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ott 12 2013

Il Tegamino Bianco – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Tegamino Bianco - Interno

Tegamino Bianco – Interno

 

Il tegamino è bianco. E’ bianco e sta sui fornelli. Il tegamino sta sui fornelli, e accanto a se ha un cuoco, una massaia; un impiegato, uno sciupafemmine, un marito premuroso o un azzeccagarbugli qualunque, che già per lui prevedono un dovere e una missione, una improrogabile incombenza sull’avanzare del proprio desiderio. Questa sera, in cucina, sarà lui a portare a termine un piccolo ed importante disegno, a determinare la gioia o il disgusto, la noia o la passione, la solitudine o il calore di una festa. E’ solo un tegamino, per di più è bianco, ma quando il coperchio spalanca e per un istante e accoglie i nostri culinari propositi, si trasforma nel primo protagonista della nostra vita: mica poco!
 

Tegamino Bianco - Tris d'autunno

Tegamino Bianco – Tris autunnale

 

Ottobre, giovedì sera. Già vien quasi tenerezza nel ricordare, a distanza di pochi giorni, il colossale appuntoramento che colse l’Ing.Marrocu in quel di Quartu S.Elena, e che ha scandito, nel regolare proporsi di fragorosi starnuti e nell’orografico accumularsi di fazzoletti di carta nei pressi del nostro tavolo, il progressivo evolversi della serata, di cui addì dodici andremo a dar rendiconto; serata, anormalmente organizzata in giorno feriale, proprio per venire incontro  alle esigenze dello stacanovista Ingegnere, che dapprima dichiarava di dover lavorare tutto il weekend – quindi potendo manco meno ipotizzare di scrivere lui questa recensione – per poi comunicare di aver cambiato turno. Tra l’altro, le maldestre quanto inefficaci precauzioni epidemiologiche dell’Ingegnere, hanno prodotto la prima vittima: Jesus, che mentre vi scrive ha la febbre prossima ai 101 gradi Fahrenheit!
 

Tegamino Bianco - Antipasti

Tegamino Bianco – Antipasti

 

E quindi, in quel di Quartu il Triumvirato del Donkey Challenge si ritrovava una sera, supportato dalla gentile ed eterea presenza della Donna del Presidente (DDP), da subito scorgendo, al puntualissimo incontro, l’uscio del novello ristorante “Il tegamino bianco”, che non poco anonimamente si propone sulla Via: la non centralissima “Luigi Merello”.
Apprezzando infinitamente l’araldica denominazione, accomodante l’archetipo dell’utensile di uso comune, suggeriamo di dotare la facciata esterna di insegna e lanternine d’atmosfera, onde rendere più accattivante l’ingresso. Superato quest’ultimo, ci si immette nello spoglio cortile di quella che appare, almeno strutturalmente, una magione campidanese, con copertura sviluppata a forma di elle. Escluso, per il clima non più generosissimo la possibilità di desinare all’aperto, procediamo lateralmente verso l’interno per poi, superato un breve vestibolo, accedere alla sala principale del ristorante.
 

Tegamino Bianco - Tris di primi

Tegamino Bianco – Tris di primi

 

L’atmosfera e lo stile della sala da pranzo sono deliziosamente costruiti sui principi di un arredamento elegante, minimale e moderno. Gli spazi si distribuiscono lungo uno uno splendido pavimento in legno rustico chiaro, dal quale emergono dei tavolini squadrati bianchi, con base impermeabile bruna, che rende superfluo l’utilizzo di tovagliame d’appoggio. Le tonalità cromatiche alle pareti e i punti luci si sviluppano con il raffinato equilibrio tra le sfumature del bianco e del grigio, mentre gli specchi e gli originali suppellettili d’arredo, donano un indiscusso tocco di classe a tutto l’ambiente. Annotiamo positivamente, infine, l’eleganza e la cura della toilette per la quale, invero, dobbiamo segnalare un piccolo difetto dell’uscio: maniglia della porta, rimasta in mano prima al Raschione, poi allo stesso Jesus, che si è dovuto ingegnare per ripristinarla.
 

Tegamino Bianco - Raviolini allo zafferano

Tegamino Bianco – Raviolini allo zafferano

 

Il servizio in sala, di sicuro livello, è garantito (per quanto abbiamo intuito) dagli stessi soci che hanno preso in carico il ristorante: una solare ed elegante signora – con abbigliamento in tinta all’ambiente – e un più informale collega: eleganza prossima a quella di Jesus, fate voi. Il terzo socio apprendiamo essere il cuoco, ovviamente indaffarato in cucina.
Notevole il menù, in particolar modo per la non convenzionalità delle pietanze, ma per certi versi dispersivo nella presentazione. Per definire il nostro percorso ci districhiamo tra le varie proposte, attingendo dall’interessante “Menù dell’oste impazzito” (di base 20 euro, per i nostri più susunki lettori), dalle “Specialità d’Autunno” e dal Menù a la carte. Volendo spaziare “per monti e per mare”, decidiamo di scegliere un rosso di prestigio: IGT Isola dei Nuraghi “Cagnulari”, delle cantine Chessa di Usini, perfettamente mesciuto dalla titolare e, come consuetudine, ben valutato dall’Ing.Marrocu.
 

Tegamino Bianco - Asado australiano

Tegamino Bianco – Asado australiano

 

Dopo un primo brindisi, con un prosecco di benvenuto, i burricchi potevano dar fuoco alle polveri, e allora esordire con un assaggio di eccellenti ostriche di San Teodoro, degustate dai tre quarti dei commensali, perché alla DDP non piacciono!
La naturale tendenza femminile all’inedia, si è più volte manifestata durante tutta la cena, tanto da dover richiedere un super lavoro mandibolare da parte di Jesus per consumarne gli avanzi, e infino provocare l’interessata presa di posizione da parte dell’Ing.Marrocu: «la prossima volta mi siedo io vicino a lei!». Gli antipasti proseguivano quindi con un fantastico tris di prelibatezze: baby sufflè al pecorino erborinato “Brebiblu” (prodotto da Argiolas, erroneamente traslitterato come “Breby blu”), crostini con lardo e spolverata di tartufo nero,  cono (in realtà fagottino) di frittura di polpettine di carne e funghi porcini; il tutto accompagnato da presenza abbondante di foglie di songino (valerianella). Seguivano poi: crostini di burrata e alici su letto di carasau e songino, con condimento di un’erbetta aromatica non meglio identificata (Jesus l’aveva indicata come cipollina, ma il pistillo nero ci fa dubitare); ottime frittelle con fiori di zucca e pecorino e, per terminare, goduriosa impepata di cozze, ingurgitata per la metà delle porzioni da Jesus, in virtù del fatto che la DDP ne gradiva solo il sugo di condimento! Nota di merito, vogliamo anticipare, per la qualità estetica dei piatti da portata, mentre l’ingegner Marrocu, per ragioni di funzionalità manuale, si è più volte lamentato della usabilità delle forchette! Segnaliamo, infine, cestinetti di pane d’accompagno molto gustosi.
 

Tegamino Bianco - Creme Caramel

Tegamino Bianco – Creme Caramel

 

Primi piatti. Nel mentre che la DDP sceglieva sobriamente di dedicarsi ad un’unico primo piatto, gli ingordi triunviri pretendevano di ordinare un tris di pietanze che comprendessero quella di cui sopra: raviolini in crema di zafferano e brebiblu, paccheri al ragù di bue rosso, cous cous di pesce (nell’occasione astice) e verdure del “tegamino bianco”. Buonissimi!
Non paghi, i quattro (i tre) divisavano almeno un assaggio di carne. Dalla voluminosa proposta di carni alla brace, estrapolavano quindi un allettante asado australiano, servito praticamente vivo, con salsa chimichurri, su letto di pane carasau e decoro di rosmarino e pomodorini: eccellente!
 

Tegamino Bianco - Tiramisù retrò

Tiramisù retrò

Tegamino Bianco - Cheese cake

Cheesecake

 

La cena andava quindi concludendosi con i dessert: tiramisù “retrò” con amarene e piccolo cachi in recipiente di latta, su basamento di ardesia, per Jesus e DDP, creme caramel (senza lattosio) per l’Ing.Marrocu, cheesecake alle fragole e caramello per il Raschione, inevitabilmente accompagnati da ottimo passito di Pantelleria.
Fattosi tardi, e in considerazione della prossima dipartita del moribondo Ingegnere, i commensali decidevano di terminare le ostilità, senza caffè o amari. Costo complessivo della cena, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% al di sotto del giusto dovuto, in considerazione di qualità di portate e servizio.

Quartu Sant’Elena ci stupisce una volta di più, per l’ospitare un ulteriore nuovo ristorante di alto livello. Ambientazione elegante, servizio puntuale ed attento, menù originale ed appagante, attenzione estetica per i dettagli, fanno del “Tegamino bianco” un sicuro ricettacolo di amanti della cucina. Qualche segnalato difetto possiamo attribuirlo alla prima fase, di rodaggio e di apertura. Quattro burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 


VALUTAZIONE “Il tegamino bianco”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il tegamino bianco Indirizzo: Via Merello 166, Quartu S.Elena
Telefono: 0708676237    [mostra in google maps]
 

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ott 31 2010

Ristorante Pani e Casu – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 27 commenti | Commenta

Pani e Casu – Interni

 

Cambio di stagione. L’Autunno arriva puntuale e inesorabile, così come la penombra che trionfa sulla luce e rapidamente trasforma le giornate in chiassose agorà crepuscolari.
Rapidamente ecco che i due Biumviri, in accordo con il nuovo costume del tempo,  si accordano per cambiar registro, mutare il loro punto di vista emozionale, rivolgere il loro sguardo alimentare verso nuovi orizzonti di sapori.
La scelta è quella di abbandonare, almeno per una giornata, la consueta cucina di mare, adatta al clima estivo, e assecondare una più coerente ed inseguita suggestione ctonia.
Spiacevolmente assente, per questo epocale giro di boa, il sempre stimato Ing. Marrocu; non tanto per una severissima e radicale capitis deminutio (Jesus è misericordioso!), ma piuttosto per improrogabili impegni di lavoro.

Pani e Casu – Carrube


Tempio che accoglie il tardivo rito dell’equinozio, è il ristorante “Pani e Casu”; nome dal sapore antico, che evoca povere e genuine consuetudini contadine, parimenti alla più ricercata tradizione della cucina casalinga campidanese.
Sito nel cuore di Quartu Sant’Elena, nella centralissima Via E.Porcu, il ristorante si presenta come un’antica masseria, ottimamente arredata al suo interno, con uno stile povero e al contempo elegante. Un ampio porticato, che sorregge una splendida copertura spiovente in legno, suddivide gli ambienti in una zona piuttosto intima e soffusamente illuminata (dove i due Burricchi sono stati alloggiati), ed un’altra più luminosa ed estesa, in fronte ad un’ampia vetrata.
Murature in mattoni chiari,  attrezzi da lavoro, strumenti della cucina popolare, grappoli di cipolle e mazzi di carrube (appesi sui pilastri o pendenti dai soffitti), completano le decorazioni.
Jesus e il Raschione Ettore vengono fatti accomodare su un piccolo tavolo vicino alla parete. Il servizio é garantito dal proprietario (crediamo), e da una giovanissima e graziosa ragazza dal nome vagamente esotico (tanto esotico che non mi soggiunge), abbigliati con un elegante costume pseudo-tradizionale, costituito da pantaloni, gilet nero, camicia di seta bianca e scarpe da tennis Nike rosa (!) .

Pani e Casu - Favette e Salumi

Pani e Casu – Favette e Salumi


La cucina è, come accennato, prettamente di terra; ce ne rendiamo immediatamente conto dal fatto che non sono presenti vini bianchi tra i pochi previsti in menu. Scegliamo allora il rosso della casa, un ottimo vino novello dal sapore intenso e familiare. La gentile cameriera non ci presenta il menu cartaceo, ma ci propone di iniziare con gli antipasti.
Ci facciamo facilmente convincere; dopo pochi minuti la solerte signorina ritorna con il pane (bruschette all’olio d’oliva, buonissime), un tagliere di salumi (salsiccia sarda e prosciutto crudo, buoni ma piuttosto anonimi) e un piatto di eccellenti favette condite con olio e sale.
Sebbene il Raschione non fosse dichiaratamente avvezzo a tale prelibatezza, e sebbene il vostro amato non possa ufficialmente abusarne, per ragioni legate alla documentazione prodotta durante la visita di leva, i due non hanno potuto fare a meno di divorarle con gusto.

Melanzane, Ceci Rucola Pomodori Pane

Ricotta affumicata, Crema di Formaggio


Pani e Casu – Ravioli alla cipolla


Seguivano melanzane condite con pomodori, che il Raschione sosteneva essere equivalenti a quelle cucinate in casa dalla madre, un gustosissimo piatto costituito da ceci, rucola, pomodori e pane (probabilmente bruschette tagliate a dadini), della eccellente crema di formaggio piccante e, dulcis in fundo, alcune fette di superlativa ricotta affumicata accompagnata da pane carasau.

Le porzioni non sono state abbondantissime, ma sicuramente adeguate a soddisfare la “fame” di sapori dei due esigenti Burricchi, anche considerando la piena corposità delle pietanze di terra, in luogo della cucina di mare.

Pani e Casu – Ravioli di ricotta


Tra i primi piatti suggeriti dal proprietario, Jesus decide di scegliere quelli che apparivano più conformi alla tradizione: ravioli (culigionis) di ricotta, conditi con salsa di pomodoro e parmigiano. Il sapore è risultato gradevole, ma senza particolare enfasi, forse a causa di un eccesso di acidità della salsa. Sicuramente non davano l’impressione di una preparazione squisitamente artigianale e casalinga.
Diverso il risultato della scelta di Ettore: degli eccellenti ravioli alla cipolla, dal sapore dolciastro e delicato, che Jesus non ha potuto fare a meno di “pizzicare”, sottraendoli alle frenetiche fauci del Raschione.


Terminati i primi piatti i due Biumviri, già quantitativamente soddisfatti degli alimenti assimilati, decidevano di passare direttamente al dolce.

Pani e Casu – Sebada


Gli unici dolci disponibili per sanare gli ultimi appetiti, erano purtroppo i dolcetti sardi assortiti. 
Di fronte alla pressante richiesta del Raschione, la cameriera concedeva invero l’alternativa di una sebada al miele a cui, suo malgrado, anche Jesus finiva per adeguarsi, per non correre il rischio di lasciar il suo commensale ad affrontare solitario il difficile compito.
Le sebadas, accompagnate da un buon liquore moscato della casa, a detta del Raschione Ettore (Jesus non le ama a prescindere) non apparivano di qualità eccezionale, a causa di un ripieno di formaggio dall’acidità (e quindi dalla consistenza) del tutto inadeguata.

Il pasto quindi terminava con due (come consuetudine non eccezionali) caffè, una grappa (pericata?) e un buon liquore alla liquirizia per Ettore. Il conto finale, con una piacevole alchimia – probabilmente di carattere promozionale – del proprietario, è passato dai 27€ iniziali, a 20€ cadauno (vedere commento di Ettore x precisazioni, ndr.), sicuramente al di sotto dell’equo dovuto prevedibile.
Il giudizio finale tiene conto della splendida ambientazione ed atmosfera in linea con la tradizione sarda e di una cucina che, nonostante alcune situazioni gustose ed appaganti, non sempre è sembrata all’altezza della situazione. Certamente, comunque, una esperienza da provare!



VALUTAZIONE “Pani e Casu”: Due Burricchi.
Ristorante Pani e Casu Indirizzo: Via Eligio Porcu 53, Quartu S.Elena
Telefono: 070 8675032    [mostra in google maps]
 

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ago 7 2010

Ristorante Sa Barracca – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 10 commenti | Commenta

Sa Barracca - Antipasti

Sa Barracca – Antipasti

 

Di nuovo solitari. I Triumviri Jesus ed Ettore devono affrontare, senza indugi e àinine attese, il rituale pranzo pre-domenicale;
una volta di più senza il burriccu Pg: sempre più susunku, sempre meno disponibile, sempre più soggiogato da forze più grandi di lui; lui che, ingenuamente e sgraziatamente, tenta in qualche modo di nasconderle dietro un dito; usasse sa brenti per farlo, ci riuscirebbe senz’altro meglio.

Ottemperato a ciò che il dovere impone, nell’esercizio del nostro credo e nel rispetto delle nostre leggi, possiamo affrontare più serenamente la disamina di quest’oggi.


Sa Barracca - Cozze Polpi alla marinara

Sa Barracca – Cozze e Polpi alla marinara


Ristorante “Sa Barracca”, sito in Quartu S.Elena, dislocato direttamente lungo la Strada Statale 554, famosa più per sfascia-carrozze e rivenditori di materiale edile, piuttosto che per luoghi turistici e attraenti ristoranti.
In effetti non consiglieremmo mai ai nostri numerosi fan di recarsi a “Sa Barracca” per consumare un pasto estivo sulla ampia veranda all’aperto, quanto piuttosto di scegliere d’accomodarsi nella spaziosa ed elegante sala interna, ben climatizzata, arredata e decorata, ad eccezione – purtroppo – di una zona in cui è stato sciaguratamente sistemato un vistoso quanto antiestetico sistema di condizionamento.
Una scenografica vetrina di pesce, a forma di piramide, accoglie invece gradevolmente gli avventori, al loro ingresso.

Sa Barracca - Gamberetti

Sa Barracca – Gamberetti


La dislocazione geografica, gli ampi spazi, e la efficiente frenesia dei numerosi camerieri, rendono di certo “Sa Barracca” luogo inadatto per intimi ritrovi all’insegna del romanticismo, ma piuttosto soluzione ideale per lo svolgersi di pranzi nuziali e cerimonie di massa. E, in effetti, all’arrivo dei due burricchi, un tale avvenimento era già in corso nel ristorante, in una zona ben interdetta al resto degli avventori da funzionali separè.
Poco dopo il nostro accomodarci a tavola, si è inoltre aggiunta in sala una ben nutrita comitiva di amici (tutti cacciavite!) solertemente servita dal compiacente personale, a discapito – questa è stata una nostra soggettiva e forse esagerata impressione – dell’attenzione per i burricchi Triumviri medesimi.

Sa Barracca - Bocconi di Mare

Sa Barracca – Bocconi di Mare


A differenza della ciccionata ultima (Trattoria Gennargentu), le porzioni degli antipasti sono state ben più abbondanti: fantasia di mare sott’olio, zuppa di cozze e vongole, polpi alla marinara, gamberetti con rucola e pomodoro, bocconi di mare, frittura di pesce.
La qualità e risultata discreta ma non certamente eccezionale. I bocconi di mare, delizia per Jesus, sono stati divorati alla ricerca del desiderato profondo gusto del mare, che però non si è mai manifestato. La frittura (di gamberi), alquanto anonima, è sembrata preparata senza cura, piuttosto frettolosamente.
Durante l’incedere delle pietanze, inoltre, i due burricchi non hanno potuto fare a meno di notare, in tutti gli altri tavoli, la presenza di meravigliosi piatti di ostriche crude, che speravano fossero previste anche per loro e che invece alla fine della serie di antipasti – quando ormai si era a cavallo del primo e non era quindi più lecito comandarle – non sono arrivate.
Immaginiamo che avremmo dovuto richiederle espressamente, piuttosto che lasciarcele
– sperabilmente  – proporre, così passivamente.

Sa Barracca - Frittura

Sa Barracca – Frittura


Il fatto di vedere la tavolata di amici così abbondantemente servita di mitili di ogni genere, e l’incredibile abilità del cameriere, affaccendato nell’aprire e servire cozze crude seduta stante, ci ha da un lato fatto venire l’acquolina in bocca, parimenti al desiderio di ritornare un giorno con più bellicose intenzioni, dall’altro decisamente lasciato l’amaro in bocca.
Una particolarità da segnalare, forse apprezzabile, forse discutibile, di “Sa Barracca”, è il fatto che ai clienti non venga presentato il menu a tavola, ma piuttosto venga suggerito e indirizzato l’articolarsi del pasto dagli esperti e disponibili camerieri.


Sa Barracca - Spaghetti alle uova di pesce spada

Sa Barracca – Spaghetti alle uova di pesce spada

Ecco perchè i due Triumviri, nel loro ruolo di praticanti sperimentatori, si sono lasciati sedurre nello scegliere un originale quanto altisonante piatto di “Spaghetti alle uova di pesce spada” che, secondo l’allettante suggerimento, sarebbero dovuti risultare squisiti: “Da provare”.

La realtà è stata però ben diversa. Il piatto era eccessivamente pesante e stopposo (comparabilmente a una pasta alla carbonara mal cucinata) e il sapore a dir poco scialbo; probabilmente una pietanza più adatta ad un clima invernale , piuttosto che a una scorpacciata estiva, già carca ,a quel giungere del pranzo, di abbondanti antipasti.


Sa Barracca - Sebada

Sa Barracca – Sebada


All’incontrario dell’ottimo Raschione Ettore che, lentamente ma con incessabile e pervicace perizia, tutto ingurgita e tutto assimila, a prescindere da gusto e quantità del piatto propostogli, il più viziato e schizzinoso Jesus ha lasciato intatta una buona porzione del suo primo.
Mentre si è scelto consapevolmente di evitare i secondi piatti (per proiezione non sarebbe stato il caso), a consolare i due Triumviri, a quel punto delusi, ecco venire in soccorso una buona “Sebada” e un sorbetto al limone, che è arrivato – per Jesus – decisamente troppo in anticipo rispetto al dolce del Raschione, a evidenziare – ma questa consideratela sempre come una suggestiva ipotesi priva di fondamento – la poca attenzione che il personale era di disposto a concedere a due saltuari e pittoreschi ospiti, che tutto potevano sembrare, tranne che due appetibili e consumati avventori ingegneri, carichi di soldi e dalla mancia facile (quando meritata).

In conclusione un buon caffè. I 40 € di spesa cadauno sono risultati certamente troppi in funzione del servizio ricevuto, nondimeno risultavano alquanto criptiche le voci fatturate che intendevano giustificarne il totale.

“Sa Barracca”, ai nostri occhi, appare certamente un ristorante ben organizzato e dalle grosse potenzialità. Saremmo arrivati in una ben più conosciuta e apprezzata (servita) compagnia, o in un momento differente, è probabile che il nostro giudizio finale sarebbe stato tutt’altro; nonostante tali prospettive e nonostante alcune buone opinioni, che ci avevano qui indirizzato, la nostra valutazione non può però essere che questa.


VALUTAZIONE “Sa Barracca”: Burriccu senza un orecchio.
Ristorante Sa Barracca Indirizzo: SS 554 (Viale Europa), Quartu S.Elena – CA
Telefono: 070813570    [mostra in google maps]
 

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