apr
26
2014
New Barcavela – Interno
Notte di Primavera. Silenzio sulla baia, calmo il vento, spenta la luna. Nulla si sente altrimenti il tenue sciabordare delle onde a riva e un lontano latrare di cani; così dal tramonto, fin presso l’alba. Ratto le urla, il fuoco, lo strepitio del ferro, il terrore, l’odore del sangue e della terra umida, i pianti soffocati, le spade che trafiggono la carne e le ossa in frantumi. Di nuovo silenzio sulla baia. Nora ha dei nuovi padroni.
Giochiamo oggi tra le ultime sue rovine: discrete e bellissime, macchiate dal silenzio e dall’accidia dei secoli. Calpestiamo le strade, accarezziamo le colonne, sfioriamo la pietra nuda. Ci pentiamo di non essere stati lì, un giorno prima o il giorno dopo la battaglia.
New Barcavela – Antipasti
Pasquetta fuori porta. Dieci anni sulla s.s.195, a bordo della nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, che sciola meticolosamente tutte le sue dotazioni tecnologiche all’Ing.Marrocu, seduto al suo fianco; fintantoché non si tratti di vettura italiana, la sua approvazione è incondizionata, altrimenti avremmo dovuto sopportare circa un’ora di insulti e di pistolotti sulla bontà dell’industria teutonica e sulla inefficacia paesaggistica della assetata vegetazione sarda. Sul sedile posteriore Jesus, Donna del Presidente (DDP) e Cognata del Presidente (CDP), seguono la scena cantando a squarcia gola le canzoni dei Queen. Dopo 45′ dalla partenza, in coda, la domanda nasce da sé: «ma canduc… arribbausu??».
Verdure grigliate
Frittura gamberi calamari
Sbarcata quindi alla conquista di Nora l’allegra comitiva, avendo a disposizione circa un’ora di tempo prima di sedersi a tavola, ben felicemente si apprendeva che i tempi delle visite guidate si incastravano perfettamente con l’asinino programma. Meno positivamente veniva accolto il rapporto costo (7,5€)/durata (45′) dell’escursione, in particolar modo da parte di taluni ingegneri del gruppo, che minacciavano di rivendersi il biglietto di ingresso, per poi restare comodamente in attesa al Bar. La questione veniva ad ogni modo rapidamente superata, al presentarsi della avvenente fanciulla che ci avrebbe accompagnati e fatto da guida: «veramente, una delle escursioni più interessanti della mia vita!»
New Barcavela – Risotto maloreddus
Terminato il dovere storico-culturale, Burricchi e Signore si spostavano qualche chilometro più a Ovest, a Santa Margherita di Pula, presso l’Hotel “New Barcavela”. Lì ad attenderli, l’organizzatore dell’evento, una new entry per il Donkey Challenge: Burriccu per un giorno Agus, già in tenuta e carnagione estiva, tanto da non essere più etnicamente distinguibile rispetto alle popolazioni del corno d’Africa. Vorrei a questo proposito subito evidenziale la straordinaria simbiosi estetica tra il Burriccu Agus e l’Ing.Marrocu: una sorta di mescolanza tra Stasky & Hutch e i Blues Brothers, che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione da qualche talent scout nostrano o, meglio ancora, teutonico.
New Barcavela – Brasato di manzo
Non è invero felicissimo l’impatto estetico con l’Hotel. Immerso in una splendida pineta a pochi metri dal mare, appariva, almeno all’esterno, non perfettamente riassestato (ad esempio la piscina non era ancora stata pulita) e pronto per la prossima stagione estiva, dopo la pausa invernale. La sala da pranzo, invece, era accogliente e ben allestita: strutturalmente, la sua copertura dava l’impressione di trovarci sotto l’enorme scafo di una nave, e di vedere lunghi pennoni d’ottone cadere dall’alto. I tavoli erano imbanditi con sobria eleganza, mentre una lunga vetrata con drappi cremisi – ripresi in altri episodici particolari – separava gli astanti dalla natura circostante, così come alcuni commensali dalle loro numerose pause “sigaretta”. Il giudizio estetico complessivo sull’ambientazione, rimane quindi mediamente neutro, al netto della qualità del nome stesso dell’Hotel, che pare abbia ragioni prettamente storiche.
New Barcavela – Grigliata mista
La ciccionata si è quindi consumata entro il solco di un tipico menù prestabilito di Pasquetta, articolato in antipasti, primi, secondi e dolci con bis e richiami vari alla “all you can eat”. I piatti erano particolarmente semplici, ma preparati con ingredienti evidentemente freschi (essendo l’esordio della stagione sarebbe stato strano il contrario) e di buona soddisfazione generale. Più che positivi il servizio e i tempi della cucina, che ci hanno concesso di terminare le ostilità entro limiti ragionevoli. Non avendo potuto apprezzare il promesso aperitivo di benvenuto con stuzzichini (probabilmente per il nostro arrivo in ritardo), il nostro pranzo è esordito con una serie di piccoli antipasti leggeri e ed appaganti: fette di bresaola con rucola e grana, verdure alla griglia, crostini al pomodoro e deliziose “barchette” (panadine) al pecorino. Seguivano quindi delle ottime cozze gratinate e un buon fritto di calamari e gamberetti. Non pervenuta la promessa insalata di mare, non ci è ben chiara la ragione.
Macedonia
Colomba
Molto gustoso il bis di primi piatti, di terra e di mare: maloreddus (gnocchetti) alla campidanese (con salsiccia) e risotto alla pescatora, con cozze, arselle, gamberi e scampi. Molto meno brillante (anche per effetto della mediocre presentazione) il brasato di manzo al cannonau che è seguito, mentre resta contraddittoria la valutazione sulla grigliata mista: seppie, gamberi, tonno e pesce spada. Personalmente ritengo siano stati positivi tonno e seppie, mentre meno efficaci gamberi e pesce spada.
New Barcavela – Dolcetti sardi
Infine i dessert. Si partiva con una semplice macedonia di frutta (che Jesus non ha assaggiato) seguita da una “estrema” colomba pasquale inondata da un mare di crema al “gran marnier” e impreziosita da scorze d’arancia grattugiata. Anche qui la presentazione poteva essere decisamente migliore. Seguiva un classico assortimento di dolci sardi quali pardulas e amaretti, quindi caffè e amari d’ordinanza (mirto e limoncello). Jesus, comunque, in onore del Burriccu Sollai, concludeva il suo pasto di resurrezione con una “Sprite”!
Tutto il pranzo è stato accompagnato da due buoni vinelli della casa (bianco e rosso) e da bevande analcoliche a profusione.
Costo del menù, 45€ cadauno, che in condizioni extra-pasquali avremmo giudicato un 5/10 euro al di sopra del valore del pranzo, ma che in quel contesto possiamo ritenere congrui.
Circondato da una splendida ambientazione naturale a contorno, forse non pienamente valorizzata dalla struttura, il ristorante del “New Barcavela” è sicuramente accattivante e bene organizzato dal punto di vista del servizio. Il proposto menù di Pasquetta è stato mediamente discreto, con una cucina semplice e genuina, ma con pochi spunti veramente di rilievo. Una presentazione meglio curata dei piatti avrebbe potuto fare la differenza. Per adesso, due burricchi con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “New Barcavela”: Due Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante New Barcavela |
Indirizzo: S.S.195 Km 39.800, S.Margherita di Pula
Telefono: 0709290476 [mostra in google maps] |
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commenta | tags: amaretti, amari, antipasti, aperitivo, arselle, barchetta, bibite analcoliche, brasato, bresaola, caffè, calamari, campidanese, cannonau, colomba pasquale, costo, cozze, cozze gratinate, crema, crostini, cucina sarda, dessert, dolci, dolci sardi, frittura, frutta, gamberi, giudizi, gnocchetti, gran marnier, grana, grigliata, hotel, indirizzo, limoncello, macedonia, maloreddus, manzo, mappa, menù, mirto, new barcavela, opinioni, paladina, pardulas, pasqua, pasquetta, pecorino, pesce spada, pomodoro, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, risotto alla pescatora, ristorante, rucola, salsa, scampi, secondi piatti, seppie, stuzzichini, telefono, tonno, Valutazione, verdure grigliate, vino bianco, vino rosso
apr
13
2013
Kuvee – Interno
Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola
Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
Kuvee – Antipasti
Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
Kuvee – Lardo di pata negra
Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli: “Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
Kuvee – Tagliatelle, tortelli
Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
Kuvee – T-Bone di scottona
La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
Kuvee – Meringa
Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
Kuvee – Tiramisù
Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.
La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.
VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Kuvee wine grill |
Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari Telefono: 0706670046 [mostra in google maps]
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2 commenti | tags: alici, amari, antipasti, argentina, australia, basilico, bistecca, bisteccheria, bresaola, brut, bufala, burro, cabernet, cacao, caffè, cagliari, caramello rigido, carciofi, carne, cestinetti, cioccolato, commenti, confit, crema, cucina sarda, cuvee, dessert, dolci, enoteca, entrée, fettuccine, fiorentina, flan, flan di pecorino, foto, frutti di bosco, funghi porcini, gelato, giudizi, grill, indirizzo, invecchiato, kuvee, lardo, letto di rucola, manzo, mappa, melanzana, menù, meringa, merlot, miele, mozzarelline, Norwood, opinioni, pachino, pane carasau, pantelleria, passito, pasta, Patanegra, patate, pecorino, peperoncino, peperoni, pistacchio, polpette, pomodori, pomodorini, prezzo, primi piatti, prosecco, qualità, recensione, riduzione, ripieno, ristorante, Ron Zacapa, rosmarino, rucola, rum, Salomon estate, salvia, sardegna, sciroppo, scottona, secondo piatto, semi di sesamo, Shiraz, spumante, t-bone, tagliere, taglietelle, telefono, tiramisu, tortelli, tortelloni, tortilla, Valdobbiadene, Valutazione, vini, vino rosso, wine, zafferanom
feb
24
2013
Milestone – Interno
Quanti pochi passi percorre un cavallo al galoppo, lanciato sulla strada che porta alla cima del monte. E se tanti passi occorrono per raggiungere una pietra miliare, e poi un’altra e dopo un’altra ancora, se ogni pietra è lo scandire di una passione, perché precipitarsi così rapidamente alla meta, per assaggiare solo brevi ed impercettibili istanti di tutto questo? Capite allora perché su cuaddu (ti seduca) che è fiamma che brucia un secondo, tanto invidia al fioco lume del burriccu, che per infiniti lampi, lungo la Via vi accompagna. Prese le bisacce e sellato su molenti, i Triumviri s’incamminano lungo l’irta mulattiera. Raggiunta la collina, seduti sul bordo della strada, ora vi canteranno la loro nuova avventura.
Milestone Antipasti
Non saranno tre soli i burricchi, che per quest’ultima peripezia si arrampicheranno in quel di Castello, per portare omaggio a un nuovo e suggestivo altare della ristorazione cagliaritana.
Uno solo sarà però il menestrello che ve ne canterà racconto. Questo menestrello, solo brevemente accennerà a come nuovamente la responsabilità del componimanto sia stata a lui – nonostante la folta combriccola di musicanti – affidata. Oltretutto, in questa circostanza, non potrà contare sull’assistenza del Raschione Ettore («sono incasinato») che ha provveduto a inviare via whatsapp la vera natura dei suoi casini: un piatto di granchietti marinati e una coppa di polpa di ricci di mare accompagnata da pane carasau! Jesus quindi, per protesta, già preannuncia una sua pausa letteraria per la prossima ciccionata. Se non salterà fuori qualche autore di buona volontà, il Donkey challenge si fermerà per una settimana!
Milestone – Pettini di mare
Venerdì sera. Jesus e il Raschione, in maniera piuttosto anomala per le loro abitudini, scelgono di convergere, con differenti strumenti di locomozione, ad un medesimo punto di incontro. Passeggiando poi in quel di “Castello”, incrociano il terzo Triumviro ufficiale, l’Ing. Marrocu, che li seguirà verso la destinazione finale, il ristorante “Milestone”, nella caratteristica Via Corte d’Appello, in Cagliari. Lì di fronte, in netto anticipo rispetto all’orario stabilito, il Burriccu Sollai e lo chef Taras pazientemente aspettano l’arrivo dei loro prossimi commensali. All’appello mancavano ancora l’avvocato Pisano e il Burriccu Orione, la cui abitazione non dista più di poche decine di metri dal locale. Alle 21 esatte, ignorando i burricchi ritardatari, la comitiva varcava la soglia d’ingresso del ristorante.
Milestone – Ricotta mustia, Fainè di ceci
L’interno del “Milestone” riprende il bel tema rustico medioevale di molti locali di Castello. Articolato in vari piccoli ambienti e nicchie, intervallati da brevi dislivelli, si presenta con pareti in roccia viva, lampadari in metallo, arredi minimalisti di discreta e sobria eleganza. L’ampio vestibolo di ingresso accoglie la zona di preparazione delle pizze, mentre risultano più fuori dal contesto le ampie vetrine affacciate sulla Via, che troppo rapidamente riconducono l’impronta estetica, sotto una luce più lineare e moderna.
Presto congiuntisi ai due meno puntuali Burricchi, i membri della conventicola si accomodano in uno spazioso tavolo della sala laterale. Poco più tardi, raggiunti da maître e titolare, possono prendere visione del menù, per poi subitamente deliziarsi con uno spumante di benvenuto (rosè di Valdobbiadene), accompagnato da un pre-antipasto composto da ottime bruschette alla crema di gorgonzola e noci, con spolverata di semi di papavero.
Milestone Primi piatti
Dopo qualche tentennamento, viene scelto il vino che ci accompagnerà durante la serata: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente” della cantina “Santadi”, ottimo e rapidamente tracannato, anche se servito (l’Ing.Marrocu ha avuto occasione di segnalarlo platealmente alla cameriera durante il rituale dell’assaggio) leggermente troppo caldo rispetto alla temperatura ideale. Oltre che questo e altri difetti di tempistica nel servizio, dobbiamo registrare, durante la serata, un grave deficit di disponibilità delle toilette per un improvviso – ci è stato comunicato – problema idraulico. Nonostante la responsabilità non possa essere attribuita colpevolmente all’efficenza del ristorante, non possiamo non sottolineare il progredire del nostro malessere («tengu sa vescica cummenti una zampogna») durante l’incedere di cena e, soprattutto, delle bevande assorbite. Culmine di questa afflizione, è stata la sfida lanciata dallo chef Taras, di fronte a una “0.30″ chiara: «Scommetto che riesco a berla in meno di quattro secondi». La registrazione video-magnetica della prova verrà pubblicata a tempo debito.
Milestone – Pizza nero di seppia rucola gamberi
Oltre ai crostini di benvenuto, l’assaggio di antipasti che proponeva il menù, si concentrava su quattro portate assolutamente originali, gustose e, nel complesso, ottimamente preparate: buonissimi pettini di mare (capesante) con caviale di melanzana e crema di peperone rosso; bresaola con rucola e salsa di capino francese; tonno affumicato al pepe rosa con finocchi e spremuta di agrumi cotti al forno; eccezionale ricotta mustia scottata in padella, con fainè di ceci e rucola in salsa mediterranea. Quest’ultimo piatto ha preteso inevitabilmente un bis.
Anche i primi piatti si presentavano di ottima e originale fattura, anche se contaminati da importante gaffe culinaria. Non chiedetemi di specificare esattamente chi dei commensali abbia preso che cosa, perché ero più concentrato sulla mia vescica piuttosto che su altri futili dettagli: ottimi ravioli freschi con cuore di carciofo in crema di castagne e formaggio Asiago; fantastici spaghetti con rana pescatrice, melanzane e pomodori cherry al profumo di maggiorana; trofie al pesto di rucola e gamberi che, a una prima analisi visiva e gustativa, ci sono parsi dozzinali “argentini”. Oltre ai piatti comandati, il lungimirante e analitico Ing.Marrocu, ha preteso di testare l’ultimo primo proposto dal menù, salvo poi abbandonare temporaneamente la sala, dopo averlo appena assaggiato: eccellente zuppa del giorno di patate e carote, con crostini e condimento di formaggio caprino e caviale.
Pizza fiordilatte lardo e miele
Pizza fiordilatte cardoncello ricotta
A questo punto della cena, di comune accordo i Burricchi decidevano di evitare dei secondi “convenzionali”, per focalizzare la loro attenzione su una delle caratteristiche peculiari del “Milestone”: la pizza! Non si tratta, invero, di pizze di tradizionale fattura, che potete degustare in qualunque locale della zona. Dopo una lunga (forse ingiustificata) attesa, prima che arrivassero le birre richieste come abbeveraggio d’abbinamento, i commensali riuscivano velocemente a divorare: una ottima pizza con salsa al pomodoro, nero di seppia, gamberi, rucola, pomodori cherry e cipolline primavera; pizza con condimento di fior di latte, funghi cardoncello e ricotta mustia; sublime pizza al fior di latte, con lardo di colonnata, rucola, scaglie di pecorino e miele di corbezzolo, una delle più buone mai assaggiate in vita mia!
Milestone – Dessert
I dessert sono stata la giusta conclusione della serata: torta di ricotta, mandorle, arance; ottima panna cotta con caramellato al caffè; buonissimo tortino caldo al cioccolato con gelato al pistacchio di Bronte; strepitoso tiramisù in coppa di biscotto croccante. Eccellenti!
Invero, dobbiamo dire che i dolci non sono stati adeguatamente supportati, per mezzo di un passito servitoci eccessivamente caldo.
A questo punto, in assenza di liquori particolarmente appetibili, anche in virtù del livello di saturazione alimentare raggiunto, i commensali concludevano la loro avventura, con dei caffè e una “Fanta” (non disponibile l’adorata “Sprite”) per il Burriccu Sollai. Costo finale dell’esperienza 40€ cadauno, assolutamente commisurata alla qualità di quanto assaggiato, ed integrata a 45, per merito di un magistrale impegno comunicativo dello chef Taras, che ha così arginato sul principio qualsiasi atto di susunkaggine da parte di taluni recidivi astanti.
Il Ristorante “Milestone”, non é assente di qualche difetto organizzativo, che si è manifestato durante l’incedere della serata, e che speriamo possa risolverli durante il rodaggio del locale. Epperò, l’indiscutibile qualità della cucina, associata ad una incredibile originalità delle ricette – con particolare riferimento alle pizze – espresse in un ambiente suggestivo e romantico, lo collocano di certo tra i ristoranti più appetibili nel panorama gastronomico di Cagliari, e del quartiere “Castello” in particolare. Quattro burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Milestone”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Milestone |
Indirizzo: Via Corte D’Appello 33, Cagliari
Telefono: 0707564335 [mostra in google maps]
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11 commenti | tags: agrumi cotti, antipasti, antipasto, arance, asiago, biscotto croccante, bresaola, Bronte, bruschette, brut, caffè, cagliari, cala silente, cantina santadi, capesante, caprino francese, caramellato al caffè, carote, castagne, castello, caviale, ceci, cioccolato, cipolline primavera, commenti, condimento, conto, costo, crema, crostini, cucina sarda, cuore di carciofo, dessert, DOC, dolci, fainè, fanta, finocchi, fior di latte, focaccia, formaggio, formaggio caprino, funghi cardoncello, gamberi, gamberi argentini, gelato al pistacchio, gorgonzola, granchietti marinati, indirizzo, lardo di colonnata, maggiorana, mandorle, mappa, melanzana, melanzane, miele di corbezzolo, milestone, moscato, nero di seppia, noci, opinioni, pane carasau, panna cotta, patate, pepe rosa, peperone rosso, pesto di rucola, pettini di mare, pizza, polpa di ricci, pomodori cherry, prezzo, primi piatti, qualità, Rana pescatrice, ravioli freschi, recensione, ricotta mustia, ristorante, rosè, rucola, salsa, salsa al pomodoro, salsa mediterranea, sardegna, scaglie di pecorino, scottata, semi di papavero, spaghetti, sprite, spumante, telefono, tiramisu, tonno affumicato, torta di ricotta, tortino caldo, trofie, Valdobbiadene, Valutazione, vermentino, vino, zuppa del giorno
mag
13
2012
Is Paulis – Interno
In quel di Pauli, al calar della sera, nell’avvolgente profumo del primo crepuscolo dal sapore estivo, si predisponevano, questo secondo Venerdì di Maggio, i paramenti dell’ultima consumanda celebrazione aìnina.
Vestibolo del pre-rituale, organizzato per convergenza di intenti e debolezze, di abitudini ed ambizioni, di cinico disincanto e stralunata consapevolezza, è lo spazio dedicato alla custodia dei Sepolcri paulesi
(i parcheggi del cimitero di Monserrato).
In tale mistico domicilio, esordivano sei consumati e delegati sacerdoti della liturgia, nell’indossare le proprie vesti cerimoniali.
Christina Jones Corrias, coach Donkey Team
Le indossa il Raschione Ettore, ostentando la sua polo Lacoste e i suoi costosissimi accessori alla moda. Le indossa il vostro amato Jesus, con la sua consueta tenuta simil-pedduzzone, valorizzata dall’inseparabile cappellino vintage. Le indossava il Burriccu Orione – alla sua seconda esperienza da Donkey – , esibendo un rigore stilistico da consumato venditore d’auto. Le indossava il burriccu Sollai, in tenuta da “lasciate che le zanzare vengano a me”, impreziosita da ricercati elementi di tendenza, quali dozzinali ciabattine infradito. Elegantemente le indossava, infine, il nostro nuovo graditissimo ospite X, la adorata fondatrice del gruppo facebook “Frastimiamo e lodiamo i vari locali e ristoranti di Cagliari“, la presidentessa Christina Jones Corrias che – vi anticipiamo sin d’ora – al terzo bicchiere di vino nasco si lasciava coinvolgere e convincere nell’intraprendere una nuova e sconsiderata carriera sportiva:
prossimamente allenare la squadra del Donkey Team. Benvenuta Mister CJC!!!
Is Paulis – Tagliere di terra
Per i più avvezzi all’arte del contare, siamo in obbligo di segnalare il sesto sacerdote della serata. Sorprendentemente in ritardo, il non onnipresente Ingegner Marrocu, veniva subitamente cazziato dal suo nuovo allenatore, ma risultava concomitantemente meritevole, per averci concesso l’occasione di apprezzare, negli impertinenti minuti dell’attesa, un meraviglioso ossimoro: il luogo deputato al mesto culto formale del trapasso, diviene sostanziale territorio per lascive e scostumate attività amorose, esibite ed ostentate alla luce del sole.
Come si suol dire, l’amore trionfa sempre, in ogni sua forma :-P!
Infine riunitasi la bizzarra coventicola, guidati dalla carrozza imperiale del Sollai, e supportati dalla 150cv di Jesus, il gruppo si dirigeva speditamente verso la destinazione prescelta: ristorante Is Paulis, Serdiana.
Is Paulis – Bresaola rucola e grana padano
Is Paulis – Insalata di mare
Is Paulis – Frittelle di cavolfiore, Tortini salati
Il Ristorante si raggiunge percorrendo la SS387, immettendosi in una stradina sterrata, che incrocia la carreggiata giusto prima di una curva (!), poco oltre i comuni di Serdiana e Dolianova. Speriamo le indicazioni predisposte dal Raschione, che trovate nella scheda in fondo alla pagina, possano essere utili per individuare agevolmente la location.
Polpetti alla diavola
Is Paulis – Zuppa di cozze
Is Paulis – Focaccia
Is Paulis – Spaghetti alle arselle
“Is Paulis”, non è semplicemente un ristorante/pizzeria, ubicato nella splendida ambientazione delle campagne di Serdiana, ma un imponente complesso architettonico, che offre una serie di opportunità e servizi, quali l’organizzazione di eventi, feste, ricevimenti di nozze, finanche attività sportive quali il calcetto, l’equitazione e il paracadutismo.
Per la parte che a noi interessa – quella ristorativa – individuiamo uno splendido gazebo all’aperto più due ampie sale interne, dominate da composizioni di colori caldi, dalla prorompenza lignea del soffitto a volta, e da un allestimento essenziale ma ben curato. Sebbene Jesus non sia particolarmente amante degli spazi volumetricamente estesi, ma preferisca altresì una ambientazione più intima e misurata, il contesto in cui siamo accolti non difetta per suggestione o per giusto grado di eleganza.
Is Paulis – Ravioli ai funghi porcini
Is Paulis – Tagliolini gamberi e broccoli
I commensali si dispongono quindi nella tavola rotonda loro assegnata e attendono, per un non breve periodo, l’intervento del personale. Il servizio è garantito da due giovani camerieri, un ragazzo e una ragazza, piuttosto gentili e volenterosi, ma non particolarmente incisivi, in riferimento alla tempistica e a talune ricercate attenzioni, quali il proporre l’assaggio della bottiglia di vino, prima che questa venga servita. Negata quindi all’Ing.Marrocu, la possibilità di esibirsi nello scenografico rituale dell’assaggio, in favore degli asinini commensali, e della sua neo coach/allenatrice Dottoressa Jones Corrias.
Is Paulis – Fritto misto
Is Paulis – Brasato di vitello
Ad ogni modo, la cernita del nettare poteva ricadere – tra la non amplissima scelta di bianchi proposti -, su di un eccezionale vino bianco autoctono “Iselis”, delle cantine Argiolas, prodotto prevalentemente con uvaggi di Nasco e, in minima parte, da Vermentino: buonissimo (e probabilmente la nota più gradita della serata)!
Si procedeva quindi, concordando con il cameriere un menù che prevedesse l’esordio con i tradizionali antipasti di mare e di terra, preceduti e seguiti da pane e bruschette non particolarmente condite, e da un’ottima focaccia calda.
Is Paulis – Tiramisù
Arrivavano quindi nell’ordine: bresaola con rucola e grana, buona (anche se forse servita eccessivamente fredda) insalata di mare, composita di polpo, gamberi, seppie, sedano, carote e olio d’oliva, tagliere di terra con pecorino stagionato, salsiccia sarda e prosciutto crudo, ottime frittelle di cavolfiore e tortino salato di carciofi e piselli.
Gli astanti, potevano successivamente assaggiare un discutibile piatto di polpetti alla diavola, dosatamente piccanti ma scriteriatamente affogati – nella loro dissimulata ristrettezza – in un oceano di sugo, che li faceva apparire come sfortunati naufraghi in un mare di solitaria disperazione. Anche la zuppa di cozze, a seguire, non appariva di particolare gusto e qualità, tanto da meritare menzioni particolari.
Is Paulis – Sorbetti
Ugualmente contraddittori apparivano i primi piatti: ottimi ravioli artigianali con ripieno di formaggio e funghi porcini, conditi con burro e salvia per Il Burriccu Orione, il Burriccu Sollai e la presidentessa/team leader Corrias, meno convincenti tagliolini con broccoli e gamberi richiesti dal Raschione Ettore e dall’Ingegner Marrocu. Riguardo gli spaghetti con arselle scelti da Jesus questi, seppur di discreta fattura, risultavano in buona misura corrotti da un eccesso di sabbia avvertita nelle arselle.
Secondo piatto costituito per 5/6 da un fritto misto con calamari e ghiozzi; dignitosi i calamari, totalmente insapore i ghiozzi. Il sesto/sesto citato, è il brasato di vitello richiesto – fuori dal contesto – dal Burriccu Sollai, che si distingueva anche nella scelta del dolce: tiramisù della casa con panna e spruzzata di cacao per lui, semplice sorbetto al limone per gli altri commensali; sanza ‘nfamia e sanza lodo!
Da segnalare l’impossibilità di gustare dessert più elaborati per l’improvvisa diserzione del cuoco, all’approssimarsi della mezzanotte. Per questo, tenderei a non colpevolizzare lo chef, ma bensì a mettere l’accento sulla dismisura nella lentezza complessiva del servizio, che ha prodotto (tenuta conto la riconosciuta propensione di Orione, a consumare fin l’ultima briciola di pietanze pagate, prima di alzarsi da tavola) una cena di oltre tre ore: 10 anni!
Is Paulis – Amari e sprite
La cena – salvo la sopracitata nevrosi compulsiva del Burriccu Orione – poteva quindi concludersi, con i caffè e gli amari. I caffè, ad onor del vero, sono risultati sostanzialmente imbevibili, collocandosi al top dei peggiori mai assaggiati nella lunga carriera di Jesus. Buoni i liquori alla liqurizia “Silvio Carta”, ordinati dal Raschione, da Marrocu e dalla Jones, il montenegro di Orione e la grappa barricata di Jesus. Il Buon Sollai, ancora sugli scudi in merito all’originalità, concludeva – non sappiamo se per esigenze di digestione – con una modesta lattina di “Sprite”!
Costo della cena, 34€ cadauno che, considerate le due prestigiose bottiglie di bianco (di cui una scontata, come i secondi), può considerarsi adeguato e finanche particolarmente economico.
Il ristorante “Is Paulis”, è sicuramente una fantastica location per prevedere eventi e banchetti cerimoniali, ma non risulta particolarmente brillante – a parte qualche piacevole spunto positivo – nella declinazione di ristorante alla carta, per il servizio e per la qualità della cucina, che a tratti non sono risultati all’altezza della situazione. Ad ogni modo, se giusto foste di strada, vi suggeriamo di farci un salto, almeno una volta. Due burricchi meno meno.
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feb
18
2012
Taverna di Castello – Cattedrale di Cagliari
La comune tradizione cristiana, prescrive di innalzare i templi della fede popolare, fin su nelle più alte vette, o di elevare maestose cupole e imponenti campanili oltre il culmine delle urbane costruzioni le quali, dal canto loro, con rispetto e reverenza nei secoli passati, mai hanno divisato di sfidare il mistico dominio del culto e della edificazione dello spirito; spirito che, condotto e guidato dalla fede, deve poter toccare il cielo e dall’alto dominare qualsivoglia espressione di umana potenza e superficiale vanità. Di questa reale e surreale consuetudine, abbiamo qui visiva trasfigurazione, nella discreta sagoma del monumento dedicato a San Francesco, ubicato nella piazzetta Carlo Alberto in Cagliari, già piazza del Municipio o – ancora più addietro negli anni, in epoca aragonese -, la “Plazuela”, dimora del patibolo riservato ai nobili della città.
Taverna di Castello – Interno
La minuta figura mortale del Santo, viene ivi sovrastata dall’imponente duomo barocco che, con perfetta simmetria e proiezione dell’immagine alle sue spalle, ne ridisegna i contorni dello spirito, elevandoli al cielo, oltre tutto ciò che appare umano e terreno.
Alle ore 20.50 di Venerdì 17 sera Jesus ascendeva, in compagnia dell’ultra-ortodosso Raschione Ettore, verso il culmine del colle di Castello, non seguendo le tracce e gli irti sentieri dell’anima, ma bensì lasciandosi condurre da un meno trascendente ascensore panoramico: «Raschione, sai quanto poco basta a sfracellarsi al suolo dentro queste scatole infernali?»
«Jesus statti zitto, brutta cuccurra, ca…!»
Taverna di Castello – Antipasti
Penitentemente discendendo il colle, tra le pittoresche viuzze del Castello antico, percorso un breve tratto della via “La Marmora”, si possono incontrare l’uscio e la piccola insegna in legno – a onor del vero non particolarmente seducenti – de “La Taverna di Castello”, o “Tavernæ di Castello”, secondo la dizione riportata sulla porta di ingresso.
Alle ore 21.00, Jesus e il Raschione, puntualissimi come da loro abitudine, varcavano la soglia del ristorante, non prima di aver sollecitato telefonicamente un attardato e ingiustificato Ingegner Marrocu, in quel momento impegnato (anche questo come d’abitudine: i responsabili delle forze dell’ordine possono contattarci per avere maggiori dettagli sul suo autoveicolo!) in un parcheggio free-cost al limite della legalità, che ne avrebbe poi condizionato il benessere emotivo per il resto della serata.
Taverna di Castello – Maccarrones de busa
L’interno del ristorante è invero delizioso e suggestivo. Discese le brevi scalette all’ingresso, ci si ritrova in quella che appare una piccola cripta o l’anfratto di una antica cantina medioevale. La sala principale, che ospita un esiguo numero di tavoli squadrati, è sormontata da una splendida copertura in legno, integrandosi rusticamente con la caratteristica cucina a vista sul fondo, da essa – non olfattivamente – disgiunta per mezzo di un elegante separè.
Le spesse pareti in pietra sono impreziosite da suppellettili d’arredo familiare, e da alcune gradevoli nicchie scavate nella muratura, che assumono il ruolo di pratiche mensole o piccole librerie.
Taverna di Castello – Ravioli di cernia
Ad una seconda graziosa saletta (ancora più minuta della principale e caratterizzata da una robusta volta in pietra), si può accedere discendendo ulteriormente e brevemente di livello. L’illuminazione è garantita da sobri lampadari in ceramica, mentre, dal fondo della cucina, si odono indistinte le note di compilation dei Police e degli U2, prese a pretesto dall’Ing.Marrocu per dare prova di una sconfinata cultura musicale, manifestata per la conoscenza di ricercate composizioni di nicchia, quali “One” o “Sunday bloody Sunday”!
Sebbene in parecchi riescano ad apprezzare il valore delle band sopra citate, sarebbe più opportuno, data l’impronta e l’atmosfera del locale, indirizzare la riproduzione musicale verso stili quali la Classica o il Jazz, e comunque evitare in maniera categorica i Police, in grado di scatenare freudiani malesseri in paranoici avventori quali il buon Ingegnere.
Taverna di Castello – Gamberi all'arancia
Il servizio, gentile e impeccabile, è garantito da un’unica giovane cameriera, che freneticamente corre per la sala assistendo i comunque non pochi avventori ed accogliendo i nuovi arrivati (anche ad orari non più tollerati da taluni ristoratori).
Il menù, seppur non eccessivamente articolato, svaria tra pietanze di terra e di mare. Per queste ultime – ci viene espressamente indicato -, è prassi e profilassi del ristorante congelare preventivamente gli ingredienti, anche il pescato di giornata, al fine di preservare la salute dei propri clienti. Seppure tale scelta potrebbe far pensare a un subordine nella qualità complessiva, i Donkey accettano la sfida della cucina, impostando la cena nell’ottica dei piatti di mare. Tale audacia, vedremo, risulterà gratificante.
Taverna di Castello – Tagliata di tonno
Dopo aver scelto il vino per la serata – un ottimo vermentino DOC Tuvaoes della cantina di Giovanni Cherchi -, e dopo aver apprezzato i favolosi crostini all’olio proposti come panini d’accompagnamento, al tavolo dei burricchi venivano presentati una serie di cinque eccellenti ed originali antipasti, quattro di mare, più una integrazione di terra richiesta da Jesus.
Nell’ordine potevamo quindi apprezzare: crostini con delicatissimo patè di salmone, carpaccio di tonno con verdure, arancia e pepe rosa, eccezionale insalata di polpo con ananas, melone e scorze di arancia, polpette di dentice su letto di rucola e aceto balsamico, per finire con un ottimo piatto di bresaola condita con rucola grana e limone, che a dire il vero ci saremmo aspettati essere carpaccio di manzo (pezza crua), ma che giustamente non sarebbe stato in linea con la filosofia di profilassi precedentemente manifestata.
Taverna di Castello – Creme caramel
Di altissimo livello anche i due assaggi di primi, consumati dalla totalità dei commensali: maccarrones de busa con bocconcini di pesce spada, pomodorini e menta, raviolini di cernia con pomodoro fresco e gamberi al profumo di zafferano. Buonissimi!
Differenziati invero i secondi piatti. L’Ing.Marrocu si deliziava con dei classici gamberi cucinati “alla sarda”, con aglio e prezzemolo, mentre il Raschione sceglieva di tralignare dai canoni tradizionali, optando per i gamberi con condimento d’arancia: superbi! Meno fortunata la scelta di Jesus.
La pur buona tagliata di tonno con pomodorini e rucola, non si è rivelata comunque all’altezza di tutte le precedenti pietanze, per un eccesso di cottura del tonno stesso. Questo è l’unico appunto che possiamo muovere quest’oggi alla cucina de “La taverna di Castello”.
Cheescake
Crema catalana
Ineccepibile anche la qualità dei dolci: creme caramel con guarnitura di panna montata e fragole per Jesus, cheescake con fragole per il Raschione, crema catalana classica per l’Ing.Marrocu.
Conclusione della cena con due sublimi liquori alla liquirizia (“Eclisse”) più la consueta grappa barricata per Jesus.
Costo finale complessivo, 41€ cadauno, assolutamente inferiori al valore della cena proposta, e quindi integrati con una cospicua e meritata mancia, interamente finanziata da Jesus e dal Raschione perché l’esigentissimo Ing.Marrocu si è proposto ormai da tempo di premiare esclusivamente i ristoranti che raggiungono il sesto burriccu, su una scala di cinque!
Quattro (meno meno, per i difetti evidenziati) sono i burricchi che invece quest’oggi vogliamo attribuire a “La Taverna di Castello”, per una qualità della cucina di primissimo livello e per l’ambientazione intima e suggestiva, che ne fa meta ideale per romantiche serate in compagnia. Assolutamente da non perdere!
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