apr
26
2014

New Barcavela – Interno
Notte di Primavera. Silenzio sulla baia, calmo il vento, spenta la luna. Nulla si sente altrimenti il tenue sciabordare delle onde a riva e un lontano latrare di cani; così dal tramonto, fin presso l’alba. Ratto le urla, il fuoco, lo strepitio del ferro, il terrore, l’odore del sangue e della terra umida, i pianti soffocati, le spade che trafiggono la carne e le ossa in frantumi. Di nuovo silenzio sulla baia. Nora ha dei nuovi padroni.
Giochiamo oggi tra le ultime sue rovine: discrete e bellissime, macchiate dal silenzio e dall’accidia dei secoli. Calpestiamo le strade, accarezziamo le colonne, sfioriamo la pietra nuda. Ci pentiamo di non essere stati lì, un giorno prima o il giorno dopo la battaglia.

New Barcavela – Antipasti
Pasquetta fuori porta. Dieci anni sulla s.s.195, a bordo della nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, che sciola meticolosamente tutte le sue dotazioni tecnologiche all’Ing.Marrocu, seduto al suo fianco; fintantoché non si tratti di vettura italiana, la sua approvazione è incondizionata, altrimenti avremmo dovuto sopportare circa un’ora di insulti e di pistolotti sulla bontà dell’industria teutonica e sulla inefficacia paesaggistica della assetata vegetazione sarda. Sul sedile posteriore Jesus, Donna del Presidente (DDP) e Cognata del Presidente (CDP), seguono la scena cantando a squarcia gola le canzoni dei Queen. Dopo 45′ dalla partenza, in coda, la domanda nasce da sé: «ma canduc… arribbausu??».

Verdure grigliate

Frittura gamberi calamari
Sbarcata quindi alla conquista di Nora l’allegra comitiva, avendo a disposizione circa un’ora di tempo prima di sedersi a tavola, ben felicemente si apprendeva che i tempi delle visite guidate si incastravano perfettamente con l’asinino programma. Meno positivamente veniva accolto il rapporto costo (7,5€)/durata (45′) dell’escursione, in particolar modo da parte di taluni ingegneri del gruppo, che minacciavano di rivendersi il biglietto di ingresso, per poi restare comodamente in attesa al Bar. La questione veniva ad ogni modo rapidamente superata, al presentarsi della avvenente fanciulla che ci avrebbe accompagnati e fatto da guida: «veramente, una delle escursioni più interessanti della mia vita!»

New Barcavela – Risotto maloreddus
Terminato il dovere storico-culturale, Burricchi e Signore si spostavano qualche chilometro più a Ovest, a Santa Margherita di Pula, presso l’Hotel “New Barcavela”. Lì ad attenderli, l’organizzatore dell’evento, una new entry per il Donkey Challenge: Burriccu per un giorno Agus, già in tenuta e carnagione estiva, tanto da non essere più etnicamente distinguibile rispetto alle popolazioni del corno d’Africa. Vorrei a questo proposito subito evidenziale la straordinaria simbiosi estetica tra il Burriccu Agus e l’Ing.Marrocu: una sorta di mescolanza tra Stasky & Hutch e i Blues Brothers, che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione da qualche talent scout nostrano o, meglio ancora, teutonico.

New Barcavela – Brasato di manzo
Non è invero felicissimo l’impatto estetico con l’Hotel. Immerso in una splendida pineta a pochi metri dal mare, appariva, almeno all’esterno, non perfettamente riassestato (ad esempio la piscina non era ancora stata pulita) e pronto per la prossima stagione estiva, dopo la pausa invernale. La sala da pranzo, invece, era accogliente e ben allestita: strutturalmente, la sua copertura dava l’impressione di trovarci sotto l’enorme scafo di una nave, e di vedere lunghi pennoni d’ottone cadere dall’alto. I tavoli erano imbanditi con sobria eleganza, mentre una lunga vetrata con drappi cremisi – ripresi in altri episodici particolari – separava gli astanti dalla natura circostante, così come alcuni commensali dalle loro numerose pause “sigaretta”. Il giudizio estetico complessivo sull’ambientazione, rimane quindi mediamente neutro, al netto della qualità del nome stesso dell’Hotel, che pare abbia ragioni prettamente storiche.

New Barcavela – Grigliata mista
La ciccionata si è quindi consumata entro il solco di un tipico menù prestabilito di Pasquetta, articolato in antipasti, primi, secondi e dolci con bis e richiami vari alla “all you can eat”. I piatti erano particolarmente semplici, ma preparati con ingredienti evidentemente freschi (essendo l’esordio della stagione sarebbe stato strano il contrario) e di buona soddisfazione generale. Più che positivi il servizio e i tempi della cucina, che ci hanno concesso di terminare le ostilità entro limiti ragionevoli. Non avendo potuto apprezzare il promesso aperitivo di benvenuto con stuzzichini (probabilmente per il nostro arrivo in ritardo), il nostro pranzo è esordito con una serie di piccoli antipasti leggeri e ed appaganti: fette di bresaola con rucola e grana, verdure alla griglia, crostini al pomodoro e deliziose “barchette” (panadine) al pecorino. Seguivano quindi delle ottime cozze gratinate e un buon fritto di calamari e gamberetti. Non pervenuta la promessa insalata di mare, non ci è ben chiara la ragione.

Macedonia

Colomba
Molto gustoso il bis di primi piatti, di terra e di mare: maloreddus (gnocchetti) alla campidanese (con salsiccia) e risotto alla pescatora, con cozze, arselle, gamberi e scampi. Molto meno brillante (anche per effetto della mediocre presentazione) il brasato di manzo al cannonau che è seguito, mentre resta contraddittoria la valutazione sulla grigliata mista: seppie, gamberi, tonno e pesce spada. Personalmente ritengo siano stati positivi tonno e seppie, mentre meno efficaci gamberi e pesce spada.

New Barcavela – Dolcetti sardi
Infine i dessert. Si partiva con una semplice macedonia di frutta (che Jesus non ha assaggiato) seguita da una “estrema” colomba pasquale inondata da un mare di crema al “gran marnier” e impreziosita da scorze d’arancia grattugiata. Anche qui la presentazione poteva essere decisamente migliore. Seguiva un classico assortimento di dolci sardi quali pardulas e amaretti, quindi caffè e amari d’ordinanza (mirto e limoncello). Jesus, comunque, in onore del Burriccu Sollai, concludeva il suo pasto di resurrezione con una “Sprite”!
Tutto il pranzo è stato accompagnato da due buoni vinelli della casa (bianco e rosso) e da bevande analcoliche a profusione.
Costo del menù, 45€ cadauno, che in condizioni extra-pasquali avremmo giudicato un 5/10 euro al di sopra del valore del pranzo, ma che in quel contesto possiamo ritenere congrui.
Circondato da una splendida ambientazione naturale a contorno, forse non pienamente valorizzata dalla struttura, il ristorante del “New Barcavela” è sicuramente accattivante e bene organizzato dal punto di vista del servizio. Il proposto menù di Pasquetta è stato mediamente discreto, con una cucina semplice e genuina, ma con pochi spunti veramente di rilievo. Una presentazione meglio curata dei piatti avrebbe potuto fare la differenza. Per adesso, due burricchi con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “New Barcavela”: Due Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante New Barcavela |
Indirizzo: S.S.195 Km 39.800, S.Margherita di Pula
Telefono: 0709290476 [mostra in google maps] |
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commenta | tags: amaretti, amari, antipasti, aperitivo, arselle, barchetta, bibite analcoliche, brasato, bresaola, caffè, calamari, campidanese, cannonau, colomba pasquale, costo, cozze, cozze gratinate, crema, crostini, cucina sarda, dessert, dolci, dolci sardi, frittura, frutta, gamberi, giudizi, gnocchetti, gran marnier, grana, grigliata, hotel, indirizzo, limoncello, macedonia, maloreddus, manzo, mappa, menù, mirto, new barcavela, opinioni, paladina, pardulas, pasqua, pasquetta, pecorino, pesce spada, pomodoro, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, risotto alla pescatora, ristorante, rucola, salsa, scampi, secondi piatti, seppie, stuzzichini, telefono, tonno, Valutazione, verdure grigliate, vino bianco, vino rosso
lug
27
2013

BIC – Esterno
E’ in una torrida sera estiva dell’ultima decade di luglio, che i triumviri titolari più il burriccu di scorta Sollai (di seguito denominato “lo scrivente”), si ritrovano per una ormai “ultracentenaria” ciccionata. L’appuntamento è, come sempre per le ciccionate fuori porta, all’ombra dei cipressi in quel di Pauli, crocevia ideale per tutti i partecipanti, compreso l’Ing. Marrocu, neo “cerexino” d’adozione. Appuntamento fissato per le 20, e con solita solerzia svizzera, carovana pronta a muovere verso la culla del Medio Campidano. Non appena guadagnato l’abitacolo della berlina americana, un sempre indisciplinato Ing. Marrocu dà il via alle prime scaramucce e discussioni su: temperatura interna, sistemazione sedili, e regolazioni varie, dimostrandosi sempre avvezzo a manifestazioni sterili e provocatorie. Immancabile l’intervento del Raschione sull’itinerario da seguire, che dovrebbe secondo lui sempre prevedere un passaggio di fronte alla cattedrale dove egli presta servizio infrasettimanale.

BIC – Interno
Le escursioni fuori dai confini cagliaritani danno l’opportunità ai burricchi, come consuetudine, di apprezzare il frenetico avanzamento dei lavori nella SS 131, leggi Carlo Felice – che nell’arco degli anni è diventata consuetudine triste – e apprezzare i commenti di un sempre polemico Ing. Marrocu, che non esita ad inveire verso tutto ciò che dai più viene considerato motivo d’orgoglio regionale, come paesaggio, clima, mare e servizi in genere. Tra una deviazione, un restringimento di carreggiata ed una estemporanea prova di safety car, nei confronti di una utilitaria strombazzante guidata di una gentilissima signorina (burricca), i critici culinari guadagnano la destinazione alle ore 20:45 in punto, ben quindici minuti prima dell’orario di prenotazione, ma oltre quindici minuti dall’orario di chiusura di un Brico Center situato nei pressi del parcheggio, che avrebbe costituito un passatempo ideale per ammazzare il quarto d’ora d’avanzo alla ricerca di qualche pezzo da bricolage, e soprattutto avrebbe prolungato il tempo di permanenza oltre l’orario di lavoro dei commessi inferociti. Teatro del sollazzo settimanale è il Ristorante, Pizzeria, Pub etc., BIC, sito nella vecchia statale 131, all’altezza di Sanluri.

BIC – Antipasti
Il nome BIC non deriva da un nostalgico delle vecchie penne a sfera, penne che tanti di noi hanno visto accompagnarsi alla propria carriera scolastica, ma dall’acronimo di BAR & ITALIAN CUSINE, denominazione che troviamo decisamente azzeccata vista la location internazionale. Seppur con qualche minuto d’anticipo si decide di guadagnare l’ingresso della struttura, articolata su più sale, capaci di accogliere un gran numero di avventori. La configurazione “estiva” del locale ruota intorno ad un gazebo in legno (pub) dove viene servito un apericena a favore dei clienti meno avvezzi alla spesa in un ristorante – subito apostrofati con un aggettivo che per diplomazia lasciamo immaginare a chi legge – che si affaccia in un giardino con piscina e attigua copertura, sempre in legno ma priva delle amate controventature, sotto la quale trovano sistemazione un ventina di tavoli. Il giardino, arredato con dei divanetti, risulta abbastanza spoglio e spartano, ed è motivo di discussione tra i commensali, che audacemente si cimentano nel suggerire soluzioni di alta architettura per l’abbellimento dello stesso.

Pizzette fritte

Carpaccio di tonno
I burricchi vengono accolti da un affabile cameriere e fatti accomodare in una tavolo rettangolare, apparecchiato in maniera contraddittoria, con posate e bicchieri adeguati ma con dei discutibili fazzoletti di carta!! Il cameriere, che si rivelerà attento e affidabile, propone di iniziare con un aperitivo, che trovava convergenti i tre quarti della compagnia su uno Spritz, ed il solito Jesus controtendenza, arrevesciu, che optava invece per un Martini Bianco. Gli aperitivi venivano accompagnati con delle tartine di pane guttiau farcite con un formaggio spalmabile spolverato con della bottarga di muggine dal sapore molto delicato e gradevole. Si poteva così passare alle ordinazioni di antipasti e primi, e del nettare di accompagnamento, scelto da un sovrastimato Ing. Marrocu, che continua, nonostante attestati millantati, a dimostrare notevoli carenze in materia enologica. La scelta pertanto ricadeva su una etichetta toscana della cantina “Banfi”, Vermentino Toscano IGT “La Pettegola”, definito dopo la immancabile sceneggiata dell’assaggio come vino “leggero”, e rivelatosi invece abbastanza “pesantuccio”, visto un titolo alcolemetrico di tredici gradi. La somministrazione e l’assaggio venivano proposti da un secondo cameriere, ovviamente scambiato per il primo dal nostro assaggiatore, già in avanzato stato confusionale nonostante ancora sobrio.

BIC – Riso Carnaroli gamberi cozze
Le ostilità avevano così inizio con il susseguirsi di una serie di antipasti consistenti in: polpo con patate, che si presentava con una ottima consistenza ma con un condimento poco deciso, secondo il Raschione a causa di un olio d’oliva non all’altezza. A seguire: capesante con gambero rosso del Mediterraneo su vellutata di piselli, considerato da tutti gradevole ma non eccellente, visto l’abitudine alla crema di piselli di un burriccu occasionale che si diletta in cucina di stanza in Parteolla. Ancora Pizzetta fritta ripiena di bufala con coulis di pomodoro, dal gusto veramente notevole. Poi carpaccio di tonno marinato agli agrumi con finocchietto e scalogno, di buona fattura, e per concludere un sublime crostino con pomodorini e bottarga a pezzi.

Paccheri alla marinara

Ravioli con capesante
La cena proseguiva quindi con la degustazione dei primi piatti, considerati senza dubbio il pezzo forte della cucina: ravioli dello chef con ripieno di ricotta e capesante per i burricchi anziani, Risotto “carnaroli” con gamberi e cozze, mantecato alle capesante, per il burriccu Marrocu, e Paccheri di Gragnano alla marinara, con gamberi, scampi, calamari, arselle e cozze per lo scrivente. Tutti i primi piatti si sono rivelati eccellenti, e di sicuro nettamente superiori al resto delle pietanze.

BIC – Tempura di gamberi rossi
Terminati i primi piatti, i famelici burricchi decidono all’unanimità di ordinare anche i secondi, non prima di aver approvvigionato il nettare di accompagnamento, che veniva prontamente ordinato dal Raschione, che nonostante nessun titolo da esibire si dimostrava ben più preparato in materia del sovrastimato Ingegnere Civile. La scelta ricadeva sempre su un Vermentino, questa volta di Sardegna DOC, un eccellente “Longhera”, della cantina Carpante di Usini. In attesa dell’arrivo dei secondi piatti, la serata veniva in qualche modo allietata da Jesus, che iniziava a manifestare i sintomi di una fantomatica puntura di una mosca cosiddetta “cavallina”, che sfociavano ad un certo punto in una urticante fastidio agli zoccoli (peisi), tanto da portarlo a dover richiedere del ghiaccio supplementare, per evitare di dover immergere gli stessi zoccoli all’interno della suaglass.

BIC – Filetto di tonno croccante all’arancia
Arrivavano a seguire i secondi piatti, equamente divisi tra i quattro commensali, consistenti in un ottimo filetto di tonno croccante all’arancia su letto di rucola e pinoli tostati, e in una tempura di gamberi, con una pastella non indimenticabile. In una cena che si rispetti non poteva di certo mancare l’apporto glicemico del dessert, ordinati tra lo stupore del cameriere, che avrà pensato… ma cantu azzz pappanta custusu? Venivano così ordinati una panna cotta al caramello per Jesus, Semifreddo al caffè per Raschione, Tagliata di ananas per il Marrocu, presentata al tavolo con due foglie dalle evidenti sembianze di padiglione auricolare ainino, e tortino al cioccolato freddo per lo scrivente. Immediatamente dopo l’ordinazione il cameriere portava al nostro tavolo la spiacevole notizia della mancanza del caramello, problema che veniva immediatamente risolto su suggerimento dell’Ing. Marrocu (allora l’accademia di Pirri a qualcosa sarà pur servita), con una preparazione espresso da parte dello chef del caramello, esecuzione peraltro non gradita a Jesus, che poi confessava di non gradire proprio come tipo di dessert la panna cotta, ma che impavido cercava di trovare uno chef che gli facesse cambiare opinione.

BIC – Dessert
Anche i dessert venivano considerati di buona fattura, pur non raggiungendo l’eccellenza dei primi piatti. Per concludere gli immacabili digestivi ed i caffè. Cynar con ghiaccio per Jesus, Rum “Santa Teresa” per Raschione, Rum Pampero Riserva per il Marrocu, che contribuiva in maniera definitiva ad innescare la sua vena polemica nei confronti dell’incompetenza del Raschione in fatto di Rum agricoli, facendola sfociare in un pippa allucinante e interminabile, con tanto di reprise anche durante il viaggio di ritorno. Costo finale, € 44,41 cadauno, arrotondato per eccesso su inconsueto invito dal burriccu susunku per eccellenza, che poi subito cercava di rifarsi scroccando una sigaretta ai camerieri, e facendo incetta di vivident dalla scorta automobilistica dello scrivente.
Il Ristorante BIC, offre di sicuro una cucina di buona levatura, con una scelta comunque interessante di piatti semplici e più elaborati, una location informale ma comunque gradevole, anche se in una posizione non facilissima da raggiungere per i forestieri. Valutazione finale: tre meritati burricchi!!
VALUTAZIONE “B.I.C.”: Tre Burricchi. |
Ristorante BIC |
Indirizzo: Km. 45 Strada Statale 131, Sanluri
Telefono: 0702359488 [mostra in google maps] |
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2 commenti | tags: alla marinara, antipasti, aperitivo, aperol spritz, arancia, arselle, basilico, bianco, bic, bottarga, bruschette, cantina banfi, capesante, cappero, caramello, carnaroli, carpaccio di tonno, carpante, cenar, commenti, costo, cozze, croccante, cucina sarda, dessert, DOC, formaggio fuso, gamberi rossi, ghiaccio, giudizi, igt, indirizzo, italian cuisine, la pettegola, limone, longhera, lounge bar, macedonia, mantecatura, mappa, marinara, martini bianco, medio campidano, mediterraneo, menù, mozzarella di bufala, opinioni, paccheri, pane carasau, pannacotta, patate, piselli, pizzette fritte, polpo, pomodori, prezzo, primi piatti, qualità, ravioli, recensione, riso carnaroli, ristorante, rum agricolo, run zacapa, sanluri, sardegna, secondi piatti, semifreddo al caffè, seppie, telefono, tempura di gamberi, tonno, tortino al cioccolato, toscano, usini, Valutazione, vellutata, vermentino, vino, vongole
giu
1
2013

Bliss – Interno
Dopo aver partecipato a varie ciccionate, il burricco aggiunto Dessì, sottrattosi a tutte le altre, non poteva più esimersi dal recensire quest’ultima. Ore 20.55 i burricchi Sollai e Dessì giunti sul luogo dell’appuntamento notavano la presenza dell’Ing. Marrocu, puntualissimo oltre ogni previsione, che, telefono alla mano, era pronto a twittare il ritardo del duo Raschione e Jesus, i quali “come al solito” alle ore 21:00 si materializzavano davanti ai loro occhi. Destinazione scelta per la serata conviviale è il Bliss Caffè, situato nella centrale via Paoli.

Bliss – Cruditè di mare
All’ingresso si trova il bancone del bar, si prosegue con due sale, una interna ed una esterna dotata di barbeque. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala interna costituita da un arredamento gradevole e sobrio. La musica ha un volume adeguato ed è presente, inoltre, una grande tv che, con immensa gioia dei commensali, è spenta. Il sottofondo musicale e la presenza della sola troupe asinina rende agevole la conversazione. L’iniziale scambio di opinioni viene subito interrotto dall’arrivo del cameriere, il quale propone un aperitivo da scegliere tra alcolico e analcolico. Si opta per un prosecco, in quanto al solo pronunciare della parola analcolico il buon Jesus risponde con: la parola analcolico è un’offesa!

Bliss – Tartare di tonno

Bliss – Insalata di gamberi
Il cameriere prosegue nel voler fare conversazione e la sua curiosità su come fosse avvenuta la conoscenza del locale, è subito soddisfatta dalla pronta risposta dell’Ing. Marrocu: Siamo amici dei giocatori del Cagliari e ci hanno indirizzato loro (pitticca sa ca**ada!). Orbene, si inizia con la scelta del vino, ricaduta su un D.O.C.G. Gewurztraminer della cantina altoatesina Rocca Savina annata 2012, il cui rito dell’assaggio è avvenuto solo dopo che il Dessì ha avvicinato il proprio bicchiere al cameriere, poco avvezzo a questa procedura.

Bliss – Antipasti di mare
La mancanza di un menù cartaceo costringe i commensali a scegliere le pietanze dalla descrizione orale delle stesse fatte dal titolare, il quale propone la divisione della cena in due parti, antipasti e primi ed eventualmente, qualora non paghi, i secondi. In attesa dell’arrivo degli antipasti, tempo traducibile in 10 anni circa, inizia lo sfoggio da parte di alcuni commensali di prestigiose carte di credito di vari colori (pitticcu su famini!!), a cui seguono opinioni discordanti sui servizi svolti dai gestori delle medesime, soprattutto per i possessori di quelle gratuite (fare i fighi ma susunki inside n.d.r.).

Bliss – Spaghetti ai ricci di mare
La prima portata consta di un plateau di cruditè di mare costituita da cozze, gamberi e ostriche, di medie dimensioni. Il tutto gradevole ma niente di esaltante. Una dozzina di cozze sono state lasciate, in quanto alcuni commensali hanno preferito non sfidare la sorte. Segue una tartare di tonno, la quale presenta alcuni difetti di preparazione in quanto poco amalgamata, ma soprattutto proveniente da una parte del tonno poco adatta a questo tipo di piatto. Gli ulteriori antipasti serviti sono costituiti da un’insalata di gamberi argentini con insalata thai (zucchine, melanzane, peperoni al wok), di discreta fattura anche dovuta alla nazionalità del cuoco, che i burricchi scoprono essere filippino; insalata di polpo (senza arte ne parte); insalata di seppie e fagiolini, particolarmente gradita ad uno dei commensali; tonno in scatola con cipolle capperi e mandorle che, se fosse stato preparato con del tonno fresco, sarebbe stato sicuramente migliore; per finire un’insalata di totani bottarga e pomodoro.

Trofiette carciofi bottarga

Bliss – Trofiette al tonno
La proposta dei primi per l’allegra comitiva spazia su varie tipologie di pasta: trofie e spaghetti, nulla di più! Per Jesus la scelta ricade su spaghetti ai ricci, prontamente rimandati in cucina dopo appena una forchettata, per un eccesso di sapidità, accertata anche dal Raschione e dal Dessì (nonostante al titolare fosse stata specificata la pibincaggine del burricco). Lo chef, dopo aver effettuato le opportune correzioni, ripresenta il medesimo piatto, il quale tuttavia si rivela con ancor più difetti del primo. Questa volta, infatti, si avverte oltre che un eccesso di sapidità anche un eccesso di piccantezza dovuta al sovrabbondante utilizzo del peperoncino. Meglio lasciar perdere!

Bliss – Filetto di spigola con carciofi
Da notare, inoltre, l’imbarazzo del titolare alle domande dell’ipertricotico Jesus sulla conservazione della polpa di ricci. I primi piatti scelti dal Raschione e Marrocu sono trofiette con carciofi, cozze e bottarga, arrivati senza le cozze. Anche in queste si denota un leggerissimo eccesso di sapidità, cosa che è risultata comune anche alle altre due portate e cioè, trofiette con tonno, pomodorini e basilico per il Dessì e il burricco Sollai. Tutto questa sapidità ha fatto sì che venissero tracannate due bottiglie di vino e soprattutto cinque bottiglie d’acqua.

Bliss – Frittura mista
La scelta dei secondi piatti, purtroppo, non è più vasta di quella dei primi, in quanto ne vengono proposti solo due, presi entrambi con particolare dissenso da parte di Jesus e dell’Ing. Marrocu. Viene proposto, infatti, un fritto misto di calamari e gamberi e due spigole del peso di circa settecento grammi ciascuna, da preparare in padella con carciofi e pomodorini, servite già porzionate. La cottura delle spigole risulta ottima, ma si nota anche qui la presenza di un eccesso di pepe nero aggiunto dopo l’impiattamento. Per quanto riguarda invece il fritto misto niente da dire ma purtroppo neanche da ricordare. Tra le varie disquisizioni dei commensali merita menzione l’esposizione di varie teorie sulle scie chimiche tra il cameriere catalano e l’Ing. Marrocu, il quale si è visto ahimè surclassare dall’elevata preparazione dello stesso. Ci si domanda ancora come si è potuti arrivare a parlare di scie chimiche in seguito ad una semplice domanda al cameriere: Di che nazionalità sei?

Bliss – Dessert
Si arriva quindi al momento della scelta dei dolci. Fortunatamente la varietà qui è leggermente più ampia e la scelta ricade in un gelato al pistacchio per l’ing. Marrocu, una macedonia di frutta fresca per il Dessì che apprezza il fatto che non sia immersa in succhi vari, soufflè al cuore morbido di cioccolato per i due burricchi Raschione e Sollai, servito purtroppo senza la consueta quenelle di gelato. Per l’immenso Jesus sorbetto al limone della casa che con le lacrime agli occhi lo decreta come la pietanza migliore di tutta la serata. (Annammo bene!!). Data l’ora tarda si decide di rinunciare al caffè e, in attesa del conto, si opta solo per due bicchieri di un buon rum venezuelano, il Santa Teresa. Costo complessivo della serata 51 € cad. burriccu, almeno un 20% sovradimensionato rispetto alla qualità dell’offerta.
Alla luce di quanto sopra descritto, nonostante la simpatia del cameriere catalano, la qualità media dei piatti serviti è stata piuttosto bassa. Il locale prescelto, che lavora prevalentemente come bar, riporta nell’insegna posta all’ingresso la dicitura pasti veloci, tuttavia la cena ha avuto una durata di ben tre ore, nonostante fossero occupati solo due tavoli: due burricchi stiracchiati.
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ago
18
2012

Lisboa – Interno
«Scruto dalla scogliera il mare in tempesta. Riesco a vedere oltre l’orizzonte i nuovi mondi che mi aspettano, la gloria che canta il mio nome, il fato che supino m’attende!
Me ne frego del pericolo, dell’ardore degli elementi, dei menagrami che sogghignano alle mie vele, delle cuccurre che aleggiano sulla mia testa: sono pronte a strapparmi i capelli, bramose di aggrovigliare le mie budella, con ferocia di cavarmi gli occhi, per impedirmi di vedere quello che i vili e gli ignavi non vedono.»
Lisbona, perla del Portogallo, offerta e celata alla forza dell’oceano; da qui, più di cinque secoli orsono, salpò Vasco da Gama diretto verso quelle Indie che, pochi anni prima, il prode Cristóbal non raggiunse.

Lisboa – Palamita carote cipolla
Raggiunto il Cabo da Boa Esperança e oltre, nel loro lungo sconsiderato navigare, il prode Jesus da Gama, col cappellino d’ammiraglio (a dire la verità in quest’occasione trattenuto in cambusa) e il suo fido timoniere Raschiahmad ibn Majid ibn Muhammad al-Saʿdi al-Jaddi al-Najdi (أحمد بن ماجد كشط بن محمد آل ʿ سات الجديد النجدي), si dirigevano verso il mare aperto, per discoprire nuove emozionanti mete di sapori, ed alimentari emozioni.
Più verosimilmente, Venerdì sera verso le ore 21, il Raschione, alla guida della sua ri-carenata São Gabriel, puntava la prua verso un nuovo disinibito approdo, il cui nome ha il sapore di una rinnovata partenza: ristorante Lisboa, nella via Tuveri, in Cagliari, lontana terra del sol.

Lisboa – Ali di razza pomodorini e capperi
Il bar/ristorante Lisboa, di recentissima ri-apertura, si affaccia all’inizio della via Tuveri, giusto in fronte all’oceano urbano di Piazza Repubblica, a pochi passi dall’enclave (Pandemonio) del Burriccu Sollai.
Dall’esterno, discretamente e senza particolari insegne, prorompe sulla via, con una ampia vetrina d’ingresso e comodi tendaggi parasole, che offrono prezioso riparo estivo, a qualche tavolino sul marciapiede.
Una prima distinta zona bar si scopre oltre la soglia mentre, dopo uno stretto corridoio – tracciato da una spoglia parete viola e da un lunga tela dal tema astratto – , si accede alla piccola e graziosa sala da pranzo, che culmina con la porta della cucina e con un colorato drappeggio il quale, celato da una vetrina trasparente, s’inonda di una cascata di luce bianca riflessa.

Lisboa – Risotto di verdure e parmigiano
Le pareti chiare (in qualche punto sgraziate da alcune macchie d’umidità, che consigliamo di sanare quanto prima), gli splendidi lampadari a sfera, il parquet, le comode sedie brune e l’intelligente ed armonico sistema di condizionamento
– rivestito di legno compensato e impreziosito da numerosi punti luce -, completano un arredo accattivante e moderno.
Infine, una (iniziamente un po’ troppo elevata) musica di sottofondo, rende l’atmosfera rilassante e piacevole.
Il servizio in sala è garantito da una gentile ed attenta maître (probabilmente la stessa titolare) e da un timido e discreto giovanotto, entrambi suggestivamente abbigliati in tenuta e grembiule nero.

Lisboa – Spigola zucchine popcorn
Per particolare scelta gestionale, in questo primo periodo di avviamento, il menù alla carta viene limitato a poche eccellenti pietanze, dalle quali è possibile individuare un solo appetibile primo piatto, e non sempre risultano distinguibili antipasti e secondi, almeno secondo le nostre austere ed ortodosse consuetudini.
Dopo essere stati fatti accomodare, Jesus e il Raschione (assente per giustificati impegni lavorativi l’Ing.Marrocu) sceglievano di esordire con due seducenti antipasti cadaburriccu ma, per loro difetto espositivo, se ne facevano servire uno solo a testa, tanto da giustificare una sostanziosa integrazione ai loro secondi. Vino scelto per condurre la serata, un ottimo vermentino DOCG “I Graniti”, della cantina Pedra Majore di Calangianus, ultima bottiglia della prestigiosa etichetta, presente nella inappuntabile cantina del ristorante.

Lisboa – Tempura di pesce e verdure
Ad ogni modo, prontamente, arrivavano al cospetto dei due Donkey: ali di razza in guazzetto di pomodoro, capperi e rucola con crostino di pane e finocchietto, seguito da una eccezionale, strepitosa, inarrivabile, composizione di palamita scottata, con carote, cipolle di tropea, rucola, zucchine, su una vellutata di arance e mele, impreziosita da crostini di pane.
Solo per quest’ultimo piatto varrebbe la pena di visitare il “Lisboa”!
Riguardo il summenzionato primo piatto, trattavasi di un ugualmente straordinario risotto alle verdure e parmigiano, con tartara di arance e peperoni, guarnito con crostino di pane e foglie di finocchio: sublime!
Altrettanto fantasiose e particolari, la preparazione e presentazione dei secondi: filetto di spigola scottata con pomodori e zucchine, guarnito con crostini di pane e briciole di mais soffiato (popcorn!), integrato poi con una tempura di pesce e verdure, composta di melanzane, peperoni, zucchine, fiori di zucca e filetti di spigola fritti, servita con ottima salsa vinaigrette.

Cannolini di banana pesche e mele

Fantasia di pesca, cioccolato yogurt
Non meno soddisfazione potevano dare i dessert: indescrivibili cannolini di banana fritta su letto di pesche e mele per Jesus, buonissima fantasia di pesche sciroppate, con cuore morbido di cioccolato fondente e yogurt, per il Raschione. I dolci sono stati superbamente accompagnati da vino passito “Angialis”, delle cantine Argiolas.
Un caffè per Jesus, e un ottimo liquore di liquirizia “LiquorIce” di Caffo per il Raschione, hanno concluso quindi l’esperienza. Costo finale della cena, 68€ cadauno, assolutamente adeguati, in considerazione di un approccio alla cucina ricercato e fantasioso, e di una qualità che è rimasta costantemente elevatissima, per tutto l’evolversi della serata.
Seppure di recentissima rinnovata gestione, il ristorante “Lisboa” riesce a garantire degli standard elevati in relazione alla ambientazione, al servizio, e alla qualità della cucina. Quattro meritati burricchi, con menzione speciale per la pirotecnica fantasia dello chef.
VALUTAZIONE “Lisboa”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Lisboa |
Indirizzo: Via Tuveri 2, Cagliari Telefono: 07043707 [mostra in google maps] |
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1 commento | tags: a la carte, ali di razza, angialis, antipasto, argiolas, banana fritta, briciole, caffo, cagliari, calangianus, cannolini, cantina, capperi, carote, chef, cioccolato fondente, cipolle di tropea, commenti, costo, crostino, cucina, cucina sarda, dessert, docg, dolci, fantasia, filetti di spigola, filetto di spigola, finocchietto, finocchio, fiori di zucca, foglie, fritto, frittura, frutta, guazzetto di pomodoro, I Graniti, indirizzo, liquirizia, liquore, LiquorIce, lisboa, lounge bar, macedonia, mais soffiato, mappa, melanzane, mele, menù, novelle cuisine, opinioni, palamita, pane, parmigiano, passito, Pedra Majore, peperoni, pesce sciroppate, pesche, piazza repubblica, pomodori, popcorn, primi piatti, qualità, recensione, ricette, risotto alle verdure, ristorante, rucola, salsa vinaigrette, sardegna, scottata, secondi piatti, tartara di arance, telefono, tempura, Valutazione, vellutata di arance, vermentino, via tuveri, vino, vino bianco, yogurt, zucchine
lug
22
2012

Terzo tempo – Interno
Primo tempo. L’elogio della battaglia, il palpitar del cuore, mentre la penna del desiderio traccia le vesti di una incontrastabile vittoria, mentre il sapore del trionfo si insinua tra le maglie dell’ego e scavalca l’intransigenza del destino.
Secondo tempo. Il sudore e il sangue sulla fronte, i muscoli tesi verso le insormontabili vette della fatica, lo stordimento e l’abbandono ai proprio limiti, la ribellione e l’orgoglio, la vittoria e la disfatta.
Terzo tempo. Il profumo dell’incenso, il sapore del reale, gli onori, la ricompensa della tavola e un pragmatico irrefutabile pensiero: «ma non potevamo iniziare direttamente da qui?!?»

Terzo tempo – Salmone

Cozze alla marinara

Terzo tempo – Focaccia

Terzo tempo – Carpaccio di polpo
Gentile e pacato è il tempo, quello meteorologico intendiamo, che a metà Luglio regala a Jesus – Intollerante alla calura estiva – il piacere di qualche serata all’insegna della vivibilità climatica.
Felice condizione, questa, per il rinnovarsi dell’ancestrale rito àsinino, in passato svoltosi e sviluppatosi in disaccordo alla consuetudine istituzionale, tralignante l’essenza e la sintesi del Triumvirato.
Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, si ritrovano invece quest’oggi a onorare la tradizione, insensibili al canto delle sirene di eventi no-cost, che surrettiziamente prorompono dalla calca della spiaggia dei cagliaritani, la sera del penultimo Venerdì del mese.

Terzo tempo – Insalata pere bottarga
Ore 21. Jesus e il Raschione sono, come d’abitudine, in anticipo sui tempi del ritardatario Marrocu, e possono ammirare, nella sua composta imponenza, il braciere olimpico che ha accolto la fiamma dei giochi universitari qualche decennio fa, o qualche manifestazione simile, che tre patologici patiti della forchetta trovano difficile ricordare. Ci troviamo all’interno del complesso sportivo del C.U.S., poco distanti dalle facoltà di Lettere e Ingegneria, sull’irto “declivio” della Via Is Mirrionis, in Cagliari; attorno a noi, prorompe la vista di verdi campi da giuoco, palestre per il fitness e tutto quello che Jesus tenterebbe a evitare, se non esistesse, suo malgrado, anche il fattore “donna del presidente”.

Terzo Tempo – Mezze maniche pesto gamberi
Il ristorante “Il Terzo tempo”, è integrato organicamente nel complesso sportivo.
Se esternamente il suo ingresso non appare più suggestivo di quello di una palestra di fitboxe – eccezion fatta per un pittoresco barbecue urbano allestito in prossimità del locale -, l’interno risulta piuttosto curato, con copertura e travi di legno, pareti giallo paglierino, arredi rustici e una splendida ben fornita vetrina dei vini. La vista che si gode dalle vetrate laterali, è quella delle piste di atletica e dei palazzi del quartiere tutto attorno. Nella parte inferiore dello stesso edificio, sono inoltre alloggiati gli spazi adibiti a pizzeria/bisteccheria, che non abbiamo avuto occasione di visitare.
Arrivato finalmente il Marrocu, ci possiamo accomodare al nostro tavolo, non prima però che lo stesso ingegnere potesse disquisire con il maître del ristorante, nonché suo sosia laterale (identico di profilo, allargato di un fattore due, frontalmente), sul perché sedersi in quel particolare tavolo e non in un altro perfettamente equivalente nei suoi pressi: alta filosofia accidentale!

Terzo tempo – Riso Basmati con tonno e verdure
Oltre che dal succitato, affabile maître (di certo un ex atleta, dati fisico e tatuaggi), il servizio veniva garantito da un ragazzo più giovane e, occasionalmente, da una accomodante signora. Complessivamente possiamo ritenere buono tale servizio, anche se dobbiamo registrare qualche imperfezione provocata, in parte, da episodici difetti di comunicazione, a noi stessi imputabili.
L’assaggio di antipasti richiesto non comprendeva (come da noi ingenuamente ipotizzato) tutto il menù proposto, ma un trittico di comunque succulente pietanze: insalata di salmone, cipolle, funghi, capperi e olio d’oliva, carpaccio di polpo su letto di rucola, radicchio e finocchi, cozze alla marinara, il tutto anticipato e accompagnato da un assaggio di ottima focaccia alle spezie, prodotta dalla pizzeria interna. Un quarto supplementare e bramatissimo antipasto integrativo, è stato quindi richiesto e servito dopo l’assaggio dei primi: spettacolare accostamento di pere e bottarga di muggine, su letto di insalata e finocchi. Buonissimo!

Terzo tempo – Orata al forno con patate

Terzo tempo – Cappone al forno con patate
La seconda incomprensione è stata cagionata, nella preparazione dei primi piatti, da un disequilibrio di comunicazione verbale del Raschione, che sovrapponeva la cernita del suo piatto a quella del Marrocu, conducendo a credere il cameriere, che l’ingegnere avesse cambiato in ultimo la sua scelta. Arrivate in tavola le pietanze, dopo lo sgomento iniziale e un rapido rimescolamento di attribuzione, Jesus e il Raschione potevano assaggiare delle strepitose mezze maniche (forse impropriamente definite “paccheri”) rigate al pesto e gamberi freschi, il Marrocu un parimenti ottimo Risotto Basmati, con verdurine e tocchetti di tonno.

Terzo tempo – Dessert
Secondo piatto comune ai tre commensali in termini di (buonissimo) condimento, differente nella sostanza: cappone e orata al forno con patate, zucchine, peperoni e olive verdi. Se il cappone si dimostrava inappuntabilmente gustoso, meno brillante dobbiamo valutare il sapore dell’orata, per stesso riconoscimento del maître, di allevamento.
In ultimo, la cena si concludeva con una splendida composizione di cruditè di frutta (arance, fragole, kiwi, ananas) con panna cotta, creme caramel, budino al cioccolato, sciroppo di fragole e granella di nocciola: godurioso!
Fine delle ostilità con due caffé, liquore alla liquirizia (“Lik li” calabrese, non particolarmente apprezzata) per Raschione e Marrocu e una grappa barricata per Jesus.
Tutta la cena è stata, invero, accompagnata da un già abbondantemente elogiato bianco IGT del 2012, “Karmis”, delle cantine Contini di Tharros.
Costo complessivo, 44€ cadauno, da giudicarsi all’incirca adeguato, limabile per difetto.
Il “Terzo Tempo”, è senza dubbio un ottimo ristorante, che propone una cucina semplice, con punte di culinaria eccellenza, in ordine alla gustosità dei piatti. L’ambiente interno e il panorama sono di certo accattivanti, ma l’esterno del locale appare piuttosto dozzinale e potrebbe essere certamente migliorato, per esempio dotando il barbecue di una sovrastruttura in legno, o impreziosendo con delle piante invasate la strada d’accesso. Qualcosa andrebbe forse registrata anche in seno al servizio ma, si sa, gestire tre esigenti burricchi non è mai stata una impresa facile. Tre burricchi meno meno.
1 commento | tags: 2010, al forno, allevamento, ananas, antipasti, arance, atletica, bisteccheria, bottarga, budino, caffè, cagliari, calabrese, cantine contini, capperi, cappone, carpaccio, cioccolato, cipolle, commenti, condimento, conto, costo, cozze alla marinara, crème caramel, cruditè, cus, dessert, finocchi, focaccia, fragole, frutta, funghi, gamberi, giudizi, granella di nocciola, grappa barricata, igt, il terzo tempo, indirizzo, insalata, Karmis, kiwi, lik li, liquirizia, liquore, macedonia, mappa, mare, mezze maniche, muggine, olio d’oliva, olive verdi, opinione, orata, origano, paccheri, panna cotta, patate, peperoni, pere, pesto, pizzeria, polpo, prezzo, primi piatti, qualità, radicchio, recensione, ricetta, rigate, riso basmati, ristorante, rucola, rugby, salmone, sarda, sardegna, sciroppo di fragole, secondo piatto, spezie, sport, sugo, telefono, tharros, tocchetti, tonno, Valutazione, verdurine, vino bianco, zucchine