Ristorante Luigi Pomata – Cagliari
Luigi Pomata. Conosciuto, stimato e decorato chef carlofortino di fama internazionale. Il ristorante che porta il suo nome; viale Regina Margherita, in Cagliari.
Fatto. I due Biumviri, Ettoriano e Jesus, si trovano seduti allo stesso tavolo del redivivo Pg e di un sempre gradito e onorato ospite: lo stimatissimo ingegner Marrocu.
Antefatto. Venerdì pomeriggio, quasi per scherzo, quasi per rompere la monotonia della propria confinata esistenza, il burriccone Pg, degradato e relegato da tempo al ruolo di ex-triumviro, propone al vostro amato Jesus di manifestarsi fisicamente, e non solo in spirito, alla classe F del corso CCNA Cisco, per soddisfare le pressanti richieste di misticismo e accondiscendente ricerca di verità superiori, provenire da più parti del doloroso ospizio.
Moneta di scambio, la sua presenza alla liturgia del Sabato, da cui difetta oramai da tempo immemore.
Jesus ovviamente accetta, ma mentre lo fa già una luce nei suoi mefistofelici occhi si accende: il contrappasso, la legge universale, la giustizia effimera che punisce i susunki; il rito si svolgerà in un luogo per loro maledetto. Il regno del “la qualità ha un costo”. Ed eccoci quindi tutti al Ristorante (di) Luigi Pomata – Jesus, Raschione, Pg, Ing.Marrocu -, ad alzare i calici per far vibrare nel vento i cristalli bagnati da un ottimo e fresco “Costamolino DOC”, delle benemerite cantine Argiolas. Altro contrappasso, altro colpo di fioretto e stoccata al cuore per il susunku (per schiarirvi la mente potete rimembrare qui).
Il locale, sito nel centralissimo Viale Regina Margherita, poco distante dal porto, ci accoglie e si presenta con un raffinato stile moderno e minimalista, almeno nelle intenzioni; invero però, qualche difetto in termini di distribuzione degli spazi, eleganza e decori lo rileviamo. Non c’è molta gente nella sala interna, eppure i tavoli sembrano troppo prossimi l’un l’altro limitandoci i movimenti, ma forse questo per creare una sorta di continuità culturale con il bancone del Sushi Bar (o come amano definire, susci) sul cui scranno regnano indaffarati chef orientali.
Il personale è numeroso ma a tratti non proprio efficiente. Imbranato, a essere onesti, è il nostro cameriere, che ha qualche problema con il servire il vino. L’ing. Marrocu finemente ironizza, ma per la giovane età non ne faremo certo un motivo di spregio per il ristorante.
Antipasti. Attendiamo non molto l’arrivo dei nostri antipasti di mare, precedentemente contrattati e infine consigliati dal cameriere.
L’esordio è da dieci e lode: gamberi panati con decoro di aceto balsamico e gusto molto corposo con accenni di pecorino o grana, probabilmente utilizzato per la panatura stessa. Veramente e sinceramente buonissimi!
Di tutt’altro tenore e spessore è il giudizio che possiamo dare delle due altre pietanze, componenti il richiesto trittico di antipasti.
La frittura mista (Tempura, dal suo nome d’origine giapponese, come suggerito da Pg, ndr.), che potete apprezzare in tutto il suo splendore visivo qui a destra, è risultata in realtà piuttosto anonima e priva di gusto, tanto da richiedere una abbondante successiva salatura, per poterle conferire un minimo di apprezzabilità alla prova del palato; questo nonostante la cottura assolutamente perfetta.
Altrettanto anonimo – con giudizi però qui contrastanti tra i commensali – il tonno fresco accompagnato a pomodorini di stagione. Ci sembra superfluo sottolineare comunque, come, nonostante tutto, gli antipasti siano stati pressoché divorati in pochissimi istanti, con sorte analoga per l’ottimo pane (piccoli panini di varie qualità) servitoci in abbondanza.
Primi piatti. Se dovessimo esprime una personale valutazione del ristorante in funzione esclusiva del gusto dei primi piatti propostici, il giudizio che ne deriverebbe sarebbe sicuramente entusiasta e superiore a qualsiasi altro finora da noi formulato.
Le pietanze, presentate anch’esse secondo la filosofia minimalista, ci sono state direttamente servite dallo chef Pomata. Cavatelli con crema ai ricci di mare cavoli e limone, per Jesus e il Raschione; linguine fatte in casa al pesto di zucchine, bottarga e gamberi per il burriccu Pg; eccezionali linguine al tartufo, gamberi e cozze per l’Ing. Marrocu. A onor del vero c’è da dire che il buon Ingegnere, per un disguido delle cucine, si è visto servire preliminarmente delle linguine con tonno e grana, ma non ha disdegnato di fagocitare entrambi i piatti a lui destinati.
Senza indugi, a questo punto, i variegati burricchi, scelgono di riversarsi sul dolce, non essendo più in grado di abbondare oltre, forse per le due bottiglie di Costamolino fin lì tracannate, anziché per la profusione delle porzioni consumate.
Ora, mentre per l’Ingegner Marrocu la scelta di un carpaccio d’ananas, a lui adeguatamente presentato, si è rivelata positiva, la “Scomposizione di tiramisù” offerta a tutti i restanti commensali, si è manifestata come una calda e insignificante poltiglia di gelato, molto simile alle misture panna/cioccolato che i bambini si adoperano di comporre nella loro coppa colorata, a partire dalle vaschette bigusto sammontana.
I commensali a questo punto, per cercare di “sbentiare” l’eccesso di alcol assunto fino ad allora, decidevano di interrompere il pasto, per concedersi il doveroso rituale del caffè in altro loco, discendendo pedibus calcantibus verso il porto e lungo la via Roma. Costo dell’esperienza al Ristorante Luigi Pomata: 45€ cadauno, sicuramente non economico, ma senz’altro meno invasivo di quanto prospettato, per effetto di alcune leggende metropolitane che vogliono assegnare al locale l’etichetta di più caro di Cagliari. Così non è (se vi pare).
Difficile sovviene al vostro amato Jesus, a questo punto, esprimere un giudizio complessivo, perché l’esperienza è stata certamente contraddittoria: eccellenza dei primi piatti e di una parte di antipasti, mediocre il complesso residuo.
Anche in questa occasione vorrei assegnare un mezzo burriccu (2.5) ma, in virtù delle potenzialità ben evidenziate dalla cucina dello chef e di altre caratteristiche volontariamente non apprezzate (sushi) possiamo formulare questo sintetico giudizio (per approfondire vi suggerisco di leggere questa discussione):
VALUTAZIONE “Luigi Pomata”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Luigi Pomata | Indirizzo: Viale Regina Margherita 14, Cagliari Telefono: 070672058 [mostra in google maps] |
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12 set 2010 alle 08:10
Caro Jesus, relativamente agli antipasti di cui non sei rimasto soddisfatto, il termine è tempura, che come tu ben sai è un piatto di origine giapponese a base di pesce e verdure fritte.
12 set 2010 alle 08:15
Sorry …. Intervengo una seconda volta per specificare con maggiore accuratezza il primo piatto da me selezionato – trattavasi di linguine (fatte in casa) al pesto di zucchine, con cozze, bottarga e gamberi.
12 set 2010 alle 08:38
troppo generoso caro Jesus, ma la tua opinione è condivisibile: lo chef ha grandi potenzialità, si dovrebbe curare di più il reparto di contorno. Aggiungo che da uno chef di fama internazionale mi sarei aspettato di NON avere un menù fisso, o almeno mi sarebbe piaciuto che ci avessero proposto “la ricetta del giorno”
12 set 2010 alle 08:56
ceee solo buonele linguine e i cavatelli dovevano essere!
12 set 2010 alle 09:53
Caro burriccu Pg, volentieri ho corretto e meglio puntualizzato la recensione secondo le tue indicazioni.
Per il Raschione Ettore, sai come fossi combattuto al momento di dover dare il mio giudizio sintetico.
In realtà intuivo che la nostra valutazione fortemente negativa per certi aspetti, avrebbe potuto sottovalutare ricercate raffinatezze lontane dalla nostra cultura, che per nostra ignoranza non arrivavamo a cogliere. Ad esempio la contraddizione tra la perfezione della cottura della Tempura – che noi ostinavamo a chiamare “Frittura mista” – e il suo sapore, che magari un avventore nipponico avrebbe giudicato sublime.
Piegato da questi crucci mentali, dopo aver rivisitato la classifica fin qui stilata, non me la sono sentita di assegnare due soli burricchi al ristorante, come ho fatto in passato per altri di ben inferiore spessore.
Per Anto, tieniti pronta perché appena ti sistemi la casa (la cucina soprattutto) avrai l’obbligo di invitare i Biumviri per una sessione straordinaria di valutazione. Ti rammento che siamo facilmente corruttibili.
14 giu 2011 alle 14:45
La discussione è datata, ma voglio comunque darvi la mia opinione (parziale e sindacabile almeno quanto la vostra). Conosco bene questo ristorante e io avrei dato un punto in più, forse due, se dovessi tenere conto della mia predilezione per il crudo di pesce (lì si trova quello più fresco e meglio lavorato di Cagliari, con abbattitori di temperatura e tutto il resto). Mi ha stupito la vostra esperienza negativa con i dolci, perché la pasticceria dovrebbe essere uno dei punti di forza per Pomata (chiedete a mia moglie che se ne intende). Un ultimo commento per quanto riguarda il prezzo, non si può dire che sia economico, ma in città ci sono posti più costosi. Cari miei burricchi, fossi in vuoi insomma proverei a dargli un’altra possibilità.
A presto… forse sabato faremo visita a Sa Piola.
11 lug 2011 alle 08:47
Ragazzi, un appunto: non si può recensire Pomata senza assaggiare almeno uno dei secondi di tonno! Vi assicuro che il giudizio finale ne risulta ampiamente compromesso.
Prima di assaggiarlo presso, appunto, Pomata, ero convinto che il tonno fosse solo quello del Nostromo.
Poi ho scoperto le diverse varietà, la squisitezza della carne e l’incredibile capacità di abbinarsi ad altri ingredienti in modo esemplare.
Tornate, gustate e mi direte…
Per il resto, concordo sulla troppa vicinanza dei tavoli e il relativo chiasso un pò eccessivo, fatto grave per un ristorante di tale livello.
11 lug 2011 alle 10:19
In effetti, non abbiamo neppure testato il famoso sushi… Purtroppo o per fortuna, ogni ciccionata fa storia a se’, e su quella basiamo il nostro giudizio. Rimedieremo nel “girone di ritorno”, appena avremo completato la lista dei centinaia di ristoranti cagliaritani!
29 giu 2012 alle 12:56
SEcondo me se non fosse stato il ristorante del Blasonato Pomata gli avreste dato un solo Burriko… e costi decisamente alti…… per quello che avete mangiato… certo un ristorante in centro a Cagliari comporta che un terzo del costo della cena se ne va solo in affitto del locale ergo da un grande schef mi aspetterei scelte più coraggiose come aprire fuori città per non penalizzare il menù…. se si fa i conti del costo del personale, affitto, tasse, ricavi etc etc. di 45 euro nei piatti avevvate a testa cibo per 10 euro! io sono della convinzione che con questo sistema nei ristoranti il cibo è sempre molto mediocre.
29 giu 2012 alle 15:14
Ciao Silvia. Se parliamo in termini di rapporto qualità/prezzo (che non é comunque mai nostro metro di giudizio, nonostante possa sembrare strano) mi trovi d’accordo: il prezzo è per la maggior parte nome del ristorante. Ad ogni modo, ragionando in termini assuluti e comparati di qualità, è indubbio che i 3 burricchi siano a posteriori valutazione assolutamente in linea con altri giudizi assegnati a locali, di buon livello ma meno conosciuti. Voglio dire con questo, che dovrebbe essere nostro intento non sovraccaricare un giudizio per la sola nomea del ristorante, ma nemmeno volerlo punire, sadicamente e non obiettivamente, per il medesimo aspetto. La qualità media rilevata è stata di buon livello, e per questa ragione il giudizio ci appare equilibrato.
29 giu 2012 alle 14:59
p.S NEI 10€ è COMPRESO ANCHE IL CONTO DEL VINO!
29 giu 2012 alle 15:00
ERRATA CORRIGE COSTO DEL VINO