Hotel Ristorante Su Gologone – Oliena
Fonte della vita. Bevo la tua memoria. Brindo alla tua memoria; assaporo ogni istante che ho passato ad aspettarti, richiamo alla mente ogni minuto speso ad immaginare la nostra fine; gioisco e mi stupisco, nel tuo vortice di purezza, della tua essenza limitata e senza confini, del tuo tempo mutevole ad ogni spazio.
Sento la tua inerzia, muta e fragorosa; seppellisco la parte di me che non riesce ad ascoltarti, che non sa fermarsi per riposare, che non governa i suoi porci e le sue iene, che una cosa o l’altra risolve e dimentica, senza affondarla nel tuo oblio.
L’agnello sgozzato riposa sull’altare, il suo sangue ormai ha bagnato i nostri piedi. Ora resta a te purificare questo nostro rito, e permetterci, dopo la morte, di vivere ancora una volta. Tanto per non cugurrare e cugurrarvi!
Bene, a distanza di due mesi abbiamo detto abbastanza. Siamo talmente indietro con il nostro dovere, che l’Ing.Marrocu in questo istante starà probabilmente correndo con il suo CX Gilera capelli al vento. Non perderò tempo quindi nel raccontarvi i dettagli e i retroscena dell’evento. Giusto qualche riferimento temporale e geospaziale. Ferragosto, giornate non troppo afose, soprattutto con la climatizzazione settata al limite della sofferenza. Oliena, Terra di troiani in fuga, Terra di Barbagia. Non lontano dal Paese la sorgente carsica de “Su Gologone”, misteriosa e solenne. Poco distante, il Ristorante / Hotel che porta il suo nome.
Quivi, il Raschione Ettore, non domo – finanche in ferie – di tessere le sue trame pubblico-relazionali, organizza una estemporanea ciccionata per maestosamente celebrare il respiro del Supramonte.
Ospiti e celebranti la rituale gozzoviglia, lo stesso Raschione, Jesus, la Donna del Presidente e un nutrito e variopinto gruppo di fan, per un totale di otto persone (e altrettanti coperti).
In primis, il punto di congiunzione tra i Burricchi e il resto della comitiva era (Omissis), accompagnata dalla fanatica del fitness (Omissis), con consorte, oltre ché da una seconda coppia di amici. Anticipiamo subito che, per ragione di memoria e di bolscevica condivisione dei beni, non particolareggeremo l’associazione degli ordini. Gli Omissis mi sono stati imposti in sede di revisione censoria dell’articolo, per questioni legate all’invasione aliena e alle profezie Maya sugli sticazzi.
Tralasciando la incantevole cornice naturale nella quale si trovano collocati, il Ristorante e l’Hotel “Su Gologone”, sono splendidi. L’Hotel è strutturato come una sorta di pittoresco e colorato villaggio barbaricino, adagiato su una collina che s’affaccia sul Supramonte. Ogni angolo e anfratto del villaggio è curato nei minimi dettagli, seguendo una linea a cavallo tra il raffinato e il gusto tradizionale sardo. Gli spazi comuni sono di per sé notevoli: salotti all’aperto, che mescolano eleganza e asprezza della natura, disimpegni che si trasformano in musei della tradizione indigena. Superato uno di questi spazi, raggiungiamo la sala ristorante, che per la stagione Estiva si declina in una terrazza coperta, con vista sulla Piscina.
La comitiva si accomoda in un tavolo all’angolo Sud della terrazza, non proprio vicino al parapetto “Vip” che dà sulla piscina. Piuttosto, inizia subito una tragica competizione per la sopravvivenza, tra commensali imbaschiti, e chi, come Jesus, capitava collocato al perigeo di un vistoso ventilatore da soffitto, caratterizzato da una potenza non dissimile a quella di un Cessna turboelica. Da un ristorante di livello, ci saremo aspettati almeno un motore a due velocità! Risultato: freddo al pancino e questo brutto mal di pancia tutta la notte.
Ad ogni modo, dopo esserci fatti erudire dal personale (attento e professionale) in merito a costumanze e menù del ristorante, ciascuno degli astanti palesava la propria scelta e articolava la sua cena secondo esigenze e motivazioni differentemente particolareggiate.
Riguardo l’aspetto puramente culinario, la cucina testata a “Su Gologone” è senz’altro di qualità, ma a nostro parere fin troppo tradizionale, senza alcuna ricercata variante sul tema di base. Tra l’altro, il menù in sé non ci è sembrato del tutto adatto per la calda stagione estiva.
Tradizionale anche la carta dei vini, dalla quale “estraiamo” una fornitura a profusione di classico “Nepente” DOC della Cantina di Oliena, e due bottiglie di Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente”, della Cantina di Santadi.
Iniziamo dagli antipasti. Venivano distribuiti, tra i vari commensali: antipasto barbaricino composto da prosciutto salsiccia e olive; crocchette di patate; flan di pecorino in bagno di sugo di pomodoro, con decoro di basilico; crema di pecorino; verdure fritte pastellate; funghi cotti in padella con condimento di prezzemolo; buonissima cordula (treccia) di agnello.
Numerosi anche i primi: orecchiette “alle erbette” e olio d’oliva; tradizionali maloreddus al sugo di carne e pecorino; orecchiette ai pomodori, melanzane e basilico; ravioli di ricotta alla crema di pecorino e finocchietto selvatico; pani frattau con pecorino fuso e finocchietto; ravioli al sugo con polpette di bue; minestrone di verdure barbaricino.
I secondi: pomodori con formaggio frue (formaggio fresco acidulo); stufato di maiale; carne capretto in umido; pane carasau con pecorino fuso su letto di lattuga.
Infine i dolci: assortimento di dolci al cucchiaio assortiti; tiramisù; cruditè di frutta e dolcetti sardi classici.
Costo complessivo: 46,50 cadauno, da giudicarsi un 15% eccessivi rispetto al giusto dovuto.
Ambientazione splendida, cucina tradizionale e tradizionalista, anche se non troppo elaborata. Il Ristorante “Su Gologone” è comunque una destinazione irrinunciabile per ogni turista che si trovasse nella zona. Tre burricchi con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “Su Gologone”: Tre Burricchi con menzione speciale. | |||
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Hotel Ristorante Su Gologone |
Indirizzo: Loc. Su Gologone, Oliena Telefono: 0784287512 [mostra in google maps] |
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