartufo nero, telefono, tonno tabarchino, tortino, tortino di verdure, trofiette ricci di mare, Tuvaoes D.O.C., usini, vermentino, vino, zabaione