apr
26
2014
New Barcavela – Interno
Notte di Primavera. Silenzio sulla baia, calmo il vento, spenta la luna. Nulla si sente altrimenti il tenue sciabordare delle onde a riva e un lontano latrare di cani; così dal tramonto, fin presso l’alba. Ratto le urla, il fuoco, lo strepitio del ferro, il terrore, l’odore del sangue e della terra umida, i pianti soffocati, le spade che trafiggono la carne e le ossa in frantumi. Di nuovo silenzio sulla baia. Nora ha dei nuovi padroni.
Giochiamo oggi tra le ultime sue rovine: discrete e bellissime, macchiate dal silenzio e dall’accidia dei secoli. Calpestiamo le strade, accarezziamo le colonne, sfioriamo la pietra nuda. Ci pentiamo di non essere stati lì, un giorno prima o il giorno dopo la battaglia.
New Barcavela – Antipasti
Pasquetta fuori porta. Dieci anni sulla s.s.195, a bordo della nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, che sciola meticolosamente tutte le sue dotazioni tecnologiche all’Ing.Marrocu, seduto al suo fianco; fintantoché non si tratti di vettura italiana, la sua approvazione è incondizionata, altrimenti avremmo dovuto sopportare circa un’ora di insulti e di pistolotti sulla bontà dell’industria teutonica e sulla inefficacia paesaggistica della assetata vegetazione sarda. Sul sedile posteriore Jesus, Donna del Presidente (DDP) e Cognata del Presidente (CDP), seguono la scena cantando a squarcia gola le canzoni dei Queen. Dopo 45′ dalla partenza, in coda, la domanda nasce da sé: «ma canduc… arribbausu??».
Verdure grigliate
Frittura gamberi calamari
Sbarcata quindi alla conquista di Nora l’allegra comitiva, avendo a disposizione circa un’ora di tempo prima di sedersi a tavola, ben felicemente si apprendeva che i tempi delle visite guidate si incastravano perfettamente con l’asinino programma. Meno positivamente veniva accolto il rapporto costo (7,5€)/durata (45′) dell’escursione, in particolar modo da parte di taluni ingegneri del gruppo, che minacciavano di rivendersi il biglietto di ingresso, per poi restare comodamente in attesa al Bar. La questione veniva ad ogni modo rapidamente superata, al presentarsi della avvenente fanciulla che ci avrebbe accompagnati e fatto da guida: «veramente, una delle escursioni più interessanti della mia vita!»
New Barcavela – Risotto maloreddus
Terminato il dovere storico-culturale, Burricchi e Signore si spostavano qualche chilometro più a Ovest, a Santa Margherita di Pula, presso l’Hotel “New Barcavela”. Lì ad attenderli, l’organizzatore dell’evento, una new entry per il Donkey Challenge: Burriccu per un giorno Agus, già in tenuta e carnagione estiva, tanto da non essere più etnicamente distinguibile rispetto alle popolazioni del corno d’Africa. Vorrei a questo proposito subito evidenziale la straordinaria simbiosi estetica tra il Burriccu Agus e l’Ing.Marrocu: una sorta di mescolanza tra Stasky & Hutch e i Blues Brothers, che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione da qualche talent scout nostrano o, meglio ancora, teutonico.
New Barcavela – Brasato di manzo
Non è invero felicissimo l’impatto estetico con l’Hotel. Immerso in una splendida pineta a pochi metri dal mare, appariva, almeno all’esterno, non perfettamente riassestato (ad esempio la piscina non era ancora stata pulita) e pronto per la prossima stagione estiva, dopo la pausa invernale. La sala da pranzo, invece, era accogliente e ben allestita: strutturalmente, la sua copertura dava l’impressione di trovarci sotto l’enorme scafo di una nave, e di vedere lunghi pennoni d’ottone cadere dall’alto. I tavoli erano imbanditi con sobria eleganza, mentre una lunga vetrata con drappi cremisi – ripresi in altri episodici particolari – separava gli astanti dalla natura circostante, così come alcuni commensali dalle loro numerose pause “sigaretta”. Il giudizio estetico complessivo sull’ambientazione, rimane quindi mediamente neutro, al netto della qualità del nome stesso dell’Hotel, che pare abbia ragioni prettamente storiche.
New Barcavela – Grigliata mista
La ciccionata si è quindi consumata entro il solco di un tipico menù prestabilito di Pasquetta, articolato in antipasti, primi, secondi e dolci con bis e richiami vari alla “all you can eat”. I piatti erano particolarmente semplici, ma preparati con ingredienti evidentemente freschi (essendo l’esordio della stagione sarebbe stato strano il contrario) e di buona soddisfazione generale. Più che positivi il servizio e i tempi della cucina, che ci hanno concesso di terminare le ostilità entro limiti ragionevoli. Non avendo potuto apprezzare il promesso aperitivo di benvenuto con stuzzichini (probabilmente per il nostro arrivo in ritardo), il nostro pranzo è esordito con una serie di piccoli antipasti leggeri e ed appaganti: fette di bresaola con rucola e grana, verdure alla griglia, crostini al pomodoro e deliziose “barchette” (panadine) al pecorino. Seguivano quindi delle ottime cozze gratinate e un buon fritto di calamari e gamberetti. Non pervenuta la promessa insalata di mare, non ci è ben chiara la ragione.
Macedonia
Colomba
Molto gustoso il bis di primi piatti, di terra e di mare: maloreddus (gnocchetti) alla campidanese (con salsiccia) e risotto alla pescatora, con cozze, arselle, gamberi e scampi. Molto meno brillante (anche per effetto della mediocre presentazione) il brasato di manzo al cannonau che è seguito, mentre resta contraddittoria la valutazione sulla grigliata mista: seppie, gamberi, tonno e pesce spada. Personalmente ritengo siano stati positivi tonno e seppie, mentre meno efficaci gamberi e pesce spada.
New Barcavela – Dolcetti sardi
Infine i dessert. Si partiva con una semplice macedonia di frutta (che Jesus non ha assaggiato) seguita da una “estrema” colomba pasquale inondata da un mare di crema al “gran marnier” e impreziosita da scorze d’arancia grattugiata. Anche qui la presentazione poteva essere decisamente migliore. Seguiva un classico assortimento di dolci sardi quali pardulas e amaretti, quindi caffè e amari d’ordinanza (mirto e limoncello). Jesus, comunque, in onore del Burriccu Sollai, concludeva il suo pasto di resurrezione con una “Sprite”!
Tutto il pranzo è stato accompagnato da due buoni vinelli della casa (bianco e rosso) e da bevande analcoliche a profusione.
Costo del menù, 45€ cadauno, che in condizioni extra-pasquali avremmo giudicato un 5/10 euro al di sopra del valore del pranzo, ma che in quel contesto possiamo ritenere congrui.
Circondato da una splendida ambientazione naturale a contorno, forse non pienamente valorizzata dalla struttura, il ristorante del “New Barcavela” è sicuramente accattivante e bene organizzato dal punto di vista del servizio. Il proposto menù di Pasquetta è stato mediamente discreto, con una cucina semplice e genuina, ma con pochi spunti veramente di rilievo. Una presentazione meglio curata dei piatti avrebbe potuto fare la differenza. Per adesso, due burricchi con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “New Barcavela”: Due Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante New Barcavela |
Indirizzo: S.S.195 Km 39.800, S.Margherita di Pula
Telefono: 0709290476 [mostra in google maps] |
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commenta | tags: amaretti, amari, antipasti, aperitivo, arselle, barchetta, bibite analcoliche, brasato, bresaola, caffè, calamari, campidanese, cannonau, colomba pasquale, costo, cozze, cozze gratinate, crema, crostini, cucina sarda, dessert, dolci, dolci sardi, frittura, frutta, gamberi, giudizi, gnocchetti, gran marnier, grana, grigliata, hotel, indirizzo, limoncello, macedonia, maloreddus, manzo, mappa, menù, mirto, new barcavela, opinioni, paladina, pardulas, pasqua, pasquetta, pecorino, pesce spada, pomodoro, prezzo, primi piatti, qualità, recensione, risotto alla pescatora, ristorante, rucola, salsa, scampi, secondi piatti, seppie, stuzzichini, telefono, tonno, Valutazione, verdure grigliate, vino bianco, vino rosso
mag
5
2013
Da Renzo – Interno
Quel burriccu sullo stagno di Cabras, che arriva a mezzogiorno tra due carroghe non interrotte da insulti, tutte a «gira qui» o «rallenta», a seconda dello sporgere del gomito dal finestrino, o del rientrare di questo, vien quasi a un tratto, tra un campo di carciofi a destra e il Tirso dall’altra parte; e il ponte della 131, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile al deretano le proprie buche, e segni il punto in cui l’asfalto cessa e il Raschione – ancorato ai sedili di dietro – inizia a ripigliar colore mentre l’Ingegner Marrocu, allontanandosi di nuovo dall’arrivo, lancia via il navigatore, e lascia il fato distendersi e condurli verso una nuova fantastica destinazione.
Da Renzo – Antipasti
Sabato mattina. Dopo una settimana di delittuose ed insensate vicissitudini, il Triumvirato si ritrova congiunto e compatto, pronto ad affrontare una nuova sfida culinaria, che avrebbe condotto i burricchi ben oltre i confini del cagliaritano, fin addentro il fascino naturalistico della bassa valle del Tirso. Sfreccia la 150cv sulla “SS.131″, alla guida della quale l’auriga Jesus viene più volte incomprensibilmente richiamato alla tutela della incolumità altrui. Al suo fianco l’Ingegner Marrocu – prendendo spunto dai decennali (ventennali, trentennali) lavori mai completati sulla strada – rispolvera il suo discorso di investitura politica, che contrappone le viziose consuetudini locali alla riconosciuta efficienza teutonica. D’altro canto il Raschione Ettore, alloggiato posteriormente, prova ad attutire come può gli effetti delle sospensioni rigide e cerca di metabolizzare lo spavento cagionato da l’Ingegnere che, occultando inizialmente la sua presenza sulla autovettura, si era manifestato improvvisamente alle sue spalle, per poi prendere possesso del più comodo sedile anteriore.
Insalata di Polpo
Calamari in agrodolce
Dopo circa un’ora di viaggio e un breve pellegrinare tra svincoli, incomprensibili segnaletiche, e rotonde non contemplate dalle mappe dei loro dispositivi elettronici, i Burricchi raggiungono infine la grossa pietra di calcare grezzo, su cui è scolpito il nome del ristorante che li avrebbe accolti: “Da Renzo”, in quel di Siamaggiore nei pressi di Oristano. Dopo l’ennesima discussione su quale lato del parcheggio dover scegliere, Jesus si accomoda sotto l’ombra degli alberi.
Dinanzi a loro, superata una solida cancellata di ferro nero, si presenta un ben tenuto prato inglese, al cospetto del quale si erge una villa, presumibilmente edificata negli anni ’70, piuttosto sobria nello stile e nelle dimensioni. Dopo poco, ci si rende conto che la villa è in realtà il cuore germinale di una struttura che, con il passare delle stagioni, è andata via via ampliandosi, in modo particolare in direzione Sud-Est dove, in ideale raccordo rispetto all’ossatura originale, si estendono le più moderne mura di una sesquipedale sala da pranzo.
Cartocci di fritto misto
Cruditè di cozze e ostriche
Al suo interno quest’ultima, si presenta come un interminato giardino coperto, sormontato da una gigantesca intelaiatura lignea, priva di qualsivoglia sostegno strutturale intermedio che possa interrompere la prorompente continuità degli spazi. La superficie, viene invero occasionalmente conquistata dalle radici e dal fusto di piante di ciliegio in fiore, di nespoli e (immaginiamo) di ficus, che sovrastano i tavoli e le sedie color del cielo, mentre le pareti tutt’attorno – che si alternano a vetrate di discutibile fattura – richiamano in maniera inequivocabile il contrasto cromatico del torrone alle nocciole, il cui motivo viene insistentemente riproposto nelle rifiniture esterne. Sul lato sud della sala, oltre che alla estesa zona barbecue a vista, si può apprezzare una imponente apertura di vetri colorati che, pur indirizzando il pensiero verso un moderno spazio di culto, risulta essenziale nel conferire a tutto l’ambiente il giusto grado di luminosità naturale. Ottimo e ben integrato nella copertura il poderoso impianto di condizionamento, mentre non capiamo francamente il tema musicale anni ’90 proposto e diffuso nell’aere.
Addentrandosi oltre la sala, ci si può imbattere nella zona relax del complesso, composta da prato inglese, vari gazebo, divani e dormeuse, una elegante piscina e le suite per gli ospiti. Interessante la presenza decorativa di una curiosa imbarcazione, poi accertata come proveniente dalla Tanzania, inizialmente riconosciuta da Jesus come rudere locale tra la scomposta e inopportuna ilarità generale.
Da Renzo – Lorighittas all’astice
Il personale di servizio e la cucina, hanno di certo l’impostazione e le tempistiche necessarie per soddisfare, con metodica organizzazione, un grande numero di avventori (la struttura è in grado di gestire 600 coperti, cerimonie e convegni), ma nell’occasione dobbiamo registrare che l’ottimo lavoro della esperta maître non veniva impeccabilmente supportato dagli altri camerieri, i quali ci sono apparsi ben più superficiali ed apatici. A farne le spese, ad esempio, la rituale teatralità dell’assaggio del vino, negata all’Ing.Marrocu dopo una ben ponderata analisi della carta delle etichette, interamente referente e dedicata alle produzioni autoctone. Ad ogni modo, la scelta è ricaduta, in esordio, su un ottimo Vermentino di Gallura DOCG “Vigna ‘Ngena” Capichera (premiato con 2 bicchieri gambero rosso) per poi mutare verso un sublime “Tuvaoes” DOC delle aziende vinicole Cherchi.
Fregola pesto e pescatrice
Fregola ai crostacei
Durante la contrattazione del nostro percorso culinario, la intraprendente maître ci racconta brevemente la storia e i meriti del “Da Renzo”, primo ristorante ad aver lanciato i prodotti della cantina Argiolas, in particolare il “Costamolino”, non essendo probabilmente consapevole di interloquire con l’incarnazione della sua stessa nemesi. Altrettanto lodevole pare la riscoperta, in tempi non sospetti, di tradizioni culinarie dimenticate, come l’utilizzo delle “Lorighittas” o della fregola sarda, con tanto di deposito di un marchio commerciale ad hoc. Ad ogni buon conto i tre, consapevoli della nomea e dei pregi del ristorante, cercavano subito di far mutare quella che doveva essere una «piccola degustazione» di antipasti (obbligatoriamente di mare) in una «grande degustazione» con integrazioni ed aggiunte varie. A seguire, richiedevano gli inevitabili primi piatti con subitanea prelazione di un secondo, ancora da definire. Nonostante facessero capolino nel menù alcuni inquietanti asterischi tutelativi, venivamo rassicurati sul fatto che tutti i prodotti erano freschissimi, in particolar modo i crostacei, che potevamo facilmente individuare, dimenarsi nel grande acquario in fondo alla sala.
Da Renzo – Grigliata
In effetti la cucina del “Da Renzo” non è sofisticata o tralignante le tradizioni povere della zona ma, basata su materie prime di altissimo livello, visita ed individua accostamenti di sapori che ci sono apparsi deliziosi nella loro semplicità, a partire dalle ottime bruschette di pane carasau con olio d’oliva autoctono, e da un pre-antipasto costituito da filetti di alice su letto di pomodoro e basilico, e condimento di olio extravergine. Il profumo e il sapore del basilico della casa, ci è rimasto impresso fino alla fine del pranzo.
Gli antipasti sono poi proseguiti con: impressionate carpaccio di tonno (quasi impalpabile al tatto, ma intensissimo al gusto) con capperi e fragole; insalata di polpo con patate, rucola e prezzemolo; ottimi cubetti di pesce spada su crema di peperoni e spolverata di bottarga; insalata di gamberi, rucola, cavolfiore e cardi selvatici; sublimi calamari in agrodolce con olio e cipolle; vigorosa cruditè di cozze e ostriche di Arborea; gustosissimi cartocci di fritto misto con gamberi, murena e mangiatutto.
Da Renzo – Dessert
L’unico incidente, dal punto di vista della cucina, per il “Da Renzo”, lo dobbiamo registrare per uno dei primi piatti. Infatti, mentre non possiamo esimerci dal qualificare come straordinarie la fregola “Corona” ai crostacei di Jesus (verosimilmente gamberi e aragostelle) con pomodoro e prezzemolo, e quella al pesto e rana pescatrice del Raschione, dobbiamo pur rilevare come l’esigente Ing.Marrocu abbia denunciato un eccesso di acidità e di rosolamento dell’aglio nelle sue lorighittas all’astice, tanto da ingenerare il subitaneo intervento della maître, con conseguente replicazione del piatto; quest’ultimo, invero, veniva presentato, in seconda istanza, in composizione impeccabile, e quindi condiviso nelle ceramiche degli altri commensali dalle quali, nel frattempo, l’ingegnere aveva famelicamente attinto. Un cantuccio v’era rimasto, negli allenati stomachi dei Burricchi, per un secondo piatto, nella fattispecie una piccola grigliata di seppie e calamari, cotti alla perfezione nel barbecue. Infine i dessert: coppa di fragole di stagione, zucchero e limone, condita da foglioline di menta per l’Ing. Marrocu; imperiale crema catalana – l’ing.Marrocu dopo averla assaggiata dichiarava di non averne mai gustata una così buona, nonostante non fosse preparata sul momento dato il cuore sensibilmente freddo – per Jesus; coppa di tiramisù per il Raschione. Oltre ai dolci comandati, ci è stato offerto un assortimento di dolcetti sardi, composto da amaretti di mandorle, dolce gattò, gueffus, bianchini e pabassinas. Il pranzo si concludeva quindi con dei caffè e un Rum “Santiago de Cuba” extra anejo, invecchiato 20 anni per il Raschione. Costo finale dell’operazione: 76 euro cadauno – integrati a 80 – che riteniamo adeguati in relazione alla qualità della cucina e delle bottiglie di vino tracannate, un po’ di meno in riferimento al servizio, non sistematicamente di altissimo livello (ad esempio, sul finale, nel difetto di non suggerire esplicitamente un vino passito per un giusto accompagnamento dei dolci).
Per dovere di cronaca, registriamo la personale iniziativa dell’Ing.Marrocu di voler contribuire istantaneamente e in solido al costo dei viaggio a favore di Jesus, mentre non dubitiamo che il Raschione – depositario dell’IBAN del suddetto – provveda al medesimo buon costume, seppure stimolato e con qualche giorno di dilazione.
Il Ristorante “Da Renzo” è una splendida realtà polivalente, collocata nell’incanto della valle del Tirso che, oltre a spendersi in maniera impeccabile nell’organizzazione di cerimonie ed eventi, offre all’avventore un sicuro punto di riferimento in ordine alla migliore espressione della ristorazione isolana. Eccellente la qualità della cucina, mentre sono da accordare alcuni aspetti del servizio, cosa che comunque non compromette l’attribuzione di un giudizio sintetico di elevato prestigio: quattro burricchi, meno meno.
VALUTAZIONE “Da Renzo”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Da Renzo |
Indirizzo: S.S.131 Km 99, Siamaggiore – OR
Telefono: 3355294141 [mostra in google maps]
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4 commenti | tags: alice, amaretti, aperitivo, aragosta, aragostelle, arborea, astice, azienda vinicola, basilico, biscotti pabassinas, caffè, calamari, calamari arrosto, capichera, capperi, cardi, carpaccio, cavolfiore, chef, cherchi, cipolle, commenti, corona, costo, cozze cartocci, crema catalana, crostacei, cruditè, cucina sarda, da renzo, dessert, DOC, docg, dolci, dolci sardi, entrée, extra vergine, filetto, foto, fragole, fregola, fregola corona, fregula, fritto misto, gamberi, gatteau, giudizio, gueffus bianchini, in agrodolce, indirizzo, insalata, limone, liquiri, lorighittas, maître, mandorle, mangiatutto, mappa, menù, murena, olio, opinioni, oristano, ostriche, pane carasau, patate, peperoni, pesce spada su crema, pesto, polpo, pomodoro, prenotazione, prezzo, primi piatti, qualità, Rana pescatrice, recensione, riserva, ristorante, rucola, rum, santiago de cuba, secondi piatti, seppie, servizio, siamaggiore, telefono, tiramisu, tonno, tranci, tuvaoes, Valutazione, vermentino, vermentino di gallura, Vigna ‘Ngena, vino, zucchero
apr
25
2012
Dal Pescatore – Interno
“Il cielo è pregno di vino, Nut ha messo al mondo sua figlia luce dell’alba, io mi levo altissimo … la mia terza è Sothis“.
L’ombra di un non ultimo sole; i celati raggi del Ra, così come in questo deserto appaiano, sono in realtà gli amorevoli sguardi del nostro padre Osiris, dal Nilo Celeste in cielo, che veglia sulla prosperità delle nostre terre.
E’ il mistero di Orione*, l’Horus della rinascita, il frutto dell’incestuosa unione con Isis-Sothis che, dopo ogni termine, dona nuova vita, nuovo vento alle ali della fenice, mirabilmente tracciato e dipinto dall’eretico saggio dell’Ingegner Bauval.
Dal Pescatore – Antipasti
“Come in cielo, così in Terra“.
E’ il biblico insegnamento che a voi Jesus ha lasciato, ma che un’antica e inarrivabile civiltà, tremila anni prima, aveva di già assunto e vissuto.
E’ Osiride defunto, ucciso dal vile Seth qui sulla Terra, è lo splendente Orione in cielo. E’ Iside incarnata nel nostro Mondo, è Sirio nel Duat celeste, che si ricongiunge al suo sangue per generare l’Horus il quale, a sua volta, un giorno si leverà luce di stella, nell’infinito circolo della fertilità umana.
Vivrete con noi quest’oggi, un parimenti mistico sincretismo, generato e sospinto dalla tormenta di sabbia, che da sempre infuria nella mente del vostro amato Jesus.
Dal Pescatore – Tranci di muggine
Martedì notte, 24 Aprile, giorno pre-festivo.
Seguendo il buio e malcerto tracciato della pedemontana in località Balloi, una pittoresca quanto insolita coventicola, ascendeva verso il cielo stellato di Sarroch.
Destinazione, il loro – per quest’oggi – Duat sulla Terra, eletto nel Ristorante “Dal Pescatore” o “Il Pescatore”, a seconda di differenti possibili interpretazioni.
Jesus e il Raschione Ettore sono, come loro abitudine e orgoglio, i grandi cerimonieri del rituale; defunto e mummificato è invero l’ormai ex Ra (Ra, per questioni di albedo congenito) Ing.Marrocu, nuovamente assente, e da decretarsi prossimo al mitologico annegamento.
Dal Pescatore – Lattuminada
E’ il Marrocu sulla sponde del Nilo (o se volete, del viale verso Elmas), è l’Orione (Antonio) nel Donkey Celeste, che dell’inconsapevole ingegnere trasfigura taluni tratti somatici, alcune insalubri abitudini e, di certo, l’attenzione alle faccende economiche, come avremo modo di apprezzare in seguito.
E’ Il mordace Raschione sulla piana di Giza, è il pungente Burriccu Sollai (che a breve potrebbe ricoprire il ruolo di Seth, anche se non siamo certi che apprezzerebbe la conclusione della leggendaria vicenda) nell’Oltremondo. E’ Jesus che si improvvisa saggio Imhotep sui tetti di Saqqara, è il misurato e formale giurista Pisano (Piero), che cerca di delineare il confine tra il dileggio e l’amore per la verità, nell’indecifrabile Universo del Maat.
Dal Pescatore – Cuscus alle verdure, Cozze e pesto
Il nostro Duat è un ristorante atipico, nelle abitudini e nella collocazione. Nelle abitudini perché, fatto salvo qualche occasionale collaboratore, è custodito e gestito interamente da un ex pescatore (l’Anubi, signor Antonio Palmas) che, su precorsa prenotazione, accoglie un numero (non) limitato di avventori, per offrire loro i piatti della sua cucina, composti con ingredienti probabilmente acquistati ad-hoc, in giornata.
Sebbene questo possa dar luogo di pensare ad una proposta improvvisata e approssimativa, anticipiamo i tempi, affermando che, in realtà, stiamo parlando di prelibatezze di assoluta qualità ed eccellenza; il servizio, inoltre, sebbene il signor Palmas sia conosciuto nell’ambiente come uomo verace e di non ricercata arte diplomatica, nulla ha da invidiare, per gentilezza e attenzioni, a quelli convenzionalmente apprezzabili, in locali di maggior nome e prestigio.
Nero di seppia
Spaghetti uova di spigola
Il Ristorante è alloggiato in una bella villa degli anni sessanta, edificata al culmine di una collina, circondata da pinacee, dalla quale è possibile ammirare il mare. All’ampia sala principale, si accede da una splendida terrazza coperta esposta a Sud, panoramico riparo estivo, per le tavolate di accaldati clienti.
L’allestimento interno è un meraviglioso esempio di filosofia Kitsh, con decine di suppellettili, ornamenti, elementi d’arredo della più varia e stravagante natura; si passa dai quadri e le stampe di differenti ed improbabili tematiche (e.g.: il medesimo proprietario) a rari manufatti di tassidermia marina, da un elegante grammofono in ottone accomodato su una credenza in legno povero, al poster di una squadra di calcio degli anni ’70. L’effetto finale è comunque tutt’altro che inelegante o grottesco; inoltre, il prezioso contributo dell’alto tetto spiovente in muratura, rende l’acustica della sala per certi versi miracolosa, tanto da far percepire come rilassante e avvolgente, il lontano strepitio di una dozzinale radiolina accesa.
Dal Pescatore – Spigola al forno
Non esistendo ovviamente un menù alla carta, le pietanze disponibili sono tutte e sole quelle preparate in giornata dal Sig.Palmas, frequentemente variabili a seconda della circostanza e occasione. Accomodati in un’ampio tavolo rettangolare, i cinque Burricchi potevano iniziare ad apprezzare le ottime olive marinate e lo strepitoso pane carasau, serviti come stuzzichini iniziale e accompagnamento della cena, parimenti a due caraffe di vino (bianco e rosso) della casa, apprezzabili dal secondo bicchiere in su. Segnaliamo ad ogni buon conto che, data la presenza di una piccolo mobile portabottiglie ai margini dell’arredo, con tutta probabilità, sarebbe stato possibile ordinare un nettare maggiormente qualificato, ma di questo non possiamo averne assoluta certezza.
Dal Pescatore – Frutta affogata nel mirto
Già dai primi antipasti proposti, la cucina del “Pescatore” si delineava come frutto di una solida e vicendevole contaminazione tra le tradizioni cagliaritana e tabarchina, magistralmente espressa con arte ed esperienza: carpaccio di palmita su letto di arance, sardine marinate, sarago “incavolato”, con cavolo nero, uova di spigola con casu axedu e pomodori, tranci di muggine al vapore su letto di foglie di mirto, meraviglioso (è da solo un valido motivo per visitare il ristorante) pasticcio di lattuminada di pesce san pietro, impreziosito da petali di carote e bacche di lentisco, couscous di verdure con piselli e pomodori, accompagnato da cozze al pesto.
A parte qualche personale e sindacabile distinguo (leggi Orione) per un paio di portate, dobbiamo giudicare questa carrellata di antipasti assolutamente strepitosa in termini di preparazione, gusto, presentazione, e dosaggio delle quantità, tra l’altro ben predisposte per essere agevolmente distribuite fra i cinque competitivi commensali.
Dal Pescatore – Dolcetti sardi
Altrettanto strepitosi i primi piatti, piuttosto semplici ma tra i più succulenti mai recensiti: eccellenti spaghetti alle uova di spigola, favolosi tagliolini al nero di seppia con crema di bottarga e piccoli scampi. Gesù!
Dopo un intermezzo di ottima cruditè di ravanelli e finocchi, come secondo piatto il sig.Palmas procedeva a cucinare una notevole (per dimensioni, anche se la riproduzione visiva non le rende onore) spigola al forno di ben oltre un chilogrammo, il cui sughetto salato poteva apparire invero leggermente aggressivo, ma dalla freschezza e dalla bontà impagabili!
La cena si avviava quindi alla conclusione, dapprima con un buonissimo carpaccio di frutta (arance, fragole e acini d’uva) affogata nel mirto, seguita poi da dolcetti tipici sardi (da una bottiglia di mirto accompagnati), dei quali registriamo l’eccellenza dei celeberrimi gattò (croccanti) alle mandorle. Finale con tre caffè. Costo complessivo dell’operazione 36€ cadauno subito arrotondati a 40, in onoranza del sublime cibo consumato. A tal proposito, registriamo un impagabile sussulto di parsimonia da parte del dottor Orione che, indotto dalle pressioni dei burricchi commensali, al non spontaneo atto dell’elargizione, si incollava successivamente alla bottiglia di mirto, per riuscire a consumare in qualche modo i 4€ di differenza, così degnamente trasfigurandosi nel ruolo di incorreggibile susunku, finora onorato in Terra dall’evanescente Ing.Marrocu.
Messo da parte il possibile iniziale scetticismo, il ristorante “dal Pescatore”, è l’esempio più fulgido e mirabile di come, una cucina di stampo familiare e casalingo possa, con l’intelligenza e la passione, elevarsi al cielo, fino a brillare nel firmamento della ristorazione nostrana. Quattro Burricchi.
VALUTAZIONE “dal Pescatore”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante dal Pescatore |
Indirizzo: Strada Pedemontana località Balloi, Sarroch
Telefono: 3470565187 [mostra in google maps]
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(*) Il mistero di Orione, R.Bauval, A.Gilbert, Edizioni TEA pp.290.
10 commenti | tags: acini d’uva, al forno, amaretti, antipasti, antonio palmas, anubi, arance, bacche di lentisco, bauval, cagliari, caraffe, carloforte, carpaccio, carpaccio di palmita, casu axedu, cavolo nero, classifica, commenti, conto, cottura al vapore, couscous, cozze, crema di bottarga, croccante, cucina cagliaritana, cucina tabarchina, dal pescatore, dessert, dolce, dolcetti, dolcetti sardi, finocchi, foglie di mirto, fragole, frutta, gattò, giudizi, horus, il pescatore, indirizzo, iside, lattuminada, lentischio, letto di arance, liquore, località balloi, macedonia, mandorle, mappa, miele, mirto di sardegna, mistero, muggine marinato, nero di seppia, olive marinate, opinioni, orione, osiride, pane carasau, pasticcio, pedemontana, pesce san pietro, pesto, petali di carote, piselli, pomodori, prezzo, primi piatti, qualità, ravanelli, recensione, ristorante, sarago incavolato, sardegna, sardine marinate, sarroch, scampi, secondi piatti, spaghetti alle uova di spigola, spigola, stuzzichini, tagliolini, telefono, uova di spigola, Valutazione, verdure, vino bianco, vino della casa, vino rosso