lug
24
2013
Caminetto – Interno
Capita di trovarsi un giorno, più casualmente che con certezza, indeterminazione che coscienza, in strade che percorrere non avremmo immaginato il giorno prima; spiagge e orizzonti ammirare, che un tempo avevamo divisato di raggiungere, ma che ora ci appaiono un temporaneo e indesiderato intermezzo tra noi e un nostro agognato ritorno a casa. E la sua amata casa Jesus un giorno divisava di riconquistare, in una calda mattinata di lavoro, soffocata da sa basca che fino ad allora l’aveva accompagnato nel viaggio e nella sosta istituzionale, in quel di Nuraxinieddu, nei pressi di Oristano.
Caminetto – Antipasti al buffet
Dunque arrivò, in quel dì di metà Luglio, l’ora del temporaneo congedo, in coincidenza dello Zenit del sole sopra la mia testa, e sopra le teste delle mie colleghe, giust’appena salvaguardate dalla rigida capotte di una utilitaria Renault, per nostra fortuna recentemente rinnovata in ordine all’ormai indispensabile impianto di climatizzazione.
Necessità volle, a quell’ora del primo pomeriggio, di sostenere alimentarmente il nostro motore energetico, tanto da rendere necessario investire lo stesso Jesus dell’onere di ricercare un luogo, nelle immediate vicinanze, adatto al naturale rifornimento. Furbescamente Jesus delegava tale incombenza al proprio navigatore, integrato sul Pureview da 41 Megapixel, che sì aveva il suo bel dire in fatto di fotocamera, ma come cellulare in sé incespicava da tanti punti di vista.
Caminetto – Scabecciu
Caminetto – Moscardini
Fatto sta che, anche in funzione di un non ottimale sistema di cartellonistica verticale nella zona, anziché venire condotti presso un ittiturismo in riva allo stagno, come inizialmente avevano sperato, i tre colleghi (non parliamo qui del Triumvirato ma di una strana conventicola guidata dal reduce Jesus) si ritrovavano presto fagocitati dal centro cittadino di Cabras, in fronte al ristorante “Il Caminetto”.
Caminetto – Insalata
Il Ristorante si trova inserito in una anonima palazzina, nella centrale Via Battisti, a pochi passi da due delle chiese principali della città, una delle quali, presumibilmente (pagu gana di approfondire!) è quella di Maria Vergine Assunta, che citiamo perché i nostri lettori cerexini potranno ritrovarla, almeno trasposta nella assonanza, in quel del loro Paese. Detto questo, il locale è al suo interno piuttosto carino. Superato un breve vestibolo di ingresso, in cui è presente la cassa – dotata di POS, particolare che in quel contingente contesto ci ha consentito di non restare digiuni – ci si immette nella sala principale che, aggirato il piccolo caminetto in muratura e pietra calcarea, si estende più avanti verso altri spazi. Le pareti sono di color paglierino mentre, i bei candelabri a goccia e le sedie in legno e tessuto blu danno un tono di sobria eleganza all’ambiente.
Caminetto – Fregola
Il personale è abbastanza numeroso, gentile e preparato, anche se durante il nostro pranzo si è perso in qualche dettaglio come nella mescita del vino – un pur ottimo e indigeno IGT di Tharros, Karmis della cantina “Contini”, scelto da Jesus in versione 375 cl – mai accomodato in un giusto supporto refrigerante. Dobbiamo dire che, a parte la carta dei vini, il menù non si offre all’avventore, in maniera netta e totalizzante, con sapori e caratteristiche proprie della penisola del Sinis, tanto che non notiamo particolari differenze con quello che avremmo mangiato in un ristorante del cagliaritano.
Caminetto – Ravioli
Dal menù, Jesus e L. sceglievano quindi un assaggio di antipasti in due che, per questioni di allergie, P. non avrebbe ahimè mai potuto digerire. Gli antipasti “al buffet” – se la non presente memoria del Raschione non ci inganna -, si articolavano in: insalata di polpo, cozze gratinate, salmone affumicato, burrida, moscardini in umido e scabecciu di (verosimilmente) dentice. Nonostante apparentemente siano stati usati ingredienti di buona qualità, il nostro giudizio si deve purtroppo fermare alla indeterminatezza dei sapori: anonimi! P. lamentava inoltre, al di là della bella presentazione, una insalata mista di bassa appetibilità, con riferimento particolare al gusto dei pomodori.
Caminetto – Dolcetti
Il Canovaccio si ripropone con i ravioli al sugo di P. e la fregola con arselle e pomodori scelta da Jesus e L.: molto positivo il sapore delle arselle, in luogo di un gusto inesistente della fregola in sé.
Le note positive arrivano invece quando non ci avremmo sperato. Avendo evitato di ordinare i dessert (per la non appetibilità dell’offerta), questi ci vengono comunque consegnati in forma di omaggio al momento di richiedere i caffè. Sia i dolcetti mignon, che i caffè stessi si dimostrano di tutto rispetto e soddisfazione.
Costo complessivo del pranzo, circa 19€ cadauno, da considerarsi adeguati, e sicuramente al di sotto degli standard del Donkey Challenge.
Il Ristorante “Il Caminetto” si presenta all’avventore con una ambientazione gradevole e un servizio sufficientemente adeguato. Non ci hanno pienamente soddisfatto, invero, il menù, parimenti alla sua espressione pratica da parte della cucina che, nelle nostre speranzose attese, avrebbe dovuto conquistarci facendoci provare i veri sapori di quel meraviglioso territorio. Un burriccu.
3 commenti | tags: antipasti, arselle, burrida, cabras, caffè, capotte, carote, commenti, conto, costo, cozze gratinate, dentice, dessert, dolcetti sardi, fregola, giudizi, ice, il caminetto, indirizzo, insalata, mappa, mare, megapixel, menù, moscardini in umido, opinioni, orizzonti, pesce, polpo, pomodori, pomodoro, prezzemolo, prezzo, primi piatti, qualità, ravioli, razza, recensione, ristorante, salmone affumicato, scabecciu, sinis, sosta, stagno, sugo, telefono, Valutazione, vongole, zenit
set
26
2011
L’esordio non comune di uno splendido piatto di foglie di bottarga, scenograficamente accomodate su una raffinata ceramica bordata d’azzurro mare, introduce, per i nostri appassionati e recidivi lettori, l’esperienza culinaria di questa settimana.
L’anomalo accomodamento topologico, della rappresentazione idiografico/digitale alla pre-introdotta succitata prelibatezza, è indice e sublimazione, nella entropica distribuzione delle ebbre sinapsi presidenziali, di una corrispondente anomalia logistica che ha interessato, malgrado le perplessità ripetutamente espresse da Jesus, la scelta della dislocazione odierna.
Perplessità legata non tanto alla qualità del ristorante – che per ragioni toponomastico/ affettive non potrebbe mai essere a Jesus inviso – ma piuttosto per la pleonastica replica di una esperienza alimentare estiva, avvenuta in abiti borghesi e senza le gloriose orecchie asinine, elemento fondamentale dell’uniforme ufficiale da Triumviro.
Esperienza che, nonostante le buone impressioni allora ricevute, non era di sufficiente stimolo per una sortita notturna di tale proporzioni, nata per l’eccessiva accondiscendenza del Raschione Ettore nei confronti di un capriccio ripetuto e molesto dell’Ingegner Marrocu, che intendeva così sbafare un alloggio gratuito nel vettore di ritorno. OMISSIS !!!
Da Barbara – Antipasti di mare
Elemento invero positivo della serata, la estemporanea e gradita presenza di una figura sempre più spesso amabilmente dipinta entro la cornice barocca di questo blog. Trattasi dello stimato Ing. V.O., nuovamente ospite della scuola pittorica di Jesus, per effetto stavolta non di una rinnovata assistenza meccanica alla 150 cv imperiale, ma come parziale rimborso per un promesso e non consumato accordo di libera muratorìa.
Non trattasi ovviamente di questioni legate al grand’Oriente cagliaritano, ma di più pittoresche allegorie delle veraci maestranze edìli locali.
Da Barbara – Spaghetti al granchione
Ristorante “Da Barbara” quindi, localizzato poco fuori della località marittimo/balneare di Solanas, frazione del comune di Sinnai, da non confondere con la meno nota appendice urbana della cittadina lacustre di Cabras, in provincia di Oristano.
Il locale si dispone giusto lungo la celeberrima e panoramica litoranea per Villasimius, ed esternamente si presenta come un poco più che anonimo centro di ristoro on the road. La sala interna appare invece ben più accattivante, con moderni arredi color panna chiaro, luci ben dosate, tavoli – con tovaglie in raso -, densamente distribuiti (forse troppo) per coprire e sfruttare ogni utile metro quadro.
Da Barbara – Fregola con le arselle
Numeroso e piuttosto preparato il personale in sala: alcuni giovani camerieri, supportati da una gentile e sempre sorridente signora (Barbara?) oltre ché da un più tenebroso ed accigliato signore di mezza età.
Inevitabile la proposta e l’acquiescenza in merito ad un esordio con antipasti di mare. Imperativa, ahimè, la scelta dei vini, condizionata dalla scarsità di proposte residue della cantina; proposte di fascia alta invero, suggerite da uno spigliato giovinetto sommelier: strepitoso IGT bianco Ruinas dei colli del Limbara, cantine Depperu, seguito da un più impegnativo e corposo Cerdeña di Argiolas, sempre IGT.
Da Barbara – Grigliata mista
A dispetto della vanagloriosa teatralità dell’Ing.Marrocu, prodotta durante il rituale di approvazione dei vini, dobbiamo ritenere errato l’ordine cronologico della loro presentazione. Il Cerdeña si sarebbe in effetti ben meglio sposato con il fantastico piatto di foglie di bottarga – di muggine e di tonno -, primo sacrificio offerto alla ainina alimentar bramosia. Gli antipasti che sono seguiti, compresi tra le foglie di bottarga ed una eccezionale pietanza di cozze e arselle marinate, sono però da ritenersi complessivamente non di parimenti commisurata qualità: insalata di polpo, gamberi alla catalana con pomodorini freschi, acciughe marinate, insalata di mare e tonno alla catalana.
Da Barbara – Creme caramel
I primi piatti hanno di certo determinato una svolta positiva nel procedere della cena. Superba fregola con le arselle per l’ing.Marrocu, succulenti ed opulenti spaghetti “al granchione” – capra di mare – per i rimanenti commensali, che hanno faticato non poco nel recuperare una dignitosa condizione di ordine e pulizia della tavola, momentaneamente trasmutata in campo di battaglia per cesoie e chele da combattimento. Gloriosi!
Scenografica e di buona appetibilità la grigliata mista ordinata come secondo piatto: seppiette, gamberoni, trancio di tonno arrosto e orata.
Ottimi invece i dessert: spettacolare creme caramel per l’Ing.Marrocu, tiramisù per il V.O., originale sorbetto al mirto – color vinaccia – per Jesus ed Ettore.
La cena si concludeva con un liquore al mandarino – in luogo di un deprecato “anima nera”, mediocre succedaneo della liquirizia – mirto per il V.O. e un anti-soporifero caffè per Jesus.
Costo cadauno dell’esperimento, 66 euro circa (in realtà 70+40€ per l’Ing. Marrocu, 70×2-40€ per Jesus, 68€ per il Raschione, for free per il V.O.), sicuramente ben al di sopra – al netto del prestigioso nettare – rispetto al dovuto ideale, in funzione di qualità e servizio prodotti durante la serata.
Di difficile sintesi, la rappresentazione semiotica fin qui sviluppata. Ristorante di certo ben organizzato e di ottime potenzialità in termini di cucina e di servizio, che però ha proposto alcuni piatti di certo non all’altezza di una sempre auspicabile e ricercata eccellenza. Il giudizio finale oscilla quindi tra i due – a favore per tale votazione c’è l’acredine nei confronti di una inutile scampagnata per accontentare Marrocu; contro la pressione di Ettore per un giudizio negativo, nonostante fosse stato lui a decidere insensatamente la location per accontentarlo – e i tre – a favore l’allineamento del nome verso gli appetiti sentimentali presidenziali – burricchi. In definitiva, 2.51 burricchi, misericordiosamente arrotondati a tre.
VALUTAZIONE “Da Barbara”: Tre Burricchi. |
Ristorante Da Barbara |
Indirizzo: SP 76 per Villasimius, Solanas-Sinnai
Telefono: 070750630 [mostra in google maps] |
|
– |
4 commenti | tags: acciughe marinate, antipasti di mare, argiolas, bottarga, cabras, caffè, cagliari, cantine depperu, capra di mare, cerdena, colli del limbara, commenti, conto, cozze e arselle marinate, crème caramel, cucina, da barbara, fregola con le arselle, gamberi, gamberi alla catalana, gamberoni, granchio gigante, granseola, grigliata mista, igt, insalata di mare, insalata di polpo, liquore al mandarino, mirto, muggine, opinioni, orata, oristano, pasta, pomodorini freschi, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ricetta, ristorante, ruinas, sardegna, secondi piatti, seppie, seppiette, sinnai, solanas, sorbetto al mirto, spaghetti al granchione, tiramisu, tonno, tonno alla catalana, villasimius
ago
20
2011
Trattoria del Porto – Marrocu, molo Dogana
Porto di Cagliari, ore 20.30.
Scivola via, lentamente e rumorosamente, nel frenetico tumulto della sera, una nuova, rovente giornata estiva; il luminoso abbraccio del sole di Sardegna, che annega in un ultimo gemito di sfumature vermiglie, trascinando il giorno appena trascorso nell’impero della notte, è lo spettacolo offerto alla ancestrale liturgia dei pescatori,
i quali, a quest’ora e in ogni parte del Mondo conosciuto, approntano le loro reti, in attesa di solcare – fermo biologico permettendo – quelle onde perigliose e grate, che da millenni regalano, agli inconsapevoli ma esigenti laici del mare, il piacere di tesori e delizie dal sapore eterno.
Trattoria del Porto – Interno
Molo Dogana. Persa nell’incanto di un acquerello di colori riflessi sul mare, l’irsuta sagoma dell’Ing.Marrocu scruta curiosamente gli ormeggi del porto, nel delirio di nuovi velieri e nuovi oceani da navigare. E’ grazie alla sua prosaica richiesta di anticipare l’orario della ciccionata serale odierna – che congiunturalmente coincide con il tramontar del sole – per impegni di lavoro la mattina successiva, che possiamo e potete apprezzare un tale scorcio di impagabile bellezza e atmosfera, assaporando vette di inarrivabile poesia:
«Ehi, scusa, di quanti metri è il natante?»
«Sono trentotto piedi.»
«Sticazzi!»
Trattoria del Porto – Antipasti
Giusto in fronte agli approdi di velieri e yacht più o meno di lusso, sulla spaziosa banchina del molo “Dogana”, si affaccia la Trattoria del Porto, a cui si accede dopo un breve inerpicarsi su uno scivolo di cemento, fino ad una piccola terrazina esterna, su cui alloggiano alcuni piccoli tavoli.
La sala interna, data per scontata la maestosità della suggestiva atmosfera di contorno, presenta alcune caratteristiche esteticamente apprezzabili ed altre meno positive, che devono essere oggetto di critica. Particolarmente indovinate risultano le tonalità di pareti e drappeggi del locale, che si sposano meravigliosamente con il panorama crepuscolare disegnato sullo sfondo dell’ampia vetrata. Piuttosto inelegante è invece il bancone della caffetteria/ricevitoria, così come il disarmonico frigo delle bevande, tanto da sottrarre alle aspirazioni del ristorante, una quasi raggiunta ipotesi di raffinatezza ambientale. Le luci e la climatizzazione sono ben dosate, ed azzeccati ci appaiono i suppellettili in stile marinaresco, mentre possiamo licenziare come inopportuna, la presenza di un rumoroso televisore al plasma, in luogo di un conveniente impianto di riproduzione acustica.
Trattoria del Porto – Zuppa cozze arselle
I tre Burricchi Triumviri in formazione tipo, Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu, varcano la soglia della trattoria pochi minuti dopo l’orario stabilito all’atto della prenotazione.
La gestione del locale è di carattere prettamente familiare, e l’accoglienza ai donkey viene prodotta in una forma che azzarderei a definire “inerziale”, per effetto dell’irrinunciabile piacere che il personale provava nel godere delle ultime luci del giorno, sul terrazzino.
Appena accomodati – in un non troppo spazioso tavolino quadrato – , l’Ingegner Marrocu si lasciava rapire dal frigo delle bevande, decretando, di sua sponte, quello che sarebbe stato il vino per la serata: l’ormai a voi celeberrimo e pluridecorato, bianco Karmis IGT della valle del Tirso, servito in approccio fastidiosamente tiepido, e solo successivamente accomodato in un adeguato secchiello del ghiaccio.
Trattoria del Porto – Tagliatelle all'astice
Trattoria del Porto – arselle rucola bottarga
I burricchi concordavano quindi, con un serafico e apparentemente parecchio rilassato cameriere, il prossimo susseguirsi delle pietanze: antipastini misti di mare, assaggi di primi piatti ed eventualmente (ignorate pure il non opulento avverbio) secondi piatti e dolce. Diciamo subito che, nonostante la succitata apparente superficialità del servizio, i tempi con cui è stata condotto tutto l’incendere della cena, sono stati a dir poco impeccabili.
Gli antipasti di mare constavano in cinque differenti e gustosissime portate, non particolarmente abbondanti e fantasiose, ma di certo meritevoli di lodi per qualità e genuinità dei prodotti impiegati: ottima insalata di polpo marinato con seppie e gamberetti, buona burrida di gattuccio, sublime tonno alla catalana, eccellente insalata di seppie con sedano e noci, gustosissimi gamberi alla catalana con olio e cipolle.
Trattoria del Porto – Grigliata mista
Ciò che manca agli antipasti standard della Trattoria del Porto, sono probabilmente le classiche pietanze calde della tradizione cagliaritana, che gli ingordi burricchi hanno comunque ordinato a parte: una meravigliosa e squisita zuppa di cozze e arselle, condite in un sughetto di pomodorini freschi. Sapore dei mitili, di un ordine superiore alla norma. Buonissimi!
Il primo piatto di ciaschedun Triumviro si è articolato nell’assaggio di due diverse portate, per effetto di una convenuta salomonica decisione da parte di Jesus, che intendeva mediare tra tre distinte aspirazioni alimentari e un più pratico orientamento alla sintesi da parte della cucina. Alla fine la scelta è stata felice solo al cinquanta per cento: molto buone le tagliatelle fresche all’astice, che abbondavano del consueto condimento di pomodori freschi; assolutamente anonima e priva di sapore la composizione di arselle rucola e bottarga, che completava gli assaggi dei primi.
Trattoria del Porto – Pannacotta al caramello
Altrettanto negativamente, dobbiamo ahimè giudicare il secondo piatto assaggiato. La scenografica grigliata mista, impreziosita con funzionali spicchi di limone – all’apparenza molto invitante -, si è rivelata apprezzabile esclusivamente in considerazione degli ottimi calamari arrosto. Gamberoni, orate e tranci di pesce spada erano invero privi di qualunque gradevole sapore; le orate, probabilmente perché non cucinate “a sa casteddaia”, cioè private delle interiora prima della cottura.
Il pasto si è quindi concluso con una pannacotta al caramello fatta in casa, che l’Ing.Marrocu definiva “sublime”, e con due sorbetti al limone per Jesus e il Raschione. Due mediocri liquori alla liquirizia (in realtà anima nera, con tanto di cazziata alla cameriera da parte del Marrocu) e un caffè più mirto per Jesus, concludevano quindi le ostilità.
Costo della serata cadauno, 57 €, su cui incidono due bottiglie di Karmis, più un extra di antipasti, ma che comunque dobbiamo considerare almeno un 25% superiore rispetto al giusto dovuto.
La Trattoria del Porto è senza dubbio un locale in cui si possono ritrovare le piacevoli suggestioni delle atmosfere di mare – per questo menzione speciale -, anche se questa sua intrinseca peculiarità, a parer nostro, potrebbe essere ben meglio valorizzata. Contraddittoria l’esperienza della cucina: alcuni piatti molto positivi, altri insignificanti, mentre il servizio in sala, seppure all’apparenza piuttosto alla mano, si è rivelato – a parte qualche sbavatura – sorprendentemente puntuale ed efficace.
Infine, in favore dei nostri più parsimoniosi lettori (suggerisco al Raschione di discorrere, in sede di commento, sull’ultima performance dell’assente, burriccu Pg), costi non susunku friendly.
1 commento | tags: a sa casteddaia, anima nera, antipasti, arselle, barca a vela, bottarga, burrida di gattuccio, cabras, caffè, cagliari, calamari arrosto, caramello, cipolle, colletto, commenti, costo, gamberetti, gamberi alla catalana, gamberoni, grigliata mista, igt, indirizzo, insalata di polpo marinato, insalata di seppie, Karmis, liquore alla liquirizia, mangiare all’aperto, mappa, mare, mirto, molo dogana, noci, olio e cipolle, opinioni, orata, orate arrosto, pannacotta, pesce spada, pesci arrosto, pomodori, pomodorini freschi, porto di cagliari, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ristorante, ristorante sul mare, ristoranti cagliari, rucola, sardegna, secondi piatti, sedano, seppie, sorbetto al limone, Tagliatelle, tagliatelle all’astice, telefono, terrazza, tonno alla catalana, tramonto, trattoria del porto, valle del tirso, vino bianco, yacht, zuppa di cozze
lug
24
2011
Da Monica e Ahmed – Interno
Africa ipsa parens illa Sardiniae.
Due mari è un solo mare. Due soli è un solo sole. Divisi e uniti, distanti ma abbracciati, inconsapevolmente e silenziosamente, fin dalla origini dei tempi, nella storia. Civiltà “etterne”, che danno lustro e gloria al seme di un popolo cresciuto con l’ostinazione di se stesso, piegatosi solo alla forza e all’impazienza del proprio vento.
Da Cartagine all’Etruria, dalla Sardegna punica a quella romana, spazio c’è per ritrovare ancora, se ben le si cerca, le tracce del lontano comune passato; gli umani costumi, i profumi, le abitudini dei millenni andati di cui, violentemente e ingiustificatamente, si è persa memoria.
Da Monica e Ahmed – Polpo Gamberi Salmone
Ed ecco perché si fa largo, nel veloce incedere di tre quasi inconsci burricchi, per il centrale Corso Vittorio Emanuele in Cagliari, un’improvvisa remota reminiscenza. Una subitanea consapevolezza, che prende il posto dei più disordinati ed affamati ainini pensieri, per tralignare verso una più profonda, intensa, apodittica semenza.
Varcando la soglia del ristorante “Da Monica e Ahmed”, si ha subito l’impressione di quello che sarebbe accaduto se la storia sarda avesse preso, ventidue secoli fà, una diversa ed emozionante piega.
Il locale è espressione, già a partire dallo stesso nome – per proseguire nell’atmosfera e negli arredi – , del migliore esempio di riuscito effetto sincretico, tra la cultura e le abitudini culinarie nostrane e le atmosfere che si potrebbero vivere sull’altra sponda del mar Mediterraneo.
L’accogliente piccola sala del ristorante riesce a rivisitare la più classica architettura indigena, espressa con spesse pareti ed ampie arcate divisorie, con il felice abbandono alle più accese e solari colorazioni di stampo magrebino.
Splendidi narghilè, ricami da “mille e una notte”, stampe in tema saraceno, si accostano splendidamente a suppellettili ed arredi della tradizione locale, annichilendo nei fatti qualsiasi supposta antinomia culturale.
Da Monica e Ahmed – Seppiette Tonno Pesce spada
Ad accogliere amichevolmente gli ormai affamati – data l’ora, le 14.00 – Triumviri ufficiali in formazione tipo, Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu, è la padrona di casa del ristorante, la signora Monica, che si preoccupa anche in prima persona di servire i non numerosissimi clienti. Per dovere di cronaca e per onestà intellettuale nell’esercizio della nostra recensione, dobbiamo invero sottolineare come l’Ing.Marrocu – per l’occasione vestito con la divisa ufficiale da depositario della sicurezza e tranquillità aeroportuale – ben conosceva la signora Monica, tanto da essere da lei accolto con particolare empatia e trasporto; quest’ultima sembra essere, pur tuttavia, un’abitudine ben sperimentata del locale e, a parte alcune graziose signorine dall’accento francese, il resto degli avventori erano con tutta probabilità frequentatori abituali della sala. Questo in generale può di certo rappresentare un segnale di buon auspicio.
Pesce a scabecciu, Nero di seppia
Il cuoco del ristorante, Ahmed, è il responsabile e padrone della cucina, separata dalla sala principale da una sorta di elegante “rota degli esposti”, dal quale la signora Monica attinge le pietanze ordinate dai clienti.
A dispetto di quanto si possa pensare, nonostante le chiare origini nord-africane, la cucina di Ahmed è strettamente orientata alle specialità sarde, cagliaritane in particolare, preparate – possiamo di certo anticipare – con estrema cura e diligente ortodossia, occasionalmente declinata e valorizzata da influenze alimentari magrebine.
Dopo aver ordinato gli antipasti di mare e deciso che il vino per il pranzo sarebbe stato l’ormai a voi noto bianco Igt Karmis, delle cantine Contini di Cabras, si sono velocemente presentate, al cospetto degli speranzosi burricchi, una lunga serie di deliziose, abbondanti ed a tratti originalissime pietanze: cubetti di salmone in salsina di olio e limone con ananas e amarene, polpo marinato, gamberetti in salsa piccante ai (presumiamo) peperoni, spettacolari seppiette alla crema di yogurt, tonno alla catalana con cipolle, zucchine e olive, pesce spada con noci e carote, tradizionale pesce a scabecciu, seppiette in umido al nero di seppia. Interminabili ed eccellenti!
Da Monica e Ahmed – Linguine all'Astice
Primo piatto. Nonostante l’esperienza abbia a Jesus insegnato, quanto sia difficile la preparazione di un piatto quale le “Linguine all’astice”, e come spesso ci si ritrovi di fronte ad un semplice accenno di crostaceo ad adornare la pietanza – come la stessa signora Monica ammetteva nel citare taluni colleghi ristoratori – i Triumviri si facevano tentare dall’altisonanza della portata, rassicurati ed entusiasmati dalla presentazione a tavola, dell’intero astice che sarebbe stato utilizzato per la preparazione successiva.
Il risultato, dobbiamo dirlo, è stato formidabile: un sesquipedale vassoio di linguine, sufficienti a sfamare finanche sei commensali, abbondantemente condite da squisiti tranci di astice, chele comprese. Indiscutibilmente e non casualmente, superbe!
Da Monica e Ahmed – Dolcetti assortiti
In virtù dell’estrema abbondanza delle linguine, che potevano benissimo servire da primo e secondo piatto, i tre non se la son sentita di proseguire oltre nella loro progressione alimentare.
Sono stati quindi sufficienti tre ottimi sorbetti al limone (preparati con spumante brut), e i dolcetti offerti dalla casa per concludere degnamente il pasto.
Appendice alla conclusione, gli immancabili caffè di rito, due liquori alla liquirizia per Ettore e l’Ing.Marrocu e una grappa barricata per Jesus, servita in un pittoresco bicchiere bi-becco.
Costo complessivo del pranzo, 35€ cadauno, da giudicare finanche inferiori alla qualità e all’abbondanza di quanto mangiato.
Indiscutibilmente “Da Monica e Ahmed”, è un ristorante adatto per ogni occasione: per una cena romantica, per un incontro conviviale, per passare una serata immersi in un ambiente cordiale e dal sapore esotico lontano. Certamente, ideale e irrinunciabile per chi è abituato a mangiar bene.
8 commenti | tags: africa, amarene, ananas, antipasti, cabras, caffè, cagliari, cantine, carote, cartagine, cicerone, cipolle, commenti, contini, corso vittorio, crema di yogurt, cubetti di salmone, cucina, cucina cagliaritana, cucina sarda, da monica e ahmed, dolcetti sardi, dolci assortiti, gamberetti in salsa piccante, grappa barricata, igt, indirizzo, Karmis, Linguine all’astice, liquore alla liquirizia, mappa, narghilè, nero di seppia, noci, olio e limone, olive, opinioni, peperoni, pesce a scabecciu, pesce spada, polpo marinato, prezzo, primo piatto, qualità, recensione, ristorante, ristoranti cagliari, salsina, sardegna, secondo piatto, seppiette, seppiette in umido, sorbetto al limone, storia di sardegna, tonno alla catalana, tradizionale, vino, zucchine