Ristorante Fork – Cagliari
Ecc.mo Jesus, Presidente della Corte ainina, Sigg.ri Giudici Raschione, Marrocu e Dessì, ritengo che il mio ruolo di PM incaricato di sviluppare l’accusa in questa ciccionata sarà benché minimo. Potrei tranquillamente rimettermi alle foto pubblicate ma per evitare l’infamante accusa di pigrizia qualcosa va pur detta. Per questo motivo mi limiterò, sebbene non sarà una cosa molto breve, a sottoporre alla vostra attenzione gli aspetti salienti di questa cena affinché, anche a prescindere dalle mie personali richieste di assegnazione dei famigerati/amati burricchi valutativi, ognuno possa formarsi il proprio giudizio lodando o condannando. Ma rilevato che anche il più affezionato dei nostri lettori, considerata l’inutile premessa, è già tentato di spegnere il proprio multimediale apparecchio di lettura, veniamo ai fatti.
Fork = forchetta. “La forchetta è una posata da tavola con due o più punte (generalmente quattro) denominate rebbi e disposte a pettine, usata per infilzare cibi solidi e portarli alla bocca o per tenerli fermi e tagliarli per mezzo di un coltello” (cit. Wikipedia). Dubito che qualcuno abbia mai consultato la conosciutissima enciclopedia on line per sapere il significato di questa parola. Uno degli utensili più usati nel mondo occidentale non ha bisogno di presentazioni, il suo quotidiano uso è ormai dato per scontato. Sebbene un “Fork” nell’ambito dell’ingegneria del software e dell’informatica, indichi lo “sviluppo di un nuovo progetto software che parte dal codice sorgente di un altro già esistente”, per noi poveri burricchi, la cui unica ambizione è la soddisfazione del rito gastronomico settimanale, la parola evoca una sola immagine: ciccionata.
E così che venerdi sera, 26 aprile, alle ore 21 in punto, sotto la nuova insegna raffigurante una forchetta a quattro rebbi, il Triumvirato titolare si unisce ai BdC (burricchi di complemento) Dessì e Pisano per saggiare le potenzialità di questo nuovo locale. Siamo a Cagliari al n. 28 del V.le Regina Margherita, conosciuta sede del più famoso Dal Corsaro. Lo chef Stefano Deidda ha sdoppiato il locale originario per offrire al suo pubblico due formule diverse: la proposta gourmet del ristorante originario nella sala a destra dell’ingresso; il nuovo bistrot, alla portata di un pubblico più vasto ed eterogeneo, nella sala a sinistra. In quest’ultima, tavoli quadrati si alternano ad altri rotondi di dimensioni maggiori: ad uno di questi viene fatta accomodare la comitiva ainina. Lo stile dei locali é moderno, elegante e semplice al tempo stesso. Le sedute confortevoli. Alle pareti inserti luminosi rendono bella l’atmosfera, in minima parte rovinata da tracce di umidità localizzate sul fondo, in prossimità della cucina e degli eleganti bagni. Una solerte cameriera porta in tavola la carta dei piatti, la carta dei vini e … udite, udite… la carta delle birre! A sottolineare l’informalità del bistrot il fatto che parrebbero menù realizzati con una semplice stampante…
Non c’è il vino scelto dal Marrocu: l’alternativa proposta dalla cameriera, un Pedraia della Cantina di Santadi, viene accolta come una liberazione dall’imbarazzo della scelta. Allo stesso Marrocu il teatrale assaggio del Nuragus proposto: se i commensali trattengono l’ilarità, abituati alla sceneggiata, la cameriera capisce la situazione e sembra ridersela tra sè e sé. In tavola arriva anche il primo cestino di pane di produzione propria: panini al sesamo ed ai semi di papavero… una bontà! L’entusiasmo è tale che il cestino del pane verrà ripristinato tre volte nel corso della serata. Al momento dell’ordinazione degli antipasti il caos. Al “ci porti tutto, ci dividiamo tutto” iniziale, che mette in crisi da impiattamento il paziente maître (non avezzo allo sbranatorio stile burricco), dopo pugnace confronto segue un più equilibrato … “tenga fuori solo il tagliere di salumi… ma prendiamo doppia porzione di gazpacho…”.
Esauriti i tempi tecnici di preparazione arrivano contemporaneamente in tavola: cartoccio di calamari fritti e intigolo agrodolce, tartara di salmone alla mela verde profumata al limone, zuppetta di cozze in rosso, doppia porzione di gazpacho andaluso, Falafel (polpette di ceci) aromatizzate alle erbe accompagnate da due salse (allo zafferano ed agrodolce), involtini di pasta di riso e julienne di verdure. Di fronte allo scarseggiare degli antipasti Jesus denuncia l’accaparramento della coppia Marrocu – Raschione. Nota stampa di quest’ultimo che non tiene ad essere incluso in una coppia che contenga il Marrocu. Materie prime semplici, esecuzione impeccabile. Segnalazione dovuta per i gustosissimi Falafel ed entusiasmo conclamato per il gazpacho andaluso. Di fronte alla consueta gara del “cosa ci ha messo dentro?”, Jesus taglia la testa al toro e interpella in merito la titolare. Segue un pronto “Chiedo a mio figlio gli ingredienti esatti” e la subitanea risposta: pomodoro, origano fresco, peperone giallo, cetriolo, cipolla rossa, olio extravergine e crostini di pane. Jesus estasiato teorizza allora l’esecuzione di “polaretti” al gazpacho… E’ il vino…
Ottimi anche i primi ordinati: Paella Valenciana (mare e terra) per il Raschione e Pisano, calamarata Verrigni al coccio con melanzane, cozze e pomodoro per Jesus, ravioli al ripieno di branzino con sugo allo zafferano per il Marrocu, crema di pesci misti appena piccante con crostini ed erba cipollina per il Dessì. I piatti preriscaldati mantengono il tutto alla temperatura ottimale e permettono gli assaggi reciproci tra i commensali. Se la crema di pesci misti del burriccu Dessì viene cannibalizzata da tutti gli astanti, Jesus, nonostante i buoni giudizi altrui sul piatto da lui ordinato, non ne apprezza il livello di acidità e manifesta alla titolare le sue perplessità sulla combinazione di sapori. Il burriccu Pisano, arrivato alla metà della sua ottima paella, intravede la possibilità di assaggiare in maniera approfondita anche la calamarata (dai sapori a lui graditissimi) ed offre a Jesus l’opportunità di fare scambio di portata. Lo stesso si perfeziona con reciproca soddisfazione di entrambi. Ed intanto anche la seconda bottiglia di Pedraia è andata …
La cameriera, nel ritirare i piatti dei primi, con aria complice dice “prendiamo un dolcetto?”… Alla subitanea risposta dei tre quinti dei commensali “veramente volevamo un secondo…”, sgrana gli occhi e dice “Davvero ??”. Giusto per non patire crisi d’astinenza nella degustazione dei secondi viene anche ordinata la terza bottiglia di Pedraia. Alla domanda della cameriera se fosse possibile portare altra etichetta qualora non vi fossero in fresco bottiglie del vino richiesto segue un “non fasciamoci la testa prima, verifichi per cortesia…”. Torna al tavolo la titolare con l’offerta di due vini in alternativa, tra cui l’eccellente Karmis dell’azienda vinicola Contini. Impossibile resistere: il Karmis fluisce nei bicchieri che, con professionalità, vengono correttamente sostituiti per assaporare il nuovo nettare.
E’ l’ora dei secondi: filetto di merluzzo con panatura alle erbe, pomodorini, olive e capperi per il Raschione, fritto di piccola pesca del Golfo per il burriccu Pisano, muggine al vino bianco con olive, alloro e patate per Jesus. Mentre i primi due trovano più che soddisfacenti ed equilibrati i piatti da loro ordinati, anche se sicuramente inferiori ai primi, Jesus insiste e persiste nell’ordinare cibi a lui non particolarmente graditi nella speranza di potersi stupire del risultato finale: nonostante il di lui nome, anche questa volta niente miracoli… Anche la terza bottiglia di vino finisce…
Arriva purtroppo, in ogni ciccionata che si rispetti, il momento conclusivo dell’ordinazione del dolce ma, in questo caso, la bontà delle degustazioni precedentemente iniziate non accenna a concludersi. E allora: gelato alla vaniglia affogato al cioccolato per il Marrocu (L’ingegnere smentisce: affogato al caffè, indicazione errata del Raschione! Ndr), Tiramisu per il Dessì, crema bruciata alla vaniglia con gelato e sciroppo ai frutti di bosco per il Pisano, tortino al cuore morbido di cioccolato con gelato alla vaniglia per il Raschione, semifreddo alle pere e grappa per Jesus. In accompagnamento viene proposta una Malvasia di Bosa data dalla titolare come “non ancora in commercio”: “Salto di Coloras”, di Angelo Angioi. Poi, per non farsi mancare niente, rum venezuelano Santa Teresa Gran Reserva, servito con dei tartufini della casa. Tutto ottimo. Unica nota negativa? Un caffè finale non all’altezza di tutto il resto.
Poteva mancare, come in ogni processo (alimentare) che si rispetti, il colpo di scena finale? Assolutamente no!! Mentre il Marrocu faceva notare alla titolare che l’eccellenza della cena stonava con l’uso di un piatto da dolce leggermente sbeccato, la stessa, rilevando che ciò non sarebbe dovuto capitare, riferiva che confidava comunque in una recensione migliore di quella attribuita tanti anni fa dal Donkey Challenge, presente lo stesso Marrocu riconosciuto in foto (vedere foto incriminata, ndr)… Il Triumvirato più famoso di Cagliari e dintorni vedeva miseramente cadere la copertura per la foto del suo titolare più assenteista… Vale comunque il solito discorso: anche se potenzialmente riconoscibili, difficile approntare all’improvviso una cena di questa qualità se alle spalle non hai professionalità ed ottima materia prima a disposizione.
Conto finale: € 54 a testa, assolutamente adeguato alla qualità di quanto assaggiato, del servizio in sala ed anche in considerazione delle ottime e numerose bevande di accompagnamento.
Il nuovo bistrot “Fork” è un’intelligente iniziativa che dà la possibilità a più ampie fasce di avventori di degustare impeccabili e classici piatti della cucina italiana ed internazionale ad un prezzo sicuramente più accessibile della tradizionale proposta gourmet del ristorante “Dal Corsaro”, senza abbassare la qualità. La sala piena e l’informalità dell’ambiente sembrerebbero darne puntuale conferma. A questa Ecc.ma Corte confermare o meno questo giudizio. Per le ragioni copiosamente esposte, questa accusa chiede l’attribuzione di quattro burricchi pieni.
VALUTAZIONE “Fork”: Quattro Burricchi. | |||
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Ristorante Fork |
Indirizzo: Viale Regina Margherita 28, Cagliari Telefono: 070664318 [mostra in google maps] |
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