Ristorante Vecchia Fattoria – Selargius
Veementemente aggrappato su una zattera di terra proprietà della città di Selargius e naufragato tra le colline ondose dei comuni di Monserrato, Cagliari e Sestu si trova, a un tiro di schioppo da ben conosciuti e amati vigneti nostrani, il ristorante “Vecchia Fattoria”. Il nome in sé, trasduce ed insinua nei nostri intercalati pensieri, una sproporzionata quantità di analitici concetti che, di riflesso e con onomatopeica origine (“ia ia oh”), alimentano le radici della nostra risoluta natura di Donkey burricchi.
Sulla iper rinfrescata 150cv di Jesus, dopo una dissennata e totalmente vana competizione automobilistica, sostenuta contro bolidi quali Fiat Ritmo anni 70 e piloti donna ultra-novantenni, arrivavano al ristorante, con grande effetto acustico ed apparenza scenica (per pochi centimetri, al parcheggio, non buttavano giù un recinto di stuoie vegetali), i due Biumviri Jesus e Raschione Ettore.
Parcheggio quello del ristorante – integrato questo in un ben isolato complesso architettonico che può apparire degno più di una zona industriale, piuttosto che della aperta campagna – che in realtà, per una qualche a noi sfuggente reminiscenza storica, risulta essere un campo da calcetto in disuso e adiacente al locale; erba sintetica e delimitazioni di linea incluse.
Assente non pienamente giustificato in questa occasione, il seppur stimato ed ammirato Ingegner Marrocu il quale, in luogo di voler veleggiare con i suoi amati colleghi Triumviri verso un nuovo piacevole naufragio alimentare, sceglieva di solcar – in senso letterale – le onde , a bordo di ben altre non metaforiche imbarcazioni, al fianco di incerto, non meglio identificato, equipaggio.
Pur tuttavia, con risolutezza e senza indugio alcuno, Jesus e il Raschione alle 13.30 in punto erano seduti al loro tavolo del quasi deserto locale, intenti a sorseggiare un ottimo vermentino DOC “Is Argiolas”, degustando delle squisite olive in salamoia e assistiti da due gentili ed indaffarati camerieri, in attesa dell’arrivo dei loro antipasti, ovviamente di mare.
Gli spazi interni del ristorante sono distribuiti su vari ambienti; sale piuttosto ampie, decori tradizionali rivisitati in chiave moderna, copertura in legno e mobilia in arte povera. Una saletta più appartata viene delimitata da ampie vetrate, che consentono di intravedere la più lontana cucina a vista.
I diffusori acustici stridono musica in stile country-soul, non certo in linea con la tradizione contadina sarda, e in cacofonico conflitto con la rumorosissima TV CRT, che ripropone le notizie regionali della giornata.
Invero comunque, sosteniamo già da subito che la cucina della “Vecchia Fattoria” risulta essere, in termini di sapori, tradizioni culinarie ed abbondanza, ineccepibile.
Le porzioni dicevamo, soprattutto per quanto riguarda gli antipasti, sono sicuramente ragguardevoli, anche se forse condizionate da una punta di disappunto manifestata da Jesus allorché il giudizioso cameriere suggeriva ai burricchi di condividere un’unica porzione degli stessi: «ma scherza? ne porti due!»
Gli antipasti standard si articolavano in: ottima burrida, buon pesce a scabecciu immerso in passata di pomodori freschi, carpaccio di salmone, buonissimo polpo marinato e un vassoio di squisiti bocconi (murici) di mare, quasi interamente divorati da Jesus per effetto di una innaturale indisposizione del Raschione per tali prelibatezze. Come appendice, per concausa probabile dell’appariscente bramosia alimentare di burricchi, il cameriere proponeva di concludere con una sesquipedale zuppiera stracolma di cozze e arselle, piuttosto buone anche se forse poco valorizzate da un inesatto dosaggio di pomodori secchi, che ne turbavano non poco il sapore finale.
Il meglio del pranzo è stato però sicuramente il primo piatto, comune per ambedue i burricchi: Raviolini ripieni con salmone e conditi con una crema di bottarga. Eccellenti! Esclusa la possibilità di soffermarsi su un secondo piatto – la zuppa di cozze e arselle di per sé costituiva un secondo ben più che abbondante – i donkey passavano direttamente ai dolci: strudel caldo alle mele per Jesus, sebada al miele per Ettore, entrambi buonissimi. Il pasto si è concluso con due caffè DAB e un liquore alla liquirizia per il Raschione.
Costo complessivo 35€ cadauno, da ritenersi adeguato per la qualità di quanto assaggiato.
Nonostante qualche piccola sfumatura da limare, i punti di forza del ristorante “Vecchia Fattoria” sono senza dubbio la qualità degli ingredienti, l’abbondanza delle pietanze, e naturalmente il servizio in sala. Meno eccellenti invece, fantasia, presentazione delle portate e ambientazione in generale, che può essere migliorata curando maggiormente i dettagli che costituiscono impronta e anima di un locale. Comunque, senza dubbio, un ristorante da provare!
VALUTAZIONE “Vecchia Fattoria”: Due Burricchi. | |||
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Ristorante Vecchia Fattoria |
Indirizzo: SP per Sestu, Selargius Telefono: 070510161 [mostra in google maps] |
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09 apr 2011 alle 18:13
ancora devo smaltire l’adrenalina del viaggio in macchina con il buon Jesus, buono per tutto, tranne che a guidare…
Il nostro caro capo dei Donkeys oltre che essersi proposto in una condotta di guida più nervosa di quella di Juan Pablo Montoya, accompagnata dalla totale incapacità di controllare contemporaneamente la traiettoria e le varie levettine del suo tamarrissimo mezzo, all’arrivo nel parcheggio del ristorante ha anche provato a testare la robustezza alla pressione di 150CV di una pseudo recinzione in canna che fortunatamente aveva solo una funzione estetica.
Sicuramente la vecchia fattoria è un posto da provare, soprattutto per l’eccellente qualita degli ingredienti usati, oltre che per la varietà dei menu, sia di carne sia di pesce. A dire il vero non ho notato nessuna nota stonata nelle pietanze proposte, anzi, ho trovato dell’eccellenza nel primo e mi son buttato anche sui bocconi, che solitamente non amo.