nov
3
2012
Oca Bianca – Ingresso
Per l’ambizioso lettore che cerca l’interpretazione del sistema secondo un prontuario di simboli antichi possono venire incontro i chackra della tradizione indu. Si tratta di sette vortici di energia che hanno la funzione di assorbire quella universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo fisico, ed infine rilasciarla all’esterno. Il perfetto funzionamento del sistema energetico è sinonimo di buona salute e, di conseguenza, la totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere quel livello energetico che i grandi maestri orientali chiamano Illuminazione.
Oca Bianca – Interno
Proprio nel primo chackra, il Muladhara, localizzato ahimè nelle zone meno nobili del corpo umano, ricorre la simbologia del dio Brahma, signore dell’origine dell’universo, dotato di quattro volti e rappresentato come un fanciullo. La sua cavalcatura è l’oca bianca dal capo striato, animale che nella tradizione indù rappresenta l’anima e che viene identificato con il cigno dai traduttori occidentali. I quattro volti della divinità avrebbero contemplato, oltre a tre noti somari Jesus, Ettore e il rientrante Ing. Marrocu, la presenza del burriccu dal capo blucerchiato Dott. Melis, simbolo della mera parsimonia e vittima della stessa negatività introdotta nel sistema e dei propri timori per una folle spesa fuori dal bilancio.
Oca Bianca – Antipasti
Cagliari, venerdi 2 novembre, quartiere Marina, ore 20:45. Nel giorno della commemorazione dei defunti, dopo aver trovato un fortunato accomodamento vista mare per la fedele utilitaria, in barba alle più funeste previsioni di parcheggio del sedicente navigatore (cuccurra) Jesus, i due stoici somari potevano godersi uno scorcio della movida cagliaritana ed approfittare dei tempi favorevoli, prima di riabbracciare il presunto defunto e ritardatario Ing. Marrocu, di ritorno da un viaggio in terra americana, viaggio che apporterà alla causa solamente improbabili racconti, non supportati da adeguata documentazione, per consumare un aperitivo a base di prosecco e gamberi presso il friendly ristorante La Tavernetta, poco distante dalla meta designata per le celebrazioni dell’ennesima ciccionata: il ristorante L’Oca Bianca, nella centrale via Napoli.
Ravioli freschi della casa
Tagliatelle allo zafferano
Il locale è sviluppato su tre livelli, dei quali il pian terreno è dedicato alla cassa, alle cucine e ad un angolo bar/caffetteria, mentre i rimanenti ospitano le sale per i clienti. Le pareti color crema fanno risaltare il muro di protezione per la scala color antracite e sono arredate con grossi specchi e stampe retrò che, unite alla particolare musica di sottofondo, riportano i Donkeys ai tempi della Belle Epoque nella Ville Lumiere degli inizi del secolo scorso.
Oca Bianca – Filetto di manzo al Porto
Completano il quadro un singolare accostamento fra indecifrabili lampadari a goccia colorati di dubbio gusto, probabilmente frutto di regali di nozze reciclati, e ventilatori da soffitto rossi, stile anni ’60 che, uniti ad un efficiente impianto di condizionamento, garantiscono una temperatura in sala ottimale in qualunque periodo. Suggestivo l’effetto regalato da potenti fari alogeni collocati all’esterno in modo da illuminare a giorno, dal basso verso l’alto, le finestre che danno sulla via Napoli, protette sul lato interno da efficaci tende i cui colori ben si sposano con quelli delle pareti.
Tagliata con provola
Filetto di Tonno
I tavoli sono quadrati in legno scuro, rivestiti da tovaglie color crema, le sedie nere. All’uscita delle rampe di scale trovano posto i servizi. Complessivamente ciascuna sala può ospitare circa 20-25 coperti. Veniamo fatti accomodare al secondo piano, in una sala con tutti i coperti occupati durante il corso della (lunga) serata. Il servizio al nostro piano è garantito da una giovane e simpatica cameriera, che si alternerà con una altrettanto giovane collega ed un terzo cameriere.
Oca Bianca – Cheese cake ai frutti di bosco
L’Oca Bianca propone una interessante offerta di terra e di mare che spazia tra la cucina italiana, piatti etnici e pizzeria. Nonostante la tentazione di orientarsi su piatti etnici, i tre somari riconoscono la propria incompetenza nel settore e convergono verso un percorso di piatti tipici della tradizione nostrana. Notevole la scelta della cantina, fra cui il buon Ettore individua il nettare prescelto: il più volte lodato Vermentino DOC 2011 Tuvaoes delle cantine di Giovanni Cherchi di Usini (SS), servito con l’immancabile rito dell’assaggio del nostro esperto sommelier Ing. Marrocu, talmente esperto che per tutta la serata pensava fosse un Funtanaliras: burriccu!!
Essendo formalmente negata la possibilità di una degustazione di antipasti, i tre voraci avventori selezionano quattro piatti tra le varie alternative di menu. Dopo una prima attesa contenuta iniziano le danze: ottimo carpaccio di polpo all’arancia con vellutata di zucchine, notevole insalata di carciofi con scaglie di bottarga su un letto di pani carasau, straordinario tomino di capra grigliato con miele di corbezzolo e noci su un letto di rucola: spettacolo! In un secondo tempo arriva l’unico antipasto caldo della serata: notevole polpo scottato con patate e aceto balsamico. Terminati con soddisfazione gli antipasti i burricchi devono attendere abbastanza per i primi piatti, attesa consumata dal racconto di improbabili aneddoti dell’Ing. Marrocu in terra straniera:
Ing. M.: La cosa che più mi infastidiva era che una persona su tre aveva una pistola!
E.: Era Lei era uno dei tre?!
Torta irlandese
Semifreddo al torroncino
I primi piatti confermano, a parte qualche dubbio insinuato dal nostro ipotricotico burriccu, e per questo da considerarsi ininfluente, i medesimi livelli di qualità fino ad allora apprezzati: ottimi ravioli della casa con ricotta e verdure per Jesus e tagliatelle allo zafferano con bottarga e nocciole, valutate ottime secondo chi Vi scrive, mentre meno gradevoli risultavano al fine palato dell’Ing. Marrocu che rilevava sentori di aglio eccessivamente riscaldato.
Stimolati dalla qualità dei piatti e favoriti da una oculata scelta degli antipasti che ha evitato precoci sensazioni di sazietà, i tre voraci triumviri scelgono di provare i secondi piatti. Nella notevole attesa che seguirà potranno apprezzare un discreto ricambio di clientela in sala, a favore delle nuove generazioni e delle quote rosa, con notevoli punte di eccellenza nel risultato finale. Luci e ombre anche per i secondi piatti: tagliata di filetto con provola e rucola per l’ipertricotico Jesus, valutata non entusiasmante ed eccessivamente cotta, filetto di manzo al Porto, valutato eccessivamente dolce, probabilmente perchè condito con un vino dolce e liquoroso, filetto di tonno al pepe nero e radicchio per Ettore, variante questa della proposta iniziale del menu che prevedeva sesamo nero, indisponibile per la serata, ottimo per sapore, ma eccessivamente piccante per chi l’ha scelto.
Non avendo ancora raggiunto la saturazione alimentare i tre somari non rinunciano ad assaporare i dessert della casa: impegnativa torta irlandese al cioccolato con marmellata all’arancia e pan di Spagna imbevuto nella birra Guinness, per un NON amante del genere, Jesus, ottimo semifreddo al torroncino con granella di pistacchi per l’Ing. Marroccu, straordinaria cheese cake ai frutti di bosco per Ettore. La cena si conclude con caffè per Jesus e Marrocu, abba ardente Santu Lussurgiu per Jesus e ottimo liquore di liquirizia Myrsine (Dolianova). Costo dell’esperienza: 53,34€ cad. burriccu, probabilmente un 10% eccessivo rispetto alla qualità complessiva del servizio provato, e comunque meritevole di una mancia d’integrazione, quota ripartita non uniformemente tra i tre compagni di merende e che vede Jesus, vittima del resto, come azionista di maggioranza.
Un notevole assortimento dell’offerta che garantisce qualità elevata dalla pizzeria alla cucina etnica, passando per la cucina nostrana, unita ad un servizio preciso e puntuale e ad una gradevole e particolare ambientazione fanno de L’Oca Bianca il teatro ideale per piacevoli serate accompagnate dal buon cibo. I costi non popolari probabilmente scoraggeranno molti parsimoniosi avventori, ma per quanto ci riguarda, non avendo rilevato sbavature di entità, non possiamo che conferire l’encomiabile giudizio di tre burricchi: complimenti!
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giu
15
2012
Taras – Acquario piranha
Il Burriccu, nobile espressione dell’impegno, della dedizione, della testardaggine nella quotidianità dell’uomo medio, impersonata nell’estate degli Europei da un gruppo di quindici sedicenti atleti, dalle spiccate rotondità, chiamati dal Presidente Jesus a onorare la propria essenza nell’evento sportivo (e mediatico) più importante dell’estate cagliaritana, sotto la direzione sportiva del buon Ettore e la conduzione tecnica della Presidentessa Christina Jones Corrias, e puntuali a rispondere con una sonora sconfitta all’esordio, ma anche espressione di indisciplina e insubordina-zione, fino al degenerare nello spettro del sabotaggio, ma Jesus vede e provvede e le sentenze arriveranno inesorabili.
Gamberi confit su crema di patate Bocconcini di tonno scottato
Il destino vuole che, dopo meno di una giornata dall’esordio della gloriosa squadra del Donkey Team, allo stesso modo una comitiva di quindici elementi variamente assortita tra burricchi triumviri, neo burricchi e frastimers, si ritrovino per celebrare insieme quello che si rivelerà presto il Diverland del buongustaio e del ciccione grazie ad uno straordinario interprete della cucina nostrana, diventato ormai celebre fra chi vuole scegliere semplicemente il meglio per i banchetti degli eventi da ricordare, Alessandro Taras.
L’esperienza che andremo a descrivere è macchiata da una violazione, purtroppo inevitabile del protocollo di anonimato che ha sempre distinto le nostre recensioni, e su cui basiamo la nostra credibilità. L’organizzazione sapeva della presenza del Triumvirato, ma confidiamo che la situazione non abbia alterato i parametri di qualità dell’offerta, qualità difficilmente raggiungibile, anche in maniera episodica, in assenza di una base di cultura e esperienza gastronomica di alto livello, come si evincerà nella narrazione delle circostanze.
Uova di quaglia fritte
Bocconcini di ostriche
Anguille caramellate
Presente per l’evento il Triumvirato, nella formazione titolare Jesus, Ettore, Ing. Marrocu, con tutta la panchina a disposizione composta da Franco, Orione, Piero e Fabrizio, ciascuno accompagnato dalla propria Signora, oltre alla emerita Presidentessa CJC, la donkey fan Mima e relativi consorti.
Primo punto di aggregazione presso i Sepolcri Paulesi per una più eco-sostenibile redistribuzione dei partecipanti fra le vetture. Al centro della scena si inserisce subito il più indisciplinato dei burricchi, in colpevole ritardo come da copione, ritardo decisamente non imputabile ad una attenta selezione dell’abbigliamento per la serata, più adatto questo ad una mezza maratona over 65 ma anche ad una grigliata di Pasquetta.
Taras – Cruditè di ostriche
Taras – Crema di porri
Cruditè di gamberi rossi
Taras – Carpacci, Tartara, Bocconi
Il trio ainìno premia la scelta della promozionale utilitaria giapponese del burriccu Orione, dai notevoli contenuti tecnologici, decisamente messi a dura sollecitazione dalle maldestre mani di Jesus e dell’Ing. Marrocu, che evidentemente pensavano di vincere qualcosa premendo tutti i tasti e manovrando tutte le leve a disposizione. Destinazione della serata la sala privata della società di catering Blue Eyes nella vicina Dolianova, presso la centrale via Roma. Segnaliamo subito un siparietto del sempre eccentrico Orione, per nulla disposto a cedere al sempre stimato Ing. Marrocu, in quella che durante la serata assumerà i connotati di una vera e propria sfida, la palma del più susunku della serata, che deve giocare non poco al ribasso con lo sportello bancomat adiacente la nostra destinazione per evitare di rimpinguare in maniera eccessiva le proprie liquidità da mettere a disposizione per la serata “ma i 5 euro non li dà??…“.
La sala è ospitata presso il retro di un moderno American Bar, che da tempo ormai ha il monopolio delle colazioni nel paese, i cui i clienti possono trovare comoda sistemazione su sgabelli rialzati o presso i tavolini della sala principale, nella quale spicca una zona rialzata in cui troneggia una splendida ricostruzione di un ecosistema fluviale tropicale ospitato dentro un capiente acquario in cui la scena è dominata da panciuti piranhas: quale meraviglia!
Taras – Cappuccino di patate con seppie al nero
Taras – Frittino misto
All’ingresso del bar veniamo condotti verso un piccolo cortile, riparato da un gazebo all’ombra del quale in breve tempo sarebbe stato servito un sfizioso apri cena. Il servizio è assicurato da un giovane cameriere e due cameriere e si rivelerà cortese e disponibile oltre che estremamente puntuale.
L’apricena, presentato in modalità self-service è composto di bocconcini di gambero confit su un letto di crema di patate, impreziositi con uova di lompo, straordinari bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni, impreziositi con finocchietto e serviti su piccoli vassoi in legno dalle sembianze di gusci di cozza, che proprio per questo hanno ingannato diversi commensali. Seguivano poi degli inarrivabili spiedini di anguilla caramellata, eccellenti spiedini di ostriche scottate e fritte in pastella, per finire in meravigliosi bocconcini di uova di quaglia fritte: chapeau! Gli stuzzichini sono stati innaffiati con dell’ottimo prosecco Karalis Chardonnay Brut delle Cantine di Dolianova.
Taras – Paccheri cozze cappone
Concluso con soddisfazione il non banale aperitivo ci spostiamo nella sala privata adibita a banchetti di prova delle offerte di catering e, occasionalmente, proprio come nel caso della serata che ci vede protagonisti, a cene private. Si tratta di un ambiente sobrio ed elegante, adiacente alla cucina, non molto illuminato, al centro del quale stona decisamente la presenza di un seppur efficiente monta carichi per le pietanze fredde. Vi è posto per poco più di venti coperti e veniamo fatti accomodare in un’unica tavolata sviluppata in lunghezza e per questo un tantino dispersiva. Gli arredi sono essenziali, le pareti spoglie, le tovaglie semplici in stoffa chiara. La non indimenticabile ricercatezza nell’ambientazione deriva essenzialmente dal fatto che la sala non è aperta al pubblico e assumiamo per questo che sia un aspetto non valutabile per l’esperienza.
Appena accomodati l’eccentricità dell’Ing. Marrocu lo porta ad ostentare con i commensali il prossimo viaggio nella terra di Bisanzio, programma questo che avrebbe sottinteso l’auto-esclusione del burriccu in questione dal proprio apporto alla causa del Donkey Team, senza le dovute comunicazioni alle figure di riferimento della squadra. Salomonico il verdetto del buon Jesus alla conoscenza degli eventi: Comunicazione ufficiale. L’ingegner marrocu è fuori dalla squadra. Esonero e sostituzione per disonore.
Raviolo cappone e ricotta
Risotto agli agrumi cappone gamberi
Il nettare scelto dallo chef per accompagnare la cena è l’eccellente e più volte citato Iselis delle cantine Argiolas, le cui scorte sono state messe in imbarazzo dall’apprezzamento diffuso nella tavolata.
La cena inizia con una carrellata di cruditè: ostriche, gamberi accompagnati da una sfiziosa crema di porri, ottimo carpaccio di polpo con sale nero e delizioso carpaccio di pesce castagna.
Seguiva poi uno spettacolo con una particolare tartara di pesce castagna su burrata con vinaigrette di peperoni, cardi e nero di seppia, un incredibile cappuccino di patate e con seppie al nero, un forse eccessivamente piccante, ma altrettanto altisonante, flan di pecorino con bocconi in salsa rossa, per concludere in bellezza con un frittino di gamberi, cappone, calamari.
Taras – Cartoccio di mare
Non meno strepitosi i primi piatti: ottimo risotto agli agrumi con cappone e code di gamberi, impreziosito da foglie di finocchietto, per alcuni un tantino carente di cottura (non per chi Vi scrive che ha lasciato solo le ceramiche), un eccessivamente corposo raviolo ripieno di ricotta e cappone in bagno d’olio extra vergine di oliva, e gustosissimi paccheri con cozze e cappone.
Si inizia a manifestare per alcuni commensali una sensazione di imminente saturazione, che tuttavia non fa desistere l’ispirato chef a proporre l’unico secondo piatto: cartoccio di mare con cozze, arselle, gamberi, cappone: ottimo.
Spumosa di mascarpone
Rum 23 Years Old
Quando ormai la comitiva non sembra più in grado di dare ulteriori soddisfazioni alla cucina, il buon Alessandro Taras confeziona il capolavoro: meravigliosa spumosa di mascarpone con guscio di cioccolato fondente, con crumble (leggi biscotto streccau) di pastafrolla, su composta di fragole, timo e limone, accompagnato da dell’ottimo nasco Angialis di Argiolas.
La cena si conclude felicemente con dell’ottimo rum Ron Zacapa invecchiato ventitre anni, accompagnato da sfiziosi tartufini di cioccolato e, per gli amanti, da sigaro cubano romeo y giulieta.
Superfluo riportare che i primi utenti del sigaro for free sono stati i burricchi Marrocu e Orione. Nessuno dei lettori si stupirà nell’apprendere che agli stessi elementi a fine serata era imputabile l’ammanco delle quote partecipative, ammanco alla fine risarcito dopo continue sollecitazioni. Casualità…
Il costo dell’esperienza è stato di 50€ cad. Burriccu, da considerarsi un tantino inferiore rispetto alla qualità dei piatti assaporati, sebbene si fossero presi accordi in precedenza.
Nonostante qualche sbavatura di lieve entità sugli antipasti caldi, ci siamo trovati al cospetto di una delle espressioni più elevate della ristorazione isolana. Niente è lasciato al caso: scelta degli ingredienti migliori, creatività e presentazione, uniti ad uno staff di camerieri di eccellente professionalità e disponibilita.
La collocazione di questi elementi in una location adeguata rende sicuramente perfetto per i partecipanti un evento da non dimenticare. D’altra parte proprio su quest’ultimo aspetto non siamo in grado di dare un giudizio. Ricordiamo inoltre che si può organizzare una serata come quella descritta solo dopo aver preso accordi con l’organizzazione, aspetto che priva la valutazione della parte di occasionalità, valutazione che colloca comunque Alessandro Taras nella nostra Champions League con quattro meritati somarelli e menzione speciale per la creatività delle ricette e l’eccellenza nel servizio.
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Cena del 10 luglio 2013.
Riportiamo i dettagli fotografici di una esperienza successiva, altrettanto entusiasmante, avvenuta a circa un anno di distanza dalla prima, a cui hanno portecipato, tra gli altri, oltre ai Triumviri Ettore e Ing. Marrocu (Jesus assente per motivi di lavoro), i burricchi Sollai, Orione, Varioli, Raffaele, Avv. Pisano e l’Ing. Loi, in qualità di ospiti, oltre al burriccu chef in cucina, che ha riservato ai compagni di ciccionate l’onere dell’impiattamento delle prelibatezze della serata.
Ostrica in gel di prosecco clubber
Gamberi crudi con pesche nettarine
Flan di piselli con ragù di seppie
Sarde marinate con panzanella
Filetto di manzo non cucinato
Filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante
Raviolio di polpo, gamberi, cernia
Dentice zuppetta di patate
Lamb burger e panino all’anguilla caramellata
Pancetta in agrodolce indivia
Mousse di cioccolato gelato
Spumante demi-sec Scaleri del Parteolla
Vini: bianco IGT “Iselis” 2012 della cantina Argiolas, Serdiana; rosso DOC “Rocca Rubia” della cantina di Santadi.
Aperitivo: Ostriche in gel di prosecco su clubber di verdure a base di gin tonic.
Antipasti: Gamberi crudi con pesche nettarine; flan di piselli con ragù di seppie; sarde marinate ripiene di panzanella con basilico viola e cipolla rossa; filetto di manzo panato, non cucinato, con salsa d’uovo al curry; filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante.
Primo piatto: Raviolio, raviolone in bagno d’olio ripieno di gamberi, cernia, polpo, servito con salsa al pomodoro.
Secondi piatti: Lamb burger (con carne d’agnello) e panino con anguilla caramellata e pomodoro; filetto di dentice con patè di olive nere su zuppetta di patate; pancetta cotta a bassa temperatura con salsa agrodolce e indivia.
Dessert: Mousse di cioccolato bianco su crumble di biscotto e frutti rossi, servito con gelato al melone.
Liquori: Rum Diplomatico Reserva Exclusiva; spumante demi-sec Scaleri (Malvasia del Parteolla).
Ancora una volta il grande Chef ha saputo stupirci mettendo in pratica in maniera magistrale accostamenti di sapori che, sebbene per alcuni casi possano sembrare bizzarri, ci hanno regalato un continuo crescendo di emozioni: complimenti!
VALUTAZIONE “Da Taras – Blue eyes Catering”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Catering Da Taras |
Indirizzo: Via Roma 37, Dolianova Telefono: 3385321950 [mostra in google maps]
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8 commenti | tags: alessandro taras, angialis, anguille caramellate, argiolas, arselle, bocconcini, bocconi di mare, burrata, calamari, cantine argiolas, cappone, cappuccino, cappuccino di patate, cardi, carpaccio, carpaccio di polpo, cartoccio di mare, catering, christina jones, cioccolato, commenti, cozze, crema di patate, crema di porri, cruditè, crumble, cucina creativa, cucina sarda, da taras, dolianova, fabrizio varioli, finocchietto, flan di pecorino, foglia di belga, fragole, frastimers, fritto misto, gamberi, gamberi confit, gamberi crudi, giudizio, gran riserva, indirizzo, is elis, iselis, Karalis Chardonnay, limone, lompo, mappa, mascarpone, mima muller, murici, nasco, nero di seppia, olio d’oliva, opinioni, orione, ostriche, paccheri, pasta frolla, pastella, peperoni, pesce castagna, piranha, pisanu, prosecco, raviolo, recensioni, ricotta, risotto, ristorante, romeo y giulieta, Ron Zacapa solera, rum, sale nero, salmone, salsa piccante, sardegna, seppie al nero, sigaro cubano, sollai, sorbetto di seppia, spiedino, sprite, spumante, spumosa, tartine, tartufini, telefono, timo, tonno, uova di lompo, uova di quaglia, uova di salmone, Valutazione, vermentino, vinaigrette, vino bianco
nov
3
2011
Arriva dal buio remoto, oltrepassa l’orizzonte, naviga sul mare scansando e cavalcando le onde di maestrale, che irridono, sputano addosso la salata spuma nel vano esercizio di ricacciar lontano chiunque sfidi la loro passione. Calpesta la luna e i riflessi che dal porto si scagliano sul suo passo pesante, guidato da un sentiero che sembra un ricamo di luce. Infine lo raggiunge, si fa strada tra le barche dei pescatori, si arrampica sulle banchine e dopo questo si scosta, con impeto sovrumano, le spinose gocce che l’avevan ferito, come un cane rabbioso dopo l’inatteso bagno d’acqua gelida, irrispettoso per tutto quello che lo circonda e indifferente agli occhi di chiunque l’osservi.
Lapola – Antipasti Zuppa di Cozze
Affretta il passo, supera la strada, raggiunge un primo fiordo di case, ci affonda dentro. Profumi di mare, ebbrezze d’oriente, colori di vita, rumori di festa. E’ il cuore di Cagliari, è la Marina, è Lapola, il suo antico nome storico.
Si appropinquano Jesus e il Raschione Ettore, la sera di Martedì, a calpestare i ciottoli lucidi del quartiere. Pochi minuti prima un parcheggio del Raschione in piazza Yenne, ai confini della realtà e delle pressioni termo-convettive della meccanica classica, aveva garantito ai due Triumviri storici un accomodamento adeguato e nei limiti dei rigori di legge. Un nuovo ebdomadario appuntamento li attende anche per questa prima tiepida serata di Novembre.
Lapola – Tris di mare e terra
Inquietante invero, l’esordio e l’impronta che l’Ingegner Marrocu riusciva ad imprimere alla serata, già prima di presentarsi di fronte all’ingresso del Ristorante Lapola, in Cagliari, quartiere Marina:
«Mi scusi Raschione, ma dove si trova esattamente il locale?»
«Ingegnere, ma si rende conto che ce l’ha indicato e suggerito lei, per strada, la settimana scorsa????»
«Ha ragione, ma sa che il mio buffer di memoria è limitato a venti millisecondi!»
Il Ristorante Lapola è una piccola taverna, felicemente integrata tra le mura del pittoresco Vico Barcellona, poco distante dal Tempio monumentale dedicato a Sant’Antonio abate.
Già dall’esterno, l’impressione è quella di un ritrovo conviviale ed accogliente: alcune sedie in legno fuori dalla porta di ingresso costituiscono piacevole ricovero per le terga di sconsiderati avventori, avvezzi a pratiche auto-lesionistico-polmonari, o più semplicemente graditi strumenti di intrattenimento per due impazienti burricchi, nell’attesa del terzo poco diligente ingegnere. La cucina “a vista”, sul vicolo, è poi di per sé garanzia e ostentazione dei certi rigore e operato del personale.
Lapola – Cruditè di cozze
L’interno è un rifugio altrettanto piacevole. Una decina di pur spaziosi tavoli in legno, sono ben distribuiti nella piccola sala, intervallati di tanto in tanto da pratici tavolini rettangolari, deputati all’accomodamento delle vivande e di alcuni suggestivi lumi di cera.
I colori caldi delle pareti, decori ed inserti in legno, suppellettili vari della tradizione sarda, completano la morfologia estetica del ristorante, che sarebbe di grazia e romanticismo gravido, se non fosse per il moderno televisore al plasma che, rumorosamente, trasmette le sintesi dell’ultimo turno di champions: «a me subito lo scettro del potere! (il telecomando visto dal Marrocu ndr.) .»
Lapola – Spaghetti agli scampi
Puntiglioso, attento e ineccepibile il servizio in sala. Due efficientissime e graziose cameriere si prodigano nel presentare le portate, subitamente eliminare le ceramiche in eccesso, rifornire gli avventori di pane, posate, tovaglioli puliti, salviette umidificate e tutto quello che occorre per mantenere alto il decoro e la gradevolezza ai tavoli. A dir poco strabordante l’empatia del titolare Damiano, che non lesina descrizioni sulle preparazioni dei piatti, massime sulla moralità delle buone pratiche commerciali, e riflessioni sulle difficoltà nel gestire correttamente e serenamente un locale come il suo, costantemente alle prese con disposizioni e accertamenti di ogni tipo.
Lapola – Fusilli al ragu di cernia
Al “Lapola”, come indicato dal Sig.Damiano, il menù è giornalmente variabile, subordinatamente alla disponibilità dei prodotti approvvigionati in giornata da pescatori e fornitori di fiducia. Su nostra iniziativa e suo suggerimento, ordiniamo i consueti antipasti di mare e di terra, accompagnati da un ottimo vermentino imbottigliato della casa, produzione dei vigneti di Dolianova.
In linea con la più stretta tradizione della cucina cagliaritana e senza particolari sofismi estetici e alimentari, gli antipasti sono risultati ottimi, dal punto di vista del sapore e della qualità delle materie prime, nonché sesquipedali in termini di abbondanza quantitativa.
Conteggiamo complessivamente dodici – più una – portate: esordio di bruschette con pomodorini e olio, zuppetta “Lapola” con gamberi, cozze seppie e finocchi, capponata, tonno alla catalana con fagioli e cipolle, carciofi sott’olio, maestosa zuppa di cozze in salsa piccante, frittelle di melanzane con bottarga, carpaccio di tonno su base di finocchi, capesante gratinate al forno, saporitissime trigliette fritte, carpaccio di polpo, per finire con una sontusa civiedda di cozze crude su letto di ghiaccio tritato. Spettacolo! Il tredicesimo antipasto – degli eccellenti scampi crudi – arrivavano come campione dimostrativo per il condimento del primo piatto che sarebbe seguito: spaghetti agli scampi e carciofi. Buonissimi!
Meno entusiasmante invero, il secondo assaggio di primo: fusilli al ragu di cernia, così come le tre orate arrosto con contorno di patate fritte, richieste come comune secondo piatto. Certamente buone, ma tralignanti la perfetta cottura. Spettacolare invece la presentazione del dessert, in realtà non ancora comandato ma misticamente in linea con i desideri attuali dei soddisfatti Triumviri: sorbetto alla mela verde, interrato su una scenografica collina di ghiaccio – decorata da guscio di capasanta e rametti di mirto – e accompagnato da un eccellente liquore di produzione familiare. Encomiabile! La cena si concludeva così.
Costo complessivo cadauno 36€, decisamente al di sotto del giusto dovuto, considerando qualità e quantità delle pietanze annichilite dalle mandibole àinine, subito limati a 40€, in costituzione di un adeguato fondo mancia.
Il Ristorante Lapola si presenta dunque come ottima destinazione per piacevoli serate all’insegna dell’allegria e dell’ingordigia alimentare. A parte qualche -speriamo- accidentale difetto, il locale è in grado di offrire una cucina semplice ma di ottimo impatto emozionale. Encomiabile, inoltre, l’attenzione per le esigenze e la comodità del cliente.
VALUTAZIONE “Lapola”: Tre Burricchi. |
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Ristorante Lapola |
Indirizzo: Vico Barcellona 10, Cagliari
Telefono: 070650604 [mostra in google maps]
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4 commenti | tags: al forno, antipasti, bottarga, bruschette, cagliari, capesante gratinate, capponata, carciofi sott’olio, carpaccio di polpo, carpaccio di tonno, cipolle, civiedda, commenti, condimento, contorno, cozze, cozze crude, cruditè, damiano, dessert, dolianova, donkey challenge, fagioli, finocchi, frittelele, fusilli, gamberi, ghiaccio tritato, indirizzo, la marina, lapola, mappa, mare e terra, mela verde, melanzane, mirto, opinioni, orata arrosto, patate fritte, pomodorini e olio, prezzo, primo piatto, qualità, quartiere, ragù di cernia, recensioni, ristorante, salsa piccante, sardegna, scampi crudi, secondo piatto, seppie, sorbetto, spaghetti agli scampi, telefono, tonno alla catalana, trigle, trigliette fritte, Valutazione, vermentino, vico barcellona, vino della casa, zuppa di cozze, zuppetta
mag
21
2011
Sa 'ide e s'ollia – Interno
All’apogeo dello splendente sole della casta dei Donkeys Triumviri, depositari della più alta e nobile liturgia della tavola, non possono che trovarsi, distanti e non distanti, le incerte figure di due già spente o mai luminescenti stelle, qui trasfigurabili dall’ombra composita del burriccone Pg
– al tempo Triumviro ufficiale, oggi tristemente degradato al ruolo di adiposa gigante rossa – nonché dalla occasionale presenza del Dott.Melis, recentemente scornato – per questioni sportive -, confuso ed evanescente satellite della galassia dei più scintillanti Burricchi.
All’apogeo del grigio barlume della luna metropolitana, sbiadita e affogata nell’impetuoso fiume del cemento urbano, dove appena timidamente riesce a riflettersi, derubata del suo naturale e mistico albedo, non possono che trovarsi, vicine e lontane, le immagini sbiadite dei frutti genuini della nostra terra, naufragati nella primordiale via lattea delle nostre campagne.
Gamberi fritti, cipolle ripiene, polpettine, pizzette
La semiosi di questo altrettanto mistico sincretismo, che si trasduce nella contrapposizione/unione tra terra e cielo, così come le antiche civiltà ci insegnano, è governata dai simboli eccelsi della nostra civiltà contadina: l’uva e l’oliva,
sa bide e s’ollia.
Il Raschione Ettore da un lato, l’albedico Dott. Melis al suo opposto. Il tagliente Ing.Marrocu alla sinistra, lo sferoidale Burriccu Pg alla destra; Jesus ovviamente in medium, a chiudere e guidare gli imperscrutabili equilibri e le inarrivabili leggi del nostro Universo, confinato, per questa ennesima anomala ciccionata By Night, negli spazi e tra le mura del ristorante “Sa ‘ide e s’ollia“, sito in un’anonima stretta stradina della cittadina di Quartu Sant’Elena, poco distante dal regno e dalla dimora di un sesto apprezzato ingegnere. Old System.
Piatto medioevale, pomodori ripieni, carpaccio, tartine
Il Ristorante si affaccia sulla via Cagliari con un discreto ma suggestivo ingresso, dominato da graziose lanterne di colore azzurro. Altrettanto suggestiva è la sala interna: pareti in ocra pallido, archi rifiniti in pietra, luci soffuse sapientemente dosate, lumi di candela su una quindicina di tavoli ben apparecchiati, rendono l’atmosfera calda e romantica. Certamente un locale più adatto alle serate vis à vis, piuttosto che alla rumorosa gozzoviglia di cinque impenitenti burricchi ciccioni.
Forse unica nota stonata: la non adeguata musica di sottofondo, in sala.
Il servizio è particolarmente efficiente e viene alternativamente garantito da una acerba giovinetta, da un simpatico signore di mezza età, e da una energica e gentile signora, che prende subito il controllo della situazione e ci preannuncia che lì non avremmo potuto trovare la solita zuppetta “cozze e arselle”, ma una raffinata rivisitazione dei sapori tradizionali. Così è stato.
Sa 'ide e s'ollia – Raviolini di pesce
Ci facciamo quindi, volentieri guidare e trascinare dalla saggezza alimentare del personale, seguendo di buon grado il consiglio del menu degustazione “a sorpresa”. Veniamo messi in guardia sul fatto che il percorso sarebbe stato lungo e articolato, ma che per noi non ci sarebbero stati problemi di sovradosaggio, dato che le porzioni non avrebbero ecceduto in quantità. Colto nell’orgoglio, Jesus trasecola: «No, no, abbondate pure: siamo dei professionisti!»
La scelta del vino, come sarà tutto il resto, è per noi anomala. Ci viene suggerito un rosso “Buonasera” delle cantine Argiolas, vitigno Carignano del Sulcis, “poco strutturato ma amabile e fruttato” (grazie al somelier Ettore per la disamina enologica, ndr.). Ottimo!
Inizia quindi una serie incredibile di eccellenti antipasti, del tutto fuori dal comune, non di mare né di terra ma qualcosa che non si allontana dal loro più sublime componimento.
Sa 'ide e s'ollia – Chicchette ai profumi d'autunno
Vediamo pervenire al nostro tavolo, una interminabile successione di portate, accompagnate dal veloce eloquio della docente cameriera. Solo la strabiliante memoria dell’attento Raschione Ettore
– contrapposta a quella aracnidea dell’Ing. Marrocu, che a metà pasto non si ricordava già più il nome del vino – ci consente di riportarvi pedissequamente i dettagli particolari della doverosa cronaca.
Iniziamo ordunque con una frittura di gamberi e aceto balsamico, cipolle ripiene con ragu di tonno, polpettine fritte con polpa di granchio – servite in un’originale scrigno ligneo -, pizzette sfoglie con formaggio e bottarga, carpaccio di polpo marinato con limone, un pasticcio di origine medioevale, fatto con carne di maiale e cozze triturati, pomodori arrosto ripieni di crema di tonno e formaggio, carpaccio di salmone con crema di pecorino e rucola, tartine di formaggio con mele fresche. Tutto sublime!
Sa 'ide e s'ollia – Triglia in letto di patate, controfilettoIl
Altrettanto originale la presentazione dei primi piatti.
Si inizia con un assaggio di eccellenti Raviolini di pesce con crema di orziadas, per poi passare a delle spettacolari “Chicchette ai profumi di autunno”, con funghi, carciofi, asparagi, serviti dentro una forma cava di pecorino stagionato, alle pareti della quale era possibile attingere, con un cucchiaio, per divisare un ulteriore eccellente condimento. Che Iddio li abbia in gloria!
Un minimo di difetto troviamo invece nella composizione e nell’assaggio dei secondi piatti; la buonissima triglia, servita su un letto finissimo di patate arrosto e pancetta, era invero affiancata da un non eccellente
– probabilmente per una accidentale ma non esemplare qualità della carne – controfiletto di manzo, con crema di formaggio e cacao amaro.
Il tutto, comunque, splendidamente decorato con un fiore di verdure e stelo di cioccolato.
Immancabili i dolci: crema catalana per l’Ing.Marrocu, torta di ricotta e pere per il Raschione e il Buriccu Pg, eccellente sorbetto alla pesca e mandarino per Jesus e il Dott. Melis. Il tutto accompagnato da vari amari e un caffè per Jesus, per questo rimasto in piedi fino alle quattro del mattino!
Conto finale, 34€ cadauno, 10-15€ al di sotto di quanto ci saremmo aspettati, per la gioia e il sollievo del Dott.Melis, il quale, in virtù della sua ben sperimentata indole di burriccu sensibile all’impegno finanziario, veniva continuamente stimolato da fantascientifiche proiezioni di spesa da parte del sadico Jesus. Ovviamente, alla fine, ben meritata e abbondante mancia (da parte di Jesus Ettore e il Burriccu Pg, ovviamente).
Il Ristorante è eccellente, anche se ha manifestato qualche minimo difetto, che pensiamo essere facilmente arginabile. Jesus è stato fino all’ultimo in dubbio se concedere l’onore del quarto Burriccu ma, come si sa, Egli è misericordioso!
Nota: Il Ristorante ha chiuso, ed al suo posto è stato aperto “Su Ziru Mannu“, già visitato e recensito dai Burricchi.
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