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nov 12 2014

Ristorante Il Pomod’oro – Cagliari

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Il Pomod'oro - Interno

Il Pomod’oro – Interno

 

Pomo d’oro, ora rosso di vergogna, un tempo lasciasti le mani di Eris. Per te Afrodite vendette il cuore di Elena, e fu di Paride in dispetto a Menelao.
Ora hai il colore del sangue che ha bagnato la spiaggia di Troia, ma un tempo splendevi di luce come potrebbe un premio per un sondaggio su Facebook;
e Afrodite l’avrebbe certamente vinto, promettendo di far vedere le tette, ricevendo un miliardo di mi piace, mentre Era e Atena se la sarebbero presa in quel posto, anche perché la verità oggi sta dalla parte di chi ha più follower. Ecco perché Miss Italia è sempre la più brutta e perché tu puoi dirti d’oro: perché la pizza la mangiano tutti, mentre chi se la fila invece la biondissima mela cotogna, che avrebbe certamente più ragione di te nel decantarsi aurea? Detto questo non staremo certo qui a giudicare, ma non pensare di rimanere indenne oltre la fine di questo pasto, acidità di stomaco permettendo.
 

Il Pomod'oro - Tagliere salumi di Romagna

Il Pomod’oro – Tagliere salumi di Romagna

 

Se vi trovate a Cagliari e volete provare la cucina romagnola, non serve attraversare il mare, navigando verso il freddo Nord-Est. Incamminatevi invece verso l’alto, senza faticare più di tanto. Basta varcare, comodamente stando in città, la soglia del palazzo della Rinascente. Ad attendervi due ascensori. Ad attendervi, di nuovo, di su all’ultimo piano, un corpulento maggiordomo, che vi introdurrà in un ambiente dagli spazi aperti nel quale, vi stupirete, possono convivere, con apprezzabile organizzazione estetica, un ristorante orientale, un lunge bar, una toilette, un sistema di asciugatura mani comparabile alla turbina di un md-80 e, infine, un ristorante dal nome “Il Pomod’oro”.
 

Il Pomod'oro - Tavolozza di formaggi

Il Pomod’oro – Tavolozza di formaggi

 

Il “Pomod’oro” è un locale della catena “Fattoria Pomod’oro”, risultato di una sinergia imprenditoriale tra grandi aziende alimentari italiane (Saclà, Galvanina, Molino Spadoni) che, attraverso un modello di pizzeria/ristorante di qualità, promuovono e distribuiscono il loro prodotti. Anche l’arredamento è costruito su uno schema ben preciso. Spazi aperti, mobilia semplice ma ben curata, cucina e forno a vista, scaffali colmi di variopinti barattoli di sott’olio, a creare alte pareti divisorie; il tutto messo insieme per definire un’atmosfera indubbiamente gradevole e rilassante, a cavallo tra la trattoria casereccia e il glamour bar.
Il servizio è informale ma preciso ed attento, ed è tenuto da alcuni giovani camerieri, tra i quali ricordiamo una solare ragazza colombiana che ha avuto modo di interloquire e discorrere con – per l’occasione, manco a farlo apposta, molto curioso e loquace  – l’Ingegner Marrocu, presente alla serata al pari degli altri Triumviri ufficiali: Jesus e il Raschione Ettore.
 

Il Pomod'oro - Galletto al mattone

Il Pomod’oro – Galletto al mattone

 

Accomodati al tavolo prendiamo visione del menù, accorgendoci subito che i piatti proposti sono quelli di una cucina semplice e direi, casalinga, campagnola, con orientamento prettamente di terra. Quest’ultima caratteristica pareva non essere gradita ad un’avventrice prossima al nostro tavolo, che puntava i piedi e pretendeva dal proprio cavaliere – probabilmente conoscente di uno dei responsabili del ristorante – di portarla a mangiare del pesce. Beato a lui!
Dopo l’inaspettato exploit teatrale, potevamo meglio definire quella che sarebbe stata la nostra cena, individuando le pietanze a noi più gradite e il vino, ovviamente rosso: Sangiovese superiore “Scabi”, del 2012, azienda agricola “San Valentino”, Rimini.
 

Il Pomod'oro - Salsicce

Il Pomod’oro – Salsicce

Il Pomod'oro - Verdure grigliate

Verdure grigliate

 

Diciamo subito che, per nostra colpa e esigenze alimentari contingenti (seguire la voglia di carne dell’Ing.Marrocu) nessuno di noi ha ordinato un primo piatto, e quindi non abbiamo potuto sperimentare i piatti più tradizionalmente emiliano/romagnoli. Questo non ci ha impedito di verificare però l’impronta generale della cucina che, se voleva essere casalinga, ha certamente raggiunto il suo scopo. Quello che abbiamo assaggiato infatti, non si discosta di molto dalla cucina semplice che ciascuno di noi può ritrovare a casa propria. Annotiamo inoltre, per dovere di cronaca, il push gratuito di prodotti delle aziende del consorzio, quali i sott’olio della Saclà. Il giudizio, su questi ultimi è: sono prodotti sott’olio, nulla di più nulla di meno.
 

Il Pomod'oro - Tagliata di manzo

Il Pomod’oro – Tagliata di manzo

 

Invero, riguardo gli antipasti realmente richiesti, abbiamo ordinato la degustazione di salumi “Mora romagnola”, con tagliere di prosciutto crudo, salame “gentile“, salame “Moro”, lardo e salsiccia passita. A seguire una “tavolozza” di formaggi misti emiliani: scoparolo, cacio di vino, parmigiano reggiano, accompagnati da miele e confettura di fichi caramellati; il tutto certamente ben presentato e costruito, ma non particolarmente ricercato, rispetto alle nostre abitudini e severe esigenze culinarie. Stesso discorso per i secondi piatti. Jesus ordinava un bis di salsicce: “non troppo pepata” e salsiccia speciale di “Mora romagnola” alla brace, decorate con aceto balsamico e accompagnate da verdure grigliate (pomodori, radicchio, melanzane, zucchine), bagnate da un filo di olio d’oliva. Il Raschione, optava per il galletto “al mattone” con patate arrosto e mattone scenograficamente portato a tavola, senza però restare pienamente soddisfatto per la resa dell’alimento a livello di gusto. Il piatto più buono della serata è stato probabilmente il secondo dell’ingegner Marrocu: tagliata di manzo al profumo di rosmarino, con decoro di pomodoro e radicchio.
 

Cheescake crema di zuppa inglese

Crema di zuppa inglese

Il Pomod'oro - Gelato alla vaniglia

Gelato alla vaniglia

 

Infine i dolci: gelato alla vaniglia per l’Ing.Marrocu, cheesecake alla crema di zuppa inglese per Ettore, serviti all’interno di barattoli di vetro tipici dei prodotti caserecci. Nulla per Jesus. La cena si concludeva quindi, senza amari, con un caffè d’orzo per l’Ing.Marrocu due caffè regolamentare per gli altri Burricchi.
Costo complessivo della cena, 42 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina che nella sua genuinità non ha comunque particolarmente brillato e fornito spunti degni di nota. Da segnalare, infine, la mastodontica stazza del cuoco ai fornelli, in linea con l’idea di opulenza emiliano-romagnola.

Immerso in un ambientazione di stampo glamour/casareccio, sapientemente costruita con dettagli estetici eleganti e di buon gusto, il ristorante/pizzeria “Il Pomod’oro” offre una cucina di stampo romagnolo, comunque senza particolari note positive da segnalare. Due burricchi con menzioni speciale per l’ambientazione.

 



VALUTAZIONE “Il Pomod’oro”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il Pomod’oro Indirizzo: Via Roma 143, Cagliari
Telefono: 07060451    [mostra in google maps]
 
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set 22 2014

Ristorante Is Fradis beach – Castiadas

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Is Fradis beach - Esterno

Is Fradis beach – Esterno

 


Il vento che soffia alle tue spalle, non sempre è il maestrale dispettoso e ferino, che sa governare i tuoi passi e rallentare il cammino.
Non sempre è lo scirocco rovente e polveroso, che stordisce i sensi e ti accompagna verso il deliquio della coscienza. Quando Lui veramente arriva, è una brezza che ti avvolge, una tormenta che martella e rapisce, una burrasca che ti sfiora e ti stravolge, un primigenio e sofferto soffio di vita che trascina il tuo desiderio oltre i confini dell’ignoto, che ti porta alla deriva per mari lontani e cristallini, tanto rapidamente quanto più sono spiegate le vele del tuo desiderio e delle tue passioni.
 

Is Fradis beach - Battuto di gamberi

Is Fradis beach – Battuto di gamberi

 

I desideri e le passioni dei Burricchi, a questo punto, dovreste aver imparato a ri-conoscerli. Non vi stupirà quindi qui leggere come, in un afoso Venerdì di Agosto, i venti dell’ingordigia e della passione alimentare, abbiano sospinto le vele della quasi-100cv del Raschione Ettore – con a bordo la ciurma del Triumvirato in equipaggio tipo – verso un porto ardimentoso e lontano, alla ricerca di nuovi libidinosi mari da navigare. Questa volta rischiando di naufragare contro gli scogli della segnaletica stradale e dell’illuminazione pubblica, che in quel di Castiadas, in località Cala Sinzias beach, divengono evidentemente insidiosi e taglienti. Consigliato vivamente approdarvi prima del crepuscolo.
 

Is Fradis beach - Ceviche di cefalo

Ceviche di cefalo

Is Fradis beach - Tartare di tonno

Tartare di tonno

 

L’impatto visivo con il “Is Fradis beach Club” a dire la verità non è del tutto positivo. Calato il sipario della notte sul meraviglioso palcoscenico della spiaggia di Cala Sinzias, da lontano il locale ci appariva come qualcosa a cavallo tra un lounge-bar e un chiosco da spiaggia. In realtà, appropinquatici giusto di qualche metro, potevamo già notare una serie di ben curati dettagli estetici, che riuscivano a trovare un giusto equilibrio tra estive esigenze di informalità e un più mondano desiderio di raffinatezza.
 

Is Fradis beach - Gnocchi al nero di seppia

Is Fradis beach – Gnocchi di patate al nero di seppia

 

Sotto la veranda pseudo-ottagonale della struttura in legno, dominata al centro dal bar e dagli spazi delle cucine, alloggiano – oltre che i divanetti atti allo spazio aperitivo – una decina di tavoli bianchi e relative sedie in ferro e legno, dal peso approssimativo di una tonnellata cadauna, disposte su un bel parquet color mogano. Alcune fioriere bianche perimetrali celano un cuore luminoso colorato, che donano all’ambiente una atmosfera glamour, mentre notiamo un po’ ovunque, decori che, stilizzati in bianco e nero, ricordano i disegni degli arazzi dell’entroterra sardo, elemento caratterizzante e ricorrente per le gestioni del ristorante “Is Fradis”, già da noi valutato in versione cittadina.
Quello che forse manca al locale dal punto di vista estetico è un qualche tipo di elemento avvolgente – come possono essere, ad esempio, dei vaporosi tendaggi esterni -, che renda l’ambiente più chiuso e intimo, allontanando ogni possibile distorta interpretazione, come quella del nostro primo contatto visivo.
 

Is Fradis beach - Calamarata

Is Fradis beach – Calamarata

 

Il personale (fratelli, per la totalità o quasi: is fradis, appunto) è numeroso e incredibilmente rigoroso ed attento ai dettagli, a dispetto della giovane età media. Per ciò che riguarda il nostro tavolo, siamo stati assistiti per la maggior parte del tempo da una ragazza, impeccabile nei modi per premura e grazia, che non ha comunque mancato, in più di un’occasione, di ridimensionare garbatamente l’ego dell’Ingegner Marrocu: «mi scusi, mi posso portare a casa la bottiglia con il tappo, per la mia collezione personale?». Risp.: «Certo, vuole portare via pure il mio cavatappi?». Il Raschione ha ammesso che l’avrebbe sposata solo per quella risposta. La raffinata cafonaggine dell’Ingegnere, comunque, pareva far breccia sulle attenzioni della giovane, perché da quel momento in poi questa usava interagire quasi esclusivamente nei suoi confronti, forse identificandolo come principale rompipalle della tavolata, da ben tenere sotto controllo.
 

Is Fradis beach - Filetto di tonno

Is Fradis beach – Filetto di tonno

 

Riguardo l’incedere della cena, non tutto è andato alla perfezione, come la prima serie di panini arrivati al tavolo: piuttosto freddi e tendenti al raffermo. A parte questa superficiale sbavatura, possiamo senza ombra di dubbio investire tutta la nostra credibilità e autorevolezza per affermare che le pietanze che abbiamo sperimentato a “Is Fradis beach”, sono alcune delle più meravigliose prelibatezze che abbiamo mai potuto gustare durante la nostra pur navigata carriera mangereccia. L’anche lui giovane cuoco ha dimostrato una magnifica e non comune padronanza dell’uso e della composizione dei sapori, oltre che tecnica di preparazione, distanti anni luce dalla media a cui siamo abituati in quel di Cagliari. Se siete del partito dei susunki, che giudica la qualità di un ristorante in funzione di quanto scabecciu vi hanno servito a tavola, o per quanto erano conditi gli spaghetti alle arselle, vi esortiamo a chiudere immediatamente questa pagina, prima che possiate arrivare al conto.
 

Is Fradis beach - Zuppa di piccola pesca

Is Fradis beach – Zuppa di piccola pesca

 

Dopo un Prosecco “Borgomolino” di Valdobbiadene, come intermezzo prima che venisse allestito il nostro tavolo, innaffiati da un eccellente (anche perché scelto da Jesus in onore del compianto Beppe Fenoglio, da una superba carta de vini) un Arneis DOC “Lange” Blangé, delle cantine Cerotto di Alba, arrivavano al nostro tavolo…
Antipasti: meraviglioso battuto di code di gamberi con pesche nettarine, finocchio selvatico e miele di sulla; strepitose ceviche di muggine (cefalo) con insalata di zucchine a julienne e olio al limone; divina tartare di tonno rosso battuto al coltello, con mandorle tostate, erba cipollina, crema di mozzarella di bufala e polvere di olive nere. Chapeau, accompagnato da ineccepibile verità aristotelica esternata dal Raschione: «sarà un vero peccato evacuare questo ben di Dio domani mattina»!
 

Is Fradis beach - Semifreddo

Is Fradis beach – Semifreddo

 

La cena proseguiva con due diversi primi: buonissima calamarata al tonno fresco, con crema di melanzane arrosto e timo limonato per il Raschione e l’Ing. Marrocu; incommensurabili gnocchi di patate piccanti al nero di seppia, con emulsione di basilico e scorza di limone scelti da Jesus: «che Iddio li benedica!».
Mentre l’Ingegner Marrocu proseguiva la sua personale trasfigurazione empatica nei confronti della cameriera («scusi ha da accendere?»), ovviamente ostacolato dagli interventi a gamba tesa del Raschione («ce l’ho io l’accendino!»), potevamo nuovamente gioire con i secondi piatti: zuppa di piccola pesca ai molluschi e crostacei (gamberi, vongole e cefalo) con finocchietto, basilico e pane pistoccu, per il Raschione; sublime filetto di tonno rosso in crosta di papavero e composta di pesche al rosmarino per Jesus e Marrocu.
 

Cheesecake al cocco

Cheesecake al cocco

Is Fradis beach - Mousse di cioccolato

Mousse di cioccolato

 

I dolci non erano da meno. Spettacolare semifreddo al torroncino con composta di fichi e decoro di zucchero soffice caramellato per Jesus; cheesecake al cocco con crema leggera di fico d’india per Marrocu; accattivante mousse di cioccolato al peperoncino con granella di nocciola e riduzione ai frutti di bosco per il Raschione. Il tutto accompagnato da un vino moscato liquoroso “Tanit” di Pantelleria, della catina Miceli. La cena si concludeva quindi con tre caffè, un liquore alla liquirizia “Tanca dei Pavoni” per Marrocu e un aristocratico “Cynar” («Vediamo se indovina chi è il aggio che l’ha ordinato?»… e senza esitazioni indica Marrocu) per Jesus.
Costo complessivo della esperienza 65€ cadauno, da giudicarsi un 15-20% inferiori al giusto dovuto, in funzione di una qualità della cucina oltre le righe e di un servizio impeccabile.

 
Il Ristorante “Is Fradis Beach” garantisce una cucina di qualità eccelsa e un servizio di altissimo livello, contornati da una ambientazione naturale splendida. Qualche ulteriore aggiustamento dal punto di vista dell’estetica del locale lo renderebbe un paradiso in terra. Quattro burricchi con menzione speciale per il servizio (e la cameriera).

 


VALUTAZIONE “Is Fradis beach”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Is Fradis beach Indirizzo: Spiaggia Cala Sinzias, Castiadas
Telefono: 3319139029    [mostra in google maps]
 

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dic 22 2013

Ristorante Thiamà – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Thiamà - Interno

Thiamà – Interno

 

Aspro e interminato Thiama. Pronto ad accogliere i passi lenti dei miti viandanti, lascivo e rovente nell’accarezzare la pelle di chi osa sfidarti, orgoglioso e spavaldo nel mostrare il tuo mare, gravido degli infiniti colori di vita e bellezza. A Nord scruti Yisra’el. E’ la Terra dove io nacqui, dove ogni anno a Dicembre riecheggia il mio nome, dove in questo istante, tra i tremori dell’Inverno e il venti caldi della tradizione, un vecchio ciccione nutre i suoi burricchi da slitta. Milioni di doni e migliaia di cugurre sono pronte a partire. La Notte più lunga è vicina. Speriamo di non tornare con questo brutto puntore anche stavolta… L’anno prossimo, mi sa che gli compro una 150 cavalli e ci pensiono la decappottabile rossa!
 

Thiamà - Antipasti di mare

Thiamà – Antipasti di mare

 

C’è qualcosa di atavico e di singolare quest’oggi. Si rinnova la tradizione asinina: il Burriccu muove un altro passo verso quello che non sappiamo ancora cosa sia, ma stavolta lo fa tirandosi dietro una anomala comitiva di commensali. C’è Jesus, c’è il Raschione Ettore, c’è la Donna del Presidente, c’è Miss Parker ma, ahimè, manca colui che non posso nominare, perché altrimenti mi censurano la recensione! Gridate quindi voi altri per me, cari fan, forte il suo nome. Che riecheggi per queste pagine come lo stridere di una porta che si spalanca alla verità, che appaia come una spada di Damocle sul capo dei Burricchi, fatale e imprescindibile che,  prima o poi, inesorabilmente colpirà!
 

Thiamà - Carpaccio di mare

Thiamà – Carpaccio di mare

 

Cagliari, Venerdì sera, ore 21.03. Faticosamente risalgono la Via Nazario Sauro Jesus e la Donna del Presidente, dopo vari giri a vuoto alla ricerca di un parcheggio fruibile. Ad attenderli, da qualche minuto, ci sono già il Raschione Ettore e Miss Parker – “burricca” di complemento di vecchia data – pronta subitamente a rimproverare i pochi minuti di ritardo e preventivamente lamentarsi per il “crudo di mare” che non sarebbe riuscita ad assaporare, come da migliore tradizione delle nostre ciccionate comuni. Vedremo che solo parzialmente le sue lamentele si dimostreranno fondate. Senza troppi indugi, dopo pochi convenevoli di rito, la compagnia varcava quindi la soglia del ristorante.
 

Thiamà - Flan di pecorino

Thiamà – Flan di pecorino

Thiamà - Ostriche

Thiamà – Ostriche

 

L’impatto con il locale è decisamente splendido. Di recente ristrutturazione, l’ambiente è caratterizzato da gradevolissime ed eleganti rifiniture, espresse in efficaci geometrie dallo stile pulito e moderno, con superbo utilizzo di colorati punti luce e suppellettili di sobria raffinatezza. L’avventore viene inizialmente accolto nella zona lounge bar, immersa in uno sfumato bagno di luce azzurrognola, per poi accedere lateralmente all’area ristorante, improntata su tonalità più calde. Il sapiente utilizzo della pietra e l’inusuale lucentezza dei pavimenti –  che si mantiene per tutta la superficie, finanche nelle toilette -, non possono che apparire encomiabili, dal punto di vista estetico.

 

Thiamà - Antipasti di terra

Thiamà – Antipasti di terra

 

Il personale del ristorante è gentile e preparato. Per la serata ci interfacciamo principalmente con un giovane cameriere, che ci fa accomodare ad un tavolo comodo e spazioso. Il servizio, a parte qualche trascurabile momento di indecisione iniziale, si rivelerà di  ottimo livello, con rapida e sistematica sostituzione di posate, stoviglie e bicchieri, impeccabile mescita del vino e dosatamente empatici accompagnamento ed assistenza. Da migliorare, invero, il supporto alla definizione della scelta di vino, liquori e amari, da parte dello sprovveduto avventore.  Prendiamo visione dei menù, scartando a priori i pur prestigiosi percorsi degustazione, per concentrarci sulla possibile architettura degli antipasti la quale, con estrema delusione di Miss Parker, non avrebbe potuto contemplare – almeno non nella loro totalità –  le divisate “cruditè di stagione”, limitate ad un assaggio di ostriche (presumibilmente di S.Teodoro). Si sceglieva quindi di articolare l’inizio pasto con tre porzioni di degustazione mista di mare e di terra, e l’integrazione di un carpaccio di mare. Per dovere di cronaca, riportiamo che la Donna del Presidente non gradisce alcuna cruditè, mitili compresi, per la gioia degli altri commensali che  avrebbero visto mancare un  pericoloso concorrente nella spartizione delle vivande.
 

Thiamà - Raviolo di spigola

Raviolo di spigola

Thiamà - Trofie al ragù di mare

Trofie al ragù di mare

 

Il vino cernito dal Raschione (in realtà mancava alla cantina la prima scelta) è stato un Torbato DOC di Alghero “Terre Bianche cuvée 161″ di Sella&Mosca, successivamente sostituito (suggerimento da parte di miss Parker) da un Vermentino di Gallura DOCG “Karagnanj”, della cantina Tondini.
La degustazione si articolava quindi in: polpo in agrodolce al radicchio, bocconcini di salmone e cernia in agrodolce, cozze primavera (in delicata mousse acidula, simile al salmorejo andaluso), insalata di gamberi e pomodori cherry. Nel buon carpaccio di mare comparivano: tonno, salmone, pesce spada e gambero, impreziositi da una cornucopia di carasau e una foglia di basilico. Dopo l’assaggio di ostriche la nostra attenzione poteva spostarsi sulle pietanze di terra: un “sempreverde” flan di pecorino su vellutata di crescione, seguito da un tagliere (in ardesia)  con pecorino stagionato, sublime ricotta affumicata, salsiccia sarda, prosciutto crudo e guanciale.
 

Thiamà - Linguine all'astice

Thiamà – Linguine all’astice

 

Indiscussa la qualità delle materie prime,  possiamo valutare più che positivi gli antipasti, anche se, dato il contesto, ci saremmo aspettati maggior estro e cura estetica, relativamente alla composizione delle prime pietanze di mare e dei carpacci, oltre ché un miglior dosaggio generale dell’aceto. Tanto di cappello, invero, per la esecuzione media dei primi. Non questo per l’originalità dei piatti, quanto per il superbo equilibrio di sapori che hanno trovato la massima espressione nelle linguine all’astice di Jesus. La Donna del Presidente e il Raschione si sono deliziati invece con ravioli di spigola in rosso, al pomodoro cherry e (quasi impercettibile) bottarga, mentre miss Parker ha optato per delle meno brillanti trofie al ragù di mare, con “gambero, calamaretto, cozze e verde di zucchina”.
 

Thiamà - Millefoglie alla frutta

Millefoglie alla frutta

Thiamà - Tortino al cioccolato

Tortino al cioccolato

 

Paghi di quanto mangiato, la comitiva sceglieva di passare direttamente al dolce: tortino al cioccolato con cuore fondente per il Raschione, millefoglie alla frutta (kiwi, mela verde, fragole, cachi e banane) e crema alla vaniglia per i restanti commensali, che si sono trovati divisi sul giudizio della sfoglia, univocamente d’accordo invero sulla qualità della crema. Il tutto era accompagnato da un suggerito “Barolo Chinato” DOCG, in luogo di un passito che col senno di poi personalmente avrei preferito. La cena si concludeva con due caffè per Jesus e Miss Parker, un amaretto di Saronno con arancia e ghiaccio (vedere commenti in calce!) per la medesima, e un rum Ron Matusalem 23 per il Raschione, che reiterava la sua solita pantomima da esperto bevitore, richiedendo un bicchiere di ghiaccio d’accompagno, a lui assolutamente inutile. Costo complessivo 55€ cadauno, da ritenersi un 10% in eccesso rispetto ad un ipotetico ideale dovuto.

 

Ambientazione accattivante, servizio di ottimo livello; il “Thiamà” è un ristorante di indubbia qualità, che propone una cucina non troppo elaborata e piatti della tradizione sarda. Da questo punto di vista, maggior estro e coraggio nella articolazione del menù sarebbe più in linea con il concept stesso del locale. Data la recente apertura, è probabile che le cose si trasformino nel tempo, in questo senso. Per adesso tre burricchi con menzione speciale per ambientazione e servizio.

 


VALUTAZIONE “Thiamà”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Thiamà Indirizzo: Via Nazario Sauro 3, Cagliari
Telefono: 070278099    [mostra in google maps]
 

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dic 10 2013

Ristorante winebar Grekà – Terralba

 Scritto da Ing. Marrocu | 1 commento | Commenta

Grekà - Interno

Grekà – Interno

 

“Sembrate mangiando caviale… invece è fico d’india”
 
Ma io mi domando se si può permettere ad elementi privi di qualunque nozione gastronomica di esprimere settimanalmente il loro volgare giudizio sfruttando piattaforme tecnologicamente avanzate ed il web intero, per giunta con un dominio .COM!! Personaggi incapaci di distinguere il pregiato caviale dalla ruvida polpa del fico d’india, al punto di attribuire ben tre burricchi a rinomate bettole del capoluogo, sedicenti  “ingegneri elettronici” privi delle nozioni basilari di Calcolo Numerico.

 

Grekà - Antipasti

Grekà – Antipasti

 

Se solo il Ministero della Verità indagasse su questi loschi elementi, scoperchierebbe un giro nebuloso di frodi fiscali, mazzette e quant’altro che muove  questi tre fantocci prezzolati, veri burattini di prestigiosi e facoltosi Signori, che li manovrano qua e là, facendo loro credere di essere dei rispettabili recensori. In realtà tutto è finalizzato ad influenzare le scelte del pubblico, pilotando dei veri e propri tsunami di presenze o, al contrario, delle carestie terribili, per scongiurare le quali, i poveri gestori sono disposti ad offrire gratuitamente i pasti a questi signorotti arroganti, che per mascherare il loro basso lignaggio si spacciano per dottori.

 

Grekà - Straccetti ai ricci di mare

Grekà – Straccetti ai ricci di mare

 

Il resto del “pizzo” viene elargito sotto forma di derrate alimentari, festini gratuiti oppure…in contanti. Il malcapitato di questa settimana è il ristorante Grekà di Terralba, apprezzatissimo sul web dai frequentatori di siti e newsgroup trasparenti, liberi da qualunque forma di manipolazione, stortura, remunerazioni, vantaggi. Cosa potranno dire i sedicenti recensori che, all’arrivo in loco, stavano perfino sbagliando ristorante, ed erano già in prossimità dell’uscio di un esercizio adiacente al targhet quando solo la caparbietà e l’ostinazione di Ettore hanno evitato la rovina per un povero ristoratore che non era (ancora) nel mirino del clan…

 

Grekà - Linguine al nero di seppia

Grekà – Linguine al nero di seppia

 

Il Grekà si presenta dall’esterno con una elegante vetrata ma con l’ingresso defilato e, invero, non immediatamente identificabile; lo spazio da essa racchiuso comprende il guardaroba ed una dozzina di coperti. Varcato l’uscio vero e proprio del locale, si osserva subito un ambiente elegante ma non sfarzoso, con alternanza di diversi materiali e colori rilassanti. Le sedute sono tutte in pelle nera, le pareti bianche e tutta una serie di arredi, quali un bancone che separa la sala dalla cucina, porte di servizio ed espositori per bottiglie, è realizzata evidentemente su misura, in legno, immaginiamo in rovere tinto color miele.

 

Grekà - Picana di angus argentino

Grekà – Picana di angus argentino

 

Il menù offre, oltre al menù tradizionale dello chef, una selezione a forte carattere stagionale, basata sui ricci di mare, che catturerà l’attenzione dei recensori. Si comincia con crostini di pane di semola grigliati con polpa di ricci a crudo, servita, questa, in una ciotola di vetro trasparente che ne evidenzia la freschezza e con tre cucchiaini a disposizione: chi più ne vuole, più ne prenda! Crostone con lardo rosa di Pozzomaggiore e ricci: un eccellente connubio tra ingredienti di mare e di terra; casizolu del Montiferru arrosto su letto di carasau con miele di Sulla: una delizia per il palato carpaccio di bue rosso di Seneghe su letto di carasau con rucola e grana: delicatissimo. Inutile sottolineare che la scelta degli ingredienti sposa la ferrea filosofia del Km zero. Tutto davvero freschissimo e molto buono con una punta di eccellenza, a mio avviso, per su casizolu arrosto.

 

Grekà - Fichi d'India alla griglia

Grekà – Fichi d’India alla griglia

 

La scelta del vino, anch’essa foraggiata dal clan, è ricaduta su un superbo DOC Parallelo 41 2012 di Sella e Mosca – Alghero che ha accompagnato anche i primi piatti così composti e suddivisi: linguine caserecce al nero di seppia per Dott. Frau (Jesus) e straccetti di pasta fresca ai ricci di mare per Ettore e chi vi scrive. Sicuramente piatti di ottimo livello. Chiesto il menù per ordinare il secondo piatto, all’unanimità Frau e Marrocu deliberano, ignorando il parere del Raschione: picanha di angus argentino (il che vanifica tutto il Km zero, arrivando a quota 10000 Km), cotto allo spiedo con sale grosso e patata cotta sotto la cenere, accompagnato da un DOC Carignano del Sulcis Vecchie Vigne 2009 di 6Mura – Giba.

 

Grekà - Mousse al torrone

Grekà – Mousse al torrone

 

E si arriva così ai dolci, con mousse al torrone e pistacchi per Marrocu e fico d’india grigliato con miele e gelato al fico per gli altri commensali, ormai frastornati dall’ulteriore ingestione di alcool, sotto forma di Nasco Latinia di Santadi. L’esperienza volge così al termine non senza avere scroccato pure un caffè a testa, offerto cordialmente dalla casa, e ordinato ulteriori ottimi digestivi quali Grappa barricata per Jesus e Rum Cubaney Tesoro Gran Riserva 25 anni XO, servito con bicchiere riscaldato e relativa acqua con ghiaccio  per Ettore, che lo ha bevuto come fosse un Gatorade alla fine della maratona di New York, e per Marrocu che lo ha gustato con più classe.

 

Grekà - Formaggi assortiti del territorio

Grekà – Formaggi assortiti del territorio

 

Conto totale (ovviamente non corrisposto ma regolarmente fatturato per non insospettire il Ministero della Verità) è di € 67 cadauno, forse un pizzico sovrastimato per ingraziarsi gli uomini del clan e ridurre il debito, ma il clan conosce bene il reale valore della merce e non si lascia sedurre da scontrini con cifre altisonanti: ciò ha portato nel finale ad un inasprimento dei toni, con esplicite minacce verbali e qualche assaggio di contatto fisico (schiaffoni) che hanno indotto il gestore a valutare un prossimo trasloco del ristorante in luoghi più sicuri (verosimilmente il capoluogo sardo) in modo tale da poter interloquire direttamente coi Signori piuttosto che col tramite dei rozzi emissari che hanno peraltro lamentato il disagio della trasferta a bordo della vetusta Yaris TDI 110 di Ettore. Quattro somari.
 


VALUTAZIONE “Grekà”: Quattro Burricchi.
Ristorante Grekà Indirizzo: Via Marceddì 195 , Terralba
Telefono: 078381761    [mostra in google maps]
 

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nov 28 2013

CUCINA.eat – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

cucina.eat - Interno

cucina.eat – Interno

 

La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto: so dov’arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l’anima serena der savio che s’ammaschera da matto.
Se me frulla un pensiero che me scoccia me fermo a beve e chiedo ajuto ar vino: poi me la canto e seguito er cammino cor destino in saccoccia.
(Trilussa – La strada mia)

Può accadere che il burriccu errante tracci un primo bilancio della sua vita e del cammino intrapreso, ripercorrendo sentieri, ambienti, sensazioni, aromi, compagnie vecchie e nuove, per capire il prossimo passo, la prossima stazione. Aumenta la consapevolezza che ogni viaggio vada rivissuto da nuove prospettive, in modo da apparire sempre diverso, regalando così sempre nuove emozioni e curiosità. Tuttavia, conteso tra questi articolati pensieri, la meta designata è sempre la stessa, diversa di volta in volta per sfumature e sensazioni.

 

cucina.eat - Tartare di salmone

cucina.eat – Tartare di salmone

 

Cagliari, sabato 23 novembre, ore 12:55. Tra i parcheggi di una nota piazza del centro due somari contrattano un accomodamento in sicurezza per la fedele utilitaria con un ambulante del posto.
– Ettore: Sta arrivando un ingegnere carico di soldi, ci pensa lui!!
Ma, approffittando della distrazione dei compagni, l’astuto ingegnere attento alle finanze riesce a dispensarsi da simili forme di mercato nero e a precedere il resto della comitiva alla soglia del teatro scelto per le celebrazioni del consueto rito della ciccionata settimanale.
– Ing. Marrocu: Già non vi manca niente!!..

 

cucina.eat - Petto d'Anatra

cucina.eat – Petto d’Anatra

 

Cucina.eat è una sorta di laboratorio polivalente, capace di presentare percorsi enogastronomici sotto forma di wine bar/ristorante, ma anche capace di rendere fruibile i propri prodotti quasi come una rivendita alimentare; è anche aula per interessanti corsi di cucina e degustazioni particolari di piatti preparati da chef di celebri ristoranti sardi in abbinamento ai prodotti di rinomate cantine isolane e nazionali. Ambientazione molto raccolta ricavata in una unica sala di pianta rettangolare; arredamento da lounge bar, disposto attorno ad un bancone centrale, che abbraccia i due pilastri che reggono la struttura, con ripiano molto ampio, capace di ospitare una dozzina di persone nei lati sud, est ed ovest, con la continuità del perimetro interrotta da due vetrine con bicchieri e bottigle di vario genere. Le pareti nord ed ovest sono riempite con lineari scaffalature in cui trovano alloggio accessori per cucina e ricercati prodotti enogastronomici in vendita. Le restanti pareti sono dominate da due ampie vetrate che garantiscono una buona illuminazione diurna, in completamento a quella artificiale garantita da piccoli faretti sospesi concentrati nella zona centrale. lungo la parete sud trovano posto quattro piccoli tavoli di forma quadrata in vetro e metallo che possono ospitare non più di otto coperti senza soluzione di continuità.

 

cucina.eat - Jamon Sérrano

cucina.eat – Jamon Sérrano

 

Ai burricchi verranno concessi metà dei posti a disposizione; lo spazio restante verrà assegnato ad una giovane e cordialissima famiglia che ha garantito una discreta convivenza spaziale con i voraci recensori e che salutiamo. L’offerta del locale è incentrata sulla “cantina del mese”, attorno a cui viene costruito un interessante percorso gastronomico, con modalità di fruizione tramite menu fisso o a la carte. Notevole l’offerta della cantina, in termini di assortimento e particolarmente attenta alle etichette extra-isolane, tanto apprezzate dal nostro sedicente sommelier, che non mancherà di proporre l’ennesima scelta sconsiderata in un mondo a cui non appartiene: DOCG Gattinara 2008 delle cantine Travaglini che, seppur ottimo, non sarà l’accompagnamento ideale del percorso gastronomico che si andava a intraprendere. La comitiva asinina decide per un menu misto di terra e mare, composto partendo dalla carta e dalle proposte del giorno.

 

cucina.eat - Carpaccio di carne

cucina.eat – Carpaccio di carne

 

Le ormai consuete e pretestuose polemiche sull’organizzazione e sulla scelta delle destinazioni accompagna l’attesa per gli antipasti, mentre una distrazione dell’Ing. Marrocu, intrattenuto da taluni avventori del locale, fornisce a Jesus l’occasione per assaggiare il vino, oltre che l’esposizione al pubblico ludibrio per la poca naturalezza delle movenze; inalterato comunque il risultato di tale ritualità: – straordinario!
– Ettore: Il tuo modo di miscelare sarebbe impeccabile… in un sistema non eliocentrico!
Il servizio in sala, garantito da una giovane cameriera e da una delle titolari, si rivelerà cordiale e disponibile, con tempi della cucina non lestissimi, ma accettabili, considerando che gli avventori in sala non mancheranno per tutta la durata del pranzo.

 

cucina.eat - Culurgiones al sugo

cucina.eat – Culurgiones al sugo

 

Il primo spizzico di antipasti mette subito a tacere le tensioni iniziali. Arrivano al tavolo un ottimo carpaccio di petto d’anatra, servito con crema di mirtilli, un piatto di sontuoso Jamón serrano (prosciutto di montagna iberico), un gradevole carpaccio di manzo con capperi selargini, servito con mostarda biologica, e una meravigliosa tartare di salmone con pere, impreziosita dalle uova dello stesso pesce. Antipasti notevoli per scelta degli ingredienti, preparazione e presentazione dei piatti. Seguiranno, dopo una fisiologica attesa, i primi. Scelta obbligata, ma presentata in due varianti: culurgiones ogliastrini, serviti con burro e salvia per Ettore e Jesus, al sugo per l’ipotricotico burriccu. Primi piatti gradevoli per delicatezza e continuità di sapori. Visto l’eccessivo protrarsi dei tempi del pasto e l’assenza di proposte interessanti per un eventuale secondo, il Triumvirato dichiara l’interruzione del momento proteico e si prepara al momento glicemico.

 

cucina.eat - Culurgiones burro e salvia

cucina.eat – Culurgiones burro e salvia

 

Disponibili solo l’apple pie, approvata per Ettore e Jesus, e lemon pie, piccoli bocconcini a base di meringa e crema di limone, presi in consegna dall’Ing. Marrocu. Non banale la scelta dei passiti per l’accompagnamento, scelta affidata unicamente all’esperienza degli esigenti recensori, a causa di mancanza di adeguate proposte guidate da parte del personale in sala. In realtà le decisioni sono state messe in mano alla casualità e alla fortuna del principiante che ha consigliato Malvasia di Bosa per chi Vi scrive, Marsala vergine Soleras delle cantine Rallo (20 YO) per Jesus, Pedro Ximénez Tauromaquia per il nostro sommelier. Dessert e accompagnamento di ottima qualità. Il pranzo si è concluso con caffè per tutta la comitiva e una selezione di liquori basata esclusivamente sulla musicalità dei nomi: whiskey Tullamore Dew – single malt (10 YO) per l’ipertricotico burriccu, Rhum Rhum Liberation 2010 di Capovilla, accompagnato da acqua ghiacciata su richiesta, per i rimanenti commensali.

 

cucina.eat - Lemon pie

Lemon pie

cucina.eat - Apple pie

cucina.eat – Apple pie

 

Al termine della degustazione dei liquori il personale ha gentilmente invitato i voraci recensori a lasciare il posto in sala agli allievi della imminente lezione di cucina settimanale: – bogausu a son’è gorru!!
Costo dell’esperienza: 45,13€ cad. burriccu, forse un 10% eccessivo rispetto a quanto apprezzato, ma comunque in linea con il notevole assortimento e la ricercatezza delle etichette provate.

 
Di recente apertura Cucina.eat rappresenta una piacevole novità a Cagliari per gli amanti di proposte enogastronomiche sempre nuove, sia per pasti veloci, sia per i pochi che hanno la possibilità di spendere maggior tempo, sia per chi è curioso di apprendere i segreti della preparazione dei piatti da parte di chef rinomati. La notevole cantina e la cucina d’alta scuola sono comunque in grado di regalare piacevoli momenti alla clientela e intravediamo ulteriori margini di miglioramento, in particolare con una maggior iniziativa e sicurezza nel guidare gli avventori durante i precorsi. Tre somarelli meritatissimi.

 


VALUTAZIONE CUCINA.eat: Tre Burricchi.
Ristorante CUCINA.eat Indirizzo: Piazza Galileo Galilei 1, Cagliari
Telefono: 0700991098    [mostra in google maps]
 

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