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2012
Ricciomania 2 – Interno
Ichnusa, ichnos, echinos.
Dall’abisso, sul fondo del mare,
i Re portano temuta corona, la luce e gli sguardi allontanano, finché il nemico arriva feroce, strappa loro alla fiera dimora e li condanna ad uno sventurato, squisito supplizio. Arroccati nel loro castello, sobri e fieri custodi di un generoso e sconfinato regno, attendono sereni il fatale destino, nella deliziosa perversione di potere, un giorno, per fato e legittimo contrappasso, incrociare l’avverso ichnos e il familiare echinos, al culmine di una guerra che ha soli vincitori e mai vinti.
Ricciomania 2 – Ricci di mare
Sulle orme e per la fierezza della Natura, elogiamo quest’oggi, in occasione della ciccionata novantanove del Donkey Challenge, l’indiscusso Re del nostro mare, l’inarrivabile prezioso frutto, il nettare delle nostre tavole, espressione imponderabile della sardità più autentica, trasfigurata nel mordace acume esteriore e nella celata, passionale, docilità della propria essenza.
Sacerdoti di quest’ultima liturgia della tavola, espressa e consumata sull’altare del gusto, sono i tre Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu – accompagnati da un quarto gradito e occasionale ospite: l’ing.V.O.
Ricciomania 2 – Ostriche
Sabato mattina. Alle ore 13.28, condotto dal rovinoso auriga Jesus, al volante della 150 cv presidenziale – quest’oggi sottoposta a ordinaria manutenzione in previsione della ciccionata C -, un primo gruppo di burricchi raggiungeva il Santuario del gusto, loro destinazione: ristorante trattoria
Ricciomania due, nel celeberrimo Viale Poetto, In Cagliari. Un secondo monolitico raggruppamento di Donkeys, costituito invero dal solo Ing.Marrocu – sfoggiante un invidiabile look post lavoro con zainetto “Piquadro” sulle spalle – , arrivava sincronicamente e sincreticamente allineato al primo, giusto in fronte alla struttura della ristorante. Formalizzati i convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
Ricciomaria 2 – Seppiette, Polpo, Gamberi
Il ristorante è architettonicamente collocato in un anonimo condominio di nuova costruzione, giusto nei pressi della caserma “Monfenera”. Per raggiungere l’ingresso, è neccessario aggirare lateralmente l’edificio, finché non si incontra un dozzinale uscio senza insegne, affacciato su uno cortile urbano adibito a parcheggio.
Varcata la soglia del locale, ci si immette in una piccola sala nella quale, un primo limitato raggruppamento di tavoli, divide gli spazi con la zona cassa, l’ingresso della cucina e il suggestivo “scannatoio” dei ricci di mare.
Proseguendo poco oltre, si arriva nella sala principale, caratterizzata da un allestimento pittoresco ed essenziale; una ventina di tavoli squadrati, predisposti con tovaglie di carta dalle tonalità azzurro mare, sono sapientemente stipati in un ambiente chiassoso e “alla mano”, impreziosito da taluni simpatici elementi di arredo, quali le caratteristiche plafoniere a forma di animale marino. Un TV LCD 40 pollici, svetta infine sulle pareti color giallo paglierino, riproducendo le mirabolanti performance degli “amici” di
Maria de Filippi.
Ricciomania 2 – Tonno, Pesce spada, Burrida
Il personale in sala è doverosamente numeroso, per gestire l’abnorme quantità di clienti della trattoria. Un giovane e simpatico caposala (molto probabilmente uno dei soci) coordina e gestisce le ordinazioni tramite palmare, mentre i restanti camerieri si alternano nell’interrogare (ripetutamente e con poco spazio concesso alla discrezione) ciascheduna comitiva, su quali pietanze i commensali stiano attendendo. Nonostante l’apparente caotica frenesia, possiamo considerare il servizio sufficientemente efficace ma condizionato, più che altro, da tempi della cucina non rapidissimi, in relazione al sesquipedale carico di lavoro che su di essa, inevitabilmente, grava.
Ricciomania 2 – Spaghetti al granchione
Ricciomania 2 – Spaghetti ai ricci
Quello che è assolutamente ineccepibile da “Ricciomania 2″, è la straordinaria freschezza e qualità delle pietanze proposte, che si articolano nella più squisita e familiare declinazione della cucina di mare cagliaritana.
I Donkeys non potevano quindi non offire alle loro fauci, le più preziose prerogative alimentari del ristorante e, dopo aver scelto un ottimo vermentino
“Is Argiolas” come nettare per il pranzo, si facevano condurre dal cameriere nella (quasi obbligata) scelta degli antipasti.
Ricciomania 2 – Grigliata mista
Si iniziava con una dozzina di meravigliosi ricci di mare (paracentrotus lividus) cadaburriccu, accompagnata da un assaggio di deliziose ostriche crude. Seguivano poi: ottima insalata di tonno con fagiolini, carote e patate, carpaccio di pesce spada con marmellata di pomodoro fresco, delicata burrida di pesce persico, gustose seppiette alla diavola, notevole polpo marinato all’aceto balsamico, spettacolari gamberi in salsa d’arancia, per concludere con un piatto di cozze calde marinate, ahimè non documentate, per un non accidentale difetto di sobrietà da parte di Jesus.
I primi piatti confermavano la qualità delle entrée: ottimi spaghetti a ricci, ma ancor più sublimi spaghetti al granchione. Eccellenti!
Ricciomania 2 – Is Argiolas, Sorbetto
Disorientati tra la pressione di uno strisciante mal di testa, l’estrema opulenza del piatti fin lì consumati e la voracità dell’Ing.Marrocu, si è reso a questo punto necessario mediare tra due contrapposte fazioni, che intendevano diversamente procedere verso il termine del pasto. La soluzione di compromesso è stata quella di contrattare una piccola grigliata mista, composta da un’orata, qualche seppietta e due gamberi, tanto da ricevere i non velati dileggi del titolare, sul modesto computo delle porzioni. Ad ogni modo, una delle migliori grigliate mai presentate al cospetto dei Donkey!
Il pranzo terminava quindi con dei buoni sorbetti al limone e tre caffè. Costo complessivo, 45€ cadauno, da ritenersi adeguato per la qualità e quantità di pietanze e bottiglie singolarmente consumate, un po’ meno se consideriamo ambientazione e servizio nel loro complesso.
Un ambiente spartano, caotico, e un servizio non particolarmente rapido, sono quindi i difetti che dobbiamo oggettivamente rilevare per “Ricciomania 2″. Imperfezioni, che risultano ad ogni modo totalmente trascurabili, se valutate in relazione alla genuina maestà delle pietanze proposte, e comunque sempre commisurate alla non dissimulata filosofia della trattoria. Una destinazione irrinunciabile per chi vuole assaporare, senza ricercati orpelli, le più veraci prelibatezze della cucina cagliaritana. Tre burricchi meno meno.
5 commenti | tags: antipasti di mare, burrida, caffè, cagliari, carote, carpaccio di pesce spada, commenti, conto, costo, cozze marinate, cucina cagliaritana, cucina sarda, echinos, fagiolini, gamberi, gamberi arrosto, grigliata mista, ichnos, ichnusa, indirizzo, insalata di tonno, is argiolas, mappa, marmellata di pomodoro fresco, menù, opinioni, orata arrosto, ostriche, paracentrotus lividus, patate, pesce persico, polpo marinato all’aceto balsamico, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ricci di mare, ricciomania 2, ricetta, ristorante, salsa d’arancia, sardegna, seppiette alla diavola, seppiette arrosto, sorbetto al limone, spaghetti ai ricci, spaghetti al granchione, telefono, trattoria, valutazioni, vermentino
dic
18
2011
Prese il cracker e lo spezzò. Lo diede ai suoi asinini discepoli e disse: «prendete e abbuffatevi tutti, questo è il mio corpo (e che corpo!) offerto nel sacrificio di voi…»
In un gesto la vita e la storia. Una fragile pressione, un movimento deciso e misurato; l’impeto del battito dell’Universo condotto, con mite delicatezza, entro l’argine della forza interiore.
La melodia del mistero, la passione degli uomini, l’armonia del Celeste, l’entropia della coscienza; tutto si concentra in un punto senza spazio e in un istante senza tempo, nel frastuono della dolcezza divina, che spezza il silenzioso ed eterno non essere.
E’ il mantrico Oṃ, il soffio di volontà, il tumulto della scelta, l’impero del giudizio, il trascendente disgiungersi del bene e del male; quel bene e quel male che, nei giorni della Pasqua del recente passato asinino, avevano lontano sospinto l’ormai risorto Jesus e il viandante Ettore – non per loro volontà – , dal ristorante che oggi recensiamo.
Cagliari, Sabato, ore 13.30.
Gelidamente sospinti dal primo vero alito d’inverno, il vostro amato e l’impeccabile Raschione avanzano, “piedibus” calcantibus, lungo il Corso Vittorio Emanuele II, che speditamente percorrono dopo aver abbandonato l’improbabile – per quell’ora e in quel luogo – riparo urbano, entro il quale la 150cv presidenziale aveva felicemente trovato rifugio. Il meno fortunato Ing.Marrocu, tardava però a sopraggiungere; scorti infine all’orizzonte i due burricchi colleghi, uno dei quali si apprestava a immortalare fotograficamente la sua altera falcata, il timido ingegnere si proponeva in un curioso passo del gambero, che si concludeva con uno stravagante saluto contro terga, d’innanzi all’ingresso del ristorante.
Il locale al suo interno è architettonicamente semplice, come non di rado accade per le costruzioni del Corso.
L’unica ampia sala, si estende a partire dal bancone in rovere e dall’imponente vetrina frigo, prossimi all’ingresso, fino a raggiungere le cucine sul fondo, alle quali si può visivamente accedere per mezzo di una pratica feritoia ricavata su una parete irregolare e attraverso la quale vengono introdotte le vivande nella sala pranzo.
L’arredamento, di per sè piuttosto razionale e ben curato, nel complesso non riesce a determinare una ambientazione particolarmente elegante e raffinata.
Crackers – Antipasti di mare
Se non fosse per la onesta sfacciataggine con la quale è stata condotta, la prima accoglienza ricevuta dal Triumvirato, sarebbe stata giudicata riprovevole:
il tavolo riservato inizialmente ai burricchi, veniva sotto i loro occhi conferito a un gruppo di distinte e non più giovanissime signore – probabilmente clienti abituali – che senza alcuna prenotazione avevano anticipato di qualche secondo il loro ingresso in sala.
A parte questa insolita considerazione, il servizio – tenuto da una coppia di attenti gestori/camerieri – non ha dato ragione di ulteriori eccezioni, rivelandosi puntuale e preciso, così come i tempi della cucina.
Al di là della rigidità del menù, viste le esigenze non comuni dei tre navigati commensali, veniva loro proposto di esordire il pranzo con un ricercato vassoio di coquillage: ostriche, cozze crude e tartufi di mare, che a livello estetico si presentavano particolarmente avvizziti, ma dalla qualità e dal gusto tutt’altro che insoddisfacenti.
Ad accompagnare gli antipasti, come il resto delle pietanze, il pluri-citato e decorato vino bianco IGT Karmis, delle cantine Contini, imposto dalla scelta del Raschione Ettore contro i dissennati desideri dell’ingegner Marrocu, che divisava pasteggiare con un’etichetta molto meno adatta.
Crackers – Risotto, Spaghetti
Crackers – Pennette al salmone
Gli abbondanti antipasti proseguivano quindi con insalatina di calamari e gamberi, pomodorini sedano e verdure, bottarga a scaglie con carciofi freschi, carpaccio di pesce spada con sedano e lattuga, per finire con una veramente ottima frittura di calamari tagliati finissimi. Antipasti di non ricercata presentazione ed elaborazione, ma senza dubbio di qualità.
Primi piatti invero encomiabili: eccellenti pennette al salmone per Jesus – scelte per un precendente “disigio” infra-settimanale del medesimo – , risotto alla marinara (cozze arselle e seppiette) e spaghetti “alla saracena” (con medesimo condimento) per il Raschione Ettore e l’Ingegner Marrocu.
Data l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali orientavano l’evolversi del pasto sulla scelta dei dolci: ottima torta sacher per Jesus, buon tiramisù per Marrocu, buonissima torta alla mandorle per Ettore.
Il pranzo si avviava quindi alla fine, concludendosi con tre caffè e due eccellenti liquirizie “liquirice coffe” per Raschione e Ingegnere.
Costo complessivo cada-burriccu, 61€ circa, che dobbiamo valutare un 25% superiori al giusto stimabile, per la qualità del servizio e delle pietanze servite, e su cui hanno inciso i complessivi 110€ degli antipasti.
Il Ristorante Crackers, si presenta senza dubbio come un buon ristorante, che propone una cucina semplice e senza particolari eccellenze, ma di buon livello qualitativo medio. Complessivamente tre burricchi, meno meno.
VALUTAZIONE “Crackers”: Tre Burricchi. |
Ristorante Crackers |
Indirizzo: Corso V.Emanuele II 195, Cagliari
Telefono: 070653912 [mostra in google maps] |
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5 commenti | tags: amari, antipasti di mare, arselle, bottarga a scaglie, caffè, cagliari, cantine contini, carciofi freschi, carpaccio di pesce spada, commenti, coquillage, corso vittorio emanuele, costo, cozze crude, crackers, dessert, dolce, gamberi, igt, insalatina di calamari, Karmis, lattuga, liquirice coffe, liquore di liquirizia, mindula, opinioni, ostriche, penne, pennette al salmone, pomodorini, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, risotto alla marinara, ristorante, rittura di calamari, sardegna, sedano, seppiette, spaghetti alla saracena, tartufi di mare, tiramisù della casa, torta alle mandorle, torta sacher, Valutazione, verdure, vino bianco, vongole
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2011
Su Passu – Interno
Veloce incede sulla strada; si ferma e accelera, osserva e ricupera. Curioso e indifferente, stralunato e attento. Il Passo… di Jesus.
Con sicurezza affonda. Irridente e impavido, l’avanti con bramosia attende, e mai si traversa a rimirar se stesso. Il Passo… del Raschione Ettore.
Incosciente ardisce. Solenne e altero, teatrale e indefesso. Il suo ego atteggia, di sè gioisce, del vicin s’indigna. Il Passo… dell’Ing.Marrocu.
Su Passu, il passo, il valico… Convergenza dello spazio infinito nella stretta puntualità del tempo, simbolo e democratica espressione del comune ineluttabile destino.
Su Passu – Ricotta uova di salmone fragole
Interminata, interminabile Estate («ma candu accabbada!?»). Sabato notte; Jesus e il raschione Ettore soggiungono puntuali nella centralissima Via Pessina, in Cagliari, e stoicamente incontrano il di loro ineluttabile destino, che li attendeva celato all’ombra della notte. Destino alimentare, è ovvio..
Considerato il tepore di un clima caparbiamente aggrappato alle ultime tremanti illusioni della morta stagione, i due burricchi storici possono sfoggiare il meglio del loro guardaroba estivo. Completo ultra-firmato e costosissimo luxury Philip Watch al polso di Ettore, consueta tenuta simil-pedduzzone, con bermuda, maglietta, cappellino e ultimo schizofrenico tatuaggio, ostentatamente in bella mostra, per Jesus.
Su Passu – Carpaccio di pesce spada ananas
L’Ing.Marrocu, terzo triumviro ufficiale affianca in ultimo l’autovettura del Raschione, che nella circostanza, molto spontaneamente, s’era proposto come vettore di Jesus:
«ma dove m… si trova il locale???»
«giusto di fronte a lei, ingegnere!»
Ore ventuno circa. Sotto un’appariscente insegna in stile motor-cowntry – per certi versi incomprensibilmente disallineata rispetto al tema generale – i tre affamati Triumviri, per l’occasione in formazione tipo, varcano finalmente la soglia del ristorante “Su Passu“.
Su Passu – Involtini d'alga gamberi allo zenzero
Gli spazi del locale sono topologicamente distribuiti su di un’unica e non molto estesa sala, che dal suggestivo ingresso sulla Via Pessina si estende linearmente ed elegantemente fino ad un aggraziato bancone alloggiato sul lato opposto.
Semplici e familiari, appaiono la decina di tavoli all’interno, mentre in stile pregevolmente moderno è il soffitto del ristorante, adornato con tre appariscenti rosoni stilizzati e in tinta laccato-bianca, sorretto da archi a volta e valorizzato da numerosi punti luce.
Tutt’attorno le pareti sono tinteggiate con tonalità dell’arancio e del giallo paglierino, sapientemente decorate con mensole, suppellettili ed inserti in pietra. Arricchiscono l’ambiente alcuni raffinati specchi in ferro battuto e graziose lavagne rettangolari, sulle quali vengono riportati i vari menu del giorno. Complessivamente lo stile è piuttosto ordinario nell’idea generale, ma molto curato nei dettagli, tanto da presentarsi con “passo” gradevolmente signorile.
Su Passu – Fregola alle aragostelle
Il servizio in sala è garantito da un gentilissimo ed attento gestore/cameriere – che visibilmente trasmette la passione e l’entusiasmo per il proprio lavoro – ed una più discreta e riservata cameriera – probabilmente oriunda -, dal conturbante fascino esotico («what an apricot!»).
Il menu del ristorante Su Passu, con particolare riferimento ai piatti di mare, è giornalmente variabile, in funzione dei prodotti freschi disponibili, approvvigionati la mattina stessa.
Dopo una breve simpatica schermaglia con il cameriere, ci lasciamo convincere nel farci trasportare dalla corrente emozionale e creativa dello/a chef.
Su Passu – Gamberi al cioccolato bianco
Il vino scelto per la serata è un Vermentino di Gallura DOCG Canayli della “Cantina Gallura” di Tempio Pausania (ringraziamo Igor Usai per la segnalazione, ndr.). «Straordinario», come giudicato al culmine del consueto rituale dell’assaggio, prodotto dalla enfatica gestualità dell’Ing.Marrocu.
Anticipiamo da subito che, riguardo il compendio statistico dei piatti proposti dalla cucina del ristorante, non possiamo non rilevare un livello medio di poco inferiore al “superbo”, in termini di qualità delle materie prime, presentazione delle pietanze, originalità e tecnica di preparazione. Tale livello si è invero mantenuto, con varianza pressoché nulla, durante tutto l’incedere della cena.
Su Passu – Bis di semifreddi
Gli antipasti si articolavano quindi in un – non meglio definibile – baroccheggiante tris di mare, composto da:
ricotta densa con uova di salmone, bottarga, fragole e condimento d’alga marina, carpaccio di pesce spada su letto di lattuga, ananas, fiori di zucca e spruzzata di uova di sgombro, gamberi allo zenzero con base di foglie di banano, filetto e uova di sgombro, involtino di alga di Ross(?) con formaggio dolce, salmone e avocado. Gloriosi!
Il primo piatto, comune per tutti e tre gli equidi commensali, non era da meno: Sontuosa fregola artigianale con aragostelle, spruzzata di bottarga e tri-puntuale decoro al nero di seppia.
Su Passu – Fantasia di cioccolato
A dir poco “spirituale”, infine, il secondo piatto, che riusciva a far sollevare verso il cielo, in segno di pio ringraziamento, gli occhi – e le orecchie – dei pur navigati burricchi. Gamberi al cioccolato bianco su letto di arancia, guarnito con avocado, piccolo cachi e uova di sgombro: «Babbo ti ringrazio»!
Di ottima fattura, anche se forse un gradino al di sotto rispetto il livello delle pietanze fino allora servite, i dessert conclusivi: bis di semifreddi al bacio perugina e alla frutta per il Raschione Ettore, fantasie – rispettivamente – di cioccolato e alla crema per Jesus e l’Ing. Marrocu.
Su Passu – Canayli
Il pasto poteva dunque concludersi con l’assaggio di due eccellenti e corposi liquori siciliani alla liquirizia, per il Raschione e l’Ing. Marrocu, e di un moscato – forse a dire il vero servito un po’ troppo freddo, unica piccola ombra della serata – più caffè per Jesus.
Costo complessivo della cena 33€ cadauno, assolutamente ridicoli se paragonati alla qualità di cucina, servizio e gradevolezza ambientale – alla quale dobbiamo finanche ascrivere la piacevolezza dei frequentatori di sesso femminile del locale – subito arrotondati con venti euro di mancia.
Consideriamo quindi l’esperienza de “Su Passu”, a parte taluni trascurabilissimi dettagli, assolutamente di altissimo livello, tanto da poter ascendere ai primi posti della mistica classifica asinina. Un ristorante dove l’attenzione per il cliente e l’amore per la cucina sono scontate prerogative di base.
Unico suggerimento che possiamo dare, dotare la sala di un opportuno strumento di riproduzione acustica, come amabile supporto alla pur molto curata ambientazione.
Nota: dobbiamo nostro malgrado registrare, la chiusura di questo locale.
15 commenti | tags: alga di Ross, alga marina, ananas, antipasti, aragostelle, arancia, avocado, bacio perugina, bottarga, cachi, caffè, cagliari, canayli, cantina gallura, carpaccio di pesce spada, cioccolato, cioccolato bianca, commenti, condimento, costo, crema, cucina, dessert, docg, filetto, fiori di zucca, foglie di banano, formaggio dolce, fragole, fregola artigianale, frutta, gamberi, indirizzo, involtino, letto di lattuga, liquirizia, liquore alla liquirizia, liquore siciliano, mappa, mare, moscato, nero di seppia, opinioni, philip watch, prezzo, primo piatto, qualità, recensione, ricetta, ricotta densa, ristorante, ristoranti cagliari, salmone, sardegna, secondo piatto, semifreddi, siciliano, su passu, telefono, tempio, tempio pausania, tris di mare, uova di salmone, uova di sgombro, vermentino, via pessina, vino bianco, zenzero
set
26
2010
Chiesa San Giacomo
Quartiere Villanova. Con lo splendido scorcio che offre l’immagine della “Collegiata di San Giacomo”, costruzione sacra di origine tardo-medioevale, sita nella omonima piazza, iniziamo la recensione di uno dei locali più caratteristici della Cagliari vecchia: L’Archibugio.
Seppure l’accostamento tra l’arte sacra e l’arte della guerra potrebbe a taluni far storcere il naso, e per altri essere invero del tutto legittima e anzi naturale – ma su questi discorsi per ragioni di diplomazia politica non fatemici entrare – ,possiamo declinare l’accostamento sul piano e nei termini dell’ambientazione medievale, dalla quale il ristorante (sito giusto nei pressi della Collegiata) attinge il maggiore suo fascino e il suo tema caratteristico.
Per l’occasione, ahimè, si è dovuto rinunciare alla presenza del sempre graditissimo neo-Triumviro Ing.Marrocu, assente giustificato per impegni di lavoro.
L'Archibugio – Ettore, Armatura
Potete invece apprezzare la solidità del portamento del Cavaliere Ettore, con la sua armatura firmata Fred Perry e l’alabarda Roncato, dirimpetto al suo gigliato collega buttafuori, sulla soglia de “L’Archibugio”.
L’ambientazione del ristorante é splendida: scavato nel tufo, sostenuto e decorato da suggestivi archi in pietra, suppellettili e arredi dal gusto medioevale, fregi e ornamenti di origine spagnola e fiorentina, maestosi candelabri in ferro pendenti dall’alto soffitto;
posate d’argento, luci soffuse, romantiche candele accese sui tavoli, accomodate su una piccole bajour protettive, costituiscono un elegante contorno ben integrato nell’insieme.
Unica pecca della ricostruzione scenica, ancora una volta: musica di sottofondo non in tema! Mi chiedo perché, con un’ambientazione così suggestiva che si richiama alle abitudini dei millenni passati, si debbano udire giocoforza gli stornelli di Claudio Baglioni o Alexia, anziché venire coinvolti da suadenti arpeggi dell’epoca o, perlomeno, da una più neutrale composizione classica.
L'Archibugio – Antipasti di mare
Da dire inoltre, per completezza, che i due Triumviri sono stati accomodati in una nicchia un po’ defilata rispetto agli ambienti principali del ristorante, che non abbiamo potuto apprezzare appieno, causa festa di matrimonio annessa.
I nostri affezionati lettori ricorderanno come, per la stessa ragione in passato, avevamo più volte cercato di prenotare il Sabato pomeriggio, trovando il ristorante già al completo. Questo ovviamente non è da attribuirsi a una qualche negligenza ma piuttosto alla popolarità del locale.
Passiamo quindi a descrivere la parte più prettamente alimentare, non prima però di aver sottolineato l’estrema preparazione, gentilezza e rigore formale dei camerieri (in particolare la graziosa Sara) de “L’Archibugio” che, vestiti di una pittoresca tunica color amaranto, hanno servito con estrema (quasi maniacale) attenzione i burricchi Triumviri, peccando forse però di un certo, eccessivamente freddo, distacco professionale.
L'Archibugio – Tagliolini neri gamberi e porcini
Il menu del ristorante (probabilmente anch’esso di origine medievale, data la ricercata usura) è risultato veramente notevole in termini di quantità – tanto notevole da renderci spaesati nella scelta – di piatti proposti: antipasti, primi, secondi, dessert; dalla carta dei vini, altrettanto folta, come di consuetudine i burricchi sceglievano un ottimo Costamolino DOC delle cantine Argiolas.
Gli antipasti di mare, non abbondantissimi ma di buona qualità, ci sono stati presentati su di una elegante porcellana aperta a ventaglio (π/2 radianti ca.), da cui era facile intuire l’ordine progressivo con cui lo chef intendeva presentare i vari sapori: gustosi polpi marinati con varie spezie non meglio identificate, ottime cozze gratinate con pomodorini e mozzarella, ostrica cotta in crema di formaggio, tortini al salmone, carpaccio di salmone e pesce spada su un letto di lattuga e (probabilmente) indivia.
L'Archibugio – Pasta al cartoccio
In quasi tutti gli antipasti, così come nei successivi primi, abbiamo potuto ben apprezzare alcuni elementi comuni, che probabilmente lo chef é avvezzo usare in abbondanza nella pratica della sua cucina: formaggio, mozzarella o crema di formaggio, riuscivano a regalare sapori particolari ma, d’altro canto, appesantivano non poco le varie portate, tanto da costringere Jesus ed Ettore alla scelta esclusiva dei primi piatti in luogo di primo e secondo. Tagliolini neri con gamberi, funghi porcini e abbondante crema di formaggio per Ettore (26/30 il suo giudizio); Jesus, poteva invece assaporare una splendidamente servita pasta al cartoccio con scampi e cozze, dal sapore vagamente riconducibile al gusto di una pasta al forno molto delicata, in virtù dell’abbondante formaggio fuso utilizzato come condimento. Venticinque trentesimi il giudizio del vostro amato, volendo uniformarci al metro scelto dal Raschione.
L'Archibugio – Crème brûlée
Quindi, passando direttamente ai dessert, ecco arrivare una deliziosa Creme brulee, il cui sapore si sposava divinamente con l’ottimo moscato di pantelleria comandato da Jesus, con il piglio e la competenza di un perfetto sommelier.
Il Raschione invece evitava di ordinare un digestivo che accompagnasse il suo dolce, rimandando il tutto all’ammazzacaffè, quando ha potuto apprezzare un eccellente liquore alla liquirizia.
La sua scelta si è quindi limitata ad un’anomala Sebada arrosto con miele (l’alternativa sarebbe stata quella dello zucchero), bizzarra perfino nella sua forma, che pareva essere quella di un vecchio vulcano estinto, imploso su se stesso.
L'Archibugio – Sebada Arrosto
Il caffè, questa volta c’è da sottolineare buonissimo oltre che accompagnato da un delizioso confetto di cioccolato fondente, ha concluso il pasto.
Il conto finale è stato di 45€ cadauno, a cui si deve aggiungere la mancia elargita da Jesus nell’intento di strappare un primo e ultimo sorriso alla serissima cameriera.
Il prezzo pagato è sicuramente di fascia elevata e può essere definito accettabile in riferimento all’accogliente atmosfera (a parte la musica!) del locale, al servizio veramente eccellente e alla presentazione delle portate. Più discutibile se si riferisce la spesa alla qualità complessiva di quello che si è mangiato: tutto buono, a tratti ottimo, ma niente che abbia veramente lasciato traccia sulle nostre papille gustative o che ci abbia colpito per la particolare originalità.
Comunque, se volete far bella figura nell’ottica di una serata in compagnia della vostra (esigente) amata o dei i vostri (esigenti) amici, e avete abbastanza soldi da spendere, la spettacolarità de “L’Archibugio” non deluderà le attese.
In funzione dell’analisi comparata che il vostro giusto e obiettivo Jesus in ogni occasione fa, per fornirvi un adeguata ed affidabile sintesi di merito, possiamo assegnare al ristorante il giudizio di tre burricchi, anche se un po’ stiracchiati.
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