Ristorante La Lanterna – Cagliari
Trentuno Luglio duemilaquattordici. Serata afosa, quasi un caldo africano. Probabilmente annebbiato dai fumi dell’alcol il Raschione, verso il termine della cena, impavidamente proponeva: «questa recensione posso scriverla io…».
Ventuno Settembre, Autunno. Ormai abbandonato il docciaschiuma alla fragranza di “Solero Exotic”, per un più mascolino “Ginseng Uomo”, finalmente Jesus realizza che due mesi d’attesa possono essere sufficienti, prima che la mucillagine della mandronia soffochi l’oceano della nostra irragionevolezza narrativa.
E’ ora di risvegliarsi da questo torpore, è ora di ridonare al Mondo l’aspro sapore delle nostre recensioni. Stimolati da più parti, speriamo di recuperare presto il lavoro arretrato, e speriamo soprattutto di esservi mancati.
Arrivano per tempo Jesus e il Raschione, sulla 150 cavalli, in quel di Via Cugia Pasquale, nei pressi del palazzo di Giustizia, in Cagliari.
Ampia la disponibilità di parcheggi a quell’ora, nella zona, sarebbe di per sé un buon motivo per decidere di cenare alla “Lanterna” alla ricerca, a mo’ di Diogene il pazzo, dell’Uomo, anche se nel nostro caso si tratta più di Gusto o, se appartenete alla categoria dei susunki, di Prezzo onesto.
Fatto sta che, per la cronaca, l’Ingegner Marrocu, arriverà pochi minuti più tardi preferendo parcheggiare, piuttosto di non fare sette metri di strada in più a piedi, sotto le temibilissime sefore fiorite (ringraziamo cagliarinverde.com per il dettaglio botanico), scelta totalmente insensata per chi abbia voglia di preservare la carrozzeria della propria auto. Alle 21.00 esatte, i tre Burricchi potevano quindi varcare la soglia del ristorante.
La lanterna è un ristorante pizzeria un po’ retrò, in stile fine anni ’80/primi ’90, che conserva ancora il fascino di quel periodo nonostante l’ambientazione abbia chiaramente subito qualche sorta di superficiale “rinfrescata”. La sala principale è separata dal vestibolo di ingresso per mezzo di una composita struttura lignea dal sapore cubista (color mogano) che funge, secondo organizzazione modulare, da mensola, armadio, separè e punto di alloggio per numerose stampe in bianco e nero della città.
Il pur piacevole pavimento in laminato chiaro, contrasta visibilmente con il colore scuro del mogano e ancora più marcatamente con le pareti dalle tonalità rosa. Al centro della parete Sud, fa bella mostra di sé un maestoso veliero in miniatura, mentre ipotizziamo che il caratteristico contro-sofitto sia rimasto quello della prima apertura.
Subito notiamo, al nostro arrivo, la presenza di numerosi avventori, tanto che la sala risulterà particolarmente chiassosa. Solo poi scopriremo che il locale è anche una pizzeria con forno a legna, probabile motivo dell’insolito (per un Giovedì) affollamento.
Abbiamo qualche difficoltà a farci notare dall’indaffarato personale, tanto da restare parecchi minuti sospesi tra il caldo afoso e il brusio di sottofondo, in attesa di poterci almeno dissetare.
Finalmente Marrocu intercetta il cameriere e ordina un aperitivo. Questi scappa via prima che i colleghi asinini possano domandargli uguale trattamento. Per lo meno l’aperitivo arriverà nel giro di trenta secondi!
Dopo ancora qualche minuto, finalmente arriva al tavolo la cameriera, per la comanda principale.
Il menù offre, oltre la pizza, ricette in stile classico cagliaritano, senza particolari ed interessanti variazioni sul tema. Ordiniamo la serie di antipasti di mare e i primi piatti. E’ il Raschione a scegliere il vino da una carta non particolarmente fornita e prestigiosa: Vermentino di Gallura DOCG “Branu”, delle Vigne di Surrau.
Con il vino il personale di servizio compie l’errore più grave che si possa commettere davanti ad un esperto della Scuola di Pirri: la bottiglia, forse per questioni di celerità dato l’elevato numero dei clienti, è stata presentata al tavolo già stappata. Un sacrilegio, che ha stimolato non poco la permalosità del Raschione (già indispettito per l’episodio degli aperitivi) tanto da, assaggiato il nettare, adombrare dubbi sulla sua reale qualità ed origine del vino. Di questa mal-disposizione faranno le spese gli stessi antipasti, giudicati dal Burriccu totalmente non all’altezza. Più moderato e possibilista, invero, il giudizio di Jesus e Marrocu.
Gli antipasti si componevano di un tris di mare con personale “aggiuntina”: guazzetto di cozze e arselle, condite con aglio e prezzemolo; insalata di mare con gamberi cozze e calamari; insalata di polpo; gamberi bolliti su letto di rucola.
Buoni i primi piatti: linguine all’astice per Jesus e Marrocu, spaghetti “alla Lanterna” (vongole e zafferano) per il Raschione. Da segnalare, nell’attesa dei primi, l’”incursione” al tavolo di fan avventori che, riconosciuto probabilmente l’Ing.Marrocu (Jesus: «non confermo e non smentisco»), a titolo informativo ci esternavano la propria soddisfazione per la cena appena consumata.
Nonostante la volontà dell’Ing. Marrocu di proseguire con l’ordine dei secondi piatti (in contrasto con la necessità di Jesus e Raschione d’alzarsi presto l’indomani), questi recedeva dalla sua intenzione, una volta appreso quale sarebbe stata l’ulteriore proposta culinaria. Passavamo quindi direttamente al dolce.
L’Ing. Marrocu domandava ordinava allora una (ottima) cruditè di frutta (ananas), il Raschione una sebada al miele, mentre Jesus si “accontentava” di un semplice sorbetto al limone.
La cena si concludeva quindi con due caffè e un amaro (Liquirizia se la memoria non ci inganna) per Marrocu.
Costo complessivo 37€ cadauno circa, da giudicarsi un 15% superiori rispetto al giusto dovuto, in funzione del nostro personale giudizio in merito alla qualità di cucina e servizio.
Il Ristorante “La lanterna”, non ha la pretesa di proporre una cucina d’alta scuola, né è caratterizzato da particolari ricercatezze estetico/ambientali. La dimensione ad esso più vicina è quella della trattoria, ideale per cene conviviali non particolarmente impegnative. Il giudizio iniziale sulla qualità complessiva sulla cucina, due burricchi, viene trascinato al ribasso dall’episodio del vino che, in più gravi circostanze, avrebbe prodotto l’onta della mutilazione dell’orecchio. Un burriccu.
VALUTAZIONE “La Lanterna”: Un Burriccu. | |||
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Ristorante La Lanterna |
Indirizzo: Via Pasquale Cugia 7, Cagliari Telefono: 070308207 [mostra in google maps] |
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