Ristorante Il Viale – Cagliari
Quanto sa di sale, la carne di burriccu mangiata al Viale. E ‘sì proverai quanto costa inerpicarti sull’irta mulattiera del foglio bianco, e sulla Via vergare la tua orma, confuso nelle polveri dell’altrui memoria.
Gli alberi che ci fanno incontro sono file di soldati in marcia, ognuno camminando all’ordinato e ritmico passo della paura, ciascheduno a noi bisbigliando, nella fregola delle fronde mosse dal vento, parole di zuccherino sostegno: «burriccus», «molentis», «balossus». E così via…
Beh no, in effetti non era proprio così la storia, né questo però basta per riscriverla da capo. Per ora abbiamo una nuova liturgia da raccontarvi, e la strada che ci ha condotto al Tempio, non è che un trascurabile dettaglio.
Sono improprie e mendaci, le pletoriche indicazioni che il Raschione Ettore – geloso custode dei segreti della macchina delle ciccionate, organo decisionale sulle nostre ebdomadarie destinazioni -, fornisce ai suoi sparigliati compagni d’avventura, onde raggiungere rapidamente il ristorante “Il Viale”, tra l’altro di non difficile individuazione in quel di Viale Trieste, Cagliari. Jesus, che di sua norma ignora le premure e i consigli di chicchessia, raggiunge facilmente il luogo dell’incontro, mentre l’Ing.Marrocu, di carattere più accondiscendente, dapprima converge in fronte alla vetrina del ristorante (con i colleghi già all’interno) per poi – non identificando né l’insegna né il punto di riferimento consigliato (Le Poste!??) – ripartire velocemente con l’auto, salvo successivamente fare ritorno, carico di insulti nei confronti del Raschione medesimo.
E’ sobria, composta e, in un certo senso, lindamente asettica, l’unica luminosa sala del ristorante, a cui si accede lateralmente dopo un breve disimpegno che segue i confini di toilette e cucine. Quest’ultime, collocate nel quadrante Sud, risultano in parte visibili all’alloggio dei tavoli, tramite un accesso delimitato da un tendaggio bianco. Le pareti chiare e l’utilizzo delle eleganti tonalità grigio scuro per infissi e sostegni strutturali, stonano marcatamente con la pavimentazione rustica. Un basamento in simil-ardesia, e magari sedie imbottite color crema, farebbero di certo risaltare in misura sensibile il locale per raffinatezza e compostezza estetica.
Nel mentre che dalla cucina – oltre a baluginare indaffarati cuochi al lavoro -, arrivavano di tanto in tanto strani e non identificati frastuoni, l’atmosfera risultava allietata (ovviamente entro lo spazio dei gusti personali) da un sottofondo musicale, riferibile ai successi degli anni ’80/’90.
Il servizio in sala – che nell’occasione era gestito da un unico giovane e informale cameriere – , è stato a tratti efficace ed attento, a momenti meno preciso, con qualche imperfezione nella gestione e nella sistematica sostituzione di stoviglie e posate, durante l’incedere delle pietanze.
Ordiniamo subitamente, per un brindisi d’esordio, un Torbato brut di “Sella & Mosca”; poco dopo, invero, nonostante i primi consigli del pur gentile cameriere, evitiamo le restrizioni del menù fisso, indirizzandoci verso un percorso più articolato e, come nostra abitudine, basato su delizie di mare.
E’ difficile la scelta del vino, per la quale l’Ing.Marrocu si propone di visitare direttamente il frigo in sala. Più tardi, un fastidioso allarme da drammatico incidente criogenico, avviserà tutti gli astanti che la porta del medesimo era rimasta aperta, innescando un pericoloso innalzamento della temperatura interna! Ad ogni modo, la scelta ricadrà su un particolare bianco (vitigno Semidano) “Anastasia”, della cantina “Il Nuraghe” di Mogoro. Come d’abitudine, al termine del pranzo, la bottiglia vuota sarà sottratta all’ecologico riciclo, per terminare i suoi giorni nella buia ed effimera cantina dell’ing.Marrocu.
La cucina de “Il Viale”, ci ha comunque positivamente sorpreso, in ordine alla genuinità delle materie prime e alla composizione delle pietanze, semplici e tradizionali nella generalità dell’offerta, ma con ripetute e piacevoli sfumature di originalità. Meno curata, c’è da dire, la presentazione dei piatti, a partire dall’impatto estetico delle ceramiche presentate a servizio.
Piuttosto gustosi sono risultati gli antipasti: polpette di pesce spada e patate; classica burrida di gattuccio di mare (molto delicata); carpaccio di polpo con sedano, prezzemolo e pomodori; frittelle di bianchetti e cozze; filetti di triglie panati; per terminare con una sontuosa zuppetta di cozze in rosso con pomodorini freschi a dadini.
Ottimi i primi: trofie liguri alla carlofortina con pesto, tonno (comunque in tutta apparenza in scatola?!?) e pomodoro per l’Ing.Marrocu; fregula in brodo di pesce e arselle per Jesus e il Raschione.
Dopo una contrattazione sulla tipologia del pescato disponibile, i burricchi partoriscono un’idea di secondo: orata e spigola alla vernaccia, accompagnate da verdure fresche. Molto gradevoli.
Infine i dolci: tiramisù per Il Raschione e Marrocu, semplice sorbetto al limone per Jesus, senza alcun accompagno alcolico proposto. La cena si concludeva quindi con dei caffè e nessun amaro, data la non appetibilità delle bevande presenti in cantina. Costo complessivo, 35€ cadauno, da giudicarsi finanche inferiore per un buon 10% al giusto dovuto.
“Il Viale”, a nostro giudizio è un buon ristorante, caratterizzato da una cucina semplice ma accattivante e gustosa, e da un ottimo potenziale, non pienamente valorizzato. Una cantina più fornita e una maggiore cura per i dettagli, in ordine al servizio e all’estetica generale, farebbero di certo fare un notevole salto di qualità al locale. Tre burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Il Viale: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Il Viale |
Indirizzo: Viale Trieste 120, Cagliari Telefono: 3493375337 [mostra in google maps] |
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