feb
17
2013
Nuova Trattoria – Interno
Ma ditemi voi, se ci si può d’impeto lanciare contro il vento, far stridere le gomme, far rombare il motore a tal punto d’aspettarsi d’improvviso una sua tonante sublimazione, per rincorrere insensatamente una nuvola di fumo, una lontana macchia scura all’orizzonte, che solo una cugurra risvegliata dal periodo dell’accoppiamento, bramirebbe di raggiungere così pericolosamente.
Eppure, sapete bene quanto sia facile ricondurre la ragione ad un confine ininterrotto di cieli limpidi, di assolato tepore, di brezze leggere e profumate, che purificano anima e corpo, nel sublime esercizio della ricerca del piacere.
Nuova Trattoria – Cruditè di ostriche
Allora dimmi tu, caro Raschione, perché spingi ancora il piede sull’acceleratore della scattante utilitaria? Che bisogno c’è di sfidare i limiti della fisica conosciuta, affrontando queste curve quasi avessi tra le mani e sotto il culo il peso di 150cv; perché rincorrere le pulsioni di Thanatos, giacché mai troveremo il lascivo Eros, ad aspettarci oltre quelle alte ciminiere fumanti?
Sabato mattina, ore 12.45. Jesus non ha più insulti da lanciare verso il Raschione Ettore, per indurlo a rallentare la corsa verso quel di Sarroch. In loco non troveremo l’Ing.Marrocu, questa volta giustificato assente per un gravoso impegno extra-cagliaritano, ma un distinto e gradito ospite che orbita nella galassia del Donkey Challenge. Trattasi dello stimato Burriccu Tony che sì, ha onerosamente lasciato il suo alto scranno per seguirci in questa 150a avventura ma, Dio mio, aspetterà pur cinque minuti perché possa questa non diventare l’ultima!?!
Nuova Trattoria – Antipasti
E invece no, lo sconsiderato burriccu non vuol sentire ragioni, ed ecco i due asinini condottieri arrivare per tempo sulla “Via al Mare”, nel Paese meglio conosciuto per l’industria petrolchimica, piuttosto che come sede di eccellenza della gastronomia sarda.
Il Burriccu Tony è lì che ci aspetta, giusto in fronte al ristorante pizzeria “La nuova Trattoria”, sede e destinazione di quest’ultima ciccionata.
Diciamo subito che la Trattoria tanto nuova non appare, almeno esternamente. Integrato in una struttura edificata probabilmente negli anni ’70, la facciata del locale ne raccoglie inevitabilmente lo stile essenziale ed asciutto. Una breve rampa bilaterale conduce all’ingresso principale, protetto da una tenda parasole rotondeggiante. Gli infissi sono in dozzinale allumino chiaro, mentre la sbiadita insegna esterna tradisce i segni del tempo che scorre inesorabile. Dopo un breve cincischiare in pressoché inutili convenevoli, i tre burricchi decidono di varcare la soglia del ristorante.
Nuova Trattoria – Carpacci fritture
L’interno del locale non risulta complessivamente più accogliente dell’area esterna. La sala principale si estende dal bruno bancone del bar fino alla regione opposta, accrescendo poi lateralmente verso (presumiamo) la zona pizze. Componenti d’arredo moderno, si alternano disorganicamente ad elementi più rustici, mentre alcuni discutibili dettagli – come i frigoriferi a vista e una pila di cartoni da pizza a fianco del nostro tavolo -, lasciano intendere che la ricerca dell’armonia estetica non sia una stringente priorità del ristorante.
Invero, celata al di là del corridoio che porta alle toilette, abbiamo notato una più grande sala, dall’aspetto maggiormente gradevole ed accomodante.
Nuova Trattoria – Cozze e arselle marinate
Il servizio è garantito da un unico corpulento cameriere, supportato occasionalmente da un responsabile di sala (il gestore?) più anziano.
Verificata oralmente la nostra prenotazione, il cameriere ci fa accomodare ad un tavolo ben più spazioso per accogliere rispetto alle necessità di tre burricchi. Il Raschione accenna qualcosa su un sesto ospite non pervenuto; a Jesus non tornano i conti, ma considerata l’entropia che agita la sua mente e l’alta filosofia degli Sticazzi a cui affida il suo errare sulla Terra, decisamente non ci fa caso. Dopo qualche minuto, ecco manifestarsi l’origine di queste incongruenze. Con disorientata sorpresa da parte dell’ingenuo quadrupede, in sala facevano ingresso due inaspettate quanto gradite fanciulle che, essendo state invitate per tempo dal Raschione e dal burriccu Tony, si accomodavano felicemente al nostro tavolo. A salvaguardia della loro riservatezza – Sapete quanto io sia irreprensibile su questo tema! -, ne citerò solo le iniziali: A. e S. Saranno loro, eventualmente, a farsi avanti per svelare la propria identità, così assecondando la curiosità morbosa dei nostri lettori.
Nuova Trattora – Spaghetti ai ricci
Nonostante l’aspetto rustico e spartano del locale, il cameriere si presenta piuttosto preparato e formale, in particolar modo nella conduzione di cernita e presentazione del vino, salvo poi però perdersi in non veniali distrazioni, come presentarsi con dei calici inadeguati, dopo la sollecitata richiesta si sostituzione, a seguito di un aggiornamento del nettare in uso.
Nella fattispecie, ad accompagnare i comandati antipasti di mare, A. e il Raschione – anche in funzione di qualche difetto di presenze in cantina -, convenivano di optare per un ottimo bianco “Iselis” delle cantine Argiolas, poi seguito da un Vermentino di Sardegna DOC “Giunco” di Mesa.
Nuova Trattoria – Grigliata mista
Gli antipasti si articolavano in numerose portate (dieci), piuttosto semplici nella preparazione e singolarmente (vedi ad es. lo scabecciu) centellinate per un gruppo così numeroso.
Ad ogni modo, possiamo di certo attribuire alla serie di pietanze un giudizio superiore alla sufficienza, sintesi di piatti molto gustosi, affiancati ad altri meno piacevoli: ottime e traboccanti ostriche crude di Arborea; buonissima insalata di mare (prematuramente e visivamente mal giudicata dai diffidenti commensali) con polpo, seppie e gamberi; pessimo (troppo acido) salmone marinato con cipolle, olio e limone; anonimo scabecciu di cernia; discreti bocconi (murici) di mare, non perfettamente spurgati dalla sabbia. A seguire: buon salmone affumicato, mediocre fritturina di cozze e gamberi; buon pesce spada con purea di pomodoro (invero, il sapore del pesce veniva totalmente coperto, e risultava utile solo per garantire la consistenza dell’insieme); ottime orziadas fritte. Concludeva la serie di antipasti, una zuppa di cozze e arselle marinate di media qualità.
Nuova Trattoria – Gamberoni arrosto
Dopo una licenziosa esibizione di tatuaggi in corso d’opera, da parte di una delle due ospiti, avendo il burriccu Tony una freudiana avversione per i primi piatti, gli asinini commensali procedevano per richiedere un comune approvvigionamento di spaghetti ai ricci di mare, misurati per le fauci di quattro persone. In realtà questa volta, la quantità presentata risultava praticamente doppia rispetto a quella richiesta, per cui gli spaghetti sono ahimè rimasti per metà nella pirofila, anche in virtù di un sapore che si manteneva entro i limiti della sufficienza. Segnaliamo, inoltre, una spolverata di bottarga da parte di S., con tanto di inorridimento di Jesus e di Tony per il possibile scempio del riccio di mare!
Crema catalana
Tiramisù
Spazio c’era ancora per un secondo piatto, concordato in una grigliata mista, con declinazione in seppie calamari e gamberoni arrosto. Qui dobbiamo segnalare un nuovo default da parte del servizio, che proponeva di accompagnare il pesce ad un contorno, solo dopo che questo era già arrivato a tavola. Ad ogni modo, seppur in ritardo, Jesus richiedeva del pinzimonio, accompagnato da salsa vinaigrette (pomodorini, finocchi, carote e sedano) per il quale registriamo un lontano retrogusto di terra da parte di qualche componente. La grigliata risultava gustosa e ben cotta se facciamo riferimento ai calamari e alle seppie, mentre del tutto inadeguata relativamente ai gamberoni (forse extra-territoriali, ma la cosa sarebbe da accertare) degradati da un lontano gusto di amoniaca.
Ottimi invero i dolci: crema catalana per A., Tiramisù per il Raschione e S., buonissimo sorbetto al limone amaro per Jesus. Il pranzo si concludeva con dei buoni caffè, una grappa barricata “903” per il Raschione, una “Animanera” per Tony, e due Cynar per S. e Jesus. Conto finale, 52€ cadauno, poco giustificato rispetto alla qualità complessiva delle pietanze e del servizio, giudicabile un 20-25% in eccesso rispetto al giusto dovuto.
Il Ristorante “La nuova Trattoria” non si distingue forse per raffinatezza e ricercatezza estetica, né riesce ad esprimersi con una cucina particolarmente fantasiosa e brillante. Qualche occasione di piacevolezza alimentare riesce però a regolarla, con piatti di genuina preparazione e con i dolci ottimamente confezionati. Due burricchi.
5 commenti | tags: 903, amari, anemoni di mare, animanera, antipasti, arborea, arrosto, arselle, bocconi, caffè, cagliari, calamari, cantine argiolas, cantine Mesa, carote, cernia, cipolle, commenti, costo, cozze, crema catalana, cruditè, cucina sarda, cynar, da Nietta, dessert, DOC, dolci, finocchio, foto, frittura, gamberi, gamberoni, giudizi, Giunco, grappa barricata, grigliata mista, indirizzo, insalata di mare, iselis, la nuova trattoria, limone, mappa, mare, marinato, murici, nuragus, olio, opinioni, orziadas, ostriche, pesce, pesce spada, pinzimonio, polpo, pomodorini, prezzo, primi piatti, purea di pomodoro, qualità, recensione, ristorante, salmone affumicato, salmone marinato, salsa vinaigrette, sardegna, sarroch, scabecciu, secondi piatti, sedano, seppie, sorbetto al limone, spaghetti ai ricci, telefono, tiramisu, Valutazione, Vermentino di Sardegna, vino bianco
giu
3
2012
Kaika – Piazza Yenne
All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.
Kaika – Interno
Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.
Kaika – Aragostelle
Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.
Kaika – Insalata di cernia
Kaika – Cozze primavera
Kaika – Insalata di polpo
Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.
Kaika – Involtini peperone
Kaika – Ostriche e cozze
Kaika – Cozze gratinate
Kaika – Zuppetta di cozze e arselle
Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.
Kaika – Fregola con arselle
La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!
Kaika – Spaghetti ai ricci
Kaika – Linguine all'astice
Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.
Kaika – Sorbetto al limone
Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.
Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi. |
Ristorante Kaika |
Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps] |
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– |
1 commento | tags: antipasti, aragostelle, aragostine, arselle, bar, barman, caffè, cagliari, cantine argiolas, capperi, cernia, commenti, congelato, conto, cozze crude, cozze gratinate, cozze primavera, cucina, cucina sarda, DOC, elegante, filetto d’alici, fregola con arselle, giappone, grappa barricata, grissini, indirizzo, insalata, interno, involtini, is argiolas, kaika, limone, Linguine all’astice, liq, liquirizia, liquore, mappa, mare, olive, opinione, opinioni, ostriche crude, pane carasau, panini, patate, peperone, piazza yenne, polpo, pomodorini, prezzo, qualità, radicchio, recensione, ricci di mare, ricetta, ristorante, rosmarino, salsa, sardegna, sedano, servizio, sol levante, sorbetto al limone, spaghetti ai ricci, speziato, telefono, Valutazione, vermentino, zuppetta di cozze
mar
4
2012
Ricciomania 2 – Interno
Ichnusa, ichnos, echinos.
Dall’abisso, sul fondo del mare,
i Re portano temuta corona, la luce e gli sguardi allontanano, finché il nemico arriva feroce, strappa loro alla fiera dimora e li condanna ad uno sventurato, squisito supplizio. Arroccati nel loro castello, sobri e fieri custodi di un generoso e sconfinato regno, attendono sereni il fatale destino, nella deliziosa perversione di potere, un giorno, per fato e legittimo contrappasso, incrociare l’avverso ichnos e il familiare echinos, al culmine di una guerra che ha soli vincitori e mai vinti.
Ricciomania 2 – Ricci di mare
Sulle orme e per la fierezza della Natura, elogiamo quest’oggi, in occasione della ciccionata novantanove del Donkey Challenge, l’indiscusso Re del nostro mare, l’inarrivabile prezioso frutto, il nettare delle nostre tavole, espressione imponderabile della sardità più autentica, trasfigurata nel mordace acume esteriore e nella celata, passionale, docilità della propria essenza.
Sacerdoti di quest’ultima liturgia della tavola, espressa e consumata sull’altare del gusto, sono i tre Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu – accompagnati da un quarto gradito e occasionale ospite: l’ing.V.O.
Ricciomania 2 – Ostriche
Sabato mattina. Alle ore 13.28, condotto dal rovinoso auriga Jesus, al volante della 150 cv presidenziale – quest’oggi sottoposta a ordinaria manutenzione in previsione della ciccionata C -, un primo gruppo di burricchi raggiungeva il Santuario del gusto, loro destinazione: ristorante trattoria
Ricciomania due, nel celeberrimo Viale Poetto, In Cagliari. Un secondo monolitico raggruppamento di Donkeys, costituito invero dal solo Ing.Marrocu – sfoggiante un invidiabile look post lavoro con zainetto “Piquadro” sulle spalle – , arrivava sincronicamente e sincreticamente allineato al primo, giusto in fronte alla struttura della ristorante. Formalizzati i convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
Ricciomaria 2 – Seppiette, Polpo, Gamberi
Il ristorante è architettonicamente collocato in un anonimo condominio di nuova costruzione, giusto nei pressi della caserma “Monfenera”. Per raggiungere l’ingresso, è neccessario aggirare lateralmente l’edificio, finché non si incontra un dozzinale uscio senza insegne, affacciato su uno cortile urbano adibito a parcheggio.
Varcata la soglia del locale, ci si immette in una piccola sala nella quale, un primo limitato raggruppamento di tavoli, divide gli spazi con la zona cassa, l’ingresso della cucina e il suggestivo “scannatoio” dei ricci di mare.
Proseguendo poco oltre, si arriva nella sala principale, caratterizzata da un allestimento pittoresco ed essenziale; una ventina di tavoli squadrati, predisposti con tovaglie di carta dalle tonalità azzurro mare, sono sapientemente stipati in un ambiente chiassoso e “alla mano”, impreziosito da taluni simpatici elementi di arredo, quali le caratteristiche plafoniere a forma di animale marino. Un TV LCD 40 pollici, svetta infine sulle pareti color giallo paglierino, riproducendo le mirabolanti performance degli “amici” di
Maria de Filippi.
Ricciomania 2 – Tonno, Pesce spada, Burrida
Il personale in sala è doverosamente numeroso, per gestire l’abnorme quantità di clienti della trattoria. Un giovane e simpatico caposala (molto probabilmente uno dei soci) coordina e gestisce le ordinazioni tramite palmare, mentre i restanti camerieri si alternano nell’interrogare (ripetutamente e con poco spazio concesso alla discrezione) ciascheduna comitiva, su quali pietanze i commensali stiano attendendo. Nonostante l’apparente caotica frenesia, possiamo considerare il servizio sufficientemente efficace ma condizionato, più che altro, da tempi della cucina non rapidissimi, in relazione al sesquipedale carico di lavoro che su di essa, inevitabilmente, grava.
Ricciomania 2 – Spaghetti al granchione
Ricciomania 2 – Spaghetti ai ricci
Quello che è assolutamente ineccepibile da “Ricciomania 2″, è la straordinaria freschezza e qualità delle pietanze proposte, che si articolano nella più squisita e familiare declinazione della cucina di mare cagliaritana.
I Donkeys non potevano quindi non offire alle loro fauci, le più preziose prerogative alimentari del ristorante e, dopo aver scelto un ottimo vermentino
“Is Argiolas” come nettare per il pranzo, si facevano condurre dal cameriere nella (quasi obbligata) scelta degli antipasti.
Ricciomania 2 – Grigliata mista
Si iniziava con una dozzina di meravigliosi ricci di mare (paracentrotus lividus) cadaburriccu, accompagnata da un assaggio di deliziose ostriche crude. Seguivano poi: ottima insalata di tonno con fagiolini, carote e patate, carpaccio di pesce spada con marmellata di pomodoro fresco, delicata burrida di pesce persico, gustose seppiette alla diavola, notevole polpo marinato all’aceto balsamico, spettacolari gamberi in salsa d’arancia, per concludere con un piatto di cozze calde marinate, ahimè non documentate, per un non accidentale difetto di sobrietà da parte di Jesus.
I primi piatti confermavano la qualità delle entrée: ottimi spaghetti a ricci, ma ancor più sublimi spaghetti al granchione. Eccellenti!
Ricciomania 2 – Is Argiolas, Sorbetto
Disorientati tra la pressione di uno strisciante mal di testa, l’estrema opulenza del piatti fin lì consumati e la voracità dell’Ing.Marrocu, si è reso a questo punto necessario mediare tra due contrapposte fazioni, che intendevano diversamente procedere verso il termine del pasto. La soluzione di compromesso è stata quella di contrattare una piccola grigliata mista, composta da un’orata, qualche seppietta e due gamberi, tanto da ricevere i non velati dileggi del titolare, sul modesto computo delle porzioni. Ad ogni modo, una delle migliori grigliate mai presentate al cospetto dei Donkey!
Il pranzo terminava quindi con dei buoni sorbetti al limone e tre caffè. Costo complessivo, 45€ cadauno, da ritenersi adeguato per la qualità e quantità di pietanze e bottiglie singolarmente consumate, un po’ meno se consideriamo ambientazione e servizio nel loro complesso.
Un ambiente spartano, caotico, e un servizio non particolarmente rapido, sono quindi i difetti che dobbiamo oggettivamente rilevare per “Ricciomania 2″. Imperfezioni, che risultano ad ogni modo totalmente trascurabili, se valutate in relazione alla genuina maestà delle pietanze proposte, e comunque sempre commisurate alla non dissimulata filosofia della trattoria. Una destinazione irrinunciabile per chi vuole assaporare, senza ricercati orpelli, le più veraci prelibatezze della cucina cagliaritana. Tre burricchi meno meno.
5 commenti | tags: antipasti di mare, burrida, caffè, cagliari, carote, carpaccio di pesce spada, commenti, conto, costo, cozze marinate, cucina cagliaritana, cucina sarda, echinos, fagiolini, gamberi, gamberi arrosto, grigliata mista, ichnos, ichnusa, indirizzo, insalata di tonno, is argiolas, mappa, marmellata di pomodoro fresco, menù, opinioni, orata arrosto, ostriche, paracentrotus lividus, patate, pesce persico, polpo marinato all’aceto balsamico, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ricci di mare, ricciomania 2, ricetta, ristorante, salsa d’arancia, sardegna, seppiette alla diavola, seppiette arrosto, sorbetto al limone, spaghetti ai ricci, spaghetti al granchione, telefono, trattoria, valutazioni, vermentino
feb
12
2012
La Pineta 2 – Ingresso
Giù per le colline da cui si scorge l’irrequieta maestà del Mediterraneo, orgogliosi gli ulivi si ribellano al freddo maestrale, ricordando nel gelo la promessa d’attendere una nuova Estate, che presto arriverà.
Su per le valli del Nord, gli alti pioppi sollevano i piedi e con affanno scalano il cielo, impazienti di riconquistare un limpido e vitale respiro.
Si piegano e arrendono gli abeti sui monti, fanno di sé teatranti, si vestono di neve e di ghiaccio e vendono loro stessi al fastoso spettacolo dell’Inverno, nello smisurato palcoscenico della natura.
La Pineta 2 – Interno
Ma dove infine la vita prende il sopravvento, dove ci si sente vezzeggiati dall’odore della salsedine e persuasi dal rumore del mare, dove l’ombra diviene cappello e rigenera il senno, nel delirio del sole cocente, è lì che quest’oggi i Burricchi del Donkey Challenge cercano sollievo e rifugio.
Arrivano Jesus e il Raschione Ettore alle ore tredici di Sabato mattina, nella Via Bacaredda in Cagliari. Appuntamento con l’Ing.Marrocu di fronte allo storico ristorante “La Pineta due”.
Marrocu ovviamente non c’è, non si vede, è uccel di bosco (uno dei due termini è inappropriato); l’impaziente Raschione sollecita telefonicamente, ottenendo una nuova inattesa, quanto irragionevole replica: «Vi sto aspettando da un quarto d’ora!»
La Pineta 2 – Antipasti di Mare
Allontanato lo sguardo sul lato opposto della strada, gli assennati Triumviri riuscivano quindi ad intravedere una figura infagottata e circospetta, intenta a fotografare chissacché nella vetrina di un negozio d’arredamento.
Lentamente, con camminata austera, la sagoma si avvicinava a loro e, nel mistico riverbero del sole alle sue spalle, manifestava progressivamente la sua reale natura. Jesus sentenziava: «Potrebbe essere l’omino michelin, un personaggio di South Park, oppure è l’Ing.Marrocu imbacuccato all’inverosimile!».
La terza ipotesi era invero corretta; una nuova incredibile ciccionata, poteva quindi avere inizio.
La Pineta 2 – Lasagnetta ai gamberi rossi
La Pineta due è, come sopra accennato, uno degli storici e più rinomati ristoranti del capoluogo sardo, in auge nella città sin dalla fine degli anni ’70, inizio degli ’80.
Il conflitto di interessi che legava la vecchia gestione al Raschione Ettore, è stato di recente sanato con il pensionamento del personale, la vendita del locale e quindi il cambio di proprietà. Venuta a cadere la necessità del blind trust, i Triumviri decidevano quindi di dedicare alla “pineta” le loro attenzioni, per anticipare un eventuale stravolgimento di ambientazione e menù che comunque, sentito il nuovo proprietario, non dovrebbero esserci nel prossimo futuro.
Il locale, senza scampo, è strutturalmente ed emotivamente legato alla filosofia architettonica degli anni ’70, a partire dallo stile dell’insegna che capeggia sull’ingresso principale, allo stesso tempo futurista e dal sapore retrò.
La Pineta 2 – Spaghetti ai ricci
Collocato alla base di un grigio palazzone di fascino post-sovietico, il ristorante è al suo interno organizzato con intelligente distribuzione degli spazi. I muri perimetrali sono caratterizzati da una serie di stretti setti squadrati a dente di sega, periodicamente spezzati da alte feritoie che filtrano la luce, obliquamente rubandola alla rigida geometria dei contorni esterni. Con lo stesso orientamento a 45° sono disposti i pilastri portanti e il caratteristico controsoffitto di pannelli fonoassorbenti verticali, che creano una sorta di scacchiera sospesa nell’aria, utile per integrare gli impianti di illuminazione e condizionamento. La mobilia dal calore familiare, pareti dalle tonalità verde/terra e alcuni pratici ed eleganti separè, definiscono una atmosfera dal gusto decisamente vintage che, chi ricorda con nostalgia gli anni di Zico e Paolo Rossi, non potrà non apprezzare.
La Pineta 2 – Gran fritto
Pochi gli avventori presenti in sala, il servizio veniva garantito da un unico gentile, volenteroso, ma a volte disattento cameriere, che ha comunque affrontato con discreta e piacevole empatia le stravaganze dei tre esigenti Burricchi. Cernita del vino parzialmente condizionata dal fato: Il Raschione divisava sovrascrivere la volontà dell’Ingegner Marrocu, anteponendo un Tuvaoes d’annata alla scelta del collega, ma questo risultava in ultimo non più disponibile, tant’è che la prima ipotesi veniva pragmaticamente ripescata: vermentino/chardonnay IGT Villa di Chiesa del 2009, Cantina di Santadi.
Il menù, per una scelta di riverente continuità col passato, ripropone i piatti
– non eccessivamente elaborati ma cucinati su prodotti e materie prime di primissima qualità – della gestione precedente.
La Pineta 2 – Latte cotto con fragole
I Burricchi onoravano quindi gli antipasti, saturando in pratica tutta la disponibilità della cucina per il pranzo: spiedino di gamberi rossi in crosta di pane e pancetta su fonduta di “Blue Stilton” (praticamente gorgonzola), insalata di mare con calamari, gamberi e cozze, calamari spadellati con crema di piselli al profumo di rosmarino, frittino misto del pescato di giornata, con trigliette, gamberi e calamari. Piacevolezza, gusto e genuinità degli ingredienti, ineccepibile.
Primi piatti sulla falsa riga degli antipasti: preparazione ottima, ma senza particolari concessioni alla ricercatezza estetica; lasagnetta ai gamberi rossi per Il Raschione e l’Ing.Marrocu, sontuosi spaghetti ai ricci freschi per Jesus. Spazio ancora rimaneva per un secondo piatto: gran fritto di gamberi, calamari e carciofi che, per una sottovalutazione delle capacità digestive degli anomali commensali, stavano per essere serviti in misura di una porzione da dividere in tre.
La Pineta 2 – Villa di Chiesa
Solo l’intervento di Jesus, che aveva correttamente intuito le intenzioni del cameriere, ha ristabilito le giuste proporzioni, comunque improponibili al concludersi del pasto, per un qualunque consumatore medio.
Dessert condizionato dall’ennesima bizzarria dell’Ing.Marrocu che, dopo aver richiesto e consumato – al pari di Jesus – un semplice sorbetto al limone (qualità nella media), veniva rapito dall’assaggio del dolce del Raschione – uno spettacolare latte cotto con fragole, mojito e spuma rosa -, tanto da ordinarne subito uno tutto per sé!
In conclusione, per accompagnare il caffè, venivano offerti dei biscottini fatti in casa con crema di nocciole e cioccolatini. Due liquori di liquirizia e una grappa barricata per Jesus chiudevano quindi le ostilità.
Conto finale 60€ cadauno che, nonostante la più volte rimarcata genuinità degli ingredienti, dobbiamo ritenere un 15-20% eccedente il giusto dovuto, per presentazione dei piatti, qualità del servizio e ambientazione.
Un pranzo ad ogni modo di ottima qualità, che propone la nuova gestione della “Pineta” come degnissima erede di un nobile e non lontano passato. Passato che, questo Sabato, per qualche ora, abbiamo avuto il piacere di rivivere.
VALUTAZIONE “La Pineta due”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante La Pineta due |
Indirizzo: Via Bacaredda 101, Cagliari
Telefono: 070497173 [mostra in google maps] |
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