set
9
2013
Kontiki – Interno
Illumina o dio del Sole questo nostro lungo e tormentato viaggio, attraverso l’oceano dell’ignoranza che ci possiede, tra onde, venti, tempeste, fame, sete, fai in modo che le terre di Tuamotu appaiano all’orizzonte e diano un senso a questo peregrinare… e semmai di un segno di devozione avrai bisogno, il petulante e indolente Ingegnere cuoco noi sacrificheremo alla tua causa!!
Così, affidando il proprio destino nelle mani di chi vede e provvede, la spedizione guidata da Ec-Thor Heyerdahl, affiancato dall’esperto navigatore Jesus Hesselberg, dall’Ingegnere cuoco Alex Danielsson e dall’esperto narratore Frank Watzinger salpava da Porto Ceraxao(Perù) il 28 aprile 1947 alla volta delle isole del Pacifico, carica di aspettative, con l’obbiettivo di dimostrare una teoria storica e, dopo oltre cento giorni in balia delle onde e oltre quattromila miglia marine, la compagnia approdò nell’arcipelago polinesiano.
Kontiki – Antipasti freddi
Diversa sorte fu riservata, come vedremo, ad un bastimento carico di somari, che oltre sessant’anni dopo, dirigeva le proprie vele proprio in rotta proprio del figlio del dio Sole, ma le aspettative della più breve, seppur non meno tormentata, spedizione, a casusa dei lamenti inutili e continui di certi ipotricotici compagni, naufragò in un oceano di aspettative e la compagnia se la prese… in the sun!
Flumini di Quartu Sant’Elena, venerdi 6 settembre ore 20:57. Dopo un travagliato viaggio dal paese del cappero a bordo della fedele utilitaria di chi Vi scrive, segnato da continui e sterili commenti da parte di un elettrico Ing. Marrocu che, dopo essersi curato di manomettere ogni singolo comando elettrico e meccanico del mezzo, continuamente si lamentava di manovre praticate con gran margine di sicurezza e volte unicamente al rispetto dei tempi di una tabella di marcia, alterata all’ultimo minuto proprio dall’indisciplinato elemento, che non voleva rinunciare per la serata alla possibilità di preservare l’ambiente dai fumi della propria autovettura, il Triumvirato titolare converge presso il parcheggio dell’Hotel Setar; ad attenderli, il quarto burriccu Sollai, con la sua proverbiale puntualità. Espletati le formalità di reciproci insulti e saluti, può avere inizio l’ennesima celebrazione degli eccessi della tavola, presso il ristorante del complesso alberghiero sopra citato, il “Kontiki” (da Kon Tiki, “figlio del sole”, in antica lingua Inca).
Kontiki – Antipasti caldi
Il locale si configura come ristorante pizzeria ed è ricavato al piano terra della rinomata struttura, sul lato sud, con la quale condivide la piscina all’aperto, attorno a cui è ambientata la terrazza esterna. La zona interna è realizzata in un’unica sala che si sviluppa in lunghezza, interrotta dalla zona bar, di fronte all’ingresso e da una parete paravento, opportunamente attrezzata per contenere stoviglie e suppellettili, in corrispondenza dell’accesso alla terrazza esterna; sul lato dell’ingresso troviamo i servizi e una serie di mensole ospitanti una collezione di etichette pregiate, mentre sulla parete opposta della sala troviamo l’ingresso alle cucine. Un insidioso scivolo realizzato per agevolare il passaggio delle persone diversamente abili nella zona dei coperti, leggermente sovra elevata rispetto al resto, senza opportune segnalazioni e adeguate ringhiere di protezione, ha costituito più di un pericolo per l’incolumità di alcuni clienti, salvati dall’impatto con gli spigoli vivi del pavimento solamente dalla prontezza dell’azione di alcuni supereroi celati tra gli avventori. I tavoli sono in legno massello e rivestiti da elegante tovagliame marrone e cremisi, le sedie eleganti poltrone in simil pelle brown. Dal soffitto vistosi lampadari a sospensione e una costellazione di faretti alogeni garantiscono una gradevole e uniforme illuminazione. Non ottimale invece l’acustica della sala, soprattutto in serate da “tutto esaurito” come ci è capitato. Complessivamente, fra le due sale, il locale è in grado di ospitare circa centocinquanta coperti.
Carbonara di mare
Spaghetti all’astice
Il servizio, garantito da un giovane e disponibile maitre e da più giovani cameriere, evidenzierà ben presto molti limiti nel coordinamento fra i diversi attori e nell’osservazione di alcuni protocolli. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo da quattro coperti all’estremo nord ovest della sala e ci viene data la possibilità di visionare con assoluta calma il menu, prima di essere assistiti da qualcuno del personale (leggi diecianni!). Sufficientemente assortita l’offerta della cucina, basata su ricette tradizionali, prevede percorsi di terra e di mare e, come nostra usanza, ci accordiamo per quest’ultimo tipo.
Kontiki – Fregola con arselle
Interessante, anche se non particolarmente ricca, l’offerta della cantina, che diventa oggetto di singolari discussioni alla presenza del cameriere tra chi Vi scrive e l’ipotricotico burriccu, sempre in bilico tra il contenimento della spesa e gli oggettivi limiti di memoria che non gli consentono di archiviare più di cinque nomi diversi nel proprio passato di sedicente sommelier e che lo portano a proporre etichette provate più volte come nuove scelte. Risultato delle discussioni una bottiglia di seppur ineccepibile IGT “Karmis” delle cantine Contini, stappato lontano dal tavolo degli esigenti avventori e ivi portato prima degli opportuni i calici, inizialmente assenti, e delle bottiglie di acqua minerale richieste da ormai diverso tempo; non essendo evidentemente contemplato nelle procedure in sala il rito dell’assaggio, la compagnia decide di operare da sè, concedendo a chi Vi scrive l’onore, vista l’assenza prolungata del nostro ipotricotico burriccu che sosteneva di essere alla toilette.
Franco: Ma Ingegnere… non trovava l’accapatoio?!
Kontiki – Frittura suprema
Dopo una fisiologica attesa arrivano i primi antipasti, purtroppo non suddivisi temporalmente tra caldi e freddi: plateau di gradevoli ostriche crude nostrane, deliziosi polpi alla diavola, ottima tagliata di tonno scottato su letto di rucola, sontuoso guazzetto di cozze e arselle, arrivato in dose ridimensionata al sottoscritto in presenza di disonesti commensali, notevole insalata di polpo, tenerissimo, anche se eccessivamente condito con, seppur ottimo, olio d’oliva, anonime polpette di tonno con pomodori, discrete frittelle di bianchetti e non entusiasmanti murici (bocconi di mare). Antipasti complessivamente di buon livello per ingredienti e preparazione. Terminati la prima fase, ma non le discussioni sui massimi sistemi e sulla attendibilità di certe figure professionali, in poco tempo arrivano i primi piatti: ottimi spaghetti alla carbonara di mare con cozze, arselle e bottarga per Franco, spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu, oggetto di discussione per via della non uniforme distribuzione del nobile crostaceo nei due piatti, più che soddisfacente e in quantità sesquipedale, fregola con arselle in rosso. La qualità dei primi piatti rimane in linea con quella degli antpasti e, viste anche le lamentele di alcuni sulle porzioni, la comitiva decide di provare un secondo piatto.
Kontiki – Dessert
Nel frattempo termina il nettare che accompagna la serata; dopo una ulteriore discussione tra gli esperti del settore e gli ignoranti ciarlatani, viene ordinata una mezza bottiglia di DOC “Giunco”, delle cantine Mesa, scelta dettata dall’intenzione di “qualcuno” di rendere il vuoto un elemento dell’arredamento di casa.
Franco: Ingegnere! Si porti a casa anche il suaglass!
Lasciandosi ingannare dall’altisonanza del nome del piatto, ordiniamo due porzioni di “frittura suprema del Kontiki”, rivelatasi in realtà poco più di un fritto misto del golfo, arrivata in tavola non particolarmente calda e preparata in maniera grossolana: pogaridadi! Per cercare di addolcire questa sfortunata parentesi i donkeys ordinano gli immancabili dessert: un buon tiramisù della casa per Franco, crème caramel per l’Ing. Marrocu, affogato al rum per l’ipertricotico burriccu e discreto, anche se non indimenticabile, tortino al cuore morbido di cioccolato fondente con gelato alla vaniglia per il sottoscritto; anche in questa occasione il servizio trascura la possibilità di proporre un opportuno accompagnamento del momento con adeguati vini passiti. Dobbiamo ahimè registrare, in questa fase, un atto di pura follia del nostro meno produttivo somaro che, nell’improbabile tentativo di allontanare un insetto dalla tavola, urta un calice ancora non vuoto producendo un repentino versamento del contenuto in direzione di chi Vi scrive che, con un riflesso degno del miglior Neo di Matrix, riesce a sottrarsi dal raggio d’azione, limitando quasi totalmente i potenziali danni; atto sconsiderato, conclusosi con doverosi insulti e per i presenti e per chi vigilava dall’alto. La cena è terminata con caffè per tutti tranne Franco, cynar per Jesus, liquore di liquirizia Maruzzo per il folle somaro, l’immancabile sprite della vergogna per Sollai e Hurricane Rum per Ettore, dopo le consuete discussioni con la cameriera del momento, guarda caso di nazionalità cubana, sulle preferenze del burriccu in questione per i rum venezuelani. Costo dell’esperienza: 42,50€ cad. burriccu, forse un 5% eccessivo rispetto alla qualità del servizio.
Il ristorante pizzeria Kontiki garantisce una cucina di livello soddisfacente, basata su ingredienti di discreta qualità, ma paga fortemente i limiti di un servizio maldestramente coordinato e, a tratti, imbarazzante, limiti enfatizzati probabilmente anche dall’elevato numero di clienti da gestire. Al netto di questi difetti e della delusione della frittura suprema non ci sentiamo di accreditare un giudizio superiore ai due somarelli.
VALUTAZIONE “Kontiki”: Due Burricchi. |
Ristorante Kontiki |
Indirizzo: Via L. da Vinci, 1 Flumini – Quartu S. E.
Telefono: 070892046 [mostra in google maps] |
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5 commenti | tags: affogato al rum, amaro, antipasti caldi, antipasti freddi, arselle, astice, bianchetti, bocconi, bottarga, carbonara di mare, cozze, crème caramel, cynar, dessert, fregola, frittelle, fritto misto, gelato al rum, gelato alla vaniglia, Giunco, golfo, guazzetto, hurricane, igt, insalata di polpo, Karmis, kontiki, liquirizia maruzzo, malaga, mare, mesa, murici, ostriche, ostriche crude, piscina, polpette, polpo, polpo alla diavola, rum agricolo, setar, spaghetti, spaghetti all’astice, suprema, tagliata di tonno, terrazza, tiramisù della casa, tonno, tortino al cioccolato, Valutazione, vermentino, vernaccia, vino bianco, zuppa
ott
27
2012
Al Castello – Castello S.Michele
Con la voglia e sa gana di chi, penitente, deve risalire, con il solo uso delle sue rotule, l’erta di San Michele fino al suo Castello, per dopo rotolarsi dal declivio cosparso di catrame ed unguenti griffati D&G iniziamo, “alla vecchia maniera”, la disamina e il resoconto della ciccionata di quest’ultimo Venerdì di Ottobre, nell’AD MMXII.
E la iniziamo, questa disamina, con un breve ma intenso accenno all’evanescente figura dell’Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, che i nostri lettori e lettrici divisano ormai insistentemente di rivedere – dopo settimane d’assenza – su queste pagine. Confidiamo che il governo canadese, che ha ospitato il vagabondo ingegnere durante il suo trip nordamericano, prenda una posizione chiara e decisa sull’argomento, e ce lo rimandi prontamente indietro, anche perché Jesus non vorrebbe presentarsi nuovamente in pubblico, con il Raschione, in formazione PACS!
Al Castello – Interno
Poco prima delle ore 21.00, nell’uggiosa serata di Venerdì, Jesus e il Raschione risalivano il colle di San Michele, non solleticando le proprie quattro rotule, ma per mezzo delle quattro ruote della 150cv presidenziale, che ha comunque sofferto e vagito non poco, nell’affrontare l’approssimativo sterrato e i numerosi dossi pseudo-artificiali, che portano su, fino ai parcheggi nei pressi degli ascensori comunali; a partire da questi, gli avventori del ristorante “Al Castello”, devono percorrere a piedi un suggestivo sentiero panoramico, da cui si ammirano, in tutta la loro notturna magnificenza, la città e il golfo di Cagliari. Ancor più accattivante prospettiva – possiamo immaginare -, avremmo avuto al crepuscolo, in una calda serata estiva inondati dagli sfumati ed accesi colori del tramonto. Lungo il non impegnativo cammino, ci si imbatte inevitabilmente nell’imponente (e abilmente illuminata) sagoma del Castello di S.Michele, fortezza difensiva medioevale, edificata nel X secolo D.C., oggi “Centro comunale d’Arte e Cultura” inaugurato nel 2011. Il descritto percorso turistico, non sarebbe invero necessario per arrivare al ristorante, in quanto direttamente raggiungibile (in auto) da una via secondaria interdetta al pubblico; motivo per il quale, nel caso abbiate particolari problemi di deambulazione, vi suggeriamo di richiedere l’accesso direttamente in fase di prenotazione.
Al Castello – Antipasti mare freddi
Come indicato dalla gentile e giovane titolare (almeno abbiamo intuito fosse tale), il ristorante “Al Castello” è alloggiato nell’edificio che un tempo ospitava una caserma della Marina Militare, poco distante dallo storico maniero.
Alla solida struttura originaria dell’immobile, è stato aggiunto una sorta di funzionale gazebo perimetrale, che ospita la sala da pranzo e che è lateralmente delimitato da un’ampia vetrata, allestita al fine di valorizzare a pieno l’incantevole vista che si gode – su Cagliari – da lassù.
Le pareti e gli infissi della muratura interna, gli estesi drappeggi cremisi ed un efficace finto pozzo in pietra, ritagliano un’ambientazione di certo accattivante e romantica (suggerimento: l’utilizzo di candele al tavolo potrebbe esaltare questo fattore), sapientemente sostenuta da un’adeguata musica di sottofondo.
Al Castello – Antipasti terra mare caldi
Aggirato il vestibolo di ingresso, ed introdotti nella sala panoramica, i due burricchi venivano fatti accomodare in un tavolo a ridosso della bella vetrata (per l’occasione aperta a beneficio del ricambio dell’aria e della voracità delle zanzare autunnali, acc!). Poco più tardi, arrivava l’unico gentile cameriere addetto al servizio che, nonostante qualche piccola sbavatura, si è dimostrato adeguatamente diligente e incisivo, aiutato fors’anche dall’esiguo numero di avventori presenti durante tutta la serata.
Notiamo subito nel menù – a dire la verità non particolarmente fantasioso, per il Burriccu Sollai, citiamo gli amati spaghetti alla bottarga! -, il “bouquet” di antipasti di mare e terra, che volentieri ordiniamo, parimenti ai primi piatti e, dopo una breve contrattazione determinata dall’assenza dell’etichetta inizialmente prescelta, il vino: Vermentino DOCG “Funtanaliras oro” della “Cantina del Vermentino” di Monti.
Al Castello – Spaghetti allo scoglio
Dobbiamo ora, purtroppo, rendicontare sulle note dolenti. Gli antipasti, arrivati rapidamente al tavolo – ad esclusione degli affettati di terra che possiamo decretare dignitosamente appetibili -, a nostro giudizio si sono rivelati assolutamente mediocri, in ordine alle materie prime utilizzate (non lontano il sospetto che i frutti di mare fossero per la quasi totalità surgelati) alla preparazione e alla loro presentazione. In particolare, la zuppetta di cozze si è manifestata solo “esternamente” tiepida, tanto da far sospettare che fosse stata preparata, riposta in frigorifero e maldestramente riscaldata in ultimo, prima di essere a noi servita.
Alla richiesta di spiegazioni, ci è stato riferito (con tanto di scuse ufficiali dello chef) che, per un disguido, le cozze si erano raffreddate prima di raggiungere la loro destinazione: «Pare che le cozze siano arrivate fredde nel passaggio cucina-tundra-steppa-sala (Cit. Raschione, via LIVE Twitter #CICCIONATA)».
Oltre alla già citata zuppetta di cozze, gli antipasti erano composti da: piatto di terra con salsiccia sarda, pecorino fresco, ricotta affumicata, olive verdi sott’olio; lonza di maiale (mustela) su letto di carote e verdure; insalata di mare (seppie surimi cozze, peperoni, cipolle); insalata di polpo con aceto balsamico; moscardini alla diavola (che sinceramente non capiamo come potessero essere definiti “alla diavola”, e che comunque registriamo come il piatto peggiore del bouquet) con limone, su letto di verdure; insalata di polpi e moscardini su letto di lattuga iceberg; melanzane a “sa schiscionera” su letto di pane carasau.
Al Castello – Fregola con arselle
Oltre alle cozze, abbiamo avuto seria difficoltà nell’identificare, nei pur numerosi antipasti, un appena lontano gusto di mare, con ingredienti – tra l’altro insistentemente riproposti, come il polpo e i moscardini -, che risultavano praticamente insapore.
Ben più gustosi, ci sono apparsi invece i primi piatti, probabilmente per merito delle arselle che, a differenza dei succitati mitili, riuscivano a trasferire un minimo di gusto e piacevolezza al condimento: spaghetti allo scoglio con cozze (!), arselle, seppie, gamberi e pomodori per Jesus, fregola con arselle per il Raschione.
A questo punto i burricchi, avendo immaginato per interpolazione la possibile qualità dei secondi piatti, decidevano di passare direttamente al dolce.
Sebada al miele
Mini viennetta
Per nulla conquistato dall’offerta della casa in merito ai dessert, Jesus dirottava la sua scelta verso una preconfezionata e altisonante “Mini Viennetta” Algida, che si è dimostrata in effetti piuttosto buona e ben presentata.
Meno entusiasmante, il dessert del Raschione: una Sebada al miele che, seppure esteticamente ben allestita (con arance, kiwi e pere) e felicemente preparata, veniva demolita da un dozzinale “millefiori”, utilizzato come condimento di base. Sarebbe bastato un miele appena più prestigioso…
La cena si concludeva quindi con un caffè («Gesucristu!») e un amaro “Montenegro” per Jesus (servito nel bicchiere originale), e con un “Jagermeister” per il Raschione. Costo complessivo della serata, 36€ cadauno (in origine 40€, poi scontati), commisurati con riferimento alla meravigliosa location, totalmente sovrastimati in merito alla qualità delle pietanze consumate.
Il ristorante “Al Castello” presenta senz’altro un notevole punto di forza nella sua posizione privilegiata e nell’intelligente allestimento estetico. Se parliamo di qualità delle materie prime e della cucina in generale, invero, non possiamo che esortare la titolare e il personale a cambiare totalmente registro: non tutti i turisti e non tutti i cagliaritani, si accontentano così facilmente! Un burriccu, con menzione speciale per il bel panorama.
VALUTAZIONE “Al Castello”: Un Burriccu con menzione speciale. |
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Ristorante Al Castello |
Indirizzo: Parco colle S.Michele, Cagliari
Telefono: 070554438 [mostra in google maps]
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9 commenti | tags: aceto balsamico, al castello, algida, alla diavola, amaro montenegro, antipasti, antipasti caldi, antipasti freddi, arance, bouquet, caffè, cagliari, cantina, carote, cipolle, colle san michele, commenti, conto, costo, cozze, cucina sarda, d&g, dessert, docg, dolci, foto, fregola con arselle, frutti di mare, funtanaliras, gamberi, giudizi, indirizzo, insalata, jagermeister, kiwi, lattuga iceberg, limone, lonza di maiale, mappa, mare, melanzane, menù, miele, millefoglie, mini viennetta, monti, moscardini, mustela, olive verdi, opinioni, oro, pane carasau, panorama, panoramico, parcheggio, pecorino fresco, peperoni, pere, polpo, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ricotta affumicata, ristorante, salsiccia sarda, schiscionera, sebada, seppie, sott’olio, spaghetti allo scoglio, surgelati, surimi, telefono, terra, Valutazione, verdure, vermentino
giu
4
2011
Opera Prima – VO Interno
Diamo innanzitutto il doveroso benvenuto e bentornato al neo Ingegnere V.O. – old system o, se volete, old style – raffinato esperto di meccanica quantistica applicata alla microelettronica e, parimenti, pratico conoscitore della meccanica dei motori, applicata alla 147 1.9 turbodiesel, 16v, 150 cavalli, del sempre misurato e non appariscente Jesus, che ha assunto il buon Ingegnere come manutentore ufficiale e periodico revisore del suo “modesto” autoveicolo, nonché periodico ciccionatore di supporto alle attività mangereccie degli ufficiali Triumviri: Jesus, per l’appunto, l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore.
Arrivavano quindi, alle ore 13.20 di Sabato, il Raschione e il V.O., traghettati e vettorizzati dalla non eccessivamente docile guida di Jesus, giusto in fronte al Ristorante
“Opera Prima”, nella quasi centrale Via Campidano, poco distante dal molo Ichnusa, in Cagliari.
Opera Prima – Antipasti freddi
In non colpevole ritardo, appariva invece essere l’Ing. Marrocu, sottratto ai ludici intrattenimenti mattutini, da un contingente quanto imprescindibile – e anch’esso ahimè periodico – impegno professionale cagionato, com’egli è avvezzo dire, da maldestre alchimie organizzative di non meglio identificati e non adeguatamente titolati collaboratori.
La prima idea che sobilla e stimola i nostri malsani pensieri di fronte al Ristorante, è che “Opera prima” possa proporsi, per la cucina e con la sua altera araldica denominazione, al livello e alla stregua delle “Valchirie” Wagneriane, della “Critica” Kantiana o della celeberrima “Commedia” Dantesca. Entriamo per accertarlo.
Opera prima – Antipasti caldi
L’interno del locale è organizzato in un’unica non particolarmente ampia sala, a cui si accede dopo aver superato un pratico vestibolo che termina su un piccolo elegante bancone.L’atmosfera è per buona parte in accordo con la filosofia d’intenti, che ci pare di identificare nell’idea di un luminescente e non impegnativo ristorante sul mare.
Il colore azzurro delle pareti trasfonde tale sensazione, confinata in una cornice a tratti piuttosto elegante e ben organizzata, anche se la strutturale assenza di feritoie sulle pareti e l’eccessiva esposizione dell’ingresso alla cucina, stonano piuttosto vistosamente nel complessivo effetto scenico. Come spesso accade, decisamente da dimenticare il sottofondo musicale diffuso in sala.
Opera prima – Gamberi arrosto
Prego ciaschedun ristoratore di buon senso, di voler tempestivamente accedere a gratuite indicazioni su classe e stile musicale, profuse dal sito: www.pgbox.tv , promosso dalla seudeu production. Eventuali insulti da indirizzarsi al Burriccu Pg.
Veniamo quindi al resoconto della ciccionata odierna. Consumato il misurato ritardo dell’Ing.Marrocu, i Donkey possono sedersi al tavolo ed ordinare, ad un molto rigoroso e professionale cameriere, le bevande e le pietanze della giornata. Antipasti di mare, come nostra abitudine, accompagnati da un eccellente vermentino DOC “Is Argiolas” delle cantine Argiolas, ottimamente servito – previa valutazione scenica del Marrocu
– e accomodato su di un pratico cestello del ghiaccio, giusto in fianco al V.O.
Opera prima – Spaghetti al cartoccio
Decisamente buone (anche se presentate non caldissime) le bruschette all’olio, servite come esordio per spezzare la fame e continuamente alimentate dai solerti camerieri ogni qualvolta apparivano in difetto, segno di una eccellente predisposizione all’attenzione da parte dell’efficiente personale.
Gli antipasti, esclusivamente di mare, erano articolati in due ben distinte serie di pietanze: antipasti freddi e caldi, entrambi accomodati in pratici vassoi di cristallo, morfologicamente squadrati e internamente ripartiti con pratici comparti incavi.
Come intermezzo alle due serie, gli astanti sono stati deliziati da un eccellente piatto di gamberi arrosto, serviti su di un letto di verdure, accompagnati da omelette e conditi con ottimo aceto balsamico. Squisiti!
Opera prima – Fregola con arselle
Gli antipasti freddi constavano in: pesce spada con pinoli e fagioli, burrida alla cagliaritana, polpo marinato con pomodorini (deliziosi), pesce spada in umido, tonno alla catalana. Tutti giustamente dosati, di ottima qualità ed eccellenti alla prova del gusto.
Decisamente diverso è invero il giudizio per quanto concerne la serie di antipasti caldi – seppiette con piselli e limone, rotoli di melanzane e tonno, pesce spada con olive, tonno con cipolle e aceto balsamico, arancini di mare -, che (ad eccezione degli arancini) sono risultati di certo non all’altezza dei primi, e hanno anzi inutilmente appesantito dei seppur navigati divoratori quali i Triumviri ufficiali; a volte l’eccessiva abbondanza può divenire contro-produttiva.
Opera prima – MilleSfoglie
Altrettanto al chiaroscuro l’esperienza dei primi piatti; Jesus e il V.O. testavano degli ottimi spaghetti al cartoccio – presentati ma non immortalati in un anatromorfo mantello di carta allumina – conditi con vongole, cozze e gamberi, mentre l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore non potevano che trasalire di fronte ad una fregola con le arselle sotto le righe: «mal presentata, stopposa e priva di gusto». Pessima!
Il pranzo proseguiva, infine, con i dessert: buon sorbetto alla mela verde analcolico per il sempre giudizioso Jesus, sorbetto al limone per l’Ing.Marrocu, torta millesfoglie (non particolarmente distinta) decorata al cioccolato per il Raschione e per il V.O. Il pasto si concludeva quindi con i caffè, un buon mirto per Jesus e del non ottimo liquore alla liquirizia per gli instancabili Ettore e Ing. Marrocu.
Costo complessivo del pranzo cadauno, come preannunciato e premonito dal Raschione, 35€ da giudicarsi un 15% al di sopra di quanto commisurato.
Il Ristorante “Opera Prima” si è quindi quest’oggi presentato con un ambientazione e un servizio molto positivi; la qualità del mangiato è stata invero piuttosto altalenante: a tratti eccellente, non all’altezza delle aspettative in talune circostanze – in particolar modo sul finire del pranzo.
Pur tuttavia, mediamente discreto.
1 commento | tags: aceto balsamico, antipasti, antipasti caldi, antipasti freddi, arancini di mare, arselle, burrida alla cagliaritana, caffè, cagliari, cantine argiolas, cioccolato, cipolle, commenti, conto, costo, cozze, cucina, dessert, DOC, dolci, fagioli, fregola con arselle, gamberi, gamberi arrosto, indirizzo, is argiolas, limone, liquore alla liquirizia, mappa, mare, mirto, molo ichnusa, olive, omelette, opera prima, opinioni, panna, pesce spada, pesce spada con pinoli, pesce spada in umido, polpo marinato con pomodorini, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, ricetta, ristorante, ristoranti cagliari, rotoli di melanzane, sardegna, secondi piatti, seppiette con piselli, sorbetto al limone, sorbetto alla mela verde, sorbetto analcolico, spaghetti al cartoccio, telefono, tonno, tonno alla catalana, torta millesfoglie, v.o., vermentino, vino, vongole