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22
2013
Thiamà – Interno
Aspro e interminato Thiama. Pronto ad accogliere i passi lenti dei miti viandanti, lascivo e rovente nell’accarezzare la pelle di chi osa sfidarti, orgoglioso e spavaldo nel mostrare il tuo mare, gravido degli infiniti colori di vita e bellezza. A Nord scruti Yisra’el. E’ la Terra dove io nacqui, dove ogni anno a Dicembre riecheggia il mio nome, dove in questo istante, tra i tremori dell’Inverno e il venti caldi della tradizione, un vecchio ciccione nutre i suoi burricchi da slitta. Milioni di doni e migliaia di cugurre sono pronte a partire. La Notte più lunga è vicina. Speriamo di non tornare con questo brutto puntore anche stavolta… L’anno prossimo, mi sa che gli compro una 150 cavalli e ci pensiono la decappottabile rossa!
Thiamà – Antipasti di mare
C’è qualcosa di atavico e di singolare quest’oggi. Si rinnova la tradizione asinina: il Burriccu muove un altro passo verso quello che non sappiamo ancora cosa sia, ma stavolta lo fa tirandosi dietro una anomala comitiva di commensali. C’è Jesus, c’è il Raschione Ettore, c’è la Donna del Presidente, c’è Miss Parker ma, ahimè, manca colui che non posso nominare, perché altrimenti mi censurano la recensione! Gridate quindi voi altri per me, cari fan, forte il suo nome. Che riecheggi per queste pagine come lo stridere di una porta che si spalanca alla verità, che appaia come una spada di Damocle sul capo dei Burricchi, fatale e imprescindibile che, prima o poi, inesorabilmente colpirà!
Thiamà – Carpaccio di mare
Cagliari, Venerdì sera, ore 21.03. Faticosamente risalgono la Via Nazario Sauro Jesus e la Donna del Presidente, dopo vari giri a vuoto alla ricerca di un parcheggio fruibile. Ad attenderli, da qualche minuto, ci sono già il Raschione Ettore e Miss Parker – “burricca” di complemento di vecchia data – pronta subitamente a rimproverare i pochi minuti di ritardo e preventivamente lamentarsi per il “crudo di mare” che non sarebbe riuscita ad assaporare, come da migliore tradizione delle nostre ciccionate comuni. Vedremo che solo parzialmente le sue lamentele si dimostreranno fondate. Senza troppi indugi, dopo pochi convenevoli di rito, la compagnia varcava quindi la soglia del ristorante.
Thiamà – Flan di pecorino
Thiamà – Ostriche
L’impatto con il locale è decisamente splendido. Di recente ristrutturazione, l’ambiente è caratterizzato da gradevolissime ed eleganti rifiniture, espresse in efficaci geometrie dallo stile pulito e moderno, con superbo utilizzo di colorati punti luce e suppellettili di sobria raffinatezza. L’avventore viene inizialmente accolto nella zona lounge bar, immersa in uno sfumato bagno di luce azzurrognola, per poi accedere lateralmente all’area ristorante, improntata su tonalità più calde. Il sapiente utilizzo della pietra e l’inusuale lucentezza dei pavimenti – che si mantiene per tutta la superficie, finanche nelle toilette -, non possono che apparire encomiabili, dal punto di vista estetico.
Thiamà – Antipasti di terra
Il personale del ristorante è gentile e preparato. Per la serata ci interfacciamo principalmente con un giovane cameriere, che ci fa accomodare ad un tavolo comodo e spazioso. Il servizio, a parte qualche trascurabile momento di indecisione iniziale, si rivelerà di ottimo livello, con rapida e sistematica sostituzione di posate, stoviglie e bicchieri, impeccabile mescita del vino e dosatamente empatici accompagnamento ed assistenza. Da migliorare, invero, il supporto alla definizione della scelta di vino, liquori e amari, da parte dello sprovveduto avventore. Prendiamo visione dei menù, scartando a priori i pur prestigiosi percorsi degustazione, per concentrarci sulla possibile architettura degli antipasti la quale, con estrema delusione di Miss Parker, non avrebbe potuto contemplare – almeno non nella loro totalità – le divisate “cruditè di stagione”, limitate ad un assaggio di ostriche (presumibilmente di S.Teodoro). Si sceglieva quindi di articolare l’inizio pasto con tre porzioni di degustazione mista di mare e di terra, e l’integrazione di un carpaccio di mare. Per dovere di cronaca, riportiamo che la Donna del Presidente non gradisce alcuna cruditè, mitili compresi, per la gioia degli altri commensali che avrebbero visto mancare un pericoloso concorrente nella spartizione delle vivande.
Raviolo di spigola
Trofie al ragù di mare
Il vino cernito dal Raschione (in realtà mancava alla cantina la prima scelta) è stato un Torbato DOC di Alghero “Terre Bianche cuvée 161″ di Sella&Mosca, successivamente sostituito (suggerimento da parte di miss Parker) da un Vermentino di Gallura DOCG “Karagnanj”, della cantina Tondini.
La degustazione si articolava quindi in: polpo in agrodolce al radicchio, bocconcini di salmone e cernia in agrodolce, cozze primavera (in delicata mousse acidula, simile al salmorejo andaluso), insalata di gamberi e pomodori cherry. Nel buon carpaccio di mare comparivano: tonno, salmone, pesce spada e gambero, impreziositi da una cornucopia di carasau e una foglia di basilico. Dopo l’assaggio di ostriche la nostra attenzione poteva spostarsi sulle pietanze di terra: un “sempreverde” flan di pecorino su vellutata di crescione, seguito da un tagliere (in ardesia) con pecorino stagionato, sublime ricotta affumicata, salsiccia sarda, prosciutto crudo e guanciale.
Thiamà – Linguine all’astice
Indiscussa la qualità delle materie prime, possiamo valutare più che positivi gli antipasti, anche se, dato il contesto, ci saremmo aspettati maggior estro e cura estetica, relativamente alla composizione delle prime pietanze di mare e dei carpacci, oltre ché un miglior dosaggio generale dell’aceto. Tanto di cappello, invero, per la esecuzione media dei primi. Non questo per l’originalità dei piatti, quanto per il superbo equilibrio di sapori che hanno trovato la massima espressione nelle linguine all’astice di Jesus. La Donna del Presidente e il Raschione si sono deliziati invece con ravioli di spigola in rosso, al pomodoro cherry e (quasi impercettibile) bottarga, mentre miss Parker ha optato per delle meno brillanti trofie al ragù di mare, con “gambero, calamaretto, cozze e verde di zucchina”.
Millefoglie alla frutta
Tortino al cioccolato
Paghi di quanto mangiato, la comitiva sceglieva di passare direttamente al dolce: tortino al cioccolato con cuore fondente per il Raschione, millefoglie alla frutta (kiwi, mela verde, fragole, cachi e banane) e crema alla vaniglia per i restanti commensali, che si sono trovati divisi sul giudizio della sfoglia, univocamente d’accordo invero sulla qualità della crema. Il tutto era accompagnato da un suggerito “Barolo Chinato” DOCG, in luogo di un passito che col senno di poi personalmente avrei preferito. La cena si concludeva con due caffè per Jesus e Miss Parker, un amaretto di Saronno con arancia e ghiaccio (vedere commenti in calce!) per la medesima, e un rum Ron Matusalem 23 per il Raschione, che reiterava la sua solita pantomima da esperto bevitore, richiedendo un bicchiere di ghiaccio d’accompagno, a lui assolutamente inutile. Costo complessivo 55€ cadauno, da ritenersi un 10% in eccesso rispetto ad un ipotetico ideale dovuto.
Ambientazione accattivante, servizio di ottimo livello; il “Thiamà” è un ristorante di indubbia qualità, che propone una cucina non troppo elaborata e piatti della tradizione sarda. Da questo punto di vista, maggior estro e coraggio nella articolazione del menù sarebbe più in linea con il concept stesso del locale. Data la recente apertura, è probabile che le cose si trasformino nel tempo, in questo senso. Per adesso tre burricchi con menzione speciale per ambientazione e servizio.
VALUTAZIONE “Thiamà”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Thiamà |
Indirizzo: Via Nazario Sauro 3, Cagliari
Telefono: 070278099 [mostra in google maps]
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3 commenti | tags: 23 yo, agrodolce, alghero, antipasti, ardesia, astice, banana, barolo chinato, basilico, bottarga, cachi, cagliari, calamaro, carasau, carpaccio, cernia, cherry, cioccolato, commenti, conto, cornucopia, cozze, crema, crescione, cucina sarda, cuvee 161, DOC, docg, flan, fragole, gamberi, gambero, guanciale, indirizzo, insalata, karagnanj, kiwi, linguine, lounge bar, mappa, mare, mela verde, millefoglie, opinioni, ostriche, passito, pecorino, pecorino stagionato, pesce spada, polpo, pomodori, pomodoro, prezzo, primi, prosciutto, prosciutto crudo, qualità, radicchio, ragù, raviolo, recensione, ricotta affumicata, ristorante, ron matusalem, rum, salmone, salmorejo, San Teodoro, sardegna, secondi, sella&mosca, spigola, telefono, terra, terre bianche, thiamà, tondini, tonno, torbato, tortino, trofie, Valutazione, vaniglia, vellutata, vermentino di gallura, zucchine
mag
19
2013
Achille – Interno
Cantami o diva dell’abile Achille,
la mano virtuosa che infinite addusse
delizie ai somari, molte anzi tempo al brio, generose consegnò menti di eroi,
e agli effetti del superbo nettare
i loro corpi abbandonò (così di Jesus l’alto consiglio si adempìa), nonostante
primamente disgiunse aspra contesa
il dissidente Ingegnere e il divo Ettore.
Dopo aver superato oltre centosessanta prove impegnative, prima o poi per il prode Ettore sarebbe dovuto arrivare l’epico duello con lo Javier Zanetti della cucina, l’invincibile (o quasi) Achille, sebbene le previsioni storicamente non sorridano al burricu in questione.
Achille – Battitura di gamberi
Così, per una volta di domenica, il 19 maggio, in quella che un tempo era la più grande isola dell’arcipelago del Sulcis, prima di essere collegata artificialmente alla terra madre, una numerosa comitiva di somari e tre gentili signore, distribuiti secondo criteri poco sostenibili, grazie ai capricci di taluni indisciplinati elementi, convergeva nella centrale via Nazionale, dopo un viaggio di quasi cento chilometri, di fronte all’Hotel Moderno. La struttura ospita il locale in cui si sarebbe celebrerata l’ennesima liturgia settimanale degli eccessi della tavola, il ristorante Da Achille. L’evento può vantare un cast d’eccezione: Triumvirato titolare, il burriccu Sollai e i burricchi Raffaele, Alessandro, Kikko, felicemente accompagnati.
Achille – Antipasti di mare
Il locale si presenta come un unico spazio molto ampio, con la copertura a semi volta a botte molto simile a quelle di alcuni impianti sportivi, impreziosita da travi a vista alle quali sono appesi pratiche ventole in acciaio capaci di dare sollievo durante i periodi più caldi, mentre una ragnatela di tiranti irrobustisce il tutto. L’intera struttura è rivestita in legno, ed illuminata a giorno da due pareti di finestre che assicurano, tra l’altro, un buon ricambio dell’aria. Un lato della sala è dominato da un elegante bancone del bar in cui sono alloggiate in bella vista le etichette più prestigiose della generosa cantina. Sul lato dell’ingresso, oltre l’accesso ai servizi un disimpegno colorato separa la zona delle cucine dal resto dell’ambiente. Complessivamente la sala ospita meno di cinquanta coperti. Una prima lode va alla disponibilità del gestore che, grazie ad accordi telefonici, ha aperto la cucina, normalmente a riposo la domenica per pranzo, offrendoci di degustare un menu a sorpresa.
Tempura gamberi verdure
Il servizio, cortese e disponibile è assicurato da due giovani camerieri. Il percorso gastronomico sarà accompagnato da ottimo DOC Cala Silente della Cantina di Santadi, dopo un felice inizio con dell’eccellente Franciacorta Brut DOCG Barone di Erbusco servito come aperitivo. Si parte (ndr.: da questo punto in poi la cronaca è affidata al Burriccu Taras) con la proposta di pane artigianale, ottimi grissini alla semola, fragranti e croccanti a dovere, accompagnati da un croccantissimo e delicato pane crasau, dei bocconcini di pane integrale, e fogliette di pane all’olio: si denota subito l’ottimo registro della mano in cucina.
Primo stuzzico servitoci direttamente su un piatto d’ardesia, battuto di gambero con cipollotti, germogli di crescione e cialdina di pane profumato. fenomenale amalgama di sapori; dalla dolce carnosità dei gamberi alla nota fresca e profumata dei germogli di crescione, spezzata dalla sottile croccantezza del crostino di pane. Procediamo con una composizione di tre delizie al piatto, tonno morbidissimo ed estremamente saporito adagiato su lamelle di pomodoro guarnito infine con piccole falde di cipolle rosse marinate. Grande tecnica applicata ad una eccellente materia prima, voto 10 talmente buono da aver chiesto un richiamo della portata prima di averla fatta sparire dal piatto.
Achille – Calamarata
Linguine ragù di tonno
In accompagnamento al suddetto capolavoro, polpo croccante arrostito servito con ottime e cremose patate e pinoli tostati, pesce spada affumicato su germogli, con brochette di pane, pomodoro confit e fiore di cappero. Fresco, carnoso, delicato, e sentore di fumo molto equilibrato. Ultimo protagonista della seconda portata di antipasti, scampi e gamberi su crema di ceci. splendida materia prima accompagnata da una crema di ceci saporita, liscia e per nulla invadente, ma complementare al sapore iodato dei crostacei. A seguire poi una entusiasmante tempura di gamberi e verdure: GamberONE (Veramente Over size) melanzane, zucchine, peperoni e asparagi; voto 10, punto. Asciutta, dorata, croccante, delicata, saporita, e per nulla intrisa d’olio: chapeau!
Achille – Tonno scottato con erbette e asparagi
Sull’onda di questo exploit di antipasti ci vengono prospettati i primi piatti: fregola con ragù di pesce, Calamarata al ragù di cernia e zafferano, o linguine al ragù di tonno, la nostra scelta ricade sull’accoppiata calamarata/linguine. Cotture al top, al dente, da manuale. Mantecatura perfetta di entrambi i formati. Qualche piccolo appunto viene formulato dal rompipalle di turno (leggasi Jesus) in merito ad un eccesso di asprezza/acidità sul condimento della calamarata, e ad un eccessivo condimento delle linguine, (a chini d’olli cotta e a chini d’olli crua). Restiamo comunque nella parte alta della classifica, ma lievemente sotto gli antipasti.
Achille – Trancio di cernia
Veniamo informati sulla disponibilità dei secondi di pesce, che verranno serviti in formato di assaggi solo ai sei elementi dotati di compattatore/tritarifiuti/betoniera al posto dell’apparato digerente. Vengono presentati: tonno scottato servito con erbette e asparagi su crema di topinambur, magistrale esecuzione, e perfette le temperature e le consistenze, dalla morbidezza del tonno, alla fragranza degli asparagi, dal profumo delle erbette, alla delicatezza della crema di topinambur. Segue un trancio (chiamare trancio un cubo di pesce di 7x7x7 di lato è riduttivo) di cernia con guazzetto di delicati e sugosi pomodorini, pinoli, e saporiti capperi. C’è poco da aggiungere, siamo nel regno di uno chef che il pesce lo sa lavorare, e bene.. Secondi squartarati!
Achille – Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia
Ci accingiamo ad affrontare la parte finale del pranzo, quella più dolce, a cui aspiravano maggiormente i quattro commensali in standby. Di legno! abbiamo mangiato i dolci sufficienti a sfamare il triplo dei commensali seduti al nostro tavolo. Dalla cucina arrivano a ruota continua: cremosa gianduia in crosta di frutta secca (nocciole e pistacchi) servita su una zuppetta di ciliegie al carignano, cannoli (croccantissimi, friabili e delicati) farciti con spuma di ricotta di pecora e adagiati su insalata di fragoline croccanti e saporite, e per ultimo tortino caldo di cioccolato fondente e gelato alla vaniglia con fragole, accompagnato come da previsione, da un bis di cannoli di ricotta, all’unanimità definiti essaggerausu!! Durante questa degustazione di stupendi dessert abbiamo di tanto in tanto inumidito il gargarozzo con l’ormai conosciutissimo e ottimo Angialis, Nasco passito delle cantine Argiolas.
Achille – Crema di gianduia
Achille – Cannoli alla ricotta
Terminiamo come di consueto la ciccionata con elegantissimi caffè, Rum Diplomatico, e assaggio di Rum Nation Peruviano, oltre all’ormai rinomata e grezza Sprite per il burriccu Sollai, (cidda fadeusu da figura). Totale della ciccionata €65,00 cadaburriccu, a mio modesto parere almeno un 15% al di sotto del dovuto, ma giustamente arrotondato in mancia per la magnifica esperienza.
In conclusione: tra le tante soluzione possibili nel nostro hinterland si è scelto un locale a 100 km di distanza per la ***esima ciccionata ufficiale, che si è dimostrato disponibile nell’accoglierci a pranzo, e aprire il ristorante nell’unico turno di riposo settimanale (sarebbe stato lo stesso per qualche ristorante casteddaio? non creu propriu) per accontentare una comitiva di sazzagoni quali noi siamo. A parte qualche piccolo fastidio per alcuni commensali in fatto di temperatura (leggasi cagaca**o Marrocu e Jesus) e le improbabili teorie su dragoncello e controventature (Marrocu 2.0), possiamo assolutamente parlare di un pranzo fuori dal comune, e il giudizio non può che essere uno ed uno solo: cinque burricchi!
P.S. Dov’è la Stella Michelin di Achille? (Fine cronaca del Burriccu Taras, ndr.)
Ringraziando il burriccu chef per la minuziosa e gradevole descrizione degli eventi, in parziale disaccordo con una proposta di valutazione che, per coerenza storica, presupporrebbe una pressochè assenza di sfumature per quanto riguarda gli elementi ambientazione, cucina, servizio, sebbene mi trovi in completo accordo per l’eccellenza dei piatti, riteniamo che il servizio, comunque ottimo, abbia risentito dell’apertura straordinaria e conseguentemente del ridotto numero degli interpreti per potersi considerare impeccabile; in queste circostanze non possiamo attribuire una valutazione superiore ai quattro burricchi con menzione speciale per l’incredibile cucina.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i nostri ospiti ormai abituali e le gentili signore per la piacevole compagnia.
VALUTAZIONE “Da Achille”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Catering Da Achille |
Indirizzo: Via Nazionale 82, Sant’Antioco Telefono: 078183105 [mostra in google maps]
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1 commento | tags: angialis, antipasti, aperitivo, ardesia, argiolas, asparagi, Barone di Erbusco, battitura, bosco, brut, cala silente, calamarata, cannoli, cantine di santadi, capperi, cernia, chef, ciliegie, cioccolato fondente, cipollotti, commenti, confit, costo, crema, crescione, crostini, crostino, crudo, cucina sarda, cuore morbido, da achille, dessert, diplomatico, docg, dolce, erbette, fragola, fragole, Franciacorta, frutti, gamberi, gambero crudo polpo, gelato, germogli, gianduia, granella, grissini, in vassoio, indirizzo, la ricotta, la vaniglia, linguine, mappa, melanzane, menù, Nation peruano, nocciola, opinioni, pane, pane carasau, passito, patate, pinoli, pistacchi, pistacchi serviti, pomodorini, pomodorino, prezzo, primi, qualità, ragù, Rana pescatrice, recensione, ristorante, rum, sant’antioco, sardegna, scampo, scottato, secondi, spumate, telefono, tempura, tonno, tonno affumicato, tortino, trancio, Valutazione, vino, zucchine
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29
2012
Evasioni – Interno
Chiudere gli occhi ed evadere. Quando la costrizione della parola è una insopportabile camicia di forza, i cui lacci stringono e soffocano l’espressione delle proprie passioni, solo escludendo lo sguardo della luce e la luce dal proprio sguardo, si riesce a tornare liberi.
Ci troviamo qui oggi, incatenati al peso dei nostri limiti, nell’impossibilità di esprimere ciò che nella sera di quest’ultimo Venerdì dell’A.J. MMXII, è riuscito ad accarezzare le nostre passioni e regalarci, per brevissimi e indimenticabili istanti, la nostra più sincera e vorace cupidigia alimentare.
Chiudere gli occhi e dischiudere le labbra: portare dentro di sé l’amore per la cucina, per evadere dalle proprie costrizioni, per sentire la luce pervadere il nostro buio, un istante prima di ritornare prigionieri di noi stessi.
Scappate dalla vostra prigione più buia – la susunkaggine – e abbandonatevi alla passione, perdio!
Evasioni – Antipasti di mare
E’ tiepida la città verso la fine dell’anno. E’ nient’affatto gelida l’oscurità della notte, ma trovare il calore della luce, riflessa da un diamante stilizzato, fa piacere in quel della via Puccini. E’ questo il logo del ristorante “Evasioni” che, inciso sulla sua insegna, presidia il locale e si offre al libero spirito dei più temerari avventori.
Cagliari, ore 20.58. Un inspiegabilmente freddoloso ingegner Marrocu, già insiste sull’uscio del ristorante, per meglio ripararsi dal vento; il Raschione, poco distante, si produce nel suo stucchevole e vano tentativo di imporsi come fotografo. Jesus, invero, sta ancora percorrendo la via, non perché i due burricchi titolari siano lì convenuti con differenti mezzi di locomozione, ma perché lo stesso Raschione, poco tempo prima – dopo aver trovato un efficace e regolarissimo accomodo alla propria autovettura in Piazza S. Benedetto -, aveva manifestato tutta la sua costrizione verso i rigori della legge: «eja sono strisce bianche ma forse non è un parcheggio, la sposto più in là» … «questo è stretto ne vedo un altro» … «azz questa è zona carico e scarico, anche se è tutto chiuso, meglio cercare altrove». Risultato: Jesus che era disceso un attimo per bloccargli uno spazio miracolosamente libero, se l’è dovuta fare a piedi: burriccu!!!
Evasioni – Spaghetti al caffè
L’”Evasioni Restaurant”, di recentissima apertura, si alloggia negli stessi spazi che in passato hanno ospitato il ristorante “Retrogusto”, recensito dai burricchi nel Maggio dello scorso anno. La struttura ovviamente rimane la stessa: un’unica sala, non troppo estesa, a cui si accede dopo aver superato il breve dislivello del vestibolo di ingresso. Rispetto alla gestione precedente, l’impatto estetico è più sobrio e meno ostentatamente elegante: le solide pareti sono per lo più spoglie e castigatamente tinteggiate di bianco. Un tocco di colore lo danno i moderni punti luce e i lampadari in cristallo, che fanciullescamente giocano con i riflessi del verde, del giallo e del viola, tonalità che spesso vengono riproposte nelle decorazioni floreali dei piatti. L’angolo sud della sala è impreziosita da una riproduzione pittorica della “Creazione” di Michelangelo (i rigori della legge ci impediscono di riportare il commento del Raschione sul particolare del “dito”), mentre le finestre laterali sono coperte da trasparenti organze rosso accese (perché non viola?). La composizione scenica complessiva – che a dire il vero non ci convince pienamente – si completa con alcuni mobili in stile rustico e con sedie e tovaglie color latte, elegantemente e romanticamente imbandite. Nota di merito anche per i servizi che, nonostante gli infissi da aula B1 (!) riescono ad apparire efficacemente di gran classe.
Paccheri al nero di seppia
Raviolini di cernia
La giovane maître, che ci accoglie e ci fa accomodare (e che si fa carico dell’intero servizio del ristorante), è un raro esempio di professionalità, gentilezza ed empatia nei confronti dell’avventore. L’accento del nord non tradisce le origini sarde, mentre la preparazione, la gestualità e l’attenzione per i dettagli, sono pienamente in accordo con il suo curriculum (così come quello dello chef), ricco di ristoranti e hotel a 5 stelle; tant’è che, durante la serata, per un istante (ma poi è passato) Jesus si è sinceramente vergognato di essere un impenitente pedduzzone:
«Gli antipasti erano di vostro gradimento, signori?»
«Sticazzi!»
«Ehm, ha espresso bene il concetto».
Evasioni – Tonno scottato in crosta di sesamo nero
Già da un primo sguardo al menù, ci accorgiamo che l’excursus culinario che avremmo di lì a poco affrontato, non sarebbe stato convenzionale. Jesus, con gli occhi pieni di luce, si impone facilmente nella scelta degli antipasti («prendiamo tutto!») mentre l’Ing.Marrocu si ribella allo strapotere del Raschione, relativamente alla cernita del vino, per poi – di fronte allo straordinario bouquet di etichette sarde, italiane e straniere, disponibili nella cantina – chiedere consiglio alla maître. Alla fine optiamo coraggiosamente per un vino bianco neozelandese: Sauvignon Blanc “Saint Clair” (Saint Clair Family Estate), medaglia d’oro nel 2011 al Mundus Vini (Germania) al Marlborough Wine Show, e al New Zealand International Wine Show. La stessa azienda vinicola ha vinto in passato numerosi riconoscimenti a livello mondiale. Ci sarebbe da disquisire a lungo sulla espressività dell’Ing.Marrocu in sede di verifica del vino, e dei relativi commenti di apprezzamento per il medesimo, ma penso che lascerò alle note a margine dei miei colleghi burricchi questo privilegio.
Evasioni – Dentice, insalata di cardoncello
Entriamo invece nel merito delle pietanze assaporate, precedute da un prosecco di benvenuto, da un favoloso pre-antipasto e accompagnate, per l’intera serata, da deliziose (a dir poco) focacce con pomodoro secco, sfoglie di mais al sesamo, pane guttiau, bruschette all’olio e panini fatti in casa: encroiables!
Evitando di corredare prolissamente, con mirabili quanto meritati aggettivi, ciascheduna singola pietanza, nello specifico il pre-antipasto era composto da: guanciale di Villagrande su nido di pasta Kataifi, tonno scottato al sesamo su scaglie di fiore sardo di Gavoi, crema di caprino con avocado.
Tutto era servito in tavola, su splendide porcellane bianche e sottopiatti di solida ardesia nera: chapeau!
Evasioni – Trancio di dentice marinato
Rigorosamente di mare, gli antipasti si articolavano in tre differenti composizioni, le prime due di crudo. Giostra dei crudi di mare, con: branzino; ostriche della Bretagna; tartara di salmone e avocado; tartara di tonno su focaccia salata, filetto di tonno rosso, filetto crudo di cernia.
Tiepido mosaico di mare e aria di barbabietola, disegnato con piccoli tasselli di salmone, tonno e cernia, conditi con grano di sale nero e accompagnati da buonissimi capperi di Selargius, oltre ché da una spettacolare ed inarrivabile spuma di barbabietola: «Ma la barbabietola di solito fa schifo, come diavolo è riuscito a farla così buona????».
Astice nudo, cotto, sgusciato e accomodato su nido di pasta Kataifi, impreziosito da scaglie di fiore sardo di Gavoi, e accompagnato da buonissimi carciofi confit di San Sperate. Sul palato, il gusto intenso dell’astice ci è sembrato divinamente “violento”!
Evasioni – Dessert
Primi piatti. Non scendono la qualità delle materie prime, l’originalità e la presentazione, con i primi piatti proposti: spaghetti al caffè con crema ai ricci di mare e nuvola di zenzero per il Raschione Ettore; ravioli sporcati al saraceno, con ripieno di cernia e rana pescatrice, datteri e fonduta di formaggio “Casizolu” per Jesus; “mare nero” con paccheri al nero di seppia, ripieni di tartara di seppia per l’Ing. Marrocu. L’inappuntabile e raffinato allestimento dei piatti, potete ben valutarlo voi stessi, mentre dobbiamo segnalare – unico piccolo appunto di tutta la cena – la presenza di un lieve eccesso di sale (almeno per il nostro gusto personale) nel condimento della pasta, elemento in linea con la tradizione culinaria del Nord.
Secondi piatti. Nonostante le pietanze fino a lì ingurgitate, i Burricchi non potevano perdere l’occasione di assaggiare le ulteriori strepitose delizie, che la superlativa cucina del ristorante poteva e voleva offrire: tonno scottato in crosta di sesamo nero, accompagnato da baby melanzane e fiori di guanciale di Villagrande; tranci di dentice, leggermente marinato al timo e cardamomo su vellutata di zucca, accompagnato da caviale nero di alghe; dentice cotto a bassa temperatura con insalata di cardoncello (cordolin’e petza) e spuma di caprino. «Che Iddio li abbia in gloria»!
Panini fatti in casa
Evasioni – Dolcetti
I dessert non erano da meno. Tortino al caffè 100% arabico, ganache al cioccolato e perla verde; Soffice di castagne con cialda alle nocciole e salsa al mandarino di Villasor; crema di caco servita su conchiglia di caco ghiacciato; buonissima crema di mascarpone, offerta dallo chef. Il tutto è stato accompagnato da un gradevolissimo moscato delle cantine di Dolianova.
Sul finale, i caffè di Jesus e Marrocu, i liquori artigianali Milanesi alla liquirizia per Marrocu e il Raschione, e il mistico liquore al pistacchio assaggiato da Jesus (e con la forza dagli altri due burricchi, tanto da dover richiedere un bis compensativo) sono stati supportati da ulteriori nuove delizie offerte: pastiglie di anice e menta; tortini dolci di zucca; pasticcini di pastafrolla; piccoli tartufini e sfogliatine: impagabili.
Costo complessivo della serata 76€ cadauno, assolutamente giustificati per la qualità eccezionale della cucina e per tutto il ben di dio che i Triumviri hanno opulentemente consumato.
Ambientazione elegante, servizio di elevatissimo livello; materie prime di primissima qualità attinte dalla migliore tradizione sarda e ricette che, per originalità, tecnica di preparazione e presentazione, vanno ben oltre le normali consuetudini a cui siamo avvezzi. Rispetto alla media dei ristoranti che di solito visitiamo, siamo su di un altro pianeta. Come sottolineato dall’Ing.Marrocu: «non abbiamo (quasi) mai mangiato così bene». Considerato che (tra mille difficoltà) hanno aperto da pochi giorni, e che chef e maître sono meno che trentenni, tutto questo ci pare incredibile: chapeau!
Cinque meritati burricchi.
VALUTAZIONE “Evasioni Restaurant”: Cinque Burricchi. |
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Ristorante Evasioni |
Indirizzo: Via Puccini 23/A, Cagliari
Telefono: 3272305534 [mostra in google maps]
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