☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ott 7 2014

Hotel Ristorante Su Gologone – Oliena

 Scritto da Jesus | | Commenta

Su Gologone - Ambienti

Su Gologone – Ambienti

 

Fonte della vita. Bevo la tua memoria. Brindo alla tua memoria; assaporo ogni istante che ho passato ad aspettarti, richiamo alla mente ogni minuto speso ad immaginare la nostra fine; gioisco e mi stupisco, nel tuo vortice di purezza, della tua essenza limitata e senza confini, del tuo tempo mutevole ad ogni spazio.
Sento la tua inerzia, muta e fragorosa; seppellisco la parte di me che non riesce ad ascoltarti, che non sa fermarsi per riposare, che non governa i suoi porci e le sue iene, che una cosa o l’altra risolve e dimentica, senza affondarla nel tuo oblio.
L’agnello sgozzato riposa sull’altare, il suo sangue ormai ha bagnato i nostri piedi. Ora resta a te purificare questo nostro rito, e permetterci, dopo la morte, di vivere ancora una volta. Tanto per non cugurrare e cugurrarvi!
 

Su Gologone - Salumi

Su Gologone – Antipasto barbaricino

 

Bene, a distanza di due mesi abbiamo detto abbastanza. Siamo talmente indietro con il nostro dovere, che l’Ing.Marrocu in questo istante starà probabilmente correndo con il suo CX Gilera capelli al vento. Non perderò tempo quindi nel raccontarvi i dettagli e i retroscena dell’evento. Giusto qualche riferimento temporale e geospaziale. Ferragosto, giornate non troppo afose, soprattutto con la climatizzazione settata al limite della sofferenza. Oliena, Terra di troiani in fuga, Terra di Barbagia. Non lontano dal Paese la sorgente carsica de “Su Gologone”, misteriosa e solenne. Poco distante, il Ristorante / Hotel che porta il suo nome.
Quivi, il Raschione Ettore, non domo – finanche in ferie – di tessere le sue trame pubblico-relazionali, organizza una estemporanea ciccionata per maestosamente celebrare il respiro del Supramonte.
 

Su Gologone - Crocchette di patate

Crocchette di patate

Su Gologone - Flan di pecorino al sugo

Flan di pecorino al sugo

 

Ospiti e celebranti la rituale gozzoviglia, lo stesso Raschione, Jesus, la Donna del Presidente e un nutrito e variopinto gruppo di fan, per un totale di otto persone (e altrettanti coperti).
In primis, il punto di congiunzione tra i Burricchi e il resto della comitiva era (Omissis), accompagnata dalla fanatica del fitness (Omissis), con consorte, oltre ché da una seconda coppia di amici. Anticipiamo subito che, per ragione di memoria e di bolscevica condivisione dei beni, non particolareggeremo l’associazione degli ordini. Gli Omissis mi sono stati imposti in sede di revisione censoria dell’articolo, per questioni legate all’invasione aliena e alle profezie Maya sugli sticazzi.
 

Su Gologone - Antipasti

Su Gologone – Antipasti

 

Tralasciando la incantevole cornice naturale nella quale si trovano collocati, il Ristorante e l’Hotel “Su Gologone”, sono splendidi. L’Hotel è strutturato come una sorta di pittoresco e colorato villaggio barbaricino, adagiato su una collina che s’affaccia sul Supramonte. Ogni angolo e anfratto del villaggio è curato nei minimi dettagli, seguendo una linea a cavallo tra il raffinato e il gusto tradizionale sardo. Gli spazi comuni sono di per sé notevoli: salotti all’aperto, che mescolano eleganza e asprezza della natura, disimpegni che si trasformano in musei della tradizione indigena. Superato uno di questi spazi, raggiungiamo la sala ristorante, che per la stagione Estiva si declina in una terrazza coperta, con vista sulla Piscina.
 

Su Gologone - Primi

Su Gologone – Primi

 

La comitiva si accomoda in un tavolo all’angolo Sud della terrazza, non proprio vicino al parapetto “Vip” che dà sulla piscina. Piuttosto, inizia subito una tragica competizione per la sopravvivenza, tra commensali imbaschiti, e chi, come Jesus, capitava collocato al perigeo di un vistoso ventilatore da soffitto, caratterizzato da una potenza non dissimile a quella di un Cessna turboelica. Da un ristorante di livello, ci saremo aspettati almeno un motore a due velocità! Risultato: freddo al pancino e questo brutto mal di pancia tutta la notte.
Ad ogni modo, dopo esserci fatti erudire dal personale (attento e professionale) in merito a costumanze e menù del ristorante, ciascuno degli astanti palesava la propria scelta e articolava la sua cena secondo esigenze e motivazioni differentemente particolareggiate.
 

Su Gologone - Zuppa di verdure

Minestrone di verdure

Su Gologone - Ravioli al sugo con polpette di bue

Ravioli al sugo

Su Gologone - Pani frattau al finocchietto

Pani frattau

 

 

 

 

 

 

 

 

Su Gologone - Secondi

Su Gologone – Secondi

 

Riguardo l’aspetto puramente culinario, la cucina testata a “Su Gologone” è senz’altro di qualità, ma a nostro parere fin troppo tradizionale, senza alcuna ricercata variante sul tema di base. Tra l’altro, il menù in sé non ci è sembrato del tutto adatto per la calda stagione estiva.
Tradizionale anche la carta dei vini, dalla quale “estraiamo” una fornitura a profusione di classico “Nepente” DOC della Cantina di Oliena, e due bottiglie di Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente”, della Cantina di Santadi.
Iniziamo dagli antipasti. Venivano distribuiti, tra i vari commensali: antipasto barbaricino composto da prosciutto salsiccia e olive; crocchette di patate; flan di pecorino in bagno di sugo di pomodoro, con decoro di basilico; crema di pecorino; verdure fritte pastellate; funghi cotti in padella con condimento di prezzemolo; buonissima cordula (treccia) di agnello.
 

Su Gologone - Dolci

Su Gologone – Dolci

 

Numerosi anche i primi: orecchiette “alle erbette” e olio d’oliva; tradizionali maloreddus al sugo di carne e pecorino; orecchiette ai pomodori, melanzane e basilico; ravioli di ricotta alla crema di pecorino e finocchietto selvatico; pani frattau con pecorino fuso e finocchietto; ravioli al sugo con polpette di bue; minestrone di verdure barbaricino.
I secondi: pomodori con formaggio frue (formaggio fresco acidulo); stufato di maiale; carne capretto in umido; pane carasau con pecorino fuso su letto di lattuga.
Infine i dolci: assortimento di dolci al cucchiaio assortiti; tiramisù; cruditè di frutta e dolcetti sardi classici.
Costo complessivo: 46,50 cadauno, da giudicarsi un 15% eccessivi rispetto al giusto dovuto.

 

Ambientazione splendida, cucina tradizionale e tradizionalista, anche se non troppo elaborata. Il Ristorante “Su Gologone” è comunque una destinazione irrinunciabile per ogni turista che si trovasse nella zona. Tre burricchi con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Su Gologone”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Hotel Ristorante Su Gologone Indirizzo: Loc. Su Gologone, Oliena
Telefono: 0784287512    [mostra in google maps]
 

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lug 25 2014

Ristorante Le Notre Rêve – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Notre Reve - Interno

Notre Reve – Interno

 


Dépit de tout, je me réveille tous les jours,
et mes rêves restent à mes yeux, autant les papillons aiment une même fleur.
J’ai laissé les idées colorées derrière moi, et ce que je vois devant, est maintenant seulement la couleur de mes chaussures, quand je porte attention où je mets mes pieds.
Étape par étape, j’ai traversé villes ternes et champs vierges.
Mes jambes sont lourdes, comme la façon dont je marche. Je ne veux pas donner un nouveau souffle à mes espoirs, et n’attends rien d’autre que m’endormir, rêver encore et enfin me réveiller demain.
 

Notre Reve - Antipasti

Notre Reve – Antipasti

 

E’ terribilmente improbabile e arduo riuscire ad alterare l’azione dei vetusti e cigolanti ingranaggi della macchina delle ciccionate, custodita nelle umide segrete della fortezza medievale dimora del Raschione Ettore.
Era già pronta a vomitare l’ultima feroce sentenza e catapultarci chissà dove nel mare nostrum della ristorazione. Il coraggioso intervento turbativo del guastatore Jesus, con l’utilizzo di una cannuga po figumorisca ben innestata nell’ultimo treno epicicloidale, ha prodotto invece una felice variazione di programma. Unico difetto della soluzione, il difficile alloggiamento delle autovetture dei burricchi – una volta di più colpevoli di diaspora antieconomica -, i quali avrebbero dovuto parcheggiare “a casinu“.
 

Notre Reve - Ravioli di cernia

Notre Reve – Ravioli di cernia

 

La cosa ovviamente, non turbava più di tanto l’Ing.Marrocu capace di trovare, come sua abitudine, un più o meno legittimo approdo, a pochi metri di distanza del locale e in piena zona a traffico limitato, valicandone il confine appena un secondo prima che scattasse il divieto serale. Jesus e il Raschione invero – trovandosi sistemati a pochi metri di distanza l’uno dall’altro -, si vedevano costretti a risalire l’irta collina pedibus calcantibus, fino a raggiungere, in quel di Via San Giovanni in Cagliari, la loro agognata destinazione. A pochi passi dal già recensito “Kuvee”, chiuso per la stagione estiva, compare il ristorante pub bisteccheria “Le Notre Rêve” (il nostro sogno), pronto ad accogliere l’ebdomadario rito dei Triumviri.
 

Notre Reve - Tagliatelle

Notre Reve – Tagliatelle

 

Dopo aver atteso pazientemente che l’Ing.Marrocu terminasse di sfruttare a pieno il suo abbonamento mobile “Fastdonkey”, alle ore 21 in punto oltrepassavamo l’uscio del locale.
La struttura interna di quest’ultimo si articola su due sale. La prima è una sorta di salotto dedicato alla zona pub, con sedili in legno e stoffa, pareti color ocra e pavimentazione rustica.
La seconda sala, allo stesso tempo adiacente e separata dalla prima, ospita una decina di piccoli tavoli squadrati, sedie rustiche, tovagliame chiaro e una pavimentazione scura, discretamente composita ed elaborata. Ci accomodiamo all’angolo Est, e subito ci sorprendiamo per la maestosa effige del Dio Bacco che fa capolino da una tela sistemata in una sorta di nicchia alle nostre spalle.
 

Notre Reve - Tonno scottato

Tonno scottato

Notre Reve - Scottona bavarese

Scottona bavarese

 

Abbiamo qualche difficoltà iniziale a relazionarci con il maître: un ragazzo spigliato e gentile, che ci intima subitamente di rivolgerci a lui con il “tu”. Rispondiamo, altrettanto velocemente: «come lei desidera!»
A parte l’aver dovuto richiedere più volte l’arrivo dell’acqua al tavolo, il servizio è stato piuttosto attento e metodico, comunque non particolarmente oberato di lavoro per il numero esiguo di astanti.
 

Notre Reve - Pera al cannonau

Notre Reve – Pera al cannonau

 

Come nostra abitudine, ordiniamo antipasti e primi piatti trovandoli ben categorizzati, sul menù cartaceo, in sapori di mare e di terra. Scegliamo ovviamente anche i vini. Il primo è un bianco: Vermentino di Gallura DOCG “Branu” di Surrau, per il quale l’Ing.Marrocu, già scramentau in passato, chiederà notizie certe sul prezzo. Per sua gioia il corrispettivo si rivelerà assolutamente abbordabile, se misurato rispetto al prestigio dell’etichetta. La seconda bottiglia sarà un rosso (monica, cannonau, bovale), in esclusiva funzione dell’ultima portata di carne: “La Giara”, della omonima cantina di Usellus.
Gli antipasti sono ottimi. Iniziamo con un incredibile pecorino fuso (provenienza: stessa madre del maître!) su letto di pane carasau, del quale L’ing.Marrocu pretenderà a gran voce il bis. Seguiranno poi dei succulenti bocconcini di tonno al brandy e arancio, un polpo  con patate alla glassa di aceto balsamico e uno squisito tris di affumicati: pesce spada, tonno rosso e salmone (unico ingrediente non nostrano), su letto di verdure, accompagnate da una curiosa e voluminosa testa di radicchio, disposta al centro del plateau.
 

Notre Reve - Sebada

Notre Reve – Sebada

 

Impeccabili i primi. Buoni i ravioli di cernia con pomodorini e bottarga richiesti da Jesus e Marrocu, eccellenti le tagliatelle “flambate” al brandy, con gamberi e zucchine, scelte dal Raschione.
Per i secondi, i Burricchi optavano a favore di un bis terra-mare, con bistecca di scottona bavarese (cottura richiesta al sangue) e tonno scottato, al vinaigrette di agrumi e pepe rosa. Memore di lamentele subite da vari clienti, in riferimento alla cottura del tonno, il maître teneva a precisare che per la cucina scottato significava “poco cotto”. Quando, a fine serata, lo chef si sarebbe presentato al nostro tavolo Jesus boriosamente avrebbe affermato: «tutto buono, ma il tonno era un po’ troppo cotto».
Risposta: «la prossima volta ve lo porto vivo!»
Buoni anche i dolci. Seadas di Tertenia al miele di anacardo con fiocchi d’arancio per il Raschione Ettore, meno brillanti pere al cannonau con cioccolato e nocciole, per Jesus e Marrocu.
La cena si concludeva quindi con tre caffè e due rum “Ron Zacapa” 15YO per Marrocu e Raschione, servito con bicchiere di ghiaccio e cioccolatini. Costo finale, 44€ cadauno, da ritenersi adeguati al valore della cena.

 

Con piatti semplici ma non banali, il ristorante “Le Notre Reve” propone una cucina di tutto rispetto, nel cuore della Cagliari cittadina. L’ambientazione e l’atmosfera che fanno da contorno sono gradevoli, anche se non guasterebbero un po’ più di eleganza e formalismi da parte del personale. Tre burricchi.

 


VALUTAZIONE “Le Notre Reve”: Tre Burricchi.
Ristorante Le Notre Reve Indirizzo: Via S.Giovanni 222, Cagliari
Telefono: 070.665629    [mostra in google maps]
 

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lug 13 2014

Ristorante Il Dante – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Il Dante - Interno

Il Dante – Interno

 


Giunsero un dì nella val dei mori,
tenendo al passo gravosa soma,
tre anime prave, sanza timori.

Uno narrato per la folta chioma
l’altro fu spoglio, qual è Inverno;
il terzo visse per rasclar la rosa.

Portati qui dallo vagar etterno,
locande, vizi, per tutte l’ore;
e de’ susun’ si facevan scherno.

Sì la tavola lor dava Amore
che di seder non v’era mai pena
ma salir l’erta era dolore.
 

Il Dante - Zuppa di cozze e arselle

Il Dante – Zuppa di cozze e arselle

 


… E or che trovai quella giusta lena
che lo nero rio fa sì che scorra,
i’ cominciai questa nuova piena.

Speriamo invero che nessuno incòrra, in giusta e severa scomunica, per l’aver violato qui quella sacra metrica che da 700 anni riposa serena, e che abbiamo cercato di confinare in terzine da trentatré sillabe ciascuna. Omaggio e infinita reverenza alla potenza espressiva dell’Alighiero, che se avesse tenuto la nostra stessa lena, impiegata nello vergare questi pochi versi, avrebbe dato termine al suo capolavoro, approssimativamente, in quindici x 10 anni!
 

Il Dante - Patatine

Il Dante – Patatine

Il Dante - Focaccia

Il Dante – Focaccia

 


Giovedì sera, nella valle dei mori.

Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta;
La lince, la lussuria.  Il Raschione Ettore, nella opulenta composizione dei suoi abiti firmati, attende pazientemente il Virgilio che lo guiderà a destinazione.


… ma non sì che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone;
La superbia, la tracotanza, la protervia della 150cv di Jesus, rimbomba per le strade cittadine. Vedendola arrivare, il Raschione sinc’assiccada; a breve, la direzione sarà fissata verso i portici di via Santa Alenixedda (complesso Ormus), in Cagliari.

Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame;
Avaro di puntualità; l’asciutta e longilinea figura dell’Ing.Marrocu compare all’orizzonte, quando già il Raschione e Jesus, da non poco, siedono comodamente al tavolo, del ristorante “Il Dante”, seccatamente impazienti e … morendisì de su famini!

Dopo tanto attendere, finalmente, la ciccionata poteva avere inizio.
 

Il Dante - Scabecciu

Il Dante – Scabecciu

 

Il ristorante “Il Dante” è caratterizzato da una ambientazione che potremmo definire di accennata ma non conclusa eleganza. I tavoli si distribuiscono su tre ambienti. Il primo si trova all’esterno, direttamente sulla passeggiata coperta mentre, volendo, ci si può accomodare in un grazioso cortiletto laterale (dal quale siamo rimasti lontani causa sinzulus!) oltre ché, ovviamente, nella sala interna. Le pareti e il soffitto di quest’ultima – dominata centralmente dal moderno bancone da Bar -, giocano con le tonalità del lilla chiaro e del bianco panna. Chiara è anche la pavimentazione, mentre i tavolini e le sedie sono in stile avveniristico-minimalista. Raffinati e d’atmosfera risultano gli scaffali retroilluminati all’angolo Est. La possibile signorilità della sala, viene però nel complesso mortificata dalle ampie aperture perimetrali, che di fatto creano una sorta di continuità spaziale con l’ambiente metropolitano esterno (compresi quindi graffiti e serrande chiuse). In questo caso un generoso impiego di tendaggi divisori potrebbe risolvere brillantemente il problema, una volta risistemati gli antiestetici frigoriferi distribuiti qua e là. Da segnalare infine, la sagoma cerata del Sommo Poeta, nei pressi dell’ingresso.
 

Il Dante - Linguine

Il Dante – Linguine Cozze Arselle

 

Al contrario di quello che si potrebbe presumere, il “Dante” non offre una cucina tipica del ‘300, ma (a parte il profilo pizzeria/bisteccheria) l’impronta si delinea presto di stampo casalingo-casteddaia, principalmente espressa ai fornelli dalla suocera della titolare. Questa (la titolare), di recente rimpatrio dalla terra dei teutoni, è colei che serve in sala, che ci accoglie, che ci fa accomodare e ci erudisce sul fatto che il menù è mutevole giornalmente. Quasi ci intimorisce, infine, mettendoci in guardia sulla malsana abbondanza delle porzioni; ammonimento che si rivelerà fondato relativamente al solo primo piatto comune. Ordiniamo quindi antipasti e primi, riservandoci eventualmente l’onere di un successivo assaggio di secondi. Dalla carta dei vini, sufficientemente fornita, l’Ing.Marrocu sceglieva una (alla fine saranno due) ottima bottiglia di Vermentino di Gallura Superiore DOCG “Canayli”, della cantina Gallura”.
 

Il Dante - Gamberi

Il Dante – Gamberi arrosto

Il Dante - Calamari

Il Dante – Calamari

 

La serata extra-mandibolare dei Burricchi è stata scandita da tre condizioni e avvenimenti di rilevanza particolare.
Primo. Sa pagu classi dell’Ing.Marrocu che, a un certo punto, ha sfoderato il suo fiammante tablet sud-coreano per seguirsi in streaming la partita del giorno.
Secondo. Lo stesso Marrocu, ha intrattenuto una lunga e inconcludente conversazione con la cameriera, sulla possibilità di andare a lavorare in Germania come aspirante assistente gelataio, con tanto di contatti vicendevolmente scambiati. Inconcludente perché, come ampiamente preventivato, l’ingegnere si trova ancora qui tra noi.
Infine, dobbiamo segnalare la presenza in sala di una minuta e austera (e probabilmente oriunda, dall’accento) Beatrice che, dapprima osservandoci insistentemente durante il nostro vagare, ci ha poi raggiunto con un: «io non mi sbaglio, voi siete degli intellettuali (ci ha proprio cassati in pieno, ndr.!)». Da qui una sequenza ininterrotta di surreali scambi di battute, a cavallo tra frasi solenni e attribuzione di giudizi «Lui (il Raschione, ndr.) sta sempre zitto, ma ci sta studiando», di racconti inverosimili, lezioni di vita e di rimproveri, che ci hanno impegnato in una interazione continua con l’anziana Signora (in particolare l’Ing.Marrocu), fino a vederla accomodarsi al nostro tavolo e infine sentirci chiedere di accompagnarla a casa!
 

Il Dante - Macedonia di fragole

Macedonia di fragole

Il Dante – Millefoglie

 

Per tornare alla cronaca culinaria, gli antipasti sono partiti con una abbondante zuppa di cozze e arselle con pomodoro fresco e peperoncino, seguita poi da una esigua porzione (tanto da scatenare una controversia sulla divisione della polpa) di gattuccio di mare a scabecciu, patate fritte, focaccia con pecorino fuso e focaccia con olio d’oliva e origano.
Mediamente, possiamo giudicare la qualità dei piatti discreta ma non particolarmente esaltante, in termini di gusto e di presentazione.
 

Il Dante - Jesus & Dante

Il Dante – Jesus & Dante

 


Buone invece le linguine in rosso, con pomodori cozze e arselle, come già accennato distribuite in quantità sesquipedale.
Dopo un intermezzo con pinzimonio di verdure (immancabile la lezione della Signora sulle qualità anti-ossidanti dei pomodori) arrivavano – intanto, precedentemente ordinati – i secondi: gamberi arrosto con condimento di radicchio, pomodoro, prezzemolo e limone, e calamari arrosto.
Infine i dolci: millefoglie con crema al limone e miele per il Raschione, macedonia di fragole e limone per il Marrocu. Sorbetto (forse) per Jesus.
La cena si concludeva quindi con due semplici caffè. Costo complessivo 40 euro cadauno (determinati principalmente da un sensibile sovraccarico sul vino), da giudicarsi un 15% eccessivo rispetto al giusto dovuto, in funzione della ambientazione e della  qualità generale di cucina e servizio.

 



Punto di forza de “Il Dante” è senza dubbio l’atmosfera rilassata e familiare, che consente di passare delle serate all’insegna della piacevolezza informale. La cucina ha avuto qualche spunto positivo, ma a nostro avviso non supera comunque la soglia per conquistare l’ambito adesivo. Due burricchi.
 


VALUTAZIONE “Il Dante”: Due Burricchi.
Ristorante Il Dante Indirizzo: Via S.Alenixedda 111, Cagliari
Telefono: 07043261    [mostra in google maps]
 

 

A l’alta burriccata qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio a quelle,
sì come la volta che mi scavò la fossa,

il piatto crudo di cozze e arselle.

che l’Iddio ci perdoni.


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mar 23 2013

Ranch steak house – Sinnai

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ranch steak house - Interno

Ranch steak house – Interno

 


Tanto greve mi fu questa carne, che inconsapevole vestì il mio pensiero, che caritatevole raccolse la mia essenza, che severa edificò le prigioni della mia anima.

Tanto ingrato fu il mio sangue, che timoroso cercò in me rifugio, che austero navigò la mia vita, che ribelle cercò di fuggirmi via.

E ora che la vedo lì sul piatto, disinvoltamente placida, smembrata e ferita, lacerata e scomposta, incisa e arsa da fiamme che mai arrivò a sentire, mi chiedo se questa sia ancora la mia, e non il povero banchetto di un burriccu qualunque.
 

Ranch steak house - Rosticini di pecora

Ranch steak house – Rosticini di pecora

 

Sette furono i burricchi, invitati all’ultimo “povero” banchetto del Donkey Challenge, in quel di Sinnai un tiepido Venerdì di Quaresima.
Organicamente disposti su una tavola oblunga, i commensali ammirano e dileggiano il loro Jesus, benedicente al centro. Fortunatamente non sono in tredici, altrimenti avrebbero avuto l’onere di eleggere un traditore d’ordinanza, che sarebbe stato schernito, schironato e cotto al termine della cena, qualora le provvigioni del ristorante “Ranch steak house” non fossero state in linea con le esigenze della loro stessa linea, ovverosia esigenze di ablazione e rimozione mentale.
 

Ranch steak house - Rosticini di maiale

Ranch steak house – Rosticini di maiale

 

Non parlerò della specifica composizione della tavolata, giusto per non disattendere eventuali esigenze di intrallazzo a cui taluni Triumviri ufficiali oggi assenti (non parlo di Jesus, né del Raschione Ettore) ci hanno abituato, e solo brevemente accennerò al come i tre minuti di ritardo di due prestigiosi e puntualissimi burricchi, siano stati cagionati da una difettosa interpretazione degli indirizzi senza civico, da parte di un tecnologico GPS integrato nel Nokia Pureview di Jesus («Il tuo navigatore dice più cazzate del Burriccu Taras»). Penserà il Raschione, ad articolare i doverosi insulti del caso; sottolineo solamente che, per effetto di un ulteriore e increscioso ritardo di una coppia (laica, speriamo) di commensali, non prima delle 21.10, il gruppo asinino ha potuto varcare la soglia del ristorante.
 

Ranch steak house - Antipasti di carne

Ranch steak house – Antipasti di carne

 

Ad una prima osservazione, il “Ranch steak house” si propone come un locale luminoso, ordinato ed asetticamente elegante, in contrapposizione all’idea che potremmo avere di una spartana bisteccheria, come una nostra atavica traduzione archetipica ci imporrebbe. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette lateralmente nell’ampia sala da pranzo, caratterizzata da pareti dalle tonalità ocra pallido, terminanti una contro-soffittatura color latte dalle belle linee moderne. Buona parte della muratura, inoltre, è dominata da piccoli mattoncini orizzontali in pietra, occasionalmente interrotti da sagome bronzee, stilizzate sui temi della natura. L’arredamento è rustico ed essenziale mentre, come nostro solito, giudichiamo inopportuna la presenza di un vistoso televisore LCD sul fondo della sala. Per lo meno, in questa occasione, la TV risultava opportunamente silenziata.
 

Ranch steak house - Trofie e tortellini

Ranch steak house – Trofie e tortellini

 

l servizio in sala è affidato a due giovani camerieri, e alla empatica professionalità del titolare che, con fattezze e prorompenza da sportivo (praticamente il sosia di Dejan Stanković) intrattiene gli ospiti, suggerisce i percorsi culinari da intraprendere e, con abile maestria da macellaio, taglia e serve la carne direttamente ai tavoli.
In effetti tale maestria non appare casuale, dato che l’arte della macelleria è di casa in questa steak house, a differenza della celerità del servizio che, nonostante un locale praticamente semi-vuoto, si è dimostrato di una lentezza traumatica – in particolar modo nell’attesa dei primi piatti e dei caffè – tanto da farci concludere la cena dopo oltre tre ore di permanenza, per la gioia di uno dei commensali, che la mattina dopo avrebbe dovuto alzarsi alle sei (per non citarlo, il Burriccu Sollai). Beh, che dire … cazzi suoi…
 

Ranch steak house - Burriccu alla piastra

Ranch steak house – Burriccu alla piastra

 

Il menù è quasi interamente basato sulle carni e suoi formaggi, eccezion fatta per i “primi del giorno” che lo stesso titolare evita comunque di consigliare, non essendo la loro specialità. Ottimamente fornita la cantina, ma la cernita del vino viene affidata alla competenza dello chef (tanto per non citarlo) Taras che, in fase di formalizzazione della comanda, punta silenziosamente il dito verso il tavolo vicino. Trattavasi di un ottimo carignano IGT Isola dei Nuraghi “Misa” 2008, delle tenute di Carlo Pili, servito però un po’ troppo caldo e con un fastidioso difetto di depositi sul fondo. In effetti questa è una caratteristica  strutturale dell’etichetta, ma un attento sommelier avrebbe istruito le doverose ed efficaci contromisure da apportare.
 

Ranch steak house - Parasangue di cavallo

Ranch steak house – Parasangue di cavallo

 

Ineccepibile la qualità delle carni, goduriosamente manifestatesi in tutte le sfumature più o meno tradizionali. Iniziamo col degustare dei fantastici rosticini di pecora all’abruzzese, su un letto di pane carasau con funzione di leccarda post cottura, licenziosamente sbranata una volta ingurgitata l’ultima briciola di carne.
Seguivano inoltre: ottimi spiedini di maiale accompagnati da una salsina messicana ai peperoni;  goulash di carne di cavallo, impiattato in una tortilla su una base di rucola fresca; eccellente (almeno per Jesus) accostamento di prosciutto crudo su base di pecorino fuso, impreziosito da miele tartufato.
Lo chef Taras, inoltre, chiedeva espressamente di assaggiare una tartare di manzo cruda, che dapprima arrivava al nostro tavolo su una base di mozzarella (la cui qualità era discutibile se comparata a quella dell’ingrediente primario), rucola e riduzione di aceto balsamico, per poi – su ulteriore richiesta di semplificazione -, venire derubricata in semplice carne e rucola.
 

Ranch steak house - Fiorentina alla piastra

Ranch steak house – Fiorentina alla piastra

 

Abbiamo già parlato della lentezza con cui sono stati prodotti i primi piatti. Non sappiamo bene cosa sia accaduto in cucina ma di certo, per una disarmonia termica della pasta, dobbiamo ipotizzare che alcune porzioni siano state riscaldate post-cottura, oppure impiattate in modo superficiale.
Ad ogni modo trattavasi di trofie prosciutto crudo e porcini, il cui condimento risultava comunque piuttosto gustoso a merito della indiscutibile qualità dei funghi, e di tortellini al burro e tartufo, molto meno brillanti delle compagne di piatto.
Proseguiva quindi la contrattazione sulle pietanze (ovviamente di carne) che sarebbero seguite come “secondi”. Escluso il pur bramato “sottopancia”, per un onestamente auto-denunciato problema di qualità nei residuati della dispensa, il titolare ci proponeva un trittico di tre differenti tipologia di carne.
 

Ranch steak house - Formaggi assortiti

Ranch steak house – Formaggi assortiti

 

La prima, confessiamo, è un assaggio di asino alla piastra, che abbiamo avuto modo di cannibalizzare a cuor leggero, anche perché magistralmente aromatizzato con pomodoro secco, prezzemolo e aglio, mentre ci sono risultati meno apprezzabili il gusto e la cottura del proposto parasangue di cavallo (comunque buono). Concludeva il trittico una sontuosa bistecca fiorentina di manzo che, come d’abitudine per il “Ranch”, è stata sezionata di fronte ai burricchi, e cotta direttamente sulla piastra al tavolo.
Non parendo oggettivamente interessante la proposta dell’unico dolce disponibile, lo chef Taras suggeriva di procedere con una degustazione di formaggi. In effetti l’assortimento di caprino, pecorino fresco e pecorino semi stagionato, accompagnato da confetture di fichi e di pera, è risultato piuttosto gradevole, almeno per i due terzi dei prodotti inclusi.
Dopo ulteriori attese, concludevamo la serata con dei caffè, con una sprite (marchio di fabbrica del Burriccu Sollai) e con una serie di rum Ron Zacapa 23YO. Costo totale della cena 42€ cadauno, abbastanza in linea con «tottu cussu ca ci seus pappau e buffau».

Volendo giudicare il “Ranch steak house” per la propria natura di bisteccheria e per le proprie eccellenze, la votazione sarebbe di assoluto valore. Il servizio lentissimo e non sempre attento, la qualità dei primi piatti e l’assenza di una vera carta dei dessert però, ridimensionano inevitabilmente il merito iniziale. Sono stato fino all’ultimo in dubbio se assegnare o meno un terzo burriccu, che formalmente dà la nostra benedizione a un locale.
Beh, considerando che personalmente mi vien voglia di tornarci solo per mangiare gli spiedini di pecora, e avendo considerato tutti i giudizi negativi dei miei commensali – sapendo che questi se ne lamenteranno -, alla fine non ho avuto dubbi: tre burricchi, meno meno meno.

 

VALUTAZIONE “Ranch steak house”: Tre Burricchi.
Ristorante Ranch steak house Indirizzo: Via Gennargentu 15, Sinnai
Telefono: 3933607182 [mostra in google maps]

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mag 2 2011

Ristorante La Barrique – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

La Barrique – Ing. Marrocu

 

Con la disforica e plumbea immagine dello stimabile Ing.Marrocu, interprete di recenti impagabili gag auto-umoristiche che narreremo piu’ innanzi, iniziamo la recensione dell’ultima ciccionata by-night, organizzata in occasione della festa del primo Maggio. Protagonisti della ebbra serata di non lavoro, in onore dei festeggiati lavoratori – ivi noi compresi, almeno come presunti tali – i Triumviri ufficiali et in arme: Jesus, il Raschione Ettore ed, appunto, il lodevole Ingegnere. Lodevole perché, a differenza di altri due personaggi storici che orbitano – o, se si vuole, che gravitano – attorno al luminescente misticismo del rituale àinino, formalmente invitati per il nobile evento, non ha accampato ridicole scuse di sorta per evitarsi l’ultima spesa del fine settimana. Censura quindi, per essere chiari, nei confronti del Burriccu Pg («Grazie per l’invito ma per oggi cibo non ne voglio più vedere», ah ah ah!) e per il Dottor Melis («No, quattro (???) ciccionate in un Week-End sono troppe!»). Insanabili susunki!

La Barrique - Bruschette

La Barrique – Bruschette


Altrettante sentite lodi, inoltre, nei confronti del ristorante che, per questa insperata serata di giubilo, offre rifugio ai navigati senatori: “La Barrique” (in francese “la botte”), sita sulla pittoresca salita della Via San Lucifero, nel cuore della Cagliari vecchia. Cagliari che, purtroppo, una volta di più ci delude; in una giornata che si respira con un allegro sottofondo di festa, riesce ad offrire ai numerosi turisti, che essa stessa vorrebbe attrarre per sedicente vocazione, solamente pochi monumenti e, ahimè, ristoranti aperti. Fa notizia e rende onore dunque, a “La Barrique” l’aver accolto, con ospitalità e gentilezza, i tre affamati avventori, i quali han faticato non poco prima di scovare un locale aperto di domenica sera. Inspiegabile e riprovevole!

La Barrique – Involtini Panada Quiche


Il ristorante si affaccia, nel lento scorrere urbano della Via San Lucifero, con un ingresso del tutto anonimo: un’unica lanterna poco illuminata e un portone ad arco indicano ai passanti la presenza del locale. Occorre citofonare, quasi si trattasse di un club privato. Questo può essere indice di due diversi fattori. Il primo è che possa trattarsi effettivamente di un club privato; il secondo è che la qualità della cucina rende superflua ogni appariscente manifestazione pubblicitaria.
Varchiamo l’uscio, accolti dall’unica cameriera presente nel ristorante, una ragazza molto gentile e premurosa, ma dal piglio professionale decisamente poco sicuro.

La Barrique – Polpette di pasta e uvetta


Particolare strutturale del ristorante, è l’essere caratterizzato da un unica grande sala, dalle pareti con archi in pietra e dall’altissima volta, successivamente articolata in una serie di soppalchi progressivi in legno – sala Barrique, sala Pupitre e cucina – verticalmente innalzati per mezzo di travi e putrelle, notate e rendicontate in maniera approssimativa dallo “strutturista” Ing.Marrocu, tanto da subire osservazioni poco lusinghiere e lusinghevoli dal dilettante “manorba” Raschione Ettore.
L’effetto complessivo, completato con mobilie povere, drappeggi vermigli, quadri in stile non pienamente univoco e coerente, cenge murarie e bottiglie in bella vista, è quello di dare all’ambiente un’impronta tra il familiare e il raffinato.

La Barrique – Ravioli al pecorino


Prima di accomodarci al tavolo, registriamo il primo exploit empatico dell’ottimo Marrocu che, dopo aver incidentalmente imboccato la strada che portava al soppalco-cucine, si proponeva come aspirante aiuto cuoco, forse attirato dalla remota possibilità di venir affiancato ad affabili lap-dancer russe, citate nei divertenti racconti della simpatica proprietaria.
Ordiniamo subito il vino che ci accompagnerà per tutta la cena: un ottimo vino bianco Nuragus del 2009, che verrà per un quarto assimilato dalla Lacoste nera e dai pantaloni dello stesso Ingegner Marrocu, per mezzo di un razionalmente inconsulto atto di onanismo freudiano; pirandelliano e non comico intermezzo per commensali e per i  pochi avventori che, cristianamente e compostamente, gli evitano la pubblica derisione.

La Barrique - Filetto di tonno

La Barrique – Filetto di tonno burriccu-morfo


La cena inizia con un assaggio di ottimi e non convenzionali antipasti: terrina di pecorino fuso e bruschette al pomodoro, panada di melanzane, involtino di melanzane con crema di formaggio e riso, quiche con pomodorini freschi. Entrée giustamente proporzionate e, soprattutto, squisite!
Per quanto riguarda i primi, i tre donkeys si facevano sedurre dagli altisonanti piatti del giorno: spettacolari polpette (non sappiamo perché nominate “gnocchi”) di pasta, ricotta noci e uvetta, condite con crema di burro e salvia (per Jesus ed il Raschione), inarrivabili ravioli al pecorino e ragu bianco per l’Ing. Marrocu. A dir poco eccellenti, oltre che ottimamente e scenograficamente ben presentati, nella loro semplicità.

La Barrique – Cappello del prete


Secondo piatto comune per tutti e tre i burricchi, a parte un richiesto difetto di condimento per Jesus: filetto di tonno fresco condito con pomodorini freschi e (questo non per Jesus) pesto alla genovese, ornato da due ben evidenti foglie di radicchio che conferivano alla portata un aspetto spiccatamente e sorprendentemente burriccu-morfo. Profetico!
La cena terminava con il dolce d’eccellenza della casa: il “cappello del prete”, un tortino ripieno al cioccolato fuso e ornato con panna e polvere di cacao.
Degnissimi di nota anche gli amari: grappa per Jesus e, soprattutto, un encomiabile liquore alla liquirizia per Marrocu e Raschione, fatto in casa e dalla consistenza prossima a quella del petrolio non raffinato. Sublime! Costo finale della cena 35 € cadauno, da giudicarsi adeguato rispetto alla qualità di quanto propostoci.

Il Ristorante “La Barrique” merita, per quanto scritto, più di un elogio: cucina di alta scuola, ambientazione d’atmosfera, gentilezza ed empatia del personale, disponibilità. Meno bene la qualità del servizio, a tratti approssimativa (es. nel servirci il vino). Non per questo possiamo negare l’onore del terzo ricercato burriccu.

VALUTAZIONE “La Barrique”: Tre Burricchi.
Ristorante La Barrique Indirizzo: Via San Lucifero 17, Cagliari
Telefono: 070658969  [mostra in google maps]

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