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4
2013

Sardegna 85 – Interno
L’anno dell’uscita della Groenlandia dalla Comunità Europea, l’anno del sequestro della nave da crociera Achille Lauro, l’anno della prima versione della suite Windows 1.0, l’anno del ritrovamento del relitto del Titanic, ma anche l’anno del mega concerto di beneficienza Live Aid, organizzato tra Londra e Filadelfia con i migliori gruppi del momento, tra cui ricordiamo Phil Collins che si presentò in entrambe le sedi, a distanza di tre ore, grazie ad un volo del Concorde (what a class!!), ma sorattutto l’anno della grande nevicata, che regalò a Cagliari un insolito, freddo candore, in tempi in cui i casteddai non potevano disporre di strumenti social per esternare adeguatamente l’anomalo evento: con queste pillole l’ottantacinque rimpinguava le pagine dei libri di storia per le generazioni che ci hanno seguito, fissando in maniera indelebile certi ricordi, influenzando in maniera pesante le scelte dei nuovi imprenditori che si sono affacciati nel capoluogo isolano, alcuni dei quali non hanno mancato di dedicare le proprie attività proprio a quell’anno.

Sardegna 85 – Guazzetto
Niente di tutto ciò è minimamente passato nella mente della spensierata comitiva asinina che, occasionalmente di giovedi, 3 ottobre, si ricongiungeva, in formazione titolare secondo una perfetta Trinità, nelle strade del quartiere Marina del capoluogo isolano, al termine di una giornata di lavoro, cazzeggio e calcio a sette che molto ricorda, per intensità, quella del sopra citato cantante inglese. Si tratta invece di perfetta sinfonia tra fantasia e toponomastica stradale cagliaritana il motore creativo che ha prodotto il nome della destinazione prescelta per l’ennesima celebrazione settimanale dei sapori: il ristorante Sardegna 85, neanche a dirlo, nella omonima via e nell’omonimo civico.

Sardegna 85 – Antipasti I
Il locale, passato recentemente ad una gestione oriunda, nasce sulle ceneri del già recensito ristorante Jannas. L’ambientazione ha mantenuto l’estrema semplicità negli arredi della precedente visita, in una struttura gradevolmente rifinita, centrata su una unica sala principale, che si affaccia sul lato dell’ingresso direttamente sulla strada per mezzo di ampie vetrate che riempiono l’intera parete nord, caratterizzata da un elegante soffitto in legno con travi a vista dal quale pendono diversi punti luce che, assicurano una illuminazione uniforme, sebbene poco suggestiva; in fondo alla sala domina un banco con la cassa e la zona bar, di fianco al disimpegno che porta ai servizi, mentre l’accesso alle cucine è ricavato nella parete ovest; i tavoli sono composti da unità quadrate in legno massello, apparecchiate con tovaglie pastello e tovaglioli monouso.

Sardegna 85 – Antipasti II
Le pareti cremisi, decorate con inserti in pietra, sono arredate con qualche monogafia e supellettili varie. Nella zona est una pratica parete attezzata funge da esposizione per le bottiglie della cantina. A differenza della precedente gestione è presente una terrazza con tavoli all’aperto, riparati da opportuni ombrelloni, nella via Sardegna. Vista la tipica serata d’ottobre calda e umida, preferiamo riservare un tavolo all’interno. Il servizio è garantito da un giovane maitre e una giovane ed empatica cameriera, ripresa nel corso della serata dal nostro ipertricotico condottiero per la scelta, a quanto pare poco convenzionale, sul posizionamento di alcuni segni di riconoscimento, e si rivelerà piuttosto efficiente, cordiale e disponibile, sebbene non caratterizzato da eccessi di formalismo.

Sardegna 85 – Ostriche
Apprendiamo durante le discussioni che il personale in sala non è cambiato nelle persone dalla vecchia gestione e, probabilmente per via della celebrità mediatica del nostro ipotricotico somaro, la cameriera riconosce i nostri visi come familiari; per garantire il consueto anonimato la compagnia sta al gioco e opta per il depistaggio.
Cameriera: Vi ho gia visti qui! Siete già venuti, vero?
Jesus: Ehm… sì forse per qualche festa di laurea!.. (depistaggio)
Ettore: Sì, per la laurea di XXX, ricordi? (affermazioni mendaci)
L’offerta della cantina del locale, non eccessivamente articolata, garantisce comunque qualche etichetta apprezzabile, tra le quali il nosto buriccu sommelier individua in ineccepibile DOC Torbato “Terre Bianche” delle cantine Sella e Mosca di Alghero, servito con l’immancabile, quanto pedante, rito dell’assaggio, che da anni ormai si conclude sempre con: Straodinario!

Sardegna 85 – Trofie arselle bottarga
La cucina propone percorsi di terra e di mare, con la possibilità di fruizione tramite menù fisso o a la carte, modalità questa peferita dalla comitiva che, anche in questa occasione, non tradisce i prodotti del (nostro?) mare. Con decisione ci accordiamo pe una degustazione di antipasti di mare con qualche aggiunta fuori menu. Dopo una breve e fisiologica attesa, consumata in un clima da bar dello sport in cui l’Ing. Marrocu, da buon difensore sbarazzino, si lamentava per talune conclusioni in rete difettose di precisione nella partita disputata in serata, arrivano al tavolo un piatto di burrida di gattuccio senza infamia e senza lode, una insalata di mare qualità metro, un discutibile cocktail di gamberi in salsa rosa su letto di lattuga, un discreto piatto di tonno con cipolle, una mediocre insalata di tonno affumicato, non eccezionali murici (bocconi di mare), gradevoli moscardini alla diavola, apprezzabili frittelle di gianchetti con asparagi di mare, un guazzetto di cozze e arselle dalla doppia faccia: impalpabili le prime, buone le seconde.

Sardegna 85 – Astice alla catalana
Terminava la degustazione un discreto plateau di ostriche della zona. Antipasti solo parzialmente soddisfacenti in qualità e serviti senza discriminazione tra piatti freddi e caldi. Visto l’esordio non brillante, ma comunque fiduciosi nel proseguo, i triumviri decidono per un assaggio di primo piatto: trofie con arselle e bottarga. L’attesa contenuta viene consumata con lezioni di tattica e tecnica calcistica dell’Ing. Marrocu che, opportunamente stimolato dal perfido Jesus, trova l’occasione per lanciare la solita invettiva contro le usanze e le contraddizioni del cagliaritano medio, stereotipo perfettamente impersonato da sè medesimo. Il primo regala un po’ di soddisfazione ai commensali: buona cottura e rotondità di gusto, nonostante qualcuno abbia registrato un eccesso di salinità.

Sardegna 85 – Rum
Il crescendo di qualità e i tempi celeri di servizio fanno propendere per un assaggio di secondo piatto: la scelta ricade su quello più altisonante, astice alla catalana. In poco tempo il nobile crostaceo è pronto per il giudizio: discutibile presentazione, taglio e suddivisione maldestra, consistenza e gusto da rivedere. Sarebbe dovuto essere accompagnato da verdure fresche in pinzimonio, ma queste sono arrivate in tavola nei titoli di coda. Delusione e senso di costipazione impongono una scelta soft per l’immancabile parentesi glucidica: apprezzabile, sebbene non eccessivamente consistente, sorbetto al limone. La cena si è conclusa con caffè per Jesus e l’Ing. Marrocu e rum Pampero anejo especial per chi Vi scrive e l’ipotricotico burriccu. Costo dell’esperienza: 43,33€ cad. burriccu, probabilmente un 5% superiore alla qualità dell’offerta.
Nonostante la nuova denominazione, non cambia l’essenza di una struttura ristorativa che ha diverse lacune da colmare nella qualità della cucina, dalla scelta di alcuni ingredienti alle tecniche di preparazione. Per i difetti riscontrati, al netto della gentilezza e della disponibilità del personale in sala, al momento non possiamo formulare una valutazione superiore a quella della gestione precedente: due burricchi meno meno per Sardegna 85.
commenta | tags: alghero, anejo exclusive, antipasti, asparagi di mare, astice, astice alla catalana, bianchetti, bianco, bocconi di mare, burrida, caffè, cagliari, cocktail di gamberi, entrée, frittelle di gianchetti, gattuccio, guazzetto cozze arselle, insalata di mare, marina, metro, moscardini alla diavola, murici, ostriche crude, pampero, pinzimonio, ristorante, rum, rum agricolo, salsa rosa, santa gilla, sardegna 85, sella e mosca, sorbetto al limone, terre bianche, tonno affumicato, tonno alla catalana, tonno e cipolle, torbato, trofie, trofie arselle bottarga, verdure, vermentino, via sardegna, vino
set
9
2013

Kontiki – Interno
Illumina o dio del Sole questo nostro lungo e tormentato viaggio, attraverso l’oceano dell’ignoranza che ci possiede, tra onde, venti, tempeste, fame, sete, fai in modo che le terre di Tuamotu appaiano all’orizzonte e diano un senso a questo peregrinare… e semmai di un segno di devozione avrai bisogno, il petulante e indolente Ingegnere cuoco noi sacrificheremo alla tua causa!!
Così, affidando il proprio destino nelle mani di chi vede e provvede, la spedizione guidata da Ec-Thor Heyerdahl, affiancato dall’esperto navigatore Jesus Hesselberg, dall’Ingegnere cuoco Alex Danielsson e dall’esperto narratore Frank Watzinger salpava da Porto Ceraxao(Perù) il 28 aprile 1947 alla volta delle isole del Pacifico, carica di aspettative, con l’obbiettivo di dimostrare una teoria storica e, dopo oltre cento giorni in balia delle onde e oltre quattromila miglia marine, la compagnia approdò nell’arcipelago polinesiano.

Kontiki – Antipasti freddi
Diversa sorte fu riservata, come vedremo, ad un bastimento carico di somari, che oltre sessant’anni dopo, dirigeva le proprie vele proprio in rotta proprio del figlio del dio Sole, ma le aspettative della più breve, seppur non meno tormentata, spedizione, a casusa dei lamenti inutili e continui di certi ipotricotici compagni, naufragò in un oceano di aspettative e la compagnia se la prese… in the sun!
Flumini di Quartu Sant’Elena, venerdi 6 settembre ore 20:57. Dopo un travagliato viaggio dal paese del cappero a bordo della fedele utilitaria di chi Vi scrive, segnato da continui e sterili commenti da parte di un elettrico Ing. Marrocu che, dopo essersi curato di manomettere ogni singolo comando elettrico e meccanico del mezzo, continuamente si lamentava di manovre praticate con gran margine di sicurezza e volte unicamente al rispetto dei tempi di una tabella di marcia, alterata all’ultimo minuto proprio dall’indisciplinato elemento, che non voleva rinunciare per la serata alla possibilità di preservare l’ambiente dai fumi della propria autovettura, il Triumvirato titolare converge presso il parcheggio dell’Hotel Setar; ad attenderli, il quarto burriccu Sollai, con la sua proverbiale puntualità. Espletati le formalità di reciproci insulti e saluti, può avere inizio l’ennesima celebrazione degli eccessi della tavola, presso il ristorante del complesso alberghiero sopra citato, il “Kontiki” (da Kon Tiki, “figlio del sole”, in antica lingua Inca).

Kontiki – Antipasti caldi
Il locale si configura come ristorante pizzeria ed è ricavato al piano terra della rinomata struttura, sul lato sud, con la quale condivide la piscina all’aperto, attorno a cui è ambientata la terrazza esterna. La zona interna è realizzata in un’unica sala che si sviluppa in lunghezza, interrotta dalla zona bar, di fronte all’ingresso e da una parete paravento, opportunamente attrezzata per contenere stoviglie e suppellettili, in corrispondenza dell’accesso alla terrazza esterna; sul lato dell’ingresso troviamo i servizi e una serie di mensole ospitanti una collezione di etichette pregiate, mentre sulla parete opposta della sala troviamo l’ingresso alle cucine. Un insidioso scivolo realizzato per agevolare il passaggio delle persone diversamente abili nella zona dei coperti, leggermente sovra elevata rispetto al resto, senza opportune segnalazioni e adeguate ringhiere di protezione, ha costituito più di un pericolo per l’incolumità di alcuni clienti, salvati dall’impatto con gli spigoli vivi del pavimento solamente dalla prontezza dell’azione di alcuni supereroi celati tra gli avventori. I tavoli sono in legno massello e rivestiti da elegante tovagliame marrone e cremisi, le sedie eleganti poltrone in simil pelle brown. Dal soffitto vistosi lampadari a sospensione e una costellazione di faretti alogeni garantiscono una gradevole e uniforme illuminazione. Non ottimale invece l’acustica della sala, soprattutto in serate da “tutto esaurito” come ci è capitato. Complessivamente, fra le due sale, il locale è in grado di ospitare circa centocinquanta coperti.

Carbonara di mare

Spaghetti all’astice
Il servizio, garantito da un giovane e disponibile maitre e da più giovani cameriere, evidenzierà ben presto molti limiti nel coordinamento fra i diversi attori e nell’osservazione di alcuni protocolli. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo da quattro coperti all’estremo nord ovest della sala e ci viene data la possibilità di visionare con assoluta calma il menu, prima di essere assistiti da qualcuno del personale (leggi diecianni!). Sufficientemente assortita l’offerta della cucina, basata su ricette tradizionali, prevede percorsi di terra e di mare e, come nostra usanza, ci accordiamo per quest’ultimo tipo.

Kontiki – Fregola con arselle
Interessante, anche se non particolarmente ricca, l’offerta della cantina, che diventa oggetto di singolari discussioni alla presenza del cameriere tra chi Vi scrive e l’ipotricotico burriccu, sempre in bilico tra il contenimento della spesa e gli oggettivi limiti di memoria che non gli consentono di archiviare più di cinque nomi diversi nel proprio passato di sedicente sommelier e che lo portano a proporre etichette provate più volte come nuove scelte. Risultato delle discussioni una bottiglia di seppur ineccepibile IGT “Karmis” delle cantine Contini, stappato lontano dal tavolo degli esigenti avventori e ivi portato prima degli opportuni i calici, inizialmente assenti, e delle bottiglie di acqua minerale richieste da ormai diverso tempo; non essendo evidentemente contemplato nelle procedure in sala il rito dell’assaggio, la compagnia decide di operare da sè, concedendo a chi Vi scrive l’onore, vista l’assenza prolungata del nostro ipotricotico burriccu che sosteneva di essere alla toilette.
Franco: Ma Ingegnere… non trovava l’accapatoio?!

Kontiki – Frittura suprema
Dopo una fisiologica attesa arrivano i primi antipasti, purtroppo non suddivisi temporalmente tra caldi e freddi: plateau di gradevoli ostriche crude nostrane, deliziosi polpi alla diavola, ottima tagliata di tonno scottato su letto di rucola, sontuoso guazzetto di cozze e arselle, arrivato in dose ridimensionata al sottoscritto in presenza di disonesti commensali, notevole insalata di polpo, tenerissimo, anche se eccessivamente condito con, seppur ottimo, olio d’oliva, anonime polpette di tonno con pomodori, discrete frittelle di bianchetti e non entusiasmanti murici (bocconi di mare). Antipasti complessivamente di buon livello per ingredienti e preparazione. Terminati la prima fase, ma non le discussioni sui massimi sistemi e sulla attendibilità di certe figure professionali, in poco tempo arrivano i primi piatti: ottimi spaghetti alla carbonara di mare con cozze, arselle e bottarga per Franco, spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu, oggetto di discussione per via della non uniforme distribuzione del nobile crostaceo nei due piatti, più che soddisfacente e in quantità sesquipedale, fregola con arselle in rosso. La qualità dei primi piatti rimane in linea con quella degli antpasti e, viste anche le lamentele di alcuni sulle porzioni, la comitiva decide di provare un secondo piatto.

Kontiki – Dessert
Nel frattempo termina il nettare che accompagna la serata; dopo una ulteriore discussione tra gli esperti del settore e gli ignoranti ciarlatani, viene ordinata una mezza bottiglia di DOC “Giunco”, delle cantine Mesa, scelta dettata dall’intenzione di “qualcuno” di rendere il vuoto un elemento dell’arredamento di casa.
Franco: Ingegnere! Si porti a casa anche il suaglass!
Lasciandosi ingannare dall’altisonanza del nome del piatto, ordiniamo due porzioni di “frittura suprema del Kontiki”, rivelatasi in realtà poco più di un fritto misto del golfo, arrivata in tavola non particolarmente calda e preparata in maniera grossolana: pogaridadi! Per cercare di addolcire questa sfortunata parentesi i donkeys ordinano gli immancabili dessert: un buon tiramisù della casa per Franco, crème caramel per l’Ing. Marrocu, affogato al rum per l’ipertricotico burriccu e discreto, anche se non indimenticabile, tortino al cuore morbido di cioccolato fondente con gelato alla vaniglia per il sottoscritto; anche in questa occasione il servizio trascura la possibilità di proporre un opportuno accompagnamento del momento con adeguati vini passiti. Dobbiamo ahimè registrare, in questa fase, un atto di pura follia del nostro meno produttivo somaro che, nell’improbabile tentativo di allontanare un insetto dalla tavola, urta un calice ancora non vuoto producendo un repentino versamento del contenuto in direzione di chi Vi scrive che, con un riflesso degno del miglior Neo di Matrix, riesce a sottrarsi dal raggio d’azione, limitando quasi totalmente i potenziali danni; atto sconsiderato, conclusosi con doverosi insulti e per i presenti e per chi vigilava dall’alto. La cena è terminata con caffè per tutti tranne Franco, cynar per Jesus, liquore di liquirizia Maruzzo per il folle somaro, l’immancabile sprite della vergogna per Sollai e Hurricane Rum per Ettore, dopo le consuete discussioni con la cameriera del momento, guarda caso di nazionalità cubana, sulle preferenze del burriccu in questione per i rum venezuelani. Costo dell’esperienza: 42,50€ cad. burriccu, forse un 5% eccessivo rispetto alla qualità del servizio.
Il ristorante pizzeria Kontiki garantisce una cucina di livello soddisfacente, basata su ingredienti di discreta qualità, ma paga fortemente i limiti di un servizio maldestramente coordinato e, a tratti, imbarazzante, limiti enfatizzati probabilmente anche dall’elevato numero di clienti da gestire. Al netto di questi difetti e della delusione della frittura suprema non ci sentiamo di accreditare un giudizio superiore ai due somarelli.
VALUTAZIONE “Kontiki”: Due Burricchi. |
Ristorante Kontiki |
Indirizzo: Via L. da Vinci, 1 Flumini – Quartu S. E.
Telefono: 070892046 [mostra in google maps] |
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5 commenti | tags: affogato al rum, amaro, antipasti caldi, antipasti freddi, arselle, astice, bianchetti, bocconi, bottarga, carbonara di mare, cozze, crème caramel, cynar, dessert, fregola, frittelle, fritto misto, gelato al rum, gelato alla vaniglia, Giunco, golfo, guazzetto, hurricane, igt, insalata di polpo, Karmis, kontiki, liquirizia maruzzo, malaga, mare, mesa, murici, ostriche, ostriche crude, piscina, polpette, polpo, polpo alla diavola, rum agricolo, setar, spaghetti, spaghetti all’astice, suprema, tagliata di tonno, terrazza, tiramisù della casa, tonno, tortino al cioccolato, Valutazione, vermentino, vernaccia, vino bianco, zuppa
giu
3
2012

Kaika – Piazza Yenne
All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.

Kaika – Interno
Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.

Kaika – Aragostelle
Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.

Kaika – Insalata di cernia

Kaika – Cozze primavera

Kaika – Insalata di polpo
Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.

Kaika – Involtini peperone

Kaika – Ostriche e cozze

Kaika – Cozze gratinate

Kaika – Zuppetta di cozze e arselle
Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.

Kaika – Fregola con arselle
La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!

Kaika – Spaghetti ai ricci

Kaika – Linguine all'astice
Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.

Kaika – Sorbetto al limone
Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.
Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi. |
Ristorante Kaika |
Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps] |
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1 commento | tags: antipasti, aragostelle, aragostine, arselle, bar, barman, caffè, cagliari, cantine argiolas, capperi, cernia, commenti, congelato, conto, cozze crude, cozze gratinate, cozze primavera, cucina, cucina sarda, DOC, elegante, filetto d’alici, fregola con arselle, giappone, grappa barricata, grissini, indirizzo, insalata, interno, involtini, is argiolas, kaika, limone, Linguine all’astice, liq, liquirizia, liquore, mappa, mare, olive, opinione, opinioni, ostriche crude, pane carasau, panini, patate, peperone, piazza yenne, polpo, pomodorini, prezzo, qualità, radicchio, recensione, ricci di mare, ricetta, ristorante, rosmarino, salsa, sardegna, sedano, servizio, sol levante, sorbetto al limone, spaghetti ai ricci, speziato, telefono, Valutazione, vermentino, zuppetta di cozze
dic
11
2011

La Bottega del Mare – Interno
La Bottega del Mare. Quei che vende, quei che conquista, quei che il mare nelle sue notti attende.
E qual è quei che volentieri acquista, e il suo avere antepone a ciò che piace – che di perse occasioni piange e s’attrista -, tal non fece ai Burricchi sanza pace, che bramando il loro fuoco a poco a poco, raggiungono infine la sospirata brace.
E’ brace di voluttà alimentare, di ricerca di gusto infinito, di multiformi seduzioni da seguire e assecondare, senza inquietudine e senza posa, per ardere ogni impeto di desiderio, fino e oltre la cenere.

La Bottega del Mare – Cozze, Ostriche, Polpo
Sabato sera, ore 21.15. La policroma utilitaria del Raschione Ettore sfreccia veloce sulla Statale 195, direzione Maramura, Capoterra. La strada è un sottile lembo di terra rapito alle sevizie del mare. Lontani e luminosi orizzonti, svelano per gradi la loro melliflua natura: sono le suggestive quanto insane ciminiere che svettano sui cieli di Sarroch, mentre le imponenti montagne che si scorgono più in là, sono ruvide spugne nere che graffiano un cielo gonfio d’acqua e salsedine, pronto a rovinare sul più che appuntarato ed impasticcato Jesus:
«Questa è l’ultima volta che per fare il figo esco fuori in magliettina … etciù! »

Lumache, Frittelle di gianchetti, Cozze
Trapassata la prima ipotesi di destinazione, in virtù di una non pronta risposta in fase di prenotazione telefonica, nei confronti dell’irrequieto e intollerante Raschione, i Burricchi cedevano, in subordine, alla tentazione di verificare personalmente le fattezze e le qualità del ristorante
“La Bottega del Mare”, di cui recentemente avevano avuto occasione di veder discutere – nel bene e nel male – nell’agorà telematica del frastimo e delle lodi sarde:
il gruppo F&L di Facebook, presieduto e capitanato dalla lungimirante, benemerita, e facilmente irritabile, Christina Jones Corrias.
Sempre sia lodata.

La Bottega del Mare – Carpaccio di tonno, Cordolinus
Il Ristorante si presenta come una disordinata struttura in muratura, legno e teloni da gazebo, collocata nella suggestiva ambientazione della spiaggia di Maramura, a pochi metri dal mare.
Il solido e discreto corpo centrale viene ampliato da due più estesi saloni; il primo, laterale, collocato a ridosso della spiaggia
– inaccessibile per l’occasione – il secondo disposto a prolungamento strutturale del corpo medesimo, di cui condivide l’imponente tetto spiovente in legno e i piloni portanti decorati in pietra, ma che difetta per l’assenza di muri perimetrali, sostituiti da meno solide pareti in tela e da singolari finestre in polimetilmetacrilato.
Il tutto, possiamo supporre, sia necessario per rispettare le rigide norme edilizie che vincolano gli edifici posti in prossimità della battigia.

Risotto alla pescatora

Bavette arselle e porcini
All’interno della sala che ci accoglie, sono costipate numerose decine di tavoli, tanto da rendere l’ambiente piuttosto frenetico e rumoroso, nonché limitati gli spazi di movimento per clienti e camerieri. Gli arredi eleganti e gli splendidi lampadari sferoidali, costituiti da giunchi intrecciati, non riescono a ripristinare un giusto livello di garbo e raffinatezza scenografica, perciò risolvendosi in un ritrovo ideale per chiassose tavolate, piuttosto che per occasionali incontri romantici.

La Bottega del Mare – Grigliata mista
Eccellente e inappuntabile il servizio, che per riuscire a gestire con efficienza e velocità un numero così cospicuo di coperti, deve lavorare con metodo e organizzazione teutoniche. Per quanto ci riguarda, non possiamo muovere al personale alcuna critica, a parte la giustificata fretta nello stappare il vino scelto con entusiasmo dall’Ingegner Marrocu, sulla base delle proposte del cameriere, salvo poi verificare telefonicamente che non si trattava della etichetta che aveva in mente: burriccu! Stiamo parlando, ad ogni modo, di un ottimo Vermentino di Sardegna DOC
“Villa Solais” della Cantina di Santadi. Divertente nota di contorno della serata, le disquisizioni dei Triumviri sul nuovo appariscente (pacchiano) dispositivo mobile acquistato dall’oculato Ingegnere, del quale finirà di pagare le relative rate, presumibilmente e all’incirca nel Maggio 2014.

La Bottega del Mare – Mandaranci, Raviolini cioccolato
Gli antipasti di mare, proposti senza la presentazione di un menù alla mano, si articolavano in otto abbondanti portate, non particolarmente elaborate, ma di qualità e gusto encomiabili: assaggio di ostriche crude, buonissime cozze fredde alla catalana con pomodorini e cipolle, superba insalata di polpo, frittelle di gianchetti, deliziosi zizzigorrus (lumache) alla cagliaritana, cozze marinate, eccellente carpaccio di tonno con olio d’oliva e rucola, per finire con un vassoio di inarrivabili cordolinus de pezza (funghi di carne) misuratamente conditi con foglie di prezzemolo. Applausi! Dopo una breve interruzione arrivavano quindi due assaggi di primi piatti.

La Bottega del Mare – Villa Solais
Trattasi di risotto alla pescatora, con cozze arselle e seppie, e di bavette alle arselle e funghi porcini. Non possiamo invero, manifestare per i primi lo stesso entusiasmo che per gli antipasti: il risotto evidenziava una cottura eccessivamente al dente, mentre le arselle delle bavette – che risultavano comunque ottime di gusto -, non erano state probabilmente spurgate a dovere, producendo la fastidiosa sensazione di presenza di sabbia durante la masticazione.
Dopo un giusto intermezzo di pinzimonio, veniva servito il secondo, condiviso dai tutti i commensali: una maestosa grigliata di pesce arrosto, che però denunciava lo stesso chiaroscuro dei primi: eccellente l’orata, ottime le anguille arrosto, mediocri i gamberi e assolutamente insapore la spigola. La cena si avviava così alla conclusione. Prima dei dessert ci viene offerto un particolare e digestivo sorbetto alla vaniglia, che poteva vagamente ricordare il sapore delle galatine. Quindi arrivava un assaggio di mandaranci (ultimamente ricorrente nelle avventure del Donkey Challenge) e di favolosi raviolini con ripieno di ricotta e cioccolato e decoro di miele. Un’acquavite per Jesus e un mirto per l’Ing.Marrocu (assente l’amatissima liquirizia) concludevano così l’abbondante pasto.
Costo complessivo, 40€ cadauno, da ritenersi più che adeguato, e integrato da una cospicua mancia per il lodevole operato del personale.
L’eccellenza del servizio (menzione speciale) e la genuinità degli ingredienti, sono le qualità che può vantare “La Bottega del Mare”, oltreché la suggestiva ambientazione, apprezzabile alla luce del giorno. L’atmosfera caotica e qualche (speriamo occasionale) difetto nella preparazione dei piatti, sono invece i dati negativi che dobbiamo nostro mal grado segnalare. Di certo, un ristorante che può fare da cornice per piacevoli serate all’insegna dell’opulenza, che possiamo quindi favorevolmente consigliare.
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nov
19
2011

VIK – Interno
VIK Very International Kitchen.
Cagliari, ore 20:55. Puntualissimi, come sempre. Cinque. Esattamente cinque. Sono gli squilli sul cellulare dell’Ing. Marrocu, che si destreggia tra vetture che procedono contromano nel buio viale Trieste, nell’occasione una jungla animata da giovani neopatentati…
«Mi dica dottore», risponde.
«Sta arrivando?» Siamo già qui, la aspettiamo!!»
tuona il solerte Raschione Ettore…
«Eh, sto arrivando CA..O!».

VIK – Ostriche Fin de claire
Ore 20:57. Via Carloforte. Puntualissimi. Cinque. Per l’occasione cinque. Sono i burricchi, inconsapevoli ma audaci, che dopo i saluti di rito, varcano la soglia del VIK.
Cosa ci faranno cinque bifolchi in un contesto così distinto? E’ quello che si chiederà la cortese responsabile di sala, Stefania, che accoglie gli avventori come fossero rispettabili ospiti, senza trasecolare di fronte al loro animalesco aspetto:
«Prego, accomodatevi».
Subito a loro agio, prendono posto in una ambientazione semplice, lineare, trasparente, moderna…leggera. Ampie vetrate nell’involucro esterno “aprono” il locale al centrale e frquentato quartiere Stampace e, altresì, pongono in bella mostra l’interno ai viandanti, così come è in bella mostra tutta la raffinata attività svolta all’interno della cucina.
Non una cucina qualunque. Una Very International Kitchen.

VIK – Cruditè di mare, Capesante
La selezione del vino è privilegio, oggi, dell’Ing. Jesus, che chiede espressamente un’etichetta non presente nella carta: il Tuvaoes, vermentino di Sardegna delle cantine Cherchi. L’aperitivo è invece offerto dalla casa: uno spumante prosecco in calice flùte, che accompagna cruditè di seppiette su un letto di zucchine. Ottimo inizio!
La scelta tattica asinina consiste nel richiedere numerosi diversi antipasti, ciascuno in porzione singola, da dividere equamente, in modo da avere una visione d’insieme delle potenzialità dello chef. Così, grazie anche all’aiuto della sempre presente Stefania e di un suo giovane collega, ciascun burricco può così assaporare ben cinque mini-porzioni di allettanti pietanze.

VIK – Fregula scampi gamberi coriandolo
E’ un susseguirsi di ostriche francesi Fin de claire con ghiaccio, limone e decoro vegetale su vassoio dedicato, cruditè di gamberi su letto di avocado; dentice con cipolla di tropea, zenzero, chili e coriandolo e sale rosa; parago al cocco, tamarindo, menta, sale maldon e aceto di vernaccia; cruditè di scampi con sale nero; capesante cotte con salsa di zafferano e chutney di zucca. Roba da deliziare i più raffinati ed esigenti palati. Le mini-porzioni siffatte hanno ingannato i più presuntuosi:
«La qualità è ottima, ma le dosi lasciano a desiderare», dicono loro…
Ma eccoli subito di fronte alla scelta dei primi piatti: ”Fregula” con scampi gamberi e coriandolo mangiata dal Dott. Ettore e l’Ing. Melis, un piatto tipicamente nostrano rivisitato in chiave internazionale. Tra le più prelibate mai gustate.

VIK – Lorighitas ombrina pomodori zafferano

VIK – Vialone nano crema di parmigiano e liquirizia
“Lorighitas” con ombrina, pomodori e zafferano presi dall’Ing. Jesus: una delizia.
“Vialone nano” con crema di parmigiano 30 mesi e spruzzata di liquirizia pura in polvere per l’Ing. Marrocu e l’ex glorioso triunviro Dott. Ing. Pg.: sopraffino!
Le porzoni erano adeguate, la qualità si confermava al top anche nello stile dell’impiattamento, che faceva per qualche attimo dimenticare il solito foraggio e, accortisi di ciò, anche i più presuntuosi burricchi smisero di ragliare rumorosamente e disarmonicamente!!!

VIK – Baccalà cipolla nero di seppia caffè
I Tuvaoes salivano a tre…il numero perfetto di Jesus che percorreva ormai, per la terza volta, il bisognoso percorso con incedere tortuoso.
Il menù scintillava di secondi piatti invitanti che ponevano gli avidi commensali di fronte alla difficile scelta ma, com’è noto, l’asino non cambia idea, specie se in branco: stessa tattica degli antipasti. Cinque secondi cinque. Divisi in miniporzioni. Ecco del baccalà con cipolla, nero di seppia, caffè, cardamomo, dispensato con l’aiuto del servizio di sala. Imperversano proteste:
«A me ne ha messo di meno, a te di più»,
sotto lo sguardo sbigottito degli altri frequentatori dalle sembianze umane…

VIK – Dentice, Parago, Piccione, Ricciola
Ecco ancòra dentice a bassa cottura con verza, zenzero, limone e olio d’oliva: alzi la mano chi l’ha già provato.
Ricciola con foie gras, teriyaki, purea di patate: offriamo una cena a chi ce lo ripropone a casa.
Parago con bietola, pinoli, uva passa, pangraté: delizioso.
Petto di piccione con pistacchio patate, valeriana e bacche di ginepro:
«Ma cos’è piccione preso a fionda in piazza Jenne? Ha ha ha»
…Che BURRIKI !!!

VIK – Pera cotta
Ci si avvia così verso il piatto conclusivo, il dessert.
Per Jesus pera cotta con crema di vino bianco e nero (non meglio specificati). Vi era poi la crema di gelato di zucca con caramello e amaretto, scelta dall’Ing.Marrocu, millefoglie con panna e crema al limone e frutti di bosco per gli Ingegneri P.G. e Melis, che già lasciavano trasparire sul volto una certa preoccupazione…
Tutte prelibatezze di prim’ordine, dagli accostamenti sensoriali inediti, fantasiosi, sublimi. Il tutto accompagnato da Nasco Angialis della cantina Argiolas, offerto dalla casa.

VIK – Crema di gelato

VIK – Millefoglie
Per concludere 2 caffè per Jesus e per PG, liquore al finocchietto selvatico per il Raschione Ettore, grappa ancòra per Jesus. Il tutto accompagnato dall’ultima delizia: palline di cioccolato ripiene di crema al limone, o alla gianduia, sempre offerto dalla casa.
La cena è giunta così alla conclusione. Il costo è di 94 euro cadauno, che potrebbero fare storcere il naso, cadere le orecchie in terra, scornare i burricchi più parsimoniosamente susunki.

VIK – Burriccu scornato
Ma chi davvero cerca una cucina di alto livello non può prescindere dal provare questo ristorante che, a nostro avviso, ha forse il solo limite del contesto in cui è inserito; piatti così raffinati meriterebbero sicuramente un’ ambientazione più elegante. Il giudizio comlessivo è di quattro burricchi, il che colloca VIK nella zona più alta della nostra originale classifica, con pieno merito.
Non possiamo mancare dal segnalare proprio lo scornamento del burricco PG e dell’amico Melis, entrambi già senza orecchie, vittime dell’imboscata ordita da Ettore che non si è voluto far scappare l’occasione di scegliere uno dei ristoranti più costosi della città, in virtù della loro concomitante presenza.
Burrikki. Susunki.
VALUTAZIONE “VIK”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante VIK |
Indirizzo: Via Carloforte 76, Cagliari
Telefono: 3464218813 [mostra in google maps]
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8 commenti | tags: aceto di vernaccia, angialis, antipasti, baccalà, bassa cottura con verza, bietola, caffè, cagliari, cantine argiolas, capesante, cardamomo, chili, chutney di zucca, cipolla, cipolla di tropea, cocco, commenti, con crema di vino bianco, coriandolo, costo, crema di gelato, crema di limone, crema di pecorino, cruditè, dentice, dessert, dolce, finocchietto selvatico, fregola, fregula, frutti di bosco, gamberi, indirizzo, kitchen, letto di avocado, limone, liquirizia, liquore, lorighitas, mappa, mare, marennes-oleron, menta, millefoglie, nasco, nero di seppia, olio d’oliva, ombrina, opinioni, ostriche crude, palline di cioccolato, pangrate, panna, parago, pera cotta, petto di piccione, pinoli, pistacchio patate, pomodori, prezzo, primi piatti, prosecco, purea di patate, qualità, recensione, ricciola con foie gras, ristorante, sale maldon, sale nero, sale rosa, salsa di zafferano, sardegna, scampi, secondi piatti, spumante, tamarindo, telefono, teriyaki, uva passa, valeriana, Valutazione, vialone, vik, vino nero, zafferano, zenzero