dic
1
2012
Antica Cagliari – Ingresso
Cessu Cagliari Antica, non so se venirti a trovare, e discendere per il Castello fin giù alla Marina, da Stampace risalire verso il Colle, accarezzando le tue ruvide vie, incontrando mille ruvide voci di mille ruvidi volti, che qui le strade hanno tinto, di sudore e futura nostalgia, di lavoro ed incondizionato amore.
Cessu Antica Cagliari, non so se venirti a trovare, alzarmi dal mio letto di noia, calpestare le tue altezzose vie, incontrare mille rigidi volti, dipinti con mille sorrisi già spenti, per cercare, tra i tuoi infiniti e colorati anfratti, l’ultimo vero caldo piacere, che questo Autunno ancora può regalarmi. Per favore, non deludermi.
Antica Cagliari – Interno
I propositi di Jesus, il pomeriggio dell’ultimo Venerdì del mese, nelle ultime ore di votazione del grande concorso “Vinci una giornata da Burriccu“, erano bellicosi. L’auriga della serata sarebbe stato questa volta il Raschione Ettore, e il burriccu già divisava di consumare una razione extra di cibarie e vino, a discapito dei prossimi futuri commensali. L’Ingegner Marrocu aveva già manifestato certezza, nel conferire sulla sua presenza, ma il malfidato Raschione, memore della defezione della settimana prima, ancora attendeva riscontri.
Alle ore 21 in punto, con due terzi dei burricchi già di fronte al locale, partiva la telefonata minatoria: «Ingegnere dove c… si trova???». «Esattamente dietro di lei!». Espletati i rapidi convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
Antica Cagliari – Antipasti
L’”Antica Cagliari” è un ristorante intelligentemente affacciato sulla popolata “Via Sardegna” nel quartiere “La Marina”, punto focale e strategico del turismo cagliaritano. L’accattivante insegna, l’elegante menu a colonna e la pioggia di luci che illumina l’ingresso, invogliano il cliente ad entrare.
L’interno, si presenta come un lindo corridoio rettangole che, dal vestibolo di ingresso, dapprima si allunga con una zona bar laterale, per poi proseguire articolato in due file di piccoli tavoli quadrati, fino a raggiungere una seconda e meno longilinea sala; in questo piacevole anfratto – sapientemente decorato con pareti in pietra -, trovano alloggio una bella credenza rustica, una bandierina tricolore, suppellettili di vario tipo, e la foto celebrativa in bianco e nero, del Cagliari 1969/70. Evidentemente anche questa, è un’antichità da ricordare e preservare! Tutta la copertura superiore del locale, è poi dominata da travi in grezzo legno scuro, disposte alternativamente e trasversalmente lungo il corridoio. Nondimeno possiamo apprezzare, un cromaticamente equilibrato pavimento in finto parquet.
Zuppa di cozze
La seconda sala appare ben più intima ed accogliente, rispetto alla regolare asetticità della prima, mentre, voltando lo sguardo verso l’ingresso, si può scorgere una lunga scala che porta al piano superiore. Nonostante si possa immaginare che questa conduca ad un ulteriore livello di tavoli, il simpatico signore continentale, che ci ha interpellato dal balconcino che dà sulla strada poco prima del nostro congedo, ha fugato ogni dubbio: «wè, scusate, sapete per caso quanto ha fatto il Milan?»
Linguine scampi porcini
Fregola ai crostacei
Al nostro ingresso veniamo accolti da un personale nutrito e gentile, già indaffarato a dimenarsi tra i numerosi avventori presenti e gli aspiranti tali: «mi spiace signori, è tutto esaurito già da ieri!»
La preventiva prenotazione, a nome di un fantomatico sig. X che sempre tutela, inconsapevolmente, il nostro prezioso anonimato, ci garantiva l’accesso alla sala scortati, fino al nostro tavolo, da una giovane e parecchio graziosa cameriera, efficiente perno portante del servizio, che possiamo certamente elogiare come impeccabile e attento. Oltre che dalla gentile signorina – in elegante livrea nera -, siamo stati assistiti da un più sbrigativo giovanotto addetto alle comande, e da quello che presumiamo essere il maître/gestore del locale.
Antica Cagliari – Grigliata mista
Dopo esserci gozzovigliati con i gustosi panini e “carasau” portati al tavolo, prendiamo visione del menù che, in accordo con il nome e la filosofia del ristorante, presenta un assortimento di pietanze tipiche della cucina cagliaritana, senza lasciare spazio a tralignanti interpretazioni o a fantasie particolari. Velocemente ordiniamo la carrellata di antipasti di mare, arricchiti da una zuppa di cozze in luogo dalla fritturina mista proposta dal cameriere; a seguire, tripartiamo la comanda su tre differenti primi, affidando all’evolversi degli eventi, la possibilità eventuale di consumare poi un secondo piatto. Vino scelto dal Raschione, un superbo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas degustato, con il consueto impatto scenico, dall’Ing.Marrocu:
«Chi è l’esperto?» «L’ingegnere. Entrambi le classificazioni sono comunque discutibili!» A seguire, un prolungato quanto insensato “fare il figo” del Raschione, con improbabili domande in stile Trivial Pursuit, buttate sul tavolo ex-abrupto, senza una motivazione apparente: «Lei sa dove si trova la città di Sanah?». Marrocu: «è facile saperlo, dopo che si è guardato “alle falde del kilimangiaro” ieri sera!»
Antica Cagliari – Sebada miele arance
Gli antipasti arrivano velocemente, forse troppo, tanto da far avanzare l’ipotesi che non siano preparati sul momento. La verifica termica e la qualità non particolarmente brillante delle pietanze, danno credito a questa ipotesi: insalata di gamberi con carote e cipolle, un po’ troppo fredda; insalata di polpo, buono ma non morbidissimo; dozzinale insalata di mare, con cozze, seppie, polpo e condimento simil-giardiniera particolarmente acido; buone cozze primavera con prezzemolo e pomodorini, anche se troppo ricche di condimento anziché di mitili; tonno alla catalana con cipolle e pomodori, per terminare con una zuppa di cozze nella quale il sapore del frutto di mare veniva irrimediabilmente alterato da un fastidioso eccesso di (ri)cottura, mentre il sugo si manteneva comunque piuttosto gustoso.
Ottimi e abbondanti dobbiamo giudicare, invero, i primi piatti, arrivati in tempi più ragionevoli: linguine agli scampi e porcini per il Raschione; fregola (non artigianale) ai crostacei con gamberi e scampi per Jesus; linguine all’astice per l’Ing.Marrocu.
Ancora non paghi e incerti sul giudizio, i burricchi richiedevano una grigliata mista, quantificata in due porzioni da dividere in tre, e articolata in: due gamberi (buoni), due orate (piuttosto anonime) e due seppiette (eccessivamente cotte).
Piuttosto controverso anche il giudizio sul dessert: buona sebada al miele (millefiori) e arance per il Raschione, semifreddo al torroncino e caramello per l’Ing.Marrocu, mediocre panna cotta con caramello per Jesus.
Due caffè, una grappa barricata per Jesus e due liquori alla liquirizia (Eclisse) per gli altri burricchi concludevano la cena. Costo complessivo: 53€ cadauno, assolutamente ingiustificati e in disaccordo con la qualità delle pietanze assaporate, più tollerabili in funzione della professionalità del servizio. Registriamo inoltre, che tale costo non si è ugualmente distribuito sui commensali perché l’ing.Marrocu, volendo pagare con la sua appariscente “American Express”, dopo aver acquisito le quote dei suoi colleghi, maggiorate della giusta mancia, ha poi “inspiegabilmente” disatteso di elargire la medesima al pur meritevole personale.
Ambientazione elegante e gradevole, servizio puntuale ed attento; i punti deboli dell’”Antica Cagliari”, sono però la superficialità del menù e la qualità della cucina – solo a tratti interessante -, che mediamente risulta ben lontana dalla eccellenza. Due burricchi con menzione speciale per il servizio.
1 commento | tags: alla catalana, antica cagliari, antipasti di mare, arance, caffè, cantine argiolas, caramello, carote, cibo, cipolle, commenti, conto, costo, cozze, cozze primavera, crostacei, cucina sarda, dessert, dolci, eclisse, foto, fregola, funghi porcini, gamberi arrosto, giardiniera, giudizi, grappa barricata, grigliata mista, igt, immagini, insalata di gamberi, insalata di mare, insalata di polpo, iselis, Linguine all’astice, liquore alla liquirizia, mappa, miele, millefiori, mitili, opinioni, orata, pane carasau, panini, panna cotta, polpo, pomodori, pomodorini, prezzemolo, prezzo, primi piatti, qualità, quartiere marina, recensione, ricette, ristorante, sardegna, scampi, sebada, secondi piatti, semifreddo, seppie, seppiette arrosto, sottaceto, telefono, tonno, torroncino, Valutazione, vino bianco, zuppa di cozze
mar
29
2012
Kilometro zero – Interno
Con centouno, mille e oltre chilometri alle sue spalle il somaro, paziente e instancabile, incede per la sua strada, senza mai affrettarsi, né alcunché dietro di lui rimirare. Non indugia, non medita sulla rettitudine del suo passo o sulla virtù della destinazione che l’attende; solamente avanza, lento e mansueto, risoluto e vigile, fin su lungo il costone della montagna, con cura proseguendo sulle strette ceglie rocciose, con prudenza discendendo verso valli assolate, generosi frutteti, accesi paesaggi di mare, per poi ancora risalire polverosi e penitenti sentieri, infine raggiungendo l’inaccessibile vetta di una proba impercettibile volontà.
Kilometro zero – Antipasti misti
Seguendo il medesimo flemmatico avanzare, Il gruppo storico del Donkey Challenge, dopo anni di lento e inesorabile pellegrinaggio lungo le mulattiere e gli impervi sentieri del gusto – senza una stella polare che benignamente loro accompagnasse -, hanno infine raggiunto la vetta della centesima ciccionata, proseguendo poi senza indugio o tentennamento alcuno la loro strada, alla ricerca di nuove sfide e nuovi orizzonti da superare.
Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, eccoci nuovamente qui con voi, a discutere e narrarvi della ennesima, mirabolante culinaria avventura, così come fosse la prima volta, così come fossimo ancora al chilometro zero della nostra avventura!
Kilometro zero – Foglie di bottarga
Il Ristorante Kilometro Zero, è dunque la tappa, la destinazione di quest’oggi, il nuovo accogliente anfratto, che per qualche ora sarà il nostro confortevole rifugio.
Il locale è sito nella Via Grazia Deledda, a pochi passi dalla centralissima Piazza Repubblica, in Cagliari.
L’ambiente principale si estende, con architettura rigida ed essenziale, dalla vetrata di ingresso – che assume il ruolo di piccolo vestibolo -, fino al suggestivo bancone in fondo alla sala, virando poi lateralmente verso un nuovo corridoio, che alloggia qualche tavolo più appartato. Le tonalità e i decori sono caratterizzati dal ricercato contrasto tra il grigio color intonaco e il viola pallido, mentre le nicchie che spuntano in rilievo sulle pareti, accomodano numerose bottiglie di particolarissima provenienza e forniscono – di fatto -, tutta l’illuminazione necessaria, tanto da rendere pleonastici i lampadari argento pallido, che piovono dal soffitto. L’ambientazione è perciò moderna e ben curata, senza invero raggiunge un elevato grado di gusto e raffinatezza superiore.
Kilometro zero – Fagottino di verza
L’accoglienza, da parte del giovane proprietario del locale, è calorosa e cordiale, anche perché, come non di rado capita (carramba che sorpresa!), scopriamo essere un vecchio compagno di scuola dell’Ing.Marrocu.
A questo punto il giusto sottofondo di correttezza e obiettività della valutazione ne risulterebbe compromesso, se non fosse per il fatto che il personale si presentava amichevole e conviviale con ciascheduno degli avventori presenti, quasi sottintendendo la consuetudine di ospitare una clientela fidelizzata ed assidua, a dispetto della recentissima apertura.
Ad ogni buon conto, l’impressione che si ha, scambiando le prime misurate parole con il titolare Diego, è quella di avere di fronte una persona freneticamente attenta, che svolge il proprio lavoro con passione e dedizione sincera.
Kilometro zero – Carbonata di mare
Il servizio in sala è inoltre garantito da un elegante giovinetto dal look rasta, una gentilissima cameriera dell’Est europeo oltre che, sul finire della serata, dalle baluginanti incursioni di un cuoco dalla stazza considerevole.
Il menù di Kilometro Zero viene giornalmente rivisto per accondiscendere alle bizzarrie di «quei pazzi della cucina!», ma può essere comunque declinato in convenzionali antipasti di terra e di mare, tre/quattro primi del giorno e vari secondi di pesce o di carne. Procediamo quindi con il nostro consueto protocollo: assaggio di antipasti misti, due assaggi di primo (che in realtà saranno due piatti abbondanti), un eventuale secondo più i dessert.
Kilometro zero – Tagliatelle moscardini e cozze
Nella cernita del vino, accogliamo il consiglio di sperimentare etichette non propriamente convenzionali, nell’ottica della tradizione gastronomica sarda, ma attinte dal pur vasto bacino enologico nazionale: si inizia con un buon Müller Thurgau Weindorf dell’Alto Adige, per poi proseguire con un ottimo e semanticamente inquietante Falerio dei colli ascolani, Oris Ciù Ciù, derivato da uve di Trebbiano, unitamente a vitigni autoctoni “Pecorino” e “Passerina”. Ogni ulteriore commento risulta superfluo.
Gli antipasti misti si articolavano in nove pietanze, di semplice fattura ma di più che meritevole preparazione. Ricordiamo quindi: capponata di melanzane e peperoni, seppiette in umido con piselli, insalata di farro con vellutata di basilico, insalata di ceci con pomodoro, rucola e aceto balsamico, polpettine di manzo in umido, seppiette arrosto con sedano e pomodori, polpo all’algherese, petali di bottarga su letto di sedano, fagottino di verza con ripieno di purea di patate, prosciutto e formaggio.
Kilometro zero – Zuppa inglese
Kilometro zero – Torta della nonna
Per quanto riguarda i primi piatti, ottima – anche se forse con un pelo di sale in eccesso – la “carbonara di mare”; ricetta che prevedeva cernia affumicata in luogo della più proverbiale pancetta, e piuttosto buone anche le taglietelle, condite con sugo di moscardini e cozze, risultate giustamente e dosatamente piccanti.
A questo punto, la serata, nonostante la pienezza cagionata dalle abbondanti prelibatezze sino ad allora ingurgitate, poteva procedere con la richiesta di secondi piatti non particolarmente impegnativi.
Kilometro zero – Ciù ciù
La scelta è quindi ricaduta su un’ottima orata di mare arrosto, e su una “bistecca” di cernia in padella, condivisa, in termini di singola porzione, dal Raschione Ettore e dall’Ing.Marrocu.
Di tali pietanze non possiamo, ahimè, fornire alcuna riproduzione fotografica, a seguito di un difetto di sobrietà da parte di Jesus, accompagnato da un’insanabile eccedenza d’appetito, scaturiti nella più banale negligenza in merito al consueto immortalare
– prima di procedere con la rituale razzia -, qualsiasi leccornia servita in tavola.
Da questa sciagurata vicissitudine, restano salvi però i buonissimi dessert: una zuppa inglese per l’Ing. Marrocu, torta della nonna con pinoli e crema di limone per il Raschione, sorbetto al limone per Jesus. Quest’ultimo, arrivato solo successivamente al tavolo dei Burricchi, unica perdonabile disattenzione da parte del pur attento personale, durante la serata. Conclusione con un esclusivo liquore alla liquirizia per Marrocu. Prezzo della cena, 30€ cadauno, da ritenere pressoché promozionale e ben al di sotto dei reali valori prodotti.
Il Ristorante Kilometro Zero, che porta nel nome l’ideale filosofia del biologico (aspetto che non abbiamo avuto modo di approfondire), si presenta come un locale elegante ed accogliente, ritrovo ideale per cene romantiche o formali e conviviali conventicole.
Seppure la cucina non elargisca particolari e ricercate eccellenze, le pietanze proposte si distinguono per ingredienti genuini e per un’ottima qualità generale, mentre il servizio risulta di assoluto livello. Tre burricchi meno meno.
7 commenti | tags: 0, aceto balsamico, alto adige, antipasti misti, biologico, bistecca di cernia, cagliari, capponata, carbonara di mare, cernia affumicata, Ciù Ciù, colli ascolani, commenti, conto, costo, cozze, crema di limone, cucina, cucina sarda, dessert, dolci, fagottino di verza, Falerio, formaggio, grazia deledda, in umido, indirizzo, insalata di ceci, insalata di farro, kilometro zero, km, liquirizia, liquore, mappa, mare, melanzane, moscardine, Müller Thurgau, opinioni, orata arrosto, Oris, pancetta, passerina, pecorino, peperoni, petali di bottarga, piazza repubblica, piccante, pinoli, piselli, polpettine di manzo, polpo all’algherese, pomodori, pomodoro, prezzo, primi piatti, prosciutto, purea di patate, recensione, ricetta, ripieno, ristorante, rucola, sardegna, secondi piatti, sedano, seppiette arrosto, seppiette in umido, Tagliatelle, telefono, terra, torta della nonna, trebbiano, trentino, Valutazione, vellutata di basilico, vini italiani, vino bianco, vitigno, Weindorf, zuppa inglese
mar
4
2012
Ricciomania 2 – Interno
Ichnusa, ichnos, echinos.
Dall’abisso, sul fondo del mare,
i Re portano temuta corona, la luce e gli sguardi allontanano, finché il nemico arriva feroce, strappa loro alla fiera dimora e li condanna ad uno sventurato, squisito supplizio. Arroccati nel loro castello, sobri e fieri custodi di un generoso e sconfinato regno, attendono sereni il fatale destino, nella deliziosa perversione di potere, un giorno, per fato e legittimo contrappasso, incrociare l’avverso ichnos e il familiare echinos, al culmine di una guerra che ha soli vincitori e mai vinti.
Ricciomania 2 – Ricci di mare
Sulle orme e per la fierezza della Natura, elogiamo quest’oggi, in occasione della ciccionata novantanove del Donkey Challenge, l’indiscusso Re del nostro mare, l’inarrivabile prezioso frutto, il nettare delle nostre tavole, espressione imponderabile della sardità più autentica, trasfigurata nel mordace acume esteriore e nella celata, passionale, docilità della propria essenza.
Sacerdoti di quest’ultima liturgia della tavola, espressa e consumata sull’altare del gusto, sono i tre Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu – accompagnati da un quarto gradito e occasionale ospite: l’ing.V.O.
Ricciomania 2 – Ostriche
Sabato mattina. Alle ore 13.28, condotto dal rovinoso auriga Jesus, al volante della 150 cv presidenziale – quest’oggi sottoposta a ordinaria manutenzione in previsione della ciccionata C -, un primo gruppo di burricchi raggiungeva il Santuario del gusto, loro destinazione: ristorante trattoria
Ricciomania due, nel celeberrimo Viale Poetto, In Cagliari. Un secondo monolitico raggruppamento di Donkeys, costituito invero dal solo Ing.Marrocu – sfoggiante un invidiabile look post lavoro con zainetto “Piquadro” sulle spalle – , arrivava sincronicamente e sincreticamente allineato al primo, giusto in fronte alla struttura della ristorante. Formalizzati i convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
Ricciomaria 2 – Seppiette, Polpo, Gamberi
Il ristorante è architettonicamente collocato in un anonimo condominio di nuova costruzione, giusto nei pressi della caserma “Monfenera”. Per raggiungere l’ingresso, è neccessario aggirare lateralmente l’edificio, finché non si incontra un dozzinale uscio senza insegne, affacciato su uno cortile urbano adibito a parcheggio.
Varcata la soglia del locale, ci si immette in una piccola sala nella quale, un primo limitato raggruppamento di tavoli, divide gli spazi con la zona cassa, l’ingresso della cucina e il suggestivo “scannatoio” dei ricci di mare.
Proseguendo poco oltre, si arriva nella sala principale, caratterizzata da un allestimento pittoresco ed essenziale; una ventina di tavoli squadrati, predisposti con tovaglie di carta dalle tonalità azzurro mare, sono sapientemente stipati in un ambiente chiassoso e “alla mano”, impreziosito da taluni simpatici elementi di arredo, quali le caratteristiche plafoniere a forma di animale marino. Un TV LCD 40 pollici, svetta infine sulle pareti color giallo paglierino, riproducendo le mirabolanti performance degli “amici” di
Maria de Filippi.
Ricciomania 2 – Tonno, Pesce spada, Burrida
Il personale in sala è doverosamente numeroso, per gestire l’abnorme quantità di clienti della trattoria. Un giovane e simpatico caposala (molto probabilmente uno dei soci) coordina e gestisce le ordinazioni tramite palmare, mentre i restanti camerieri si alternano nell’interrogare (ripetutamente e con poco spazio concesso alla discrezione) ciascheduna comitiva, su quali pietanze i commensali stiano attendendo. Nonostante l’apparente caotica frenesia, possiamo considerare il servizio sufficientemente efficace ma condizionato, più che altro, da tempi della cucina non rapidissimi, in relazione al sesquipedale carico di lavoro che su di essa, inevitabilmente, grava.
Ricciomania 2 – Spaghetti al granchione
Ricciomania 2 – Spaghetti ai ricci
Quello che è assolutamente ineccepibile da “Ricciomania 2″, è la straordinaria freschezza e qualità delle pietanze proposte, che si articolano nella più squisita e familiare declinazione della cucina di mare cagliaritana.
I Donkeys non potevano quindi non offire alle loro fauci, le più preziose prerogative alimentari del ristorante e, dopo aver scelto un ottimo vermentino
“Is Argiolas” come nettare per il pranzo, si facevano condurre dal cameriere nella (quasi obbligata) scelta degli antipasti.
Ricciomania 2 – Grigliata mista
Si iniziava con una dozzina di meravigliosi ricci di mare (paracentrotus lividus) cadaburriccu, accompagnata da un assaggio di deliziose ostriche crude. Seguivano poi: ottima insalata di tonno con fagiolini, carote e patate, carpaccio di pesce spada con marmellata di pomodoro fresco, delicata burrida di pesce persico, gustose seppiette alla diavola, notevole polpo marinato all’aceto balsamico, spettacolari gamberi in salsa d’arancia, per concludere con un piatto di cozze calde marinate, ahimè non documentate, per un non accidentale difetto di sobrietà da parte di Jesus.
I primi piatti confermavano la qualità delle entrée: ottimi spaghetti a ricci, ma ancor più sublimi spaghetti al granchione. Eccellenti!
Ricciomania 2 – Is Argiolas, Sorbetto
Disorientati tra la pressione di uno strisciante mal di testa, l’estrema opulenza del piatti fin lì consumati e la voracità dell’Ing.Marrocu, si è reso a questo punto necessario mediare tra due contrapposte fazioni, che intendevano diversamente procedere verso il termine del pasto. La soluzione di compromesso è stata quella di contrattare una piccola grigliata mista, composta da un’orata, qualche seppietta e due gamberi, tanto da ricevere i non velati dileggi del titolare, sul modesto computo delle porzioni. Ad ogni modo, una delle migliori grigliate mai presentate al cospetto dei Donkey!
Il pranzo terminava quindi con dei buoni sorbetti al limone e tre caffè. Costo complessivo, 45€ cadauno, da ritenersi adeguato per la qualità e quantità di pietanze e bottiglie singolarmente consumate, un po’ meno se consideriamo ambientazione e servizio nel loro complesso.
Un ambiente spartano, caotico, e un servizio non particolarmente rapido, sono quindi i difetti che dobbiamo oggettivamente rilevare per “Ricciomania 2″. Imperfezioni, che risultano ad ogni modo totalmente trascurabili, se valutate in relazione alla genuina maestà delle pietanze proposte, e comunque sempre commisurate alla non dissimulata filosofia della trattoria. Una destinazione irrinunciabile per chi vuole assaporare, senza ricercati orpelli, le più veraci prelibatezze della cucina cagliaritana. Tre burricchi meno meno.
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dic
11
2011
La Bottega del Mare – Interno
La Bottega del Mare. Quei che vende, quei che conquista, quei che il mare nelle sue notti attende.
E qual è quei che volentieri acquista, e il suo avere antepone a ciò che piace – che di perse occasioni piange e s’attrista -, tal non fece ai Burricchi sanza pace, che bramando il loro fuoco a poco a poco, raggiungono infine la sospirata brace.
E’ brace di voluttà alimentare, di ricerca di gusto infinito, di multiformi seduzioni da seguire e assecondare, senza inquietudine e senza posa, per ardere ogni impeto di desiderio, fino e oltre la cenere.
La Bottega del Mare – Cozze, Ostriche, Polpo
Sabato sera, ore 21.15. La policroma utilitaria del Raschione Ettore sfreccia veloce sulla Statale 195, direzione Maramura, Capoterra. La strada è un sottile lembo di terra rapito alle sevizie del mare. Lontani e luminosi orizzonti, svelano per gradi la loro melliflua natura: sono le suggestive quanto insane ciminiere che svettano sui cieli di Sarroch, mentre le imponenti montagne che si scorgono più in là, sono ruvide spugne nere che graffiano un cielo gonfio d’acqua e salsedine, pronto a rovinare sul più che appuntarato ed impasticcato Jesus:
«Questa è l’ultima volta che per fare il figo esco fuori in magliettina … etciù! »
Lumache, Frittelle di gianchetti, Cozze
Trapassata la prima ipotesi di destinazione, in virtù di una non pronta risposta in fase di prenotazione telefonica, nei confronti dell’irrequieto e intollerante Raschione, i Burricchi cedevano, in subordine, alla tentazione di verificare personalmente le fattezze e le qualità del ristorante
“La Bottega del Mare”, di cui recentemente avevano avuto occasione di veder discutere – nel bene e nel male – nell’agorà telematica del frastimo e delle lodi sarde:
il gruppo F&L di Facebook, presieduto e capitanato dalla lungimirante, benemerita, e facilmente irritabile, Christina Jones Corrias.
Sempre sia lodata.
La Bottega del Mare – Carpaccio di tonno, Cordolinus
Il Ristorante si presenta come una disordinata struttura in muratura, legno e teloni da gazebo, collocata nella suggestiva ambientazione della spiaggia di Maramura, a pochi metri dal mare.
Il solido e discreto corpo centrale viene ampliato da due più estesi saloni; il primo, laterale, collocato a ridosso della spiaggia
– inaccessibile per l’occasione – il secondo disposto a prolungamento strutturale del corpo medesimo, di cui condivide l’imponente tetto spiovente in legno e i piloni portanti decorati in pietra, ma che difetta per l’assenza di muri perimetrali, sostituiti da meno solide pareti in tela e da singolari finestre in polimetilmetacrilato.
Il tutto, possiamo supporre, sia necessario per rispettare le rigide norme edilizie che vincolano gli edifici posti in prossimità della battigia.
Risotto alla pescatora
Bavette arselle e porcini
All’interno della sala che ci accoglie, sono costipate numerose decine di tavoli, tanto da rendere l’ambiente piuttosto frenetico e rumoroso, nonché limitati gli spazi di movimento per clienti e camerieri. Gli arredi eleganti e gli splendidi lampadari sferoidali, costituiti da giunchi intrecciati, non riescono a ripristinare un giusto livello di garbo e raffinatezza scenografica, perciò risolvendosi in un ritrovo ideale per chiassose tavolate, piuttosto che per occasionali incontri romantici.
La Bottega del Mare – Grigliata mista
Eccellente e inappuntabile il servizio, che per riuscire a gestire con efficienza e velocità un numero così cospicuo di coperti, deve lavorare con metodo e organizzazione teutoniche. Per quanto ci riguarda, non possiamo muovere al personale alcuna critica, a parte la giustificata fretta nello stappare il vino scelto con entusiasmo dall’Ingegner Marrocu, sulla base delle proposte del cameriere, salvo poi verificare telefonicamente che non si trattava della etichetta che aveva in mente: burriccu! Stiamo parlando, ad ogni modo, di un ottimo Vermentino di Sardegna DOC
“Villa Solais” della Cantina di Santadi. Divertente nota di contorno della serata, le disquisizioni dei Triumviri sul nuovo appariscente (pacchiano) dispositivo mobile acquistato dall’oculato Ingegnere, del quale finirà di pagare le relative rate, presumibilmente e all’incirca nel Maggio 2014.
La Bottega del Mare – Mandaranci, Raviolini cioccolato
Gli antipasti di mare, proposti senza la presentazione di un menù alla mano, si articolavano in otto abbondanti portate, non particolarmente elaborate, ma di qualità e gusto encomiabili: assaggio di ostriche crude, buonissime cozze fredde alla catalana con pomodorini e cipolle, superba insalata di polpo, frittelle di gianchetti, deliziosi zizzigorrus (lumache) alla cagliaritana, cozze marinate, eccellente carpaccio di tonno con olio d’oliva e rucola, per finire con un vassoio di inarrivabili cordolinus de pezza (funghi di carne) misuratamente conditi con foglie di prezzemolo. Applausi! Dopo una breve interruzione arrivavano quindi due assaggi di primi piatti.
La Bottega del Mare – Villa Solais
Trattasi di risotto alla pescatora, con cozze arselle e seppie, e di bavette alle arselle e funghi porcini. Non possiamo invero, manifestare per i primi lo stesso entusiasmo che per gli antipasti: il risotto evidenziava una cottura eccessivamente al dente, mentre le arselle delle bavette – che risultavano comunque ottime di gusto -, non erano state probabilmente spurgate a dovere, producendo la fastidiosa sensazione di presenza di sabbia durante la masticazione.
Dopo un giusto intermezzo di pinzimonio, veniva servito il secondo, condiviso dai tutti i commensali: una maestosa grigliata di pesce arrosto, che però denunciava lo stesso chiaroscuro dei primi: eccellente l’orata, ottime le anguille arrosto, mediocri i gamberi e assolutamente insapore la spigola. La cena si avviava così alla conclusione. Prima dei dessert ci viene offerto un particolare e digestivo sorbetto alla vaniglia, che poteva vagamente ricordare il sapore delle galatine. Quindi arrivava un assaggio di mandaranci (ultimamente ricorrente nelle avventure del Donkey Challenge) e di favolosi raviolini con ripieno di ricotta e cioccolato e decoro di miele. Un’acquavite per Jesus e un mirto per l’Ing.Marrocu (assente l’amatissima liquirizia) concludevano così l’abbondante pasto.
Costo complessivo, 40€ cadauno, da ritenersi più che adeguato, e integrato da una cospicua mancia per il lodevole operato del personale.
L’eccellenza del servizio (menzione speciale) e la genuinità degli ingredienti, sono le qualità che può vantare “La Bottega del Mare”, oltreché la suggestiva ambientazione, apprezzabile alla luce del giorno. L’atmosfera caotica e qualche (speriamo occasionale) difetto nella preparazione dei piatti, sono invece i dati negativi che dobbiamo nostro mal grado segnalare. Di certo, un ristorante che può fare da cornice per piacevoli serate all’insegna dell’opulenza, che possiamo quindi favorevolmente consigliare.
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set
11
2011
La Tana del Gusto – Interno
Batte feroce il sole, nella mattina inoltrata di Sabato, sulle accaldate teste dei cagliaritani, che assaporano le ultime non docili carezze di una lunga, inarrendevole Estate.
Arriva dall’alto il riverbero della luce, sull’oscuro strapiombo dei ricordi della recente storia del Donkey Challenge, quivi ripropostovi nella sua veste originale: un abbondante e improvvisato pranzo pre-domenicale.
Irrompe dall’alto il languido chiarore del cielo, a riscaldare e accendere l’animo forte dell’omni-presente Raschione Ettore, ed alleviare così il tenebroso pensiero di una ciccionata che, di lì a poco, si sarebbe consumata senza l’amabile supporto scenico dell’ormai impegnatissimo (non è ben chiaro per cosa) Ing. Marrocu, nell’occorrenza rivelatosi – dobbiamo denunciarlo – assente ingiustificato.
La Tana del Gusto – Antipasti di mare
Piove dall’alto (rain down from a great height) la luce che irradia la sala del ristorante “La Tana del gusto”, ricettacolo e taumaturgico altare per l’ebdomadario rito di quest’oggi, condotto e celebrato da un Jesus ottenebrato dalla fatica, per effetto di una transitoria quanto indesiderata mutazione dal suo status di illuminato ciccionatore della Domenica, verso quello di improvvisato manorba del Sabato, suo malgrado antelucanamente destato da un iperattivo parente tuttofare: «non li voglio i tuoi cento euro per pagarmi un operaio»!
L’ampio e squadrato lucernario sul soffitto, parzialmente colorato con sfumature tenui, è la caratteristica, il cuore pulsante del ristorante, e ne conduce, inevitabilmente e radicalmente, lo stile.
La Tana del Gusto – Antipasti
Superato un piccolo vestibolo d’ingresso, a cui si accede direttamente dalla centralissima Via Pergolesi in Cagliari, ci si accomoda nella sala principale, il cui impatto espressivo si colloca nell’idea di un piccolo cortile chiuso, tinteggiato sulle tonalità del bianco e dell’oro, circondato da raffinate colonne decorative in gesso e impreziosito da numerosi palmizi ornamentali.
Meno grazioso (e fuori dal contesto) è il rumoroso TV LCD 42 pollici, mentre risulta del tutto assente un adeguato impianto di riproduzione acustica che possa creare una giusta atmosfera.
L’arredo in arte povera è completato da una appariscente ed ampia credenza di colore scuro, collocata sul lato Sud-Est della sala.
La Tana del Gusto – Spaghetti arselle bottarga
La Tana del Gusto – Fregola con arselle
Al nostro arrivo sono pochi gli avventori che si intrattengono nel desinare. Una gentile ed esteticamente apprezzabile cameriera ci fa accomodare e ci mette da subito a nostro agio, con toni cortesi e informali. Il Raschione Ettore ordina il vino: vermentino Is Argiolas D.O.C di Selegas.
Scelta irrinunciabile dal menu per i Donkey, l’assaggio di antipasti di mare assortiti, che venivano di lì a poco serviti nel seguente ordine: seppiette in umido con olive, pesce a scabecciu, burrida (molto delicata, eccellente!), cozze con pomodorini, ottimo carpaccio di pescespada con limone. Seguivano, poi: baccalà scaloppato con limone, bocconi di mare, baccalà in umido con aglio e prezzemolo, aringhe affumicate.
La Tana del Gusto – Grigliata mista
In merito alla seconda serie degli – complessivamente numerosi – antipasti, dobbiamo registrare una spiccata propensione da parte del cuoco all’utilizzo del limone, ma una altresì eccessiva generosità nel dosaggio del condimento.
Ci riferiamo in particolar modo alle aringhe affumicate, la cui salinità potremmo senza enfasi ritenere prossima a quella del Mar Rosso. Sebbene buon senso avrebbe dovuto interdire Jesus dal procedere oltre un primo esplorativo assaggio, l’effetto pratico, in conseguenza della sua innata barrosaggine, è quello di una progressione geometrica nel consumo delle bevande analcoliche, tanto da comportare un fastidioso sovraccarico in senso metabolico.
La Tana del Gusto – Torta al formaggio
Discreti i primi piatti scelti: fregola con arselle per il Raschione, spaghetti arselle bottarga per Jesus.
Secondo piatto comune per i due, una appariscente grigliata mista composta da gamberoni, seppiette, spigola e orata.
Da segnalare, a questo punto due gustosi episodi. Dapprima l’irruzione in sala da parte del cuoco, che con attitudine da Alì Babà, riusciva a trascinare lateralmente una parete per accedere all’esterno, con l’intenzione di movimentare una manopola del gas; secondo episodio, legato all’attitudine di Jesus nel riuscire ad imbrattare qualsiasi capo di abbigliamento indossi durante il pasto.
La Tana del Gusto – Is Argiolas
Nell’occasione, la colpa è da attribuirsi al naturale ripieno di una dispettosa ed eversiva seppietta arrosto. Inconveniente risolto, grazie al profuso utilizzo di uno smacchiatore spray, messo in precedenza a disposizione dalla cameriera, in conseguenza di un altro evento della medesima natura.
Il pranzo poteva quindi concludersi con il dessert: un buon sorbetto al limone per Jesus, non terminato a causa dell’eccesso di liquidi fin lì assimilati, e una sublime torta al formaggio con crema di pere, per un entusiasta Raschione.
Conclusione finale con due caffè e un buon liquore di liquirizia “arregolizia” per Ettore. Costo complessivo del pasto 35€, complessivamente equilibrato, e volutamente rimpinguato con 10€ di mancia, in ringraziamento della gentilezza del personale.
L’ambientazione de “La Tana del Gusto” è certamente particolare e suggestiva – almeno di giorno – per effetto della luce particolare che filtra dal lucernario, anche se dobbiamo dire che potrebbe esser meglio valorizzata.
La cucina del ristorante è da giudicarsi invece mediamente discreta, con una eccellenza nei dessert e nella gentilezza del personale. Comunque, di certo, un ambiente piacevolmente accogliente per ogni conviviale occasione.
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