giu
8
2014
Zupposofia – Interno
Critica dell’energia vitale. La luna transita nel Leone, il seme ruggisce dal suo letto di humus, il miracolo della vita si compie.
Re Sole, che dall’alto nutri la nostra Terra, che i confini del possibile hai qui tracciato, che accarezzi i nostri Inverni e soffochi la nostra Estate, che con lo sguardo accompagni il respiro dei tuoi figli, il mutevole e ritmico ondeggiare del nostro ventre, il colorarsi effimero delle stagioni, nel docile alternarsi della morte e della vita.
Con te alla vita brindiamo, per te oggi la vita celebriamo, secondo il rito che sappiamo offrirti, secondo l’antropica passione che si eleva a spirito, secondo l’umano desiderio che si spinge oltre la frontiera del divino.
Battezziamo la nostra speranza, beviamo alla fonte del tuo eterno, e con quest’acqua sacra resisteremo per sette giorni, in attesa di ciccionare ancora.
Zupposofia – Formaggi Biologici di Macomer
Sia mai che la famigerata e mirabolante macchina delle ciccionate, custodita e governata magistralmente dalla sapiente mano del Raschione, scelga un giorno per noi un ristorante dove «non si cucinano triglie arrosto», una terra che non ha mai accolto su proceddu arrostiu, un’osteria dove non si possano staccare le teste de su giarrettu a mussius, dove non celebrare il dominio nella catena alimentare, esempio di intelligenza, di ctonia prepotenza, di belligeranza umana.
Ma alto e nobile è l’impegno dei Burricchi su questa Terra. Ben altro è, oltre ciò che appare, che a voi tutti è finora, probabilmente, apparso. I profili longilinei del Raschione e dell’Ing.Marrocu, la falsa magrezza di Jesus, disillusa dal vizio dell’opulenza, significano ben altro.
Bruschette
Polpette di miglio
Capita così, allora, che la sera di un mercoledì qualunque, con l’Estate e il grande caldo ormai alle porte, il Triumvirato si ritrovi a convergere in quel della centrale Via Farina, in Cagliari.
Dopo Jesus e il Raschione Ettore – puntualissimi, anche a seguito di un parcheggio impossibile del Raschione nella improponibile Via Paoli – presto si intravvedeva all’orizzonte, appropinquandosi con passo calmo e sicuro, l’Ing.Marrocu. La ciccionata avrebbe da lì a poco, dopo i classici vicendevoli insulti di rito, avuto inizio.
Zupposofia – Tris di zuppe
“Zupposofia”, a dispetto di una insegna esterna essenziale e abbastanza anonima (iniziamo col suggerire una in legno o ferro battuto per attirare i passanti), è internamente una gemma. Strutturalmente il locale è ospitato negli spazi che un tempo furono della “Fenice Bianca” ma senza dubbio la recente ristrutturazione ha raggiunto risultati più apprezzabili dal punto di vista estetico. L’interno appare intimo e sobriamente raffinato. Gli esigui spazi sono distribuiti su due sale, separate da generose arcate in muratura. Pareti e mobilia minimalista bianche, parquet in legno chiaro e mattoni ornamentali, sono elementi comuni. La prima sala, che dà sulla strada e che ospita un breve bancone da bar, si contraddistingue per gli eleganti tendaggi color latte, lampadari in fibra vegetale e un magnificente affresco decorativo sul tema di un albero stilizzato, color fucsia. Questa tonalità, in versione più sfumata, sta alla base dell’emblema caratteristico del locale, parimenti a un secondo colore, di più difficile divulgazione, che possiamo unicamente sintetizzare con il codice HTML #d5d7bc. Una specie di grigio chiaro, in cui dominano maggiormente le componenti rossa e verde, meno quella blu. Se c’è un significato alla base di tutto questo, non mi è dato saperlo anche se, con un minimo sforzo mentale, sono abbastanza sicuro di riuscire a trovarne uno coerente con la filosofia del ristorante. La seconda sala, più interna, risulta lateralmente impreziosita da nicchie di pietra in bassorilievo, mentre esiste uno terzo spazio dedicato al desinare all’aperto. Una sorta di piccolo cortile con riparo parasole, da cui è visibile la cucina, ricco di ornamenti vegetali (per lo più fiori e spezie), che personalmente avrei impreziosito con una piccola fontanella, per onorare la misticità dell’acqua oltre ché del sole.
Zupposofia – Zuppa dell’orto
A proposito di misticità dell’acqua e del sole, è difficile inquadrare correttamente la filosofia (“nutrire al di là del cibo”) alla base di “Zupposofia”, la filosofia della zuppa. Non è un ristorante prettamente e dogmaticamente (ringrazio la DDP per il suggerimento del termine) vegetariano o vegano, ma una sorta di tempio alimentare che celebra il ciclo del sole, della terra e della vita, affidando alla ontologia e alla spiritualità dell’agricoltura bio-dinamica l’essenza del proprio rito, in accordo con una ricercata armonia universale tra uomo e natura, per il nutrimento del proprio spirito. Ricondurre l’alimentazione dell’uomo e la sua interazione con l’ambiente ad un unico respiro universale, un unico movimento di ventre, escludendo da parte sua ogni violenta prevaricazione e sfruttamento chimico/intensivo. A dire la verità è stato certamente più facile ricondurre il colore dei capelli della giovane e gentilissima cameriera a quello delle tovagliette fucsia sui tavoli (what a class!), ma da qualcosa bisognava pur iniziare.
Zupposofia – Couscous di verdure
Punto di forza di “Zupposofia” sono senz’altro l’estrema gentilezza, la premura, la passione che il personale mette in quello che fa. La cena è durata circa due ore e mezza, di cui 45′ impiegati per desinare, e il restante del tempo a farci raccontare di allevamenti biologici, di agricoltura bio-dinamica e di scelte di vita tra Cagliari e Parigi. Oltre che la succitata giovane cameriera – a cui andrebbe attribuita una menzione speciale solo per l’essersi congedata singolarmente da ogni tavolo prima di tornare a casa, e alla quale il Raschione Ettore non ha potuto fare a meno di regalare le rose che il venditore di turno era riuscito a rifilargli – ad assistere i burricchi c’erano una ragazza più matura (la parigina) e un giovane maitre. E’ quest’ultimo a fare accomodare i burricchi nel cortile esterno, in un ampio tavolo da sei, nonostante fossimo solo in tre.
Il menù, giornalmente mutevole, viene sistematicamente vergato a mano, in bella calligrafia e su un foglio di quaderno, dalla cameriera, con l’antica tecnica della carta a carbone, incorniciato in una sorta di quadro mobile che passa da tavolo a tavolo. A farla da padrone, ovviamente, sono le zuppe e le vellutate ma, come vedremo, la scelta sarà ben più ampia.
Zupposofia – Macedonia
Non volendo rinunciare ai nostri stereotipi alimentari, cerchiamo di inquadrare subito quello che poteva ricondursi ad antipasti, identificando subito un tagliere di formaggi biologici di Macomer. Questi, pecorini stagionati, caprino e crema di pecorino “Debbene” su letto di carasau e finocchietto, venivano accompagnati da deliziose confetture di prugne e di fichi e fragoline biologiche di stagione: buonissimi. Unitamente al tagliere, ordinavamo delle buone polpette di miglio allo zafferano e verdure, su letto di gazpacho andaluso. Oltre alla bontà delle bruschette, accompagnate da olio biologico di Dolianova, segnaliamo la possibilità di discernere sulla tipologia di stoviglie utilizzate nel servizio. A quelle “biologiche”, più in linea con le pratiche etiche del locale, essendo burricchi, abbiamo personalmente optato per le belle ceramiche tradizionali. Riguardo gli abbeveramenti, non abbiamo avuto predilezione per il vino biologico in menù, ma per una più accattivante (almeno per nostro gusto) birra artigianale sarda “Ale” del birrificio Dolmen di Uri – SS.
Zupposofia – Dessert
Dopo gli antipasti, le zuppe! L’ing. Marrocu sceglierà la “zuppa dell’orto” con legumi misti, al profumo d’alloro. Jesus opterà per il tris assortito (su quattro zuppe disponibili): zuppa dell’orto; vellutata di carote, cavolfiore, zucchine e menta; vellutata di sedano, rapa, finocchi, patate, e timo (eccellente!). L’unico appunto che possiamo muovere investe la quantità (eccessiva!) rapportata alla temperatura delle zuppe e alla calura ambientale: con l’arrivo della stagione estiva – come suggerito dal Raschione di ritorno dalla Russia, terra delle zuppe – sarebbe opportuno inserire nel menù più zuppe fredde, e ridurre le porzioni di quelle calde. Coerentemente il Raschione, in effetti, sceglieva il couscous di verdure e ceci mentre, per dovere di cronaca, segnaliamo che Marrocu si è anche divorato metà del tris di Jesus! Infine i dolci. Marrocu decideva per una fresca macedonia di stagione, con fragole kiwi e mele, mentre Jesus e il Raschione si concentravano su una torta di mele e arance. In versione al caffè per il Raschione, bagnata nella malvasia di Magomadas (Angioi) per Jesus. Il tutto accompagnato dalla medesima malvasia. La cena si concludeva quindi con caffè biologico alla moka, addolcito da zucchero biologico (così come biologico era il sale). Costo finale della cena, 30€ cadauno, da ritenersi almeno un 20% inferiori al giusto dovuto, per la qualità del servizio, e degli ingredienti.
Splendido il locale, ideale per una cena romantica, da visitare con il proprio partner o in compagnia degli ultimi residui della propria coscienza etico-alimentarista, “Zupposofia” offre un menù che può soddisfare le esigenze dei vegetariani, più limitatamente dei vegani, ancora più limitatamente dei burricchi come noi. La cucina è semplice, ma gli ingredienti sono di primissimo livello. Un po’ povera la cantina, ma è di per sé difficile trovare vini che seguano la loro filosofia. Tre burricchi con menzione speciale per l’etica del locale, per la gentilezza del personale e per i capelli della cameriera.
VALUTAZIONE “Zupposofia”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Zupposofia |
Indirizzo: Via Farina 22, Cagliari
Telefono: 3802634150 [mostra in google maps]
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commenta | tags: alloro, amari, angioi, antipasti, arance, bio, biologico, birra, bosa, bruschette, caffè, caprino, carasau, carote, cavolfiore, ceci, chef, commenti, confetture, conto, costo, cous cous, crema, cucina, debbene, dessert, dolce, dolianova, dolmen, fichi, finocchi, formaggi, formaggio, foto, fragole, gazpacho, giudizi, indirizzo, jesus, kiwi, legumi, macedonia, macomer, magomadas, Malvasia, mappa, marrocu, mele, menta, menù, miglio, olio, opinioni, pane, patate, pecorini stagionati, pecorino, polpette, prezzo, primi piatti, prugne, qualità, rapa, Raschione, recensione, ristorante, sardegna, secondo, telefono, timo, torta, Valutazione, vellutata, verdure, vino, zafferano, zucchine, zuppa, zuppe, zupposofia
ago
24
2013
Lucitta – Terrazza
Ogliastra. Terra di spazi aperti, di orizzonti bagnati dal mare. Terra di confine e di arrocco, di grotte e dirupi, di voragini e costoni rocciosi, di alte falesie ancorate su acque dal blu cristallino; di falchi che dominano il cielo, di spiagge e di megaliti, di vento e di chiese di montagna, di coste scoscese e di olivastri centenari, di sole e di ombre, di quiete e di fascino antico. Di antichi misteri, di leggende che si perdono nel tempo, di memoria, di tradizioni millenarie, di cavalli e burricchi allo stato brado, di divertimento e pericolo, di pace e di passione, di frastuono e di infiniti silenzi, che cullano e accarezzano valli e panorami distesi sulla frontiera della nostra storia.
Lucitta – Antipasti
Estate. Le vacanze non si negano a nessuno, tantomeno alla placida quiete del burriccu, raggiunta con ininterrotta e devota attitudine al duro lavoro, protratta lungo il freddo inverno e finanche alle soglie di questo ultimo, torrido Agosto.
L’Ogliastra è stata scelta dal Donkey Challenge per placare i demoni della fatica, per rigenerare le membra e lo spirito, per dare conforto e nutrimento alle ultime residue energie. Tristemente assente l’Ing.Marrocu, ecco quindi Jesus, il Raschione Ettore, la Donna del Presidente (DDP), la Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica, prendere temporaneamente possesso di queste Terre, tra bagni di sole, spiagge, piscine, escursioni in montagna, e una buona dose di componente alcolica nella propria dieta.
I nostri lettori subitamente trasaliranno: ma tutto questo relax, avrà per caso condotto i famosi burricchi, ad interrompere la loro inarrestabile attività mangereccia? Direi proprio di no…
Lucitta – Fantasia di crudi
In quel di Arbatax, soleggiata frazione di Tortolì, una fresca serata di vacanza, la pittoresca comitiva di turisti trova accomodo al Ristorante Lucitta, famoso punto di riferimento in ordine alla ristorazione della costa ogliastrina.
Il locale si affaccia direttamente sulla via che porta al mare, a un centinaio di metri dalla spiaggia in località Porto Frailis, ed è strutturalmente identificabile come una sobria casa di villeggiatura che si eleva sul percorso dei bagnanti. Il suo interno, mediamente elegante nello stile, si configura come una piccola sala non nettamente separata dalla zona della cucina, ma si può dire che la gran parte della attività estiva del locale si svolge sull’ampia veranda esterna, che si estende coperta per una prima parte, per poi proseguire totalmente all’aperto sulla terrazza, più verso il mare.
Lucitta – Linguine al ragù di mare
L’avventore viene accolto, oltre che dal personale, da un curioso avviso che in esordio estingue ogni velleità culinaria a base di pizza. In effetti il movimento di una pizzeria si scorge al di là del muretto di recinzione, nascosto dalle siepi, ma non è chiaro quale sia il suo ingresso. Il servizio in sala del “Lucitta” è garantito da un esperto maître (che ad onor del vero non gestisce tutte le comande) e da due giovani cameriere le quali, nonostante un approccio propositivo ed empatico verso il cliente, gestiscono con minore distacco e professionalità i rapporti con il medesimo, ad esempio discutendo tra loro a due passi dai tavoli, o disapprovando con decisione le scelte dell’avventore, qualora queste rischiassero di condurlo a prolungate attese, per effetto di irrilevanti tecnicismi e limiti strutturali della cucina: «abbiamo solo un bollitore!»
Lucitta – Tortelli di pesce
In assenza dell’Ing.Marrocu, è il Raschione Ettore il delegato per la scelta del vino, inevitabilmente bianco, in accordo con le esigenze del nostro ordine, e in disaccordo – abbiamo successivamente appreso – rispetto ai gusti personali della ospite Monica: DOC di uve Torbato e Sauvignon “Parallelo 41″ delle cantine Sella&Mosca di Alghero. Il Menù del “Lucitta” si articola in percorsi di terra e di mare e si può subito dire che, per la ricercatezza degli ingredienti, la cura nella preparazione e nelle presentazioni (almeno nell’intenzione, dato che il pignolo Jesus ha avuto qualcosa da ridire!) si pone un gradino sopra la gran parte dei locali della zona, più orientati alle consuetudini della cucina tradizionale, in onore del turista prima che della licenziosa passione alimentare. Segnaliamo come ottimo l’intendimento, da parte del ristorante, di indicare nel menù l’origine delle materie prime, con tanto di riferimento ai produttori e fornitori delle medesime.
Lucitta – Tonno in crosta di sesamo
L’esordio è più che positivo. Per accompagnarci verso gli antipasti ci viene fornito uno stuzzichino caratterizzato da una sorta di crocchetta fritta di tonno, accompagnata da cipolla rossa, salsina agrodolce e riduzione di crema al basilico, non valorizzante, invero, alcun brut di benvenuto, che ne sarebbe stata la sua gradita apoteosi. Da evidenziare, al contrario, l’eccellente fornitura di pane, come accompagno di tutta la cena, declinata in pane carasau, ottimi panini, focacce, pizzette e pane alla cipolla. La parte centrale degli antipasti iniziava con un’ottima fantasia di crudo, composta da tartare di tonno, carpaccio di pesce spada, gamberi rossi e scampi, esaltata da brunoise di pesche, crema di basilico e anguria fresca. Dobbiamo registrare che, in questa portata, la qualità di scampi e gamberi spiccava nettamente sopra il gusto di tonno e pesce spada, decisamente meno apprezzabili.
Lucitta – Raviolini
Le entrée proseguivano quindi con un delizioso polpo arrostito su crema di patate, paprika e decoro di rosmarino, e con una fantastica tartare di pecora, accompagnata da carasau e fonduta di pecorino, su letto di verdure e decoro di timo: «struppiau!».
Qui le strade dei commensali venivano a dividersi. Jesus, Raschione, DDP e CDP puntavano su un primo, mentre Monica ordinava un buonissimo (e cotto alla perfezione) tonno in crosta di sesamo, con peperoni rossi e riduzione di aceto balsamico, arrivato qualche minuto prima degli altri piatti. Nel dettaglio, Jesus, il Raschione e la CDP ordinavano dei tortelli di pesce con cozze, bottarga e pomodorini arrostiti – a dire il vero apprezzati appieno solo da Jesus -, mentre venivano uniformemente riconosciute come eccellenti, le linguine al ragù di mare con pinoli e basilico, scelti dalla DDP.
Lucitta – Sebada
Lucitta – Tortino
Sublimi i dolci: tortino al cuore morbido di cioccolato con con gelato alla vaniglia e crema ai frutti di bosco («da orgasmo!») per il Raschione, sebada al miele con gelato allo zafferano e gocce di estratto di mango per la CDP, raviolini fritti con formaggio fresco di capra e crumble per Jesus e DDP. La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum “Caroni heavy trinidad” per il Raschione, un mirto per Jesus e CDP, e forse qualcos’altro che mi sfugge perché il burriccu è attualmente ammandronato in spiaggia anziché qui a darmi assistenza. Costo complessivo della serata, 42€ cadauno circa, da ritenersi assolutamente adeguati, interamente finanziati dalla CDP, che ha bruciato sullo scatto il lento Raschione, forse appesantito dalla quota in contanti fornitagli da Jesus.
Il Ristorante “Lucitta”, è senza dubbio un’isola felice nel cuore dell’Ogliastra, ideale per chi vuole gustare una cucina che va al di là dell’offerta tradizionalmente riservata ai turisti estivi. Ottime e particolari sono le composizioni di mare e i dolci mentre, per compiere il vero salto di qualità, suggeriamo di rivedere le gestualità e i formalismi del servizio, attualmente impostati più verso i caratteri di una pizzeria, in luogo di un ristorante di alto livello. Quattro burricchi, meno meno meno.
VALUTAZIONE “Lucitta”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Lucitta |
Indirizzo: Viale Europa, Arbatax – Tortolì
Telefono: 0782664095 [mostra in google maps]
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1 commento | tags: aceto balsamico, amari, antipasti, arbatax, basilico, brut, caffè, capra, carne di pecora, caroni, cioccolato, cipolla rossa, commenti, conto, costo, cozze, crema, crocchette, crosta, Crudi, cruditè, cucina sarda, cucina tipica, DOC, dolci dessert, entrée, fantasia, focaccia, fonduta, foto, frutti di bosco, frutti di mare, gamberi, gelato, heavy trinidad, in crosta, indirizzo, linguine, lucitta, maître, mappa, mare, menù, mirto, ogliastra, opinioni, pane, paprika, parallero 41, pecorino, pesce, pesce spada, pinoli, pizza, pollo, polpo arrosto, pomodoro, porto frailis, prezzi, primi piatti, qualità, ragù, raviolini, recensione, ricette, ricotta, riduzione, ristorante, rosmarino, rum, sauvignon, scampi, sebada, secondo piatto, sella&mosca, sesamo, spiaggia, spuma, tagliata, tartare, telefono, timo, tonno, torbato, tortelli, tortelli di pesce, tortino, tortolì, Valutazione, vaniglia, verdure, vino bianco
giu
15
2012
Taras – Acquario piranha
Il Burriccu, nobile espressione dell’impegno, della dedizione, della testardaggine nella quotidianità dell’uomo medio, impersonata nell’estate degli Europei da un gruppo di quindici sedicenti atleti, dalle spiccate rotondità, chiamati dal Presidente Jesus a onorare la propria essenza nell’evento sportivo (e mediatico) più importante dell’estate cagliaritana, sotto la direzione sportiva del buon Ettore e la conduzione tecnica della Presidentessa Christina Jones Corrias, e puntuali a rispondere con una sonora sconfitta all’esordio, ma anche espressione di indisciplina e insubordina-zione, fino al degenerare nello spettro del sabotaggio, ma Jesus vede e provvede e le sentenze arriveranno inesorabili.
Gamberi confit su crema di patate Bocconcini di tonno scottato
Il destino vuole che, dopo meno di una giornata dall’esordio della gloriosa squadra del Donkey Team, allo stesso modo una comitiva di quindici elementi variamente assortita tra burricchi triumviri, neo burricchi e frastimers, si ritrovino per celebrare insieme quello che si rivelerà presto il Diverland del buongustaio e del ciccione grazie ad uno straordinario interprete della cucina nostrana, diventato ormai celebre fra chi vuole scegliere semplicemente il meglio per i banchetti degli eventi da ricordare, Alessandro Taras.
L’esperienza che andremo a descrivere è macchiata da una violazione, purtroppo inevitabile del protocollo di anonimato che ha sempre distinto le nostre recensioni, e su cui basiamo la nostra credibilità. L’organizzazione sapeva della presenza del Triumvirato, ma confidiamo che la situazione non abbia alterato i parametri di qualità dell’offerta, qualità difficilmente raggiungibile, anche in maniera episodica, in assenza di una base di cultura e esperienza gastronomica di alto livello, come si evincerà nella narrazione delle circostanze.
Uova di quaglia fritte
Bocconcini di ostriche
Anguille caramellate
Presente per l’evento il Triumvirato, nella formazione titolare Jesus, Ettore, Ing. Marrocu, con tutta la panchina a disposizione composta da Franco, Orione, Piero e Fabrizio, ciascuno accompagnato dalla propria Signora, oltre alla emerita Presidentessa CJC, la donkey fan Mima e relativi consorti.
Primo punto di aggregazione presso i Sepolcri Paulesi per una più eco-sostenibile redistribuzione dei partecipanti fra le vetture. Al centro della scena si inserisce subito il più indisciplinato dei burricchi, in colpevole ritardo come da copione, ritardo decisamente non imputabile ad una attenta selezione dell’abbigliamento per la serata, più adatto questo ad una mezza maratona over 65 ma anche ad una grigliata di Pasquetta.
Taras – Cruditè di ostriche
Taras – Crema di porri
Cruditè di gamberi rossi
Taras – Carpacci, Tartara, Bocconi
Il trio ainìno premia la scelta della promozionale utilitaria giapponese del burriccu Orione, dai notevoli contenuti tecnologici, decisamente messi a dura sollecitazione dalle maldestre mani di Jesus e dell’Ing. Marrocu, che evidentemente pensavano di vincere qualcosa premendo tutti i tasti e manovrando tutte le leve a disposizione. Destinazione della serata la sala privata della società di catering Blue Eyes nella vicina Dolianova, presso la centrale via Roma. Segnaliamo subito un siparietto del sempre eccentrico Orione, per nulla disposto a cedere al sempre stimato Ing. Marrocu, in quella che durante la serata assumerà i connotati di una vera e propria sfida, la palma del più susunku della serata, che deve giocare non poco al ribasso con lo sportello bancomat adiacente la nostra destinazione per evitare di rimpinguare in maniera eccessiva le proprie liquidità da mettere a disposizione per la serata “ma i 5 euro non li dà??…“.
La sala è ospitata presso il retro di un moderno American Bar, che da tempo ormai ha il monopolio delle colazioni nel paese, i cui i clienti possono trovare comoda sistemazione su sgabelli rialzati o presso i tavolini della sala principale, nella quale spicca una zona rialzata in cui troneggia una splendida ricostruzione di un ecosistema fluviale tropicale ospitato dentro un capiente acquario in cui la scena è dominata da panciuti piranhas: quale meraviglia!
Taras – Cappuccino di patate con seppie al nero
Taras – Frittino misto
All’ingresso del bar veniamo condotti verso un piccolo cortile, riparato da un gazebo all’ombra del quale in breve tempo sarebbe stato servito un sfizioso apri cena. Il servizio è assicurato da un giovane cameriere e due cameriere e si rivelerà cortese e disponibile oltre che estremamente puntuale.
L’apricena, presentato in modalità self-service è composto di bocconcini di gambero confit su un letto di crema di patate, impreziositi con uova di lompo, straordinari bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni, impreziositi con finocchietto e serviti su piccoli vassoi in legno dalle sembianze di gusci di cozza, che proprio per questo hanno ingannato diversi commensali. Seguivano poi degli inarrivabili spiedini di anguilla caramellata, eccellenti spiedini di ostriche scottate e fritte in pastella, per finire in meravigliosi bocconcini di uova di quaglia fritte: chapeau! Gli stuzzichini sono stati innaffiati con dell’ottimo prosecco Karalis Chardonnay Brut delle Cantine di Dolianova.
Taras – Paccheri cozze cappone
Concluso con soddisfazione il non banale aperitivo ci spostiamo nella sala privata adibita a banchetti di prova delle offerte di catering e, occasionalmente, proprio come nel caso della serata che ci vede protagonisti, a cene private. Si tratta di un ambiente sobrio ed elegante, adiacente alla cucina, non molto illuminato, al centro del quale stona decisamente la presenza di un seppur efficiente monta carichi per le pietanze fredde. Vi è posto per poco più di venti coperti e veniamo fatti accomodare in un’unica tavolata sviluppata in lunghezza e per questo un tantino dispersiva. Gli arredi sono essenziali, le pareti spoglie, le tovaglie semplici in stoffa chiara. La non indimenticabile ricercatezza nell’ambientazione deriva essenzialmente dal fatto che la sala non è aperta al pubblico e assumiamo per questo che sia un aspetto non valutabile per l’esperienza.
Appena accomodati l’eccentricità dell’Ing. Marrocu lo porta ad ostentare con i commensali il prossimo viaggio nella terra di Bisanzio, programma questo che avrebbe sottinteso l’auto-esclusione del burriccu in questione dal proprio apporto alla causa del Donkey Team, senza le dovute comunicazioni alle figure di riferimento della squadra. Salomonico il verdetto del buon Jesus alla conoscenza degli eventi: Comunicazione ufficiale. L’ingegner marrocu è fuori dalla squadra. Esonero e sostituzione per disonore.
Raviolo cappone e ricotta
Risotto agli agrumi cappone gamberi
Il nettare scelto dallo chef per accompagnare la cena è l’eccellente e più volte citato Iselis delle cantine Argiolas, le cui scorte sono state messe in imbarazzo dall’apprezzamento diffuso nella tavolata.
La cena inizia con una carrellata di cruditè: ostriche, gamberi accompagnati da una sfiziosa crema di porri, ottimo carpaccio di polpo con sale nero e delizioso carpaccio di pesce castagna.
Seguiva poi uno spettacolo con una particolare tartara di pesce castagna su burrata con vinaigrette di peperoni, cardi e nero di seppia, un incredibile cappuccino di patate e con seppie al nero, un forse eccessivamente piccante, ma altrettanto altisonante, flan di pecorino con bocconi in salsa rossa, per concludere in bellezza con un frittino di gamberi, cappone, calamari.
Taras – Cartoccio di mare
Non meno strepitosi i primi piatti: ottimo risotto agli agrumi con cappone e code di gamberi, impreziosito da foglie di finocchietto, per alcuni un tantino carente di cottura (non per chi Vi scrive che ha lasciato solo le ceramiche), un eccessivamente corposo raviolo ripieno di ricotta e cappone in bagno d’olio extra vergine di oliva, e gustosissimi paccheri con cozze e cappone.
Si inizia a manifestare per alcuni commensali una sensazione di imminente saturazione, che tuttavia non fa desistere l’ispirato chef a proporre l’unico secondo piatto: cartoccio di mare con cozze, arselle, gamberi, cappone: ottimo.
Spumosa di mascarpone
Rum 23 Years Old
Quando ormai la comitiva non sembra più in grado di dare ulteriori soddisfazioni alla cucina, il buon Alessandro Taras confeziona il capolavoro: meravigliosa spumosa di mascarpone con guscio di cioccolato fondente, con crumble (leggi biscotto streccau) di pastafrolla, su composta di fragole, timo e limone, accompagnato da dell’ottimo nasco Angialis di Argiolas.
La cena si conclude felicemente con dell’ottimo rum Ron Zacapa invecchiato ventitre anni, accompagnato da sfiziosi tartufini di cioccolato e, per gli amanti, da sigaro cubano romeo y giulieta.
Superfluo riportare che i primi utenti del sigaro for free sono stati i burricchi Marrocu e Orione. Nessuno dei lettori si stupirà nell’apprendere che agli stessi elementi a fine serata era imputabile l’ammanco delle quote partecipative, ammanco alla fine risarcito dopo continue sollecitazioni. Casualità…
Il costo dell’esperienza è stato di 50€ cad. Burriccu, da considerarsi un tantino inferiore rispetto alla qualità dei piatti assaporati, sebbene si fossero presi accordi in precedenza.
Nonostante qualche sbavatura di lieve entità sugli antipasti caldi, ci siamo trovati al cospetto di una delle espressioni più elevate della ristorazione isolana. Niente è lasciato al caso: scelta degli ingredienti migliori, creatività e presentazione, uniti ad uno staff di camerieri di eccellente professionalità e disponibilita.
La collocazione di questi elementi in una location adeguata rende sicuramente perfetto per i partecipanti un evento da non dimenticare. D’altra parte proprio su quest’ultimo aspetto non siamo in grado di dare un giudizio. Ricordiamo inoltre che si può organizzare una serata come quella descritta solo dopo aver preso accordi con l’organizzazione, aspetto che priva la valutazione della parte di occasionalità, valutazione che colloca comunque Alessandro Taras nella nostra Champions League con quattro meritati somarelli e menzione speciale per la creatività delle ricette e l’eccellenza nel servizio.
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Cena del 10 luglio 2013.
Riportiamo i dettagli fotografici di una esperienza successiva, altrettanto entusiasmante, avvenuta a circa un anno di distanza dalla prima, a cui hanno portecipato, tra gli altri, oltre ai Triumviri Ettore e Ing. Marrocu (Jesus assente per motivi di lavoro), i burricchi Sollai, Orione, Varioli, Raffaele, Avv. Pisano e l’Ing. Loi, in qualità di ospiti, oltre al burriccu chef in cucina, che ha riservato ai compagni di ciccionate l’onere dell’impiattamento delle prelibatezze della serata.
Ostrica in gel di prosecco clubber
Gamberi crudi con pesche nettarine
Flan di piselli con ragù di seppie
Sarde marinate con panzanella
Filetto di manzo non cucinato
Filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante
Raviolio di polpo, gamberi, cernia
Dentice zuppetta di patate
Lamb burger e panino all’anguilla caramellata
Pancetta in agrodolce indivia
Mousse di cioccolato gelato
Spumante demi-sec Scaleri del Parteolla
Vini: bianco IGT “Iselis” 2012 della cantina Argiolas, Serdiana; rosso DOC “Rocca Rubia” della cantina di Santadi.
Aperitivo: Ostriche in gel di prosecco su clubber di verdure a base di gin tonic.
Antipasti: Gamberi crudi con pesche nettarine; flan di piselli con ragù di seppie; sarde marinate ripiene di panzanella con basilico viola e cipolla rossa; filetto di manzo panato, non cucinato, con salsa d’uovo al curry; filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante.
Primo piatto: Raviolio, raviolone in bagno d’olio ripieno di gamberi, cernia, polpo, servito con salsa al pomodoro.
Secondi piatti: Lamb burger (con carne d’agnello) e panino con anguilla caramellata e pomodoro; filetto di dentice con patè di olive nere su zuppetta di patate; pancetta cotta a bassa temperatura con salsa agrodolce e indivia.
Dessert: Mousse di cioccolato bianco su crumble di biscotto e frutti rossi, servito con gelato al melone.
Liquori: Rum Diplomatico Reserva Exclusiva; spumante demi-sec Scaleri (Malvasia del Parteolla).
Ancora una volta il grande Chef ha saputo stupirci mettendo in pratica in maniera magistrale accostamenti di sapori che, sebbene per alcuni casi possano sembrare bizzarri, ci hanno regalato un continuo crescendo di emozioni: complimenti!
VALUTAZIONE “Da Taras – Blue eyes Catering”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Catering Da Taras |
Indirizzo: Via Roma 37, Dolianova Telefono: 3385321950 [mostra in google maps]
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8 commenti | tags: alessandro taras, angialis, anguille caramellate, argiolas, arselle, bocconcini, bocconi di mare, burrata, calamari, cantine argiolas, cappone, cappuccino, cappuccino di patate, cardi, carpaccio, carpaccio di polpo, cartoccio di mare, catering, christina jones, cioccolato, commenti, cozze, crema di patate, crema di porri, cruditè, crumble, cucina creativa, cucina sarda, da taras, dolianova, fabrizio varioli, finocchietto, flan di pecorino, foglia di belga, fragole, frastimers, fritto misto, gamberi, gamberi confit, gamberi crudi, giudizio, gran riserva, indirizzo, is elis, iselis, Karalis Chardonnay, limone, lompo, mappa, mascarpone, mima muller, murici, nasco, nero di seppia, olio d’oliva, opinioni, orione, ostriche, paccheri, pasta frolla, pastella, peperoni, pesce castagna, piranha, pisanu, prosecco, raviolo, recensioni, ricotta, risotto, ristorante, romeo y giulieta, Ron Zacapa solera, rum, sale nero, salmone, salsa piccante, sardegna, seppie al nero, sigaro cubano, sollai, sorbetto di seppia, spiedino, sprite, spumante, spumosa, tartine, tartufini, telefono, timo, tonno, uova di lompo, uova di quaglia, uova di salmone, Valutazione, vermentino, vinaigrette, vino bianco
mag
28
2011
Semplicemente – Donkeys
Semplicemente favoloso. Nessun esordio potrebbe essere più adeguato per descrivere la ciccionata by-night di quest’oggi, che travalica le solidificate abitudini del tempo e sovrasta le, fino a ieri incontrastate, cime del sapore e del gusto.
Venerdì Sera. L’ombra della notte ammanta da pochi minuti il tiepido respiro della città di Cagliari, che lentamente dimentica il suo urbano tramestio e si abbandona voluttuosa alle sdolcinate attenzioni alimentari di sei
– men’uno – affamati burricchi. L’uno
– l’Anziano – viene sferzato via dal non inaspettato vortice della parsimonia, che tutto ferocemente abbatte e tutto intimamente travolge, finché un nuovo velo arriva lui ad ammantare. Ora, velo pietoso.
Semplicemente – Interno
Ore 20.59. Per una sorta di incredibile dinamica coincidenza, o se volete di subconscia premeditata sincronizzazione,
i cinque sopravvissuti Burricchi convergono nel medesimo istante e organizzati in tre diversi raggruppamenti, al numero 60 del celeberrimo Viale Merello, nella zona residenziale della Cagliari aristocratica.
Jesus, il Raschione Ettore e il Dottor Melis
– per l’occasione chauffeur dei Triumviri ufficiali anziché della inaffabile V. – risalivano faticosamente il Viale, mentalmente appagati dall’idea che il ritorno sarebbe stato meno gravoso.
L’Ing. Marrocu, viceversa, con il suo consueto aristocratico incedere, discendeva speditamente dal culmine della collina, domandandosi dove potesse trovarsi il promesso “ampio parcheggio interno”, primo elemento e nota positiva da apprezzare all’arrivo in un qualunque locale.
Semplicemente – Tartara di salmone
Dall’opposto lato della strada, sopraggiungeva invece il Burriccone Pg che, accidentalmente (e grazie ad un arrivo anticipato di circa venti minuti rispetto l’orario ufficiale), era riuscito ad individuare il succitato posteggio: giusto di fronte al ristorante. Attenti osservatori!
Formalizzata la doverosa foto di rito in fronte all’ingresso, che celebra la occasionalmente numerosa conventicola e coscientemente esclude l’inafferrabile figura del comunque onnipresente Jesus, i cinque Burricchi varcano la soglia del locale.
Dopo esser stati splendidamente accolti dal personale e aver affidato i soprabiti al guardaroba, i cinque vengono scortati nella sala al piano superiore, a cui si accede attraverso una elegante scalinata in marmo. L’impatto visivo, superato il vestibolo, è semplicemente e piacevolmente incantevole.
Semplicemente – Cruditè di mare
L’ambiente è deliziosamente arredato. Lo stile è raffinato e moderno: luci ben dosate, arredi signorili e discretamente eleganti, mobili e pareti color crema e bianco latte, soffitto e decori di ricercate tonalità lilla, perfettamente in linea con la scelta cromatica del Raschione Ettore, per l’abbigliamento della serata. Semplicemente: che classe!
Ci accomodiamo ad un’ampia e comodissima (eccezionali da questo punto di vista le bellissime sedie) tavola rotonda e iniziamo ad interagire con il gentile, efficiente e preparatissimo cameriere di origine veneta.
Il menù cartaceo, la cui manifestazione estetica è in linea con lo stile generale del locale, ci suggerisce un eccezionale ventaglio di sublimi prelibatezze, distinte e organizzate per diverse salottiere occasioni: menu pranzo, menu cena, pre-teatro, post-teatro, evidenziando un simbiotico accostamento con le mondane attività del poco distante Teatro Massimo.
Da segnalare inoltre la lodevole iniziativa, da parte del ristorante, di voler donare il ricavato di non pochi piatti indicati nel menù, alla Lega italiana contro i tumori: chapeau!
Semplicemente – Antipasti
Concordiamo quindi di procedere con la specialità di cruditè di mare ed altri antipasti assortiti; scegliamo, inoltre, il vino per la serata: un Tuvaoes DOC del 2009, delle cantine Cherchi, già sperimentato in un’altra felice occasione dal Burricchi Triumviri, “premio due bottiglie annata 2008, guida vini d’Italia Espresso 2010, menzione Guida vini d´Italia Espresso 2011″. Il somelier Marrocu, insindacabilmente alla degustazione, commenta: «eccezionale».
Ora, per alcuni minuti il vostro amato si è soffermato di fronte alla tastiera con la speranza che arrivasse l’ispirazione, che potesse aiutare a descrivere e trasfondere le sensazioni vissute con il veloce incedere degli antipasti predisposti e preparati dal cuoco. Un eccezionale turbinio di sapori, sentimenti e passioni che dalla bocca, come effimeri voluttuosi baci, devastavano i di ciascuno sedimentati equilibri e certezze.
Semplicemente – Tagliatelle ai gamberi rossi
Un sublime deliquio dei sensi, un tripudio di alimentari emozioni, che non trovano voce e ricordo nella coscienza mnestica della lunga strada percorsa dal Donkey Challenge.
L’esordio, ancora prima degli antipasti, è a dir poco clamoroso; apertura offerta dalla cucina per meglio degustare il vino: tartara di salmone, preparata con arancia, verdura e finocchietto selvatico. Jesus non vorrebbe attribuirle il titolo di antipasto e si prepara a degustare senza immortalarne le fattezze, ma l’Ing. Marrocu richiama la sua attenzione: «La prego, faccia una foto, è meraviglioso!». Notevole anche il pane (fatto in casa) che ha accompagnato tutto il pranzo: focacce, panini all’olio, pane integrale, pane carasau.
Ecco gli antipasti. Cruditè. Tartara di spigola, carpaccio di salmone, tonno rosso, gamberi. tartara di dentice con peperoni, tutto accompagnato da eccellenti salsine di soia.
Ogni aggettivo utilizzato non servirebbe a dare la vera dimensione del riuscito equilibrio di sapori e, altresì, ogni confronto tra il valore delle singole pietanze sarebbe improponibile.
Semplicemente – Babà al rhum
Citiamo però, in ultimo, quello che è di sicuro la delizia più buona che Jesus ricordi di aver mai assaggiato: un inimmaginabile tortino di palmita e fragole. Gesù!
Seguivano alle cruditè: carpaccio di orata e verdure, polpo scottato con verdure, servito su vassoio di ardesia, patate viola e salsiccia, rana pescatrice con verdure croccanti patate chips e salsa guacamole per terminare con un incredibile pasticcio di palmita scottata, con erba cipollina e in crosta di sesamo e cioccolato.
Avendo purtroppo già pienamente attinto dal serbatoio di elogi del vocabolario sinonimi e contrari online, né volendo comunque tediare ulteriormente i nostri lettori con pleonastiche considerazioni, riportiamo alcuni commenti dei commensali durante l’evolversi della serata.
Semplicemente – Profumo d'estate catalana
Burriccu Pg: «Veramente serio!»
Ettore: «Vi ricordo che il ristorante l’ho scelto io!»
Melis: «Non dica più che sono un susunku!»
Jesus: «Sono commosso!»
Marrocu: «Tutto questo è meglio del sesso!»
Ettore: «Nel suo caso, non è difficile…»
Jesus: «Sia lodato Gesu Cristo!»
Dopo sittali antipasti, i primi piatti non potevano essere da meno. Col senno di poi, c’è il rimpianto di aver scelto tutti la medesima pietanza, negandoci quindi la possibilità di degustarne più d’una. “Tagliatelle di pasta fresca ai gamberi rossi e sua bisque con bagna cauda al timo”. Sapore dei gamberi fuori dal comune, anch’essi i più buoni mai assaggiati. Senza parole.
Semplicemente – Pasticcini assortiti
Dessert. Jesus, Marrocu e il Dott. Melis scelgono un “Babà al rhum su guazzetto di vaniglia e semifreddo agli agrumi, con cannoncino croccante rivisitato alla siciliana”. Sapore e consistenza del Babà, francamente sovrannaturali. E’ sembrato di degustare un croissant al burro – come più buono non potrebbero preparare nei migliori caffè di Parigi – imbevuto nel rhum con uniforme sublime distribuzione.
Sapore fuori scala, indescrivibile.
Pg e il Raschione sceglievano invece un “Profumo d’Estate catalana”, gelato alla vaniglia su macedonia di pesche con una spruzzata di cacao e cialde fatte a mano, servito con due mini sfoglie di croissant. Sommo!
Annientati dalla più alta espressione della cucina mai sperimentata, il pasto dei Burricchi si avviava alla conclusione, con dolcetti assortiti offerti dalla casa, caffè, liquori alla liquirizia e un particolare liquore “Myrtle”, delle cantine Argiolas, a cavallo tra il sapore del mirto e del classico Cynar.
Costo cadauno della cena 55€, del tutto inferiori a quanto ci si aspetterebbe di pagare dopo una serata a dir poco eccezionale, dal punto di vista del servizio, dell’ambientazione e della cucina.
Mancia inevitabile, epperò finanziata dai soli Jesus, Pg, e dal Raschione Ettore (vedasi frase su attribuita all’Ing.Melis).
Al momento del congedo – prima che ai burricchi fossero riconsegnati, con gradito ed servizievole rituale, i soprabiti -, inevitabili le congratulazioni personali nei confronti di camerieri, cuoco di fama internazionale, pasticcere, in particolare da parte dell’incantato Ing.Marrocu.
Riguardo il giudizio finale, semplicemente leggo dalla Legenda ainina, che determina la scala di valutazione fin qui utilizzata. “Cinque burricchi: Dio mio, non abbiamo mangiato mai così bene nella nostra vita! “. E’ questo il caso.
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giu
6
2010
Arancere – Battaglia delle arance
Escursione anomala questa settimana per i tre triumviri, non in termini di dislocazione geografica, come da atavica consuetudine individuata nel capoluogo sardo, ma con riferimento alla natura e alle tradizioni alimentari proprie del ricettacolo dell’incontro.
Trattasi del ristorante “L’arancere”, di ispirazione spiccatamente piemontese, ad iniziare dalla ambientazione tipica del locale, con arredi in stile sabaudo, riferimenti storici al ventennio, illustrazioni esemplificative dell’origine del nome: la celeberrima battaglia delle arance di Ivrea.
In effetti, i vari accostamenti semiotici dell’arredo, nonostante l’atmosfera possa complessivamente apparire sobria e gradevole, sembrano essere piuttosto forzati nello sviluppo del tema ambientale, che risulta così a cavallo tra due identità non risolutamente focalizzate.
Arancere – Salumi piemontesi, miele al tartufo
L’accoglienza del personale è apparsa relativamente positiva; un solo gentile cameriere in sala – più che sufficiente per il numero di avventori presenti – ci fa accomodare e ci “offre” (in realtà abbiamo buttato l’euro!) un aperitivo a base di buon prosecco. A dire il vero, sarebbe stato carino accompagnare il brindisi alcolico con qualche veloce e stuzzicante delizia…
Fuori discussione la possibilità di ordinare i rassicuranti e abbondanti antipasti di mare, che ormai come consuetudine caratterizzano le nostre abbuffate, siamo stati indirizzati verso tre specialità pseudomontanare, la prima delle quali è stata un misto di salumi delle valli piemontesi, accostati ad una pirofila ricolma di castagne ed abbinati ad un delizioso miele al tartufo.
Arancere – Albese arancio pecorino sale rosa
Seguiva quindi un piatto di albese declinata in tre diverse varianti: all’arancia, alla rucola e pecorino, al limone e sale rosa dell’himalaya. Gli antipasti terminavano con un particolarissimo budino ai ricci, con delicata fonduta e cavolfiori. Il tutto servito in originali e suggestivi vassoi di ardesia nera.
Avendo organizzato tutte le nostre ciccionate sulla base di menu relativamente simili, i gusti che quest’oggi abbiamo avuto modo di testare, a partire dagli antipasti ma anche durante tutto l’incedere del pasto, sono stati per il nostro palato sicuramente particolari, non convenzionali, lontani dal nostro abituale scheletro strutturale e metro di valutazione alimentare.
Arancere – Tortelloni gamberi zafferano
Motivo per il quale, per dei tradizionalisti ortodossi della cucina, quali il burriccu Pg e il Raschione Ettore, la qualità della pietanze non è sembrata all’altezza delle abituali leccornie a base di pesce. Il più progressista e aperto a nuove esperienze (alimentari) Jesus, è risultato invece più possibilista, ricercando ed apprezzando i sapori spiccatamente alpigiani, individuandone mentalmente il contesto e l’ambientazione più adatti per essere apprezzati in maniera adeguata: una calda baita di montagna nella stagione invernale, piuttosto che un locale nei pressi del porto, all’approssimarsi della bella stagione. La scenografia e i costumi, per un film possono fare la differenza.
Arancere – anatra verza, cavolo, cioccolato
Il primo piatto scelto, comune ai tre, è stato però unanimemente riconosciuto come eccellente: tortelloni di gamberi e capesante con crema allo zafferano e “gremolata”, cucinati e serviti in uno scenografico tegame di – credo – ottone.
Secondo piatto, anch’esso identico per ciascheduno dei commensali, dal gusto particolare e ricercato: petto d’anatra con verza, cavolo, pancetta, vino, cioccolato. Anche qui i giudizi si sono nettamente differenziati: ha storto il naso il Raschione Ettore, mentre Jesus e Pg si son lasciati rapire dall’originale accostamento di sapori. Punti di vista.
Arancere – Semifreddo grappa, vaniglia, cioccolato
Altrettanto particolari sono risultati i dessert: semifreddo alla grappa con salsa di vaniglia e scaglie di cioccolato – ben presentato ma non entusiasmante a dire la verità – per Jesus ed Ettore, mentre per esigenze di reperibilità il burriccu Pg si è dovuto “accontentare” di una crema cotta alla vaniglia con saltato di pere al timo.
I caffè e una grappa per Jesus hanno concluso infine il pranzo, che, nella sua interezza, è stato accompagnato da una bottiglia di buon vino rosso “Nebbiolo”, abbinatosi egregiamente a tutte le pietanze.
Nel concludere questa disamina, non posso non segnalare il costo complessivo della ciccionata, che porta con sé un risvolto positivo e uno negativo. Il risvolto positivo è il prezzo pagato: 57 euro cadauno che, sebbene le pietanze siano state particolari e ben presentate, non ci sono sembrati giustificati rispetto alla qualità complessiva, il servizio ed il contesto ambientale. Se qualcuno si sta domandando perchè questo sia considerato un fattore positivo, consiglio di rileggere tutto il blog partendo da pagina uno!
Fattore invece fortemente negativo, che pregiudica in maniera determinante il giudizio finale, è stata l’impossibilità di pagare con carta di credito per un problema al POS. Nonostante le giustificazioni del cameriere, che ci ha indicato come la cosa venisse segnalata all’ingresso (un piccolo avviso appeso in vetrina, celato tra altri venti!) sta di fatto che il burriccone Pg, unico a non avere contanti a sufficienza oltrechè un telefono adeguato, è stato forzatamente indotto – per un tempo computabile in circa 10 anni – nell’appropinquarsi al bancomat più vicino, determinando una fastidiosa attesa per gli altri due burricchi avventori.
Il ristorante non è sicuramente alla portata di tutti, ma può essere un’alternativa interessante per i clienti che amano sperimentare; e spendere.
* NOTA: ci è stata segnalata la migrazione del cuoco dell’”Arancere” verso le lontane terre d’Oriente, e la conseguente chiusura del ristorante.
3 commenti | tags: albese, arance, arancere, cagliari, capesante, cavolo, cioccolato, commenti, conto, crema cotta, cucina piemontese, fragole, gamberi, grappa, indirizzo, ivrea, mappa, miele al tartufo, mousse, musse, nebbiolo, opinioni, pancetta, petto d’anatra, piemontese, prezzo, prosecco, qualità, recensione, ristorante, ristoranti cagliari, saltato di pere, salumi, sardegna, semifreddo, tartufo, telefono, timo, tortelloni, Valutazione, vaniglia, verza, vino, zafferano