dic
31
2011
S'Apposentu – Casa Puddu
Addì MMXI, in Siddi. Il trentesimo giorno del dodicesimo mese dell’anno solare. Anno Domini, anno Christi, anno Jesus. Hanno Jesus e i Triumviri ufficiali lontano trascinato, questi ultimi deliranti sospiri del vecchierel canuto e stanco, all’approssimarsi dell’ancestrale rituale del passaggio;
la periodica mutazione, la fenice che muore e rinasce dalle sue ceneri nel continuum dell’infinito e dell’eterno divenire.
Buon anno Jesus: che quest’ultimi giorni di malinconico affanno, siano il solo pegno per i mesi di felice passato. E che non esista mai per te la parola addio.
S'Apposentu – Interno
Buon anno Raschione Ettore: che l’impronta di un fiero destino segua sempre i tuoi passi, ad annunciare e proclamare la rincorsa e conquistata gloria.
Buon anno Ing.Marrocu: che una ritrovata saviezza la conduca verso un nuovo equilibrio dei sensi, in cui la misurata parsimonia non arda e bruci nel suo cuore.
Buon anno Burriccu Pg, ex triumviro ufficiale pre capitis deminutio: che questa ostile società riconosca infine la differenza tra indigenza e susunkaggine, non abusando più oltre della tua rispettabile essenza, per le sue sciagurate mistificazioni (prego di voler leggere il commento di Jesus in fondo alla pagina).
S'Apposentu – Gamberi scottati
Buon anno Dottor Melis, buon anno Amit, buon anno caro V.O., buon anno S.L.M. e buone nuove a tutti coloro che, di sigle insigniti o meno, hanno varcato occasionalmente o periodicamente la soglia della casa del Donkey Challenge, fino a raggiungere la vera stanza dei piaceri, che noi con cura arrediamo.
Buona fine e gioioso inizio naturalmente a Voi tutti, nostri adorati e adoranti fan, vicini e lontani, e buon anno finanche a coloro che, pur giustamente abominandoci, contribuiscono, loro malgrado, ad incrementare in maniera diretta o indiretta il contatore delle visite qui di fianco.
S'Apposentu – Antipasti, Panini
Buon anno infine, doverosamente, al gradito ospite che ha contraddistinto quest’ultima positiva esperienza del MMXI: il venerabile “Su fotografu”, valido collega del Raschione Ettore e già paesaggista ufficiale ai tempi d’oro del Donkey Team.
Quattro erano quindi i commensali che, per concludere felicemente questo periodo di soddisfazioni alimentari, hanno scelto un’ultima lontana destinazione fuori porta, contraddistinta da sicuro e fascinoso spessore: ristorante S’Apposentu – del noto chef Roberto Petza -, collocato e immerso nel Paese di Siddi, circondato dalle campagne del medio Campidano.
S'Apposentu – Spaghetti alla chitarra di gragnano
Il ristorante ha sede nella storica “Casa Puddu”, maestosa e splendida villa padronale in stile liberty del secolo scorso, già dimora di don Ciccittu, ricco possidente agricolo, panificatore e sindaco della cittadina. La sala da pranzo è distribuita su varie stanze (apposentus) della villa, mentre le cucine sono integrate nei vecchi alloggi della servitù. L’interno è sobriamente ed elegantemente arredato, tanto da far rivivere le atmosfere della signorilità contadina, orgoglio del nostro non lontano passato: tetto e mensole in legno, tovaglie di raso bianco, preziosi arazzi, graziosi soprammobili della vita quotidiana, disegnano un ambiente rustico e raffinato.
S'Apposentu – Raviolini di gallina
Veniamo accolti da due gentili e particolarmente flemmatici camerieri, abbigliati con gli indumenti ufficiali del ristorante: lungo grembiule bruno e paglietta chiara sul capo, che poi scopriremo avere una duplice funzionalità, come elemento di igiene e di richiamo alla radici contadine del Paese. Ci accomodiamo in un’ampia e confortevole tavola rotonda, che risulta splendidamente ed insolitamente imbandita, con posate d’argento, cristalli da vino, flùte, e bicchieri multicolore per l’acqua. Il centrotavola era invero costituito da un solido vassoio oblungo di colore nero, base per un candeliere d’argento a singolo stelo, su cui già ardeva una candela d’atmosfera.
S'Appusentu – Zuppa di fregua di casa
A contorno del criptico vassoio, la cui l’audace fisionomia inopinatamente stimolava la macabra idea di un sepolcro, erano disposte delle pietruzze o ciottoli di fiume, elementi di forte rappresentazione votiva negli antichi rituali pagani della fertilità, e simboli di rinascita e successione padre-figlio nella sacre cerimonie funebri di rito ebraico.
Il passaggio dal morente periodo al nascente nuovo anno, così come l’irrazionale passaggio del sole da ovest a est nella rinascita di un nuovo giorno, era in accordo con questa rappresentazione, in cui gli ainini commensali, topologicamente disposti in corrispondenza dei punti cardinali simboleggiavano, con il numero quattro, l’idea del trapasso, come nelle terre ad oriente è suggestivamente inteso (in lingua nipponica, il numero quattro e la parola “morte” si pronunciano allo stesso modo).
S'Apposentu – Scaloppa di dentice
Il servizio è risultato assolutamente puntuale, rituale ed ineccepibile. Si inizia con un brindisi di benvenuto offerto dalla casa, condotto con spumante francese classico e accompagnato da un primo delizioso assaggio di antipasto: carpaccio di palamita sarda, decorata con erbette di campo. Segnaliamo subito la presenza a tavola di abbondanti provvigioni di eccellente pane carasau, bagnato con olio d’oliva Uselis DOC, e una non trascurabile varietà di superbi differenti panini di varia farinacea estrazione: buonissimi. Vino scelto per la serata, l’ormai a voi celeberrimo vino bianco IGT Karmis, della cantina Contini, pluridecorato e medagliato ai Vinitaly delle passate edizioni.
Germano reale
Zuppetta e filetti di triglia
Gli antipasti scelti alla carta (non potendo richiedere un assaggio di tutto, i commensali li hanno piuttosto informalmente condivisi) sono stati: gamberi scottati con sughetto, polpa di limone prezzemolo e rape, piccolo fritto di paranza con funghi e verdurine di campo, mattonella di bietole selvatiche croccante con prosciutto di Mamoiada e salsa di pomodoro, gelato di cipolla del campidano con ricciola affumicata e prosciutto croccante. Originalità, ricercatezza e tecnica di preparazione delle entrée straordinarie, anche se dobbiamo appuntare sulla qualità dei gamberi proposti, non all’altezza delle altre pietanze.
S'Apposentu – Sorbetto al mandarino
Altrettanto ricercati ed altisonanti i primi piatti: goduriosi raviolini di gallina al mirto e fegato grasso affumicato, con salsa di burro, uvetta e pinoli per Jesus, zuppa di fregua di casa con brodo di pesce di scoglio, arselle, filettini di pesce e peperoncino per Ettore, spaghetti alla chitarra di gragnano con ragù di carciofi, cozze arselle e ricci di mare per l’Ing.Marrocu e su fotografu.
Dopo una salutare attesa, consumata da Jesus nella aristocratica sala lettura che fa da anticamera ai servizi igienici – impreziosita da uno bizzarro albero di natale luminescente, addobbato da spazzolini da denti e tubetti di dentifricio! – potevano arrivare i secondi: germano reale cotto sul carbone con frutta secca, verdurine amare e salsa di cottura scelto dal vostro amato, zuppetta ristretta con filetti di triglia avvolti nel pane carasau, carciofi saltati, capperi e rosmarino consumato dal Raschione, scaloppa di dentice di lenza arrostita in padella con sughetto di cozze e verdurine selvatiche per i rimanenti commensali. Chapeau!
Come intermezzo prima dei doverosi dessert, ai satolli Burricchi veniva offerto un piacevole sorbetto al mandarino, impreziosito da ciuffetti di menta fresca. Buonissimo! I dolci, invero, sono risultati impagabili per fattura e gusto: fantastica
“la castagna si fa i cachi suoi” (zuppettina con base di cachi, gelato alla panna, cioccolato e castagne) per Jesus, cannolo croccante ripieno con crema al cardamonio, pere al cannonau, composta di limone, corbezzoli e cachi per Ettore, sfogliatina calda di fichi, pinoli e vaniglia con crema inglese e gelato per Marrocu, gelato allo zaffenaro di San Gavino con gateau di mandorle e miele di bosco per Su Fotografu.
La cena terminava con la proposta di piccoli deliziosi dolcetti e semifreddi alla crema inglese e uvetta, accompagnati da una grappa barricata per chi vi scrive, una grappa alla liquirizia gustata dal Raschione e un caffè per il quarto ospite. Costo complessivo della serata, 67€ cadauno, da giudicarsi adeguati alla qualità del mangiato, anche in considerazione delle due bottiglie di Karmis, impassibilmente tracannate.
Un crescendo di sensazioni, un tripudio di gusto che avvolge e seduce, in una ambientazione dal sapore aristocratico e familiare. Tutto questo è “S’Apposentu”. Se pur distante da Cagliari è una meta imprescindibile per gli amanti della cucina più ricercata e prelibata.
Permettetemi, in conclusione, di unirmi all’auspicio, introdotto e manifestato in sede di commento dal Raschione Ettore, che il MMXII sia un anno gravido di soddisfazioni e gioie per tutti Voi e che, soprattutto, sia l’anno del burriccu!
9 commenti | tags: antipasti, arrostita in padella, arselle, bietole selvatiche, brodo, cachi, caffè, cagliari, campagne, cannolo croccante, cantina contini, capperi, carciofi saltati, cardamonio, carpaccio, casa puddu, castagne, chef, cioccolato, commenti, composta di limone, contadino, corbezzoli, costo, cotto sul carbone, cozze arselle, crema, crema inglese, croccante, cucina, dessert, DOC, dolci, erbe di campo, erbe selvatiche, fegato grasso affumicato, fichi, filetti di triglia, filettini di pesce, fritto di paranza, frutta secca, funghi, gamberi scottati, gateau di mandorle, gelato, gelato alla panna, gelato allo zaffenaro, gelato di cipolla, germano reale, gragnano, grappa alla liquirizia, grappa barricata, igt, indirizzo, Karmis, lenza, mappa, mattonella, medio campidano, menta, miele di bosco, mirto, olio d’oliva, opinioni, palamita, pane carasau, peperoncino, pere al cannonau, pesce di scoglio, pinoli, polpa di limone, prezzemolo, prezzo, primi piatti, prosciutto croccante, prosciutto di Mamoiada, qualità, ragù di carciofi, rape, raviolini di gallina, recensione, ricci di mare, ricciola affumicata, ricetta, ripieno, ristorante, Roberto Petza, rosmarino, s’apposentu, salsa di burro uvetta, salsa di cottura, salsa di pomodoro, San Gavino, sardegna, scaloppa di dentice, secondi piatti, semifreddo, sfogliatina calda, siddi, sorbetto al mandarino, spaghetti alla chitarra, spumante francese, sughetto, sughetto di cozze, telefono, uselis, uva passa, Valutazione, vaniglia, verdurine amare, verdurine di campo, verdurine selvatiche, vinitaly, vino bianco, zuppa di fregua, zuppa inglese, zuppetta ristretta
giu
19
2011
Giunge atteso, a Jesus piacendo, un nuovo fine settimana e quindi un nuovo istituzionale appuntamento – anche per quest’occasione by night – per la radicata conventicola dei burricchi Triumviri, che mai non mancano di onorare il loro tradizionale rito e quindi di trasfondere, a voi nostri fedeli e affezionati lettori e fan, le impressioni ed emozioni di ‘sì tanto bramata, ebdomadaria e culinaria esperienza.
Serata questa, marcata e interessata da due ben distinti registri e filosofie di pensiero. Prima parte, dalle 20.30 alle 21.20 circa, scandita dai più irriverenti e fantasiosi insulti nei confronti dell’Ing.Marrocu che, benché reduce da maiuscole prestazioni sportive che hanno incensato la maglia del glorioso Donkey Team (dettagli qui), si distingueva nel più censurabile atto di diniego ed eclissi dell’ultimo minuto al suo imprescindibile dovere ainino.
Villa del Mas – Gianchetti fritti Carpaccio
Appuntamento alle ore 21, quindi, al ristorante “Villa del Mas”, antico nome (città della masseria) del Paese che ospita l’ormai celebre scalo aeroportuale di Cagliari Elmas, ben conosciuto per interesse professionale dal succitato ingegnere, il quale, con ricercato colpo di teatro e meditato effetto scenico , irrompeva più tardi ex-abrupto nella sala principale del ristorante, cagionando lo stupore e l’ammirazione degli astanti burricchi – Jesus, il Raschione Ettore e il dottor Melis – e l’indaffarata concitazione degli efficientissimi camerieri, preoccupati di ristabilire gli equilibri della cena che già aveva individuato il suo ottimale indirizzo, e raggiunto il mezzo del cammin di nostri antipasti.
Seconda parte allora, caratterizzata dalla naturale ricomposizione del solido Triumvirato e dalla non più occasionale presenza del Dott. Melis la quale, statisticamente e probabilisticamente, coincide in genere con un piacevole elevato conto finale. Sarà andata così anche ‘sta volta?
Villa del Mas – Ostriche crude
Il Ristorante è in realtà una bella villa che si affaccia sulla parte alberata del Viale Elmas, interrompendo il breve susseguirsi extra-urbano di anonime attività commerciali. Oltre il cancello d’ingresso si presenta l’elegante zona “aperitivo” all’aperto, caratterizzata da un ampio pergolato in legno, comodissimi divanetti color crema, moderne luci d’atmosfera.
Varcata la soglia della villa, invece, dopo un ampio vestibolo ci si ritrova nella sala principale del locale, che richiama lo stile intravisto all’esterno e raffinatamente confonde l’impronta spiccatamente rustica di pavimentazione e arredi in arte povera, con ben più moderne soluzioni estetiche, articolate in ampie vetrate a Nord, cucina a vista, drappeggi tra il bianco crema e il color caffè, soffitto grigio scuro, illuminazione ben diffusa e misuratamente dosata.
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Flan di pecorino bottarga |
Incomprensibilmente assente (o forse inutilizzato), invero, un adeguato impianto di riproduzione acustica, che avrebbe senza dubbio aggiunto un’ulteriore piacevole componente all’atmosfera generale, la quale, ad ogni qual modo, appare complessivamente di classe. Oltre l’ambiente principale, contiamo almeno tre ulteriori piccole sale interne, allestite per conviviali ritrovi o ricorrenze particolari. |
Villa del Mas – Tortelli ripieni
L’accoglienza è splendida, ed ampio e comodo è il tavolo su cui ci accomodiamo, giusto di fronte alla vetrata da cui si possono osservare i lavori della cucina. Aspetto questo, molto gradito dall’aspirante sguattero Ing.Marrocu; decisamente meno dall’integralista estetico Jesus, che lo ritiene un fattore di molesta compromissione dell’eleganza generale e dell’intimità della sala. Comunque dopo i primi due bicchieri di vino bianco, in generale non ci si fa più caso.
Il gentile ed efficiente cameriere, che raccoglie le nostre comande, ci fa subito notare che, parecchie delle pietanze proposte – soprattutto di terra -, sono di indigena produzione del ristorante. Ci orientiamo invero verso i più rinfrescanti antipasti di mare, irrobustiti da un maestoso vassoio di ostriche crude e amabilmente sedotti dal vino scelto per la serata: il più volte citato e lodato “bianco” della Valle del Tirso, “Karmis”, medaglia d’oro al Vinitaly 2009.
Assaggio ritualmente consumato, per il fino ad allora non sanato difetto dell’Ing.Marrocu, da parte del sempre pronto Raschione Ettore.
Villa del Mas – Grigliata mista
Gli antipasti arrivano velocemente e, nella loro semplicità, abbondanza e ottima peresentazione, risultano mediamente di notevole fattura: gianchetti fritti con pomodorini e pane guttiau, carpaccio di dentice e orata su letto di rucola e limone, polpo sbollentato, marinato con condimento di capperi – questi non i semplici capperi che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole, ma di dimensioni decisamente più corposi e appariscenti -, carpaccio di salmone impreziosito da burro, rucola e aceto balsamico, gamberi con condimento di fagiolini verdi, pomodorini rossi e rucola, tortini-flan di pecorino su vellutata di zucchine e bottarga, per terminare poi con la splendida e gustosissima cruditè di ostriche.
Villa del Mas – Semifreddo Granella di Aranzadas
Riguardo il primo piatto, scelto comune dai tre iniziali commensali e successivamente acquisito, per induzione, anche dal ritardatario Ing.Marrocu, c’è da riportare la cronaca di una non rara indicazione del cameriere, proponente – evidentemente non avendo coscienza delle potenzialità dei burricchi – agli increduli Donkeys, un semplice assaggio del medesimo, onde lasciar successivamente spazio ai secondi piatti. Ovviamente l’offerta è stata declinata, a buon conto visto che la porzione proposta a ciascheduno non si è rivelata abbondantissima. Comunque eccellenti i tortelli ripieni con dentice, gamberi in salsa di pomodoro: squisiti!
Villa del Mas – Semifreddo torroncino
Secondo piatto anch’esso comune ai quattro commensali. Una solenne grigliata mista composta da calamari, gamberi, scampi e spigole arrosto: spettacolare.
Dessert conclusivi, al contrario dell’uniformità delle scelte fin lì manifestate, dicotomicamente differenziati in semifreddo al torroncino su letto di cioccolato e decoro di fragola e kiwi per il Dott. Melis e l’Ing.Marrocu, semifreddo alla granella di aranzadas per Jesus e il Raschione Ettore. Sublimi, anche se accompagnati da un moscato eccessivamente caldo.
Finale con vari caffè, eccellente liquore alla liquirizia e grappa barricata (invecchiata tre anni) per Jesus.
Conto finale complessivo, 63€ cadauno, che riconferma il felice statistico coinvolgimento del buon Ing. Melis nelle serate più high cost dei di lui meno parsimoniosi Triumviri.
Costo comunque che, nonostante il piacere di poter ostentare quanto pagato con un MMS indirizzato verso l’integralista susunku Anziano (che ovviamente non ha voluto spendere i 10 centesimi per la risposta), dobbiamo ritenere un 20% al di sopra del dovuto ideale.
Non per questo possiamo negare al Ristorante “Villa del Mas” il riconoscimento – a parte le succitate imperfezioni – per l’eleganza e raffinatezza degli ambienti, l’ottima qualità della cucina e, con menzione particolare, per l’eccellente efficienza del servizio, che si è rivelata ben pronta rispetto ad un imprevedibile quanto molesto elemento di ricombinazione, quale l’irruzione dell’Ing. Marrocu in sala, a cena ormai avviata.
VALUTAZIONE “Villa del Mas”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Villa del Mas |
Indirizzo: Viale Elmas 224, Elmas – CA
Telefono: 0702128009 [mostra in google maps]
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1 commento | tags: aceto balsamico, antipasti, aranzadas, bottarga, burro, caffè, cagliari, calamari, capperi, carpaccio di dentice, carpaccio di salmone, commenti, condimento, conto, costo, cruditè, dentice, dessert, dolci, elmas, fagiolini verdi, flan di pecorino, fragola, gamberi, gamberi arrosto, gianchetti fritti, giudizi, granella di aranzadas, grappa barricata, grigliata mista, invecchiata tre anni, Karmis, kiwi, letto di cioccolato, letto di rucola, limone, liquore alla liquirizia, mare, marinato, moscato, opinioni, orata, ostriche, pane guttiau, polpo sbollentato, pomodorini, pomodorini rossi, prezzo, primi piatti, qualità, recensioni, ricetta, ristorante, rucola, salsa di pomodoro, sardegna, scampi, secondi piatti, semifreddo, semifreddo al torroncino, spigole arrosto, terra, tortelli ripieni, tortini, valle del tirso, vellutata di zucchine, villa del mas, vinitaly, vino
mar
27
2011
51 – Panorama Cagliari
Percorrendo gli stretti vicoli del “castello di sopra”, che culminano nell’incantevole panorama offerto dal bastione di Santa Croce, si possono dominare, con lo sguardo e con il pensiero, l’antico storico quartiere degli ebrei, la splendida sinagoga sottratta al loro culto in età spagnola – oggi Basilica cristiana – e un buon scorcio della intera città di Cagliari, infino al suggestivo spettacolo dei suoi marittimi approdi.
Imperocché non sia affatto difficile incontrare, discendendo cautamente tra due fila di storiche mura, altère vestigia della opulenta modernità (porsche, bmw e altre simili amabilissime sfacciataggini) non troppo a suo agio trovavasi l’opulento Jesus, suo malgrado approssimativamente accomodato nella seppur comoda utilitaria del Dottor Melis, accidentale quarto ospite quest’oggi, nel tradizionale sinedrio dei burricchi ufficiali Triumviri.
51 – Interno, Ing.Marrocu Dr.Melis
Cosa abbia spinto lo stimato Dottore ad unirsi, di sua sponte e senza incentivo alcuno, alla ciccionata odierna non ci è ben dato saperlo; fatto sta che il buon Raschione Ettore, appresa la gradita novella, decideva – non poco frettolosamente – di indirizzare la scelta del convitto, verso un locale di facile fruizione per il medesimo, ma che presentava, per svariate ragioni, altissimo rischio di insuccesso logistico.
Sono bastate quindi poche oggettive riflessioni, e parecchi non meditati insulti, per far rinsavire il Triumviro burriccu e ricondurlo alla retta conduzione logica del suo pensiero.
Nella Via Santa Croce, arrivavano quindi, poco prima delle tredici e trenta, il vostro amato Jesus, il Raschione Ettore e, per l’appunto, il Dottor Melis. Destinazione, il Ristorante 51.
L’ingegner Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, si trovava già sul luogo ad attendere i suoi di lì a poco commensali, affascinato ed incantato dalla bellezza dell’orizzonte, goduto dalla terrazza del ristorante – il quale parzialmente si allunga sul panoramico bastione – e ben integrato tra gli abbienti “fighetti” della Cagliari bene, per i quali risulta formalmente conveniente lustreggiare per questi calli.
51 – Cannolini tonno formaggio
Esclusa l’appetibile circostanza di desinare all’aperto – non affatto per il tempo inclemente o per difetto di splendida ambientazione, ma perché la distillata mentalità del Raschione non prevede possibilità alcuna di consumare un pasto per strada – i quattro burricchi si accomodavano nella sala interna del ristorante.
Invero, la prima impressione che Jesus ha avuto all’ingresso è stata affatto positiva. Il vestibolo che fa da anticamera alla sala era accidentalmente in disordine: scatoloni di vivande malriposte sul pavimento e faccende di cucina ben in vista per una porta incautamente aperta. Situazione non comprensibile e tollerabile a quell’ora, in un ristorante di classe.
51 – Antipasti di mare crudi
Purtuttavia, l’impressione architettonica che si avverte, appena varcata la soglia dell’ambiente principale – un’unica sala di abbastanza modeste dimensioni – è quella di un misurato incontro tra l’impronta medievale delle pareti in pietra ed un sobriamente sfarzoso arredo classico, rivisitato in chiave modern-luxury;
finanche le stoviglie e posate sui tavoli, elegantemente seguono questo stile.
Tutto l’ambiente risuterebbe quindi dosatamente raffinato, se non fosse per due elementi di impropria distorsione. In primo luogo le malcelate casse di riproduzione acustica, che esercitavano una non graditissima (almeno in tal contesto) e indebita pressione, sulle sensibilissime orecchie di Jesus.
51 – Frittura mista
Secondo fattore negativo, forse inevitabile per l’esiguità degli spazi, i servizi igienici – peraltro di gran classe, come segnalato dal Raschione Ettore – ricavati in fondo alla sala e strutturalmente fuori dal contesto.
Il personale del ristorante è eccellentemente preparato, attento e premuroso. Ci serve una gentile giovane cameriera, occasionalmente assistita da un secondo assistente, forse lo stesso direttore.
Nulla viene lasciato al caso, come ad esempio il periodico rifornimento degli ottimi e variegati panini assortiti, letteralmente divorati dagli affamati Donkeys. Per stuzzicare la fame ci vengono serviti dei suggestivi cannolini ripieni al tonno e al (?) casu-axedu. Ottimi!
51 – Quadrati ai ricci con ripieno di gamberi e verdure
Concordiamo con la cameriera una scelta di antipasti misti che, come lei stesso ha sottolineato, non sono quelli che spesso incontriamo con le incursioni culinarie nei ristoranti cagliaritani. Ci viene servito infatti un gran misto crudo di mare, accompagnato da salsine di soia e citronette, e articolato con il seguente dettaglio: tartara di dentice e orata, carpaccio di dentice, orata e salmone, carciofi alla bottarga, verdure miste, riso rosa, uno scampo assegnato al dottor Melis e un’ostrica contesa tra Jesus e l’Ing.Marrocu. Il tutto condibile, parimenti dalle salsine, con olio d’oliva, sale rosa dell’Himalaya o sale grigio di Bretagna. Antipasto buonissimo e ben presentato, ma sarebbe stato più appropriato moltiplicare per quattro alcuni elementi, anziché lasciar con l’acquolina in bocca ad alcuno.
51 – Linguine ai crostacei
Al gran piatto di crudo, è seguita una altrettanto interessante frittura mista di calamari, gamberi, zucchine e carote. La cottura di tale prelibatezza, pressoché perfetta, ci ha ricordato quella della celeberrima “tempura” giapponese – già citata in una passata occasione su questi spazi – ma dal sapore decisamente più convincente, per lo meno per i nostri gusti, tendenzialmente e tendenziosamente occidentali.
Il vino scelto ad accompagnare gli antipasti, così come il resto delle portate, è stato un ottimo vermentino DOCG “Piras” della Cantina di Gallura, Agro di Luras (Calangianus).
51 – Rana pescatrice con gamberi, zucchine e pomodori
Primi piatti. La scelta per il Raschione Ettore è ricaduta su dei Quadrati (ravioli) ai ricci di mare con ripieno di gamberi e verdure, mentre Jesus, il dottor Marrocu e il Dottor Melis hanno ceduto alle lusinghe di Linguine ai crostacei (astice, scampi, aragostine) condite con salsa di pomodoro, basilico e timo citriodoro.
Ora, se possiamo oggettivamente definire buone ma non esaltanti le linguine ai crostacei, c’è da dire che i “Quadrati” ai ricci di mare, scelti con oculatezza dal Raschione, erano a dir poco eccezionali: una squisitezza per la quale varrebbe la pena, già di per sé, visitare il Ristorante 51!
51 – Millesfoglie crema chantilly
Il secondo piatto è risultato invece comune a tutti i commensali: Rana pescatrice con gamberi, zucchine e pomodorini freschi (dolci), ottimamente pulita, cucinata e scenograficamente ben presentata. Buona!
Inevitabilmente, nonostante le resistenze di alcuni astanti ma di comune accordo, si sceglieva di terminare le fatiche alimentari con il tripudio del dolce.
Questa volta era l’Ing.Marrocu che intendeva particolareggiare la sua scelta, indirizzandosi sun un semifreddo al creme caramel, cioccolato e decoro di fragole, mentre Jesus, il Raschione e il Dottor Melis si sono indirizzati su un sontuoso Tortino Millesfoglie con cioccolato e crema chantilly: glorioso!
Il pasto si è quindi concluso con quattro ottimi caffè palombini – accompagnati da deliziosi dolcetti al cioccolato -, un liquore alla liquirizia per il Raschione e una Grappa Bianca per Jesus.
51 – Semifreddo creme caramel
Costo complessivo totale del pranzo: 50€ cadauno, che non è pienamente giustificato dalla pur ottima espressione del servizio e dalla – per lunghi tratti – eccellente qualità della cucina. Possiamo quindi considerare quanto pagato, un 20% al di sopra della soglia ideale.
Diciamo comunque, a questo proposito, che Jesus ed Ettore hanno ben raggiunto il dilettevole precipuo proponimento di tenere, per tutta la durata del pranzo, sulle spine il Dottor Melis, di certo poco avvezzo alle ciccionate di un certo spessore – anche economico -, che ha vissuto l’incedere delle prelibatezze, con l’opprimente nebbiosa ricorrenza, di un unico periglioso pensiero: «quanto costerà tutto questo!?».
51 – Melis conto
Tale tipo di sentimento – peraltro parecchio comune – è di certo alimento e motore, quando portato alle estreme conseguenze, di taluni insensati giudizi che si sentono e leggono in rete su vari ristoranti cagliaritani. E’ giusto fare attenzione a quanto pagato, ed è giusto non accettare prepotenti alimentari prevaricazioni, ma se ogni conviviale ristoro deve venire inquinato dalla perpetua angoscia per il conto finale, tanto vale non varcare la soglia di alcun ristorante.
Ovviamente non trattasi del caso del Dottor Melis, che si è simpaticamente prestato a questo tipo di sceneggiata per esigenze di spettacolo, ma vi assicuriamo che simili atteggiamenti sono patologicamente riscontrabili in un gran numero di quasi-insospettabili conoscenti; patologicamente e assiduamente torturati dal buon Jesus, perché patologicamente SUSUNKI!
Vorrei però concludere con una censura grave, nei confronti del buon Raschione Ettore, che nel viaggio del ritorno suggeriva all’autista Melis la strada per lui più breve, non ricordando che per quell’ora e in quel luogo era previsto un corteo anti-nuclearista. Risultato: 10 anni!
VALUTAZIONE “Cinquantuno”: Tre Burricchi. |
Ristorante 51 |
Indirizzo: Via Santa Croce 51, Cagliari
Telefono: 0708586629 [mostra in google maps] |
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3 commenti | tags: agro di luras, aragostine, astice, basilico, bastione, caffè palombini, cagliari, calamari, calangianus, cannolini, carciofi alla bottarga, carote, carpaccio di dentice, castello, casu axedu, cioccolato, conto, crema chantilly, crème caramel, docg, fragole, frittura mista, gamberi, giudizi, grappa bianca, indirizzo, Linguine ai crostacei, liquirizia, liquore, mappa, menù, misto crudo di mare, olio d’oliva, opinioni, orata e salmone, ostriche, piras, pomodorini freschi, prezzo, quadrati ai ricci di mare, qualità, Rana pescatrice, ravioli, recensione, ricetta, ripieno di gamberi, riso rosa, ristorante 51, ristoranti cagliari, sale grigio di Bretagna, sale rosa dell’himalaya, salsa citronette, salsa di pomodoro, salsa di soia, sardegna, scampi, semifreddo, tartara di dentice e orata, telefono, tempura giapponese, timo citriodoro, tonno, Tortino Millesfoglie, verdure, verdure miste, vermentino di gallura, via santa croce, zucchine
ott
31
2010
Cambio di stagione. L’Autunno arriva puntuale e inesorabile, così come la penombra che trionfa sulla luce e rapidamente trasforma le giornate in chiassose agorà crepuscolari.
Rapidamente ecco che i due Biumviri, in accordo con il nuovo costume del tempo, si accordano per cambiar registro, mutare il loro punto di vista emozionale, rivolgere il loro sguardo alimentare verso nuovi orizzonti di sapori.
La scelta è quella di abbandonare, almeno per una giornata, la consueta cucina di mare, adatta al clima estivo, e assecondare una più coerente ed inseguita suggestione ctonia.
Spiacevolmente assente, per questo epocale giro di boa, il sempre stimato Ing. Marrocu; non tanto per una severissima e radicale capitis deminutio (Jesus è misericordioso!), ma piuttosto per improrogabili impegni di lavoro.
Tempio che accoglie il tardivo rito dell’equinozio, è il ristorante “Pani e Casu”; nome dal sapore antico, che evoca povere e genuine consuetudini contadine, parimenti alla più ricercata tradizione della cucina casalinga campidanese.
Sito nel cuore di Quartu Sant’Elena, nella centralissima Via E.Porcu, il ristorante si presenta come un’antica masseria, ottimamente arredata al suo interno, con uno stile povero e al contempo elegante. Un ampio porticato, che sorregge una splendida copertura spiovente in legno, suddivide gli ambienti in una zona piuttosto intima e soffusamente illuminata (dove i due Burricchi sono stati alloggiati), ed un’altra più luminosa ed estesa, in fronte ad un’ampia vetrata.
Murature in mattoni chiari, attrezzi da lavoro, strumenti della cucina popolare, grappoli di cipolle e mazzi di carrube (appesi sui pilastri o pendenti dai soffitti), completano le decorazioni.
Jesus e il Raschione Ettore vengono fatti accomodare su un piccolo tavolo vicino alla parete. Il servizio é garantito dal proprietario (crediamo), e da una giovanissima e graziosa ragazza dal nome vagamente esotico (tanto esotico che non mi soggiunge), abbigliati con un elegante costume pseudo-tradizionale, costituito da pantaloni, gilet nero, camicia di seta bianca e scarpe da tennis Nike rosa (!) .
Pani e Casu – Favette e Salumi
La cucina è, come accennato, prettamente di terra; ce ne rendiamo immediatamente conto dal fatto che non sono presenti vini bianchi tra i pochi previsti in menu. Scegliamo allora il rosso della casa, un ottimo vino novello dal sapore intenso e familiare. La gentile cameriera non ci presenta il menu cartaceo, ma ci propone di iniziare con gli antipasti.
Ci facciamo facilmente convincere; dopo pochi minuti la solerte signorina ritorna con il pane (bruschette all’olio d’oliva, buonissime), un tagliere di salumi (salsiccia sarda e prosciutto crudo, buoni ma piuttosto anonimi) e un piatto di eccellenti favette condite con olio e sale.
Sebbene il Raschione non fosse dichiaratamente avvezzo a tale prelibatezza, e sebbene il vostro amato non possa ufficialmente abusarne, per ragioni legate alla documentazione prodotta durante la visita di leva, i due non hanno potuto fare a meno di divorarle con gusto.
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Melanzane, Ceci Rucola Pomodori Pane |
Ricotta affumicata, Crema di Formaggio |
Pani e Casu – Ravioli alla cipolla
Seguivano melanzane condite con pomodori, che il Raschione sosteneva essere equivalenti a quelle cucinate in casa dalla madre, un gustosissimo piatto costituito da ceci, rucola, pomodori e pane (probabilmente bruschette tagliate a dadini), della eccellente crema di formaggio piccante e, dulcis in fundo, alcune fette di superlativa ricotta affumicata accompagnata da pane carasau.
Le porzioni non sono state abbondantissime, ma sicuramente adeguate a soddisfare la “fame” di sapori dei due esigenti Burricchi, anche considerando la piena corposità delle pietanze di terra, in luogo della cucina di mare.
Pani e Casu – Ravioli di ricotta
Tra i primi piatti suggeriti dal proprietario, Jesus decide di scegliere quelli che apparivano più conformi alla tradizione: ravioli (culigionis) di ricotta, conditi con salsa di pomodoro e parmigiano. Il sapore è risultato gradevole, ma senza particolare enfasi, forse a causa di un eccesso di acidità della salsa. Sicuramente non davano l’impressione di una preparazione squisitamente artigianale e casalinga.
Diverso il risultato della scelta di Ettore: degli eccellenti ravioli alla cipolla, dal sapore dolciastro e delicato, che Jesus non ha potuto fare a meno di “pizzicare”, sottraendoli alle frenetiche fauci del Raschione.
Terminati i primi piatti i due Biumviri, già quantitativamente soddisfatti degli alimenti assimilati, decidevano di passare direttamente al dolce.
Gli unici dolci disponibili per sanare gli ultimi appetiti, erano purtroppo i dolcetti sardi assortiti.
Di fronte alla pressante richiesta del Raschione, la cameriera concedeva invero l’alternativa di una sebada al miele a cui, suo malgrado, anche Jesus finiva per adeguarsi, per non correre il rischio di lasciar il suo commensale ad affrontare solitario il difficile compito.
Le sebadas, accompagnate da un buon liquore moscato della casa, a detta del Raschione Ettore (Jesus non le ama a prescindere) non apparivano di qualità eccezionale, a causa di un ripieno di formaggio dall’acidità (e quindi dalla consistenza) del tutto inadeguata.
Il pasto quindi terminava con due (come consuetudine non eccezionali) caffè, una grappa (pericata?) e un buon liquore alla liquirizia per Ettore. Il conto finale, con una piacevole alchimia – probabilmente di carattere promozionale – del proprietario, è passato dai 27€ iniziali, a 20€ cadauno (vedere commento di Ettore x precisazioni, ndr.), sicuramente al di sotto dell’equo dovuto prevedibile.
Il giudizio finale tiene conto della splendida ambientazione ed atmosfera in linea con la tradizione sarda e di una cucina che, nonostante alcune situazioni gustose ed appaganti, non sempre è sembrata all’altezza della situazione. Certamente, comunque, una esperienza da provare!
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