mar
22
2014
Casablanca – Interno
Suonala ancora Jesus, suonala mentre passa il tuo tempo.
Questa è una canzone che sa già di profumi e di sapori d’Oriente ma, come un sogno beffardo che ratto svanisce, ti schiaffeggia con la realtà di ogni giorno, coi colori sbiaditi delle tue primavere, con la puzza dei tuoi vestiti, con la monotonia delle tue abitudini, con le tue discutibili frequentazioni che ogni fine settimana si manifestano per l’irrinunciabile rito pagano consumato sotto l’altare della buona tavola, che tu e i tuoi sacerdoti celebrate con gaudiosa e impegnata liturgia, senza mai risparmiarvi, senza mai veramente pensare al domani… Forse.
Casablanca – Ostriche S.Teodoro
Le discutibili frequentazioni di Jesus, probabilmente avrete già intuito, sono il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, anch’essi prosperi e devoti sacerdoti della liturgia del Donkey Challenge, nel bene e nel male fedeli alla linea dell’opulenza da una parte, e dell’impegno incivile verso il lettore dall’altra, sempre quest’ultimo avido e insaziabile sperimentatore (virtuale) dell’offerta culinaria della Sardegna, dipinta e illuminata dal “lavoro” instancabile di tre navigati burricchi, che si ritrovano qui anche quest’oggi per informarvi, stimolarvi, indirizzarvi una volta di più, verso la gioia.
Ali di razza
Nasello ai ricci
Compagno d’avventura, per la seconda volta nella storia di questo blog, è il Burriccu Loi, Ingegnere operativo, nonché pittoresco personaggio della multiforme galassia asinina, anacronistico hippie nato con quarant’anni di ritardo, profondo estimatore di qualsiasi bizzarria alimentare, promotore di impareggiabili insegnamenti quale «dovremmo basare la nostra economia sulla Felicità Interna Lorda», «le carte di credito non mi servono», «l’agnello lo mangio volentieri, ma non terrò mai un animale morto nel mio frigo», prossimo cittadino del Bhutan e attuale temporaneo cittadino del Sol Levante, motivo per il quale potremo dire di lui qualsiasi amenità che tanto non ci sente (e soprattutto non ci legge).
Casablanca – Antipasti di mare I
E’ proprio il Burriccu Loi a indirizzare privatamente il Triumvirato verso quest’ultima non comune destinazione, che non molti hanno avuto il privilegio di conoscere e frequentare in quel della Via San Lucifero, in Cagliari. L’accesso non è pubblico ma riservato, previa richiesta telefonica, sulla falsariga dei numerosi circoli privati della città. E così il buon Ing.Loi, riuscendo chissaccome a reperire il prezioso numero di telefono, si faceva organizzatore della serata, poi coordinata nei tempi e nei modi dal Raschione Ettore.
Casablanca – Antipasti di mare II
Al nostro arrivo ci si fa incontro il padrone di casa, un gentile quanto austero omaccione canuto, dalle fattezze e dai modi a cavallo tra Dario Fo e il nonno di Heidi. Superato un breve vestibolo (quasi una anticamera) ci immettiamo nell’unica sala da pranzo, un breve corridoio che si estende dall’ingresso fino ad un piccolo bancone ad angolo, da dove il proprietario supervisiona i tavoli degli avventori. I tavoli stessi, sono disposti lateralmente a ridosso delle pareti, caratterizzate, per la parte basale da comuni piastrelle brune e, superiormente, da una bella vernice verde che richiama il colore del sovra-tovagliame.
Abbondanti le stampe e i suppellettili il cui tema generale, a dire la verità, ricorda più la Spagna che il Marocco, ma l’effetto è comunque accattivante e caratteristico.
Casablanca – Cartoccio di gamberi e asparagi
Arriva in orario secondo la sua tabella di marcia l’Ing. Marrocu, comunque un quarto d’ora dopo i tre colleghi, che nel frattempo avevano ingannato il tempo visitando un cantiere non a norma allestito dall’Ing.Loi nella zona, per poi accomodarsi cinque minuti prima che appunto arrivasse l’ultimo commensale. Oltre che il padrone di casa, il servizio è ben tenuto da due più giovani camerieri. Il menù è fissato da un canovaccio generale e quindi non abbiamo bisogno di meditare, ma ci proponiamo semplicemente di seguire il vento e de ci pappai tottu quello che arriva, tra l’altro come da nostra abitudine. Scegliamo però il vino bianco: DOCG “Canayli” del 2013 – Cantina Gallura -, dal gusto e dalla freschezza di un ottimo vino novello.
Casablanca – Astice
Diciamo subito che, per quanto ci riguarda, è stata notevole la sequenza di antipasti del Casablanca, in termini di qualità, quantità (dodici portate) e fantasia, con almeno tre quarti delle pietanze di non comune composizione: non particolarmente sofisticate o scenograficamente presentate, ma di certo ottimamente cucinate.
Si iniziava con un plateau di gustosissime ostriche di S.Teodoro, per poi proseguire con capesante e cozze gratinate, meno brillanti ali di razza marinate al limone, saporitissima insalata di tonno e fagiolini cannellini, e con uno spettacolare piatto di pesce nasello condito con ricci di mare. Superbe!
Casablanca – Frittura di calamari
La linea mediana degli antipasti veniva superata da un insolito e delizioso pulpo alla gallega (polpo alla galiziana, in accordo con il tema dell’ambientazione, tanto che ipotizziamo che lo chef in cucina, abbia avuto dei trascorsi nei ristoranti in terra iberica) con peperoncino e cipolle, per poi continuare con gattuccio di mare in agrodolce (scabecciu), insalata di seppie e carciofi, rana pescatrice con funghi cardoncelli, un incredibile carciofo ripieno di polpa di gamberi, per concludere con squisito cartoccio di gamberi e asparagi. Decisamente, chapeau!
Linguine ai ricci
Il pasto non proseguiva, come potevamo aspettarci, con un “primo piatto”, ma invero con un secondo che farà (scopriremo poi) le veci di un primo: veramente succulento astice in insalata – cottura perfetta e retrogusto di mare ben presente – accompagnato da una deliziosa salsina, probabilmente olio e interiora dello stesso crostaceo. Il gusto dell’astice veniva poi supportato da una frittura di calamari di buona fattura che però, a quel punto della serata, in considerazione della pienezza dei nostri stomaci, risultava abbastanza accessoria.
Fragole e limone
Pensando che la cena potesse qui terminare, ci ha stupito non poco la proposta indecente del titolare: «terminiamo con uno spaghettino?» che richiama più alla tradizione tutta romanesca del “digestivo”, piuttosto che alle abitudini indigene.
Ad ogni modo, forse perché strapieni, quest’ultimo piatto non risulterà all’altezza dei precedenti: linguine che sembravano condite con pochi ricci e con il sugo del ragù. Semplice e discreto, invece, il dessert che è seguito: ciotola di fragole condite con limone.
La cena si concludeva quindi senza amari e con due semplici caffè per Jesus e Loi.
Costo complessivo 37 euro, da considerarsi adeguati e finanche inferiore alla qualità e quantità di quanto mangiato.
Il Casablanca è un locale carino e pittoresco, caratterizzato da una cucina semplice ma gustosa, con piatti originali e con qualche contaminazione extra-cagliaritana. Non adatto per un primo appuntamento, ma di certo accogliente e piacevole per una serata con gli amici all’insegna della buona tavola. Tre burricchi con menzione speciale per l’abbondanza.
VALUTAZIONE “Casablanca”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante Casablanca |
Indirizzo: Via S.Lucifero, Cagliari
Telefono: Non disponibile [mostra in google maps]
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commenta | tags: agrodolce, Ali, alla Gallega”, amari, antipasti di mare, antipasti primi, asparagi, astice, caffè, caffè per Jesus, cagliari, calamari, calamari fritti, canayli, cantina, capesante, carciofi, Carciofo ripieno, cartoccio, casablanca, chef, cipolle, commenti, cozze, cucina, dessert, docg, fagioli cannellini, fragole, funghi cardoncelli, gallura, gamberi, gambero, gattuccio, gratinate, indirizzo, insalata, limone, Loi, Lunguine, mappa, marocco, Nasello, opinioni, ostriche, peperoncino, polpa, polpo, prezzo, qualità, Rana pescatrice, razza, recensione, ricci, riccio, ristorante, s teodoro, San Teodoro, sardegna, scabbecciu, seppie, spagna, telefono, tonno, valutazioni, via san lucifero, vino bianco, zucchero
lug
27
2013
BIC – Esterno
E’ in una torrida sera estiva dell’ultima decade di luglio, che i triumviri titolari più il burriccu di scorta Sollai (di seguito denominato “lo scrivente”), si ritrovano per una ormai “ultracentenaria” ciccionata. L’appuntamento è, come sempre per le ciccionate fuori porta, all’ombra dei cipressi in quel di Pauli, crocevia ideale per tutti i partecipanti, compreso l’Ing. Marrocu, neo “cerexino” d’adozione. Appuntamento fissato per le 20, e con solita solerzia svizzera, carovana pronta a muovere verso la culla del Medio Campidano. Non appena guadagnato l’abitacolo della berlina americana, un sempre indisciplinato Ing. Marrocu dà il via alle prime scaramucce e discussioni su: temperatura interna, sistemazione sedili, e regolazioni varie, dimostrandosi sempre avvezzo a manifestazioni sterili e provocatorie. Immancabile l’intervento del Raschione sull’itinerario da seguire, che dovrebbe secondo lui sempre prevedere un passaggio di fronte alla cattedrale dove egli presta servizio infrasettimanale.
BIC – Interno
Le escursioni fuori dai confini cagliaritani danno l’opportunità ai burricchi, come consuetudine, di apprezzare il frenetico avanzamento dei lavori nella SS 131, leggi Carlo Felice – che nell’arco degli anni è diventata consuetudine triste – e apprezzare i commenti di un sempre polemico Ing. Marrocu, che non esita ad inveire verso tutto ciò che dai più viene considerato motivo d’orgoglio regionale, come paesaggio, clima, mare e servizi in genere. Tra una deviazione, un restringimento di carreggiata ed una estemporanea prova di safety car, nei confronti di una utilitaria strombazzante guidata di una gentilissima signorina (burricca), i critici culinari guadagnano la destinazione alle ore 20:45 in punto, ben quindici minuti prima dell’orario di prenotazione, ma oltre quindici minuti dall’orario di chiusura di un Brico Center situato nei pressi del parcheggio, che avrebbe costituito un passatempo ideale per ammazzare il quarto d’ora d’avanzo alla ricerca di qualche pezzo da bricolage, e soprattutto avrebbe prolungato il tempo di permanenza oltre l’orario di lavoro dei commessi inferociti. Teatro del sollazzo settimanale è il Ristorante, Pizzeria, Pub etc., BIC, sito nella vecchia statale 131, all’altezza di Sanluri.
BIC – Antipasti
Il nome BIC non deriva da un nostalgico delle vecchie penne a sfera, penne che tanti di noi hanno visto accompagnarsi alla propria carriera scolastica, ma dall’acronimo di BAR & ITALIAN CUSINE, denominazione che troviamo decisamente azzeccata vista la location internazionale. Seppur con qualche minuto d’anticipo si decide di guadagnare l’ingresso della struttura, articolata su più sale, capaci di accogliere un gran numero di avventori. La configurazione “estiva” del locale ruota intorno ad un gazebo in legno (pub) dove viene servito un apericena a favore dei clienti meno avvezzi alla spesa in un ristorante – subito apostrofati con un aggettivo che per diplomazia lasciamo immaginare a chi legge – che si affaccia in un giardino con piscina e attigua copertura, sempre in legno ma priva delle amate controventature, sotto la quale trovano sistemazione un ventina di tavoli. Il giardino, arredato con dei divanetti, risulta abbastanza spoglio e spartano, ed è motivo di discussione tra i commensali, che audacemente si cimentano nel suggerire soluzioni di alta architettura per l’abbellimento dello stesso.
Pizzette fritte
Carpaccio di tonno
I burricchi vengono accolti da un affabile cameriere e fatti accomodare in una tavolo rettangolare, apparecchiato in maniera contraddittoria, con posate e bicchieri adeguati ma con dei discutibili fazzoletti di carta!! Il cameriere, che si rivelerà attento e affidabile, propone di iniziare con un aperitivo, che trovava convergenti i tre quarti della compagnia su uno Spritz, ed il solito Jesus controtendenza, arrevesciu, che optava invece per un Martini Bianco. Gli aperitivi venivano accompagnati con delle tartine di pane guttiau farcite con un formaggio spalmabile spolverato con della bottarga di muggine dal sapore molto delicato e gradevole. Si poteva così passare alle ordinazioni di antipasti e primi, e del nettare di accompagnamento, scelto da un sovrastimato Ing. Marrocu, che continua, nonostante attestati millantati, a dimostrare notevoli carenze in materia enologica. La scelta pertanto ricadeva su una etichetta toscana della cantina “Banfi”, Vermentino Toscano IGT “La Pettegola”, definito dopo la immancabile sceneggiata dell’assaggio come vino “leggero”, e rivelatosi invece abbastanza “pesantuccio”, visto un titolo alcolemetrico di tredici gradi. La somministrazione e l’assaggio venivano proposti da un secondo cameriere, ovviamente scambiato per il primo dal nostro assaggiatore, già in avanzato stato confusionale nonostante ancora sobrio.
BIC – Riso Carnaroli gamberi cozze
Le ostilità avevano così inizio con il susseguirsi di una serie di antipasti consistenti in: polpo con patate, che si presentava con una ottima consistenza ma con un condimento poco deciso, secondo il Raschione a causa di un olio d’oliva non all’altezza. A seguire: capesante con gambero rosso del Mediterraneo su vellutata di piselli, considerato da tutti gradevole ma non eccellente, visto l’abitudine alla crema di piselli di un burriccu occasionale che si diletta in cucina di stanza in Parteolla. Ancora Pizzetta fritta ripiena di bufala con coulis di pomodoro, dal gusto veramente notevole. Poi carpaccio di tonno marinato agli agrumi con finocchietto e scalogno, di buona fattura, e per concludere un sublime crostino con pomodorini e bottarga a pezzi.
Paccheri alla marinara
Ravioli con capesante
La cena proseguiva quindi con la degustazione dei primi piatti, considerati senza dubbio il pezzo forte della cucina: ravioli dello chef con ripieno di ricotta e capesante per i burricchi anziani, Risotto “carnaroli” con gamberi e cozze, mantecato alle capesante, per il burriccu Marrocu, e Paccheri di Gragnano alla marinara, con gamberi, scampi, calamari, arselle e cozze per lo scrivente. Tutti i primi piatti si sono rivelati eccellenti, e di sicuro nettamente superiori al resto delle pietanze.
BIC – Tempura di gamberi rossi
Terminati i primi piatti, i famelici burricchi decidono all’unanimità di ordinare anche i secondi, non prima di aver approvvigionato il nettare di accompagnamento, che veniva prontamente ordinato dal Raschione, che nonostante nessun titolo da esibire si dimostrava ben più preparato in materia del sovrastimato Ingegnere Civile. La scelta ricadeva sempre su un Vermentino, questa volta di Sardegna DOC, un eccellente “Longhera”, della cantina Carpante di Usini. In attesa dell’arrivo dei secondi piatti, la serata veniva in qualche modo allietata da Jesus, che iniziava a manifestare i sintomi di una fantomatica puntura di una mosca cosiddetta “cavallina”, che sfociavano ad un certo punto in una urticante fastidio agli zoccoli (peisi), tanto da portarlo a dover richiedere del ghiaccio supplementare, per evitare di dover immergere gli stessi zoccoli all’interno della suaglass.
BIC – Filetto di tonno croccante all’arancia
Arrivavano a seguire i secondi piatti, equamente divisi tra i quattro commensali, consistenti in un ottimo filetto di tonno croccante all’arancia su letto di rucola e pinoli tostati, e in una tempura di gamberi, con una pastella non indimenticabile. In una cena che si rispetti non poteva di certo mancare l’apporto glicemico del dessert, ordinati tra lo stupore del cameriere, che avrà pensato… ma cantu azzz pappanta custusu? Venivano così ordinati una panna cotta al caramello per Jesus, Semifreddo al caffè per Raschione, Tagliata di ananas per il Marrocu, presentata al tavolo con due foglie dalle evidenti sembianze di padiglione auricolare ainino, e tortino al cioccolato freddo per lo scrivente. Immediatamente dopo l’ordinazione il cameriere portava al nostro tavolo la spiacevole notizia della mancanza del caramello, problema che veniva immediatamente risolto su suggerimento dell’Ing. Marrocu (allora l’accademia di Pirri a qualcosa sarà pur servita), con una preparazione espresso da parte dello chef del caramello, esecuzione peraltro non gradita a Jesus, che poi confessava di non gradire proprio come tipo di dessert la panna cotta, ma che impavido cercava di trovare uno chef che gli facesse cambiare opinione.
BIC – Dessert
Anche i dessert venivano considerati di buona fattura, pur non raggiungendo l’eccellenza dei primi piatti. Per concludere gli immacabili digestivi ed i caffè. Cynar con ghiaccio per Jesus, Rum “Santa Teresa” per Raschione, Rum Pampero Riserva per il Marrocu, che contribuiva in maniera definitiva ad innescare la sua vena polemica nei confronti dell’incompetenza del Raschione in fatto di Rum agricoli, facendola sfociare in un pippa allucinante e interminabile, con tanto di reprise anche durante il viaggio di ritorno. Costo finale, € 44,41 cadauno, arrotondato per eccesso su inconsueto invito dal burriccu susunku per eccellenza, che poi subito cercava di rifarsi scroccando una sigaretta ai camerieri, e facendo incetta di vivident dalla scorta automobilistica dello scrivente.
Il Ristorante BIC, offre di sicuro una cucina di buona levatura, con una scelta comunque interessante di piatti semplici e più elaborati, una location informale ma comunque gradevole, anche se in una posizione non facilissima da raggiungere per i forestieri. Valutazione finale: tre meritati burricchi!!
VALUTAZIONE “B.I.C.”: Tre Burricchi. |
Ristorante BIC |
Indirizzo: Km. 45 Strada Statale 131, Sanluri
Telefono: 0702359488 [mostra in google maps] |
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feb
24
2013
Milestone – Interno
Quanti pochi passi percorre un cavallo al galoppo, lanciato sulla strada che porta alla cima del monte. E se tanti passi occorrono per raggiungere una pietra miliare, e poi un’altra e dopo un’altra ancora, se ogni pietra è lo scandire di una passione, perché precipitarsi così rapidamente alla meta, per assaggiare solo brevi ed impercettibili istanti di tutto questo? Capite allora perché su cuaddu (ti seduca) che è fiamma che brucia un secondo, tanto invidia al fioco lume del burriccu, che per infiniti lampi, lungo la Via vi accompagna. Prese le bisacce e sellato su molenti, i Triumviri s’incamminano lungo l’irta mulattiera. Raggiunta la collina, seduti sul bordo della strada, ora vi canteranno la loro nuova avventura.
Milestone Antipasti
Non saranno tre soli i burricchi, che per quest’ultima peripezia si arrampicheranno in quel di Castello, per portare omaggio a un nuovo e suggestivo altare della ristorazione cagliaritana.
Uno solo sarà però il menestrello che ve ne canterà racconto. Questo menestrello, solo brevemente accennerà a come nuovamente la responsabilità del componimanto sia stata a lui – nonostante la folta combriccola di musicanti – affidata. Oltretutto, in questa circostanza, non potrà contare sull’assistenza del Raschione Ettore («sono incasinato») che ha provveduto a inviare via whatsapp la vera natura dei suoi casini: un piatto di granchietti marinati e una coppa di polpa di ricci di mare accompagnata da pane carasau! Jesus quindi, per protesta, già preannuncia una sua pausa letteraria per la prossima ciccionata. Se non salterà fuori qualche autore di buona volontà, il Donkey challenge si fermerà per una settimana!
Milestone – Pettini di mare
Venerdì sera. Jesus e il Raschione, in maniera piuttosto anomala per le loro abitudini, scelgono di convergere, con differenti strumenti di locomozione, ad un medesimo punto di incontro. Passeggiando poi in quel di “Castello”, incrociano il terzo Triumviro ufficiale, l’Ing. Marrocu, che li seguirà verso la destinazione finale, il ristorante “Milestone”, nella caratteristica Via Corte d’Appello, in Cagliari. Lì di fronte, in netto anticipo rispetto all’orario stabilito, il Burriccu Sollai e lo chef Taras pazientemente aspettano l’arrivo dei loro prossimi commensali. All’appello mancavano ancora l’avvocato Pisano e il Burriccu Orione, la cui abitazione non dista più di poche decine di metri dal locale. Alle 21 esatte, ignorando i burricchi ritardatari, la comitiva varcava la soglia d’ingresso del ristorante.
Milestone – Ricotta mustia, Fainè di ceci
L’interno del “Milestone” riprende il bel tema rustico medioevale di molti locali di Castello. Articolato in vari piccoli ambienti e nicchie, intervallati da brevi dislivelli, si presenta con pareti in roccia viva, lampadari in metallo, arredi minimalisti di discreta e sobria eleganza. L’ampio vestibolo di ingresso accoglie la zona di preparazione delle pizze, mentre risultano più fuori dal contesto le ampie vetrine affacciate sulla Via, che troppo rapidamente riconducono l’impronta estetica, sotto una luce più lineare e moderna.
Presto congiuntisi ai due meno puntuali Burricchi, i membri della conventicola si accomodano in uno spazioso tavolo della sala laterale. Poco più tardi, raggiunti da maître e titolare, possono prendere visione del menù, per poi subitamente deliziarsi con uno spumante di benvenuto (rosè di Valdobbiadene), accompagnato da un pre-antipasto composto da ottime bruschette alla crema di gorgonzola e noci, con spolverata di semi di papavero.
Milestone Primi piatti
Dopo qualche tentennamento, viene scelto il vino che ci accompagnerà durante la serata: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente” della cantina “Santadi”, ottimo e rapidamente tracannato, anche se servito (l’Ing.Marrocu ha avuto occasione di segnalarlo platealmente alla cameriera durante il rituale dell’assaggio) leggermente troppo caldo rispetto alla temperatura ideale. Oltre che questo e altri difetti di tempistica nel servizio, dobbiamo registrare, durante la serata, un grave deficit di disponibilità delle toilette per un improvviso – ci è stato comunicato – problema idraulico. Nonostante la responsabilità non possa essere attribuita colpevolmente all’efficenza del ristorante, non possiamo non sottolineare il progredire del nostro malessere («tengu sa vescica cummenti una zampogna») durante l’incedere di cena e, soprattutto, delle bevande assorbite. Culmine di questa afflizione, è stata la sfida lanciata dallo chef Taras, di fronte a una “0.30” chiara: «Scommetto che riesco a berla in meno di quattro secondi». La registrazione video-magnetica della prova verrà pubblicata a tempo debito.
Milestone – Pizza nero di seppia rucola gamberi
Oltre ai crostini di benvenuto, l’assaggio di antipasti che proponeva il menù, si concentrava su quattro portate assolutamente originali, gustose e, nel complesso, ottimamente preparate: buonissimi pettini di mare (capesante) con caviale di melanzana e crema di peperone rosso; bresaola con rucola e salsa di capino francese; tonno affumicato al pepe rosa con finocchi e spremuta di agrumi cotti al forno; eccezionale ricotta mustia scottata in padella, con fainè di ceci e rucola in salsa mediterranea. Quest’ultimo piatto ha preteso inevitabilmente un bis.
Anche i primi piatti si presentavano di ottima e originale fattura, anche se contaminati da importante gaffe culinaria. Non chiedetemi di specificare esattamente chi dei commensali abbia preso che cosa, perché ero più concentrato sulla mia vescica piuttosto che su altri futili dettagli: ottimi ravioli freschi con cuore di carciofo in crema di castagne e formaggio Asiago; fantastici spaghetti con rana pescatrice, melanzane e pomodori cherry al profumo di maggiorana; trofie al pesto di rucola e gamberi che, a una prima analisi visiva e gustativa, ci sono parsi dozzinali “argentini”. Oltre ai piatti comandati, il lungimirante e analitico Ing.Marrocu, ha preteso di testare l’ultimo primo proposto dal menù, salvo poi abbandonare temporaneamente la sala, dopo averlo appena assaggiato: eccellente zuppa del giorno di patate e carote, con crostini e condimento di formaggio caprino e caviale.
Pizza fiordilatte lardo e miele
Pizza fiordilatte cardoncello ricotta
A questo punto della cena, di comune accordo i Burricchi decidevano di evitare dei secondi “convenzionali”, per focalizzare la loro attenzione su una delle caratteristiche peculiari del “Milestone”: la pizza! Non si tratta, invero, di pizze di tradizionale fattura, che potete degustare in qualunque locale della zona. Dopo una lunga (forse ingiustificata) attesa, prima che arrivassero le birre richieste come abbeveraggio d’abbinamento, i commensali riuscivano velocemente a divorare: una ottima pizza con salsa al pomodoro, nero di seppia, gamberi, rucola, pomodori cherry e cipolline primavera; pizza con condimento di fior di latte, funghi cardoncello e ricotta mustia; sublime pizza al fior di latte, con lardo di colonnata, rucola, scaglie di pecorino e miele di corbezzolo, una delle più buone mai assaggiate in vita mia!
Milestone – Dessert
I dessert sono stata la giusta conclusione della serata: torta di ricotta, mandorle, arance; ottima panna cotta con caramellato al caffè; buonissimo tortino caldo al cioccolato con gelato al pistacchio di Bronte; strepitoso tiramisù in coppa di biscotto croccante. Eccellenti!
Invero, dobbiamo dire che i dolci non sono stati adeguatamente supportati, per mezzo di un passito servitoci eccessivamente caldo.
A questo punto, in assenza di liquori particolarmente appetibili, anche in virtù del livello di saturazione alimentare raggiunto, i commensali concludevano la loro avventura, con dei caffè e una “Fanta” (non disponibile l’adorata “Sprite”) per il Burriccu Sollai. Costo finale dell’esperienza 40€ cadauno, assolutamente commisurata alla qualità di quanto assaggiato, ed integrata a 45, per merito di un magistrale impegno comunicativo dello chef Taras, che ha così arginato sul principio qualsiasi atto di susunkaggine da parte di taluni recidivi astanti.
Il Ristorante “Milestone”, non é assente di qualche difetto organizzativo, che si è manifestato durante l’incedere della serata, e che speriamo possa risolverli durante il rodaggio del locale. Epperò, l’indiscutibile qualità della cucina, associata ad una incredibile originalità delle ricette – con particolare riferimento alle pizze – espresse in un ambiente suggestivo e romantico, lo collocano di certo tra i ristoranti più appetibili nel panorama gastronomico di Cagliari, e del quartiere “Castello” in particolare. Quattro burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Milestone”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Milestone |
Indirizzo: Via Corte D’Appello 33, Cagliari
Telefono: 0707564335 [mostra in google maps]
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11 commenti | tags: agrumi cotti, antipasti, antipasto, arance, asiago, biscotto croccante, bresaola, Bronte, bruschette, brut, caffè, cagliari, cala silente, cantina santadi, capesante, caprino francese, caramellato al caffè, carote, castagne, castello, caviale, ceci, cioccolato, cipolline primavera, commenti, condimento, conto, costo, crema, crostini, cucina sarda, cuore di carciofo, dessert, DOC, dolci, fainè, fanta, finocchi, fior di latte, focaccia, formaggio, formaggio caprino, funghi cardoncello, gamberi, gamberi argentini, gelato al pistacchio, gorgonzola, granchietti marinati, indirizzo, lardo di colonnata, maggiorana, mandorle, mappa, melanzana, melanzane, miele di corbezzolo, milestone, moscato, nero di seppia, noci, opinioni, pane carasau, panna cotta, patate, pepe rosa, peperone rosso, pesto di rucola, pettini di mare, pizza, polpa di ricci, pomodori cherry, prezzo, primi piatti, qualità, Rana pescatrice, ravioli freschi, recensione, ricotta mustia, ristorante, rosè, rucola, salsa, salsa al pomodoro, salsa mediterranea, sardegna, scaglie di pecorino, scottata, semi di papavero, spaghetti, sprite, spumante, telefono, tiramisu, tonno affumicato, torta di ricotta, tortino caldo, trofie, Valdobbiadene, Valutazione, vermentino, vino, zuppa del giorno
gen
20
2013
Le plus Bon – Interno
Mettiamo subito le cose in chiaro: quest’oggi sono drammaticamente appuntorato e quindi, dopo aver doverosamente ringraziato la Donna del presidente <3 per le amorevoli e materne cure prestate al mistico capezzale, non cercherò di nascondere il fastidio e il disappunto per la mia personalissima nuvoletta influenzale, che si manifesta periodicamente tra le 18 di Venerdì sera e le 7 di Lunedì.
Motivo per il quale, ragionando sulla responsabilità e sull’obbligo morale che grava su Jesus e sui Burricchi, in favore della fame di conoscenza dei propri fan, anche questo fine settimana potrete godere della nostra ebdomadaria recensione, ma non lamentatevi della resa letteraria!
Le plus Bon – Antipasti
Venerdì sera. A bordo della 150cv, Jesus e il Raschione Ettore si dirigono verso il ristorante “Le Plus Bon”, di non lontanissima apertura in quel di “Piazzetta Unione Sarda”, nuovo punto di ritrovo delle attività ludico-alimentari di Cagliari. I fumi del male già pervadono la mente dell’auriga Jesus (come se ve ne fosse stato bisogno), che sbaglia lo svincolo e si dirige verso Sassari tra le urla e gli insulti del Raschione. Poco male, la correzione della rotta non è difficile ma, di lì a breve – a dieci minuti dal rendez vous – uno sprezzante e improponibile messaggio dell’Ing. Marrocu metteva in allarme la macchina organizzativa del Donkey Challenge: “Sono stanco, non vengo”!
«Questa è la volta buona che scatta la squalifica… anche stasera in formazione PACS!»
Le plus Bon – Risotto
Alloggiata la 150cv nel comodo parcheggio custodito sotterraneo, gratis per le prime tre ore (cosa che stimolerebbe la celerità metabolica di qualsivoglia susunku in procinto di desinare), i due Burricchi, già rassegnati ad una romantica cena a due, fanno il loro ingresso nel locale. “Le plus bon” (letteralmente il più buono) era già conosciuto in città come ottimo caffè/pasticceria/panetteria/servizio catering, abbondantemente utilizzato in passato dallo stesso Jesus, finanche per celebrare il proprio genetliaco con tanto di tartine al caviale, pasticceria mignon, torte alla nutella e spumanti DOC. I colleghi tutti ancora ringraziano!
In Piazzetta Unione Sarda, ritroviamo la stessa insegna e lo stesso logo, declinati però in chiave estesa ristorante/pizzeria.
Le plus Bon – Frittura di mare
La sala principale del ristorante appare, nel proprio contesto, enorme: dalla vetrina di ingresso (si prega vivamente di aprire o mascherare la porta di sinistra! ndr.) si sviluppa longitudinalmente seguendo il lungo bancone del bar, fino a raggiungere l’estesa parete opposta, dove quasi si mimetizzano gli ingressi di toilettes e cucina. I piccoli ed eleganti tavoli squadrati di colore chiaro, sono raggruppati in linea retta, tra loro piuttosto ravvicinati, pur occupano, nel complesso architettonico, solo una parte dello spazio disponibile. Lo stile è accentuatamente spigoloso e moderno, disegnato essenzialmente dai numerosi segmenti di luce colorata, integrati nelle pareti e nel contro-soffitto bianco. Le stesse pareti vengono decorate con stampe minimaliste e con una sorta di traslitterazione dispersiva, in caratteri rosso lucido, del nome del locale. L’effetto complessivo riconduce il tutto ad una ambientazione spaziosa, ma rumorosa e caotica allo stesso tempo. Lateralmente localizzata in fondo al locale, compare invero una ulteriore e più piccola sala – dove i Burricchi vengono alloggiati – che maggiormente apprezziamo per intimità e utilizzo degli spazi (confinati con una bella vetrata dalla quale si può scorgere via Santa Gilla) ma che si pavoneggiava di una vibrata e continua stimolazione luminosa al neon (potete verificarlo dalla qualità psichedelica delle foto) che, così come i giochi per la PS3, dovrebbe venire corredata da avvertenze sui rischi di permanenza prolungata. Durante la cena, per rilassarsi un po’ la vista, Jesus ha avuto modo di andare alla toilette dove, casualmente, una lampadina difettosa procurava peggiori effetti di pulsazione nevrotica: «a boccidura!»
Le plus Bon – millesfoglie al cioccolato
Dopo esserci scusati con il gentile cameriere per l’assenza del terzo burriccu, ed essere stati fatti accomodare ad un tavolo per due, ecco la inaspettata sorpresa: l’Ing. Marrocu si manifestava ex-abrupto in sala. «Che bei piccioncini romantici!» … «Ma allora Lei è veramente un burriccu!», la nostra risposta. Proseguiti per un po’ gli insulti reciproci, e cambiato obbligatoriamente tavolo, finalmente i burricchi potevano prendere visione del menù del ristorante che, escludendo la sezione pizze, pare intelligentemente articolato in quattro/cinque non banali pietanze per ciaschedun raggruppamento di entrée, primi piatti e secondi/insalate. Dopo una breve consultazione Jesus si rivolgeva al maître (che guardacaso scopriamo essere un conoscente dell’Ingegnere): «prendiamo tutti gli antipasti, escluso il primo in elenco.», ottenendo, in risposta, una valida alternativa: «se permettete posso consigliavi…». Seguito dall’elenco degli antipasti dal secondo all’ultimo in menù!
Invero, nonostante la ottima dotazione tecnologica del personale (con palmari direttamente collegato alle cucine) e la conseguente celerità nella gestione delle comande, il servizio pare peccare con difetti nei più piccoli ed umani dettagli, come il non presentare spontaneamente il pane al tavolo prima dell’inizio della cena, o come il “dimenticarsi” di corredare il cestello del ghiaccio con una opportuna stoffa per asciugare la bottiglia di vino, che nella fattispecie era un ottimo Vermentino di Sardegna DOC “Opale”, delle cantine “Mesa” di Sant’Anna Arresi, scelto e valutato con dovizia dall’Ing.Marrocu.
Le plus Bon – Panna cotta al cioccolato
Come anticipato, gli antipasti scelti e proposti erano di non banale fattura e, complessivamente, di buona sintesi. Riportiamo (dalla stessa carta): Tataki (senza crosta di sesamo, come questa denominazione suggerirebbe) di tonno fresco con insalatina di riso nero integrale, maionese di ricci di scoglio e bottarga, ben presentato e gustoso (a mio gusto il migliore piatto del trittico); Insalatina tiepida di polpo arrostito alla griglia, con radicchio rosso, ceci, ciliegini e riduzione di aceto balsamico, dal particolare impiattamento che la faceva apparire più una zuppa, anche data la quantità di sugo (piuttosto insapore), presente sul fondo; piccola quiche con gruyère (gruviera svizzero, quello vero non l’Emmental con i buchi, con il quale viene spesso confuso!) porri e pancetta su fonduta di mozzarella di bufala: buona.
Pur indirizzati verso altre scelte dal risoluto maître, e nonostante le possibili alternative, i testardi Burricchi si concentravano su un unico primo piatto: risottino Carnaroli mantecato al nero di seppia, con julienne di capesante, seppie, brunoise (dadini) di verdurine di stagione e spolverata di bottarga di muggine. Nonostante l’intrinseca rusticità della presentazione, possiamo giudicare questo piatto appetitoso e abbondante.
Le plus Bon – Sacher Torte
Molto meno positivamente, si manifestava l’assaggio di secondo richiesto: di fatto, una delle peggiori fritture di mare – con calamari, patatine e gamberi -, mai sperimentata! La panatura, eccessivamente unta d’olio, lasciava facilmente nudi i gamberi, venendo via con un soffio, tanto da far venire il sospetto che fosse stata preparata da ore e tolta dal frigorifero un minuto prima di venire tradotta nell’olio bollente; questa supposizione è in accordo con i brevissimi tempi di produzione, non «eticamente» compatibili con la ricetta di una buona frittura.
Anche i dolci – preconfezionati, pur se ben presentati -, non ci lasciano un buon ricordo: Sacher torte eccessivamente asciutta per Jesus, anonima panna cotta al cioccolato per l’Ing.Marrocu, fortunatamente buona millesfoglie al cioccolato per il Raschione.
La cena si concludeva quindi con 2 caffé, un mirto per Jesus, una grappa barricata per il Raschione (ripudiata l’”Animanera” offerta come surrogato del richiesto liquore alla liquirizia). Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi un 15-20% eccessivo rispetto alla qualità complessiva registrata.
Le plus Bon si caratterizza con una ambientazione accattivante e alla moda, con un servizio rapido ma non sempre impeccabile e con un menù di buon livello, messo in pratica però in maniera talvolta approssimativa. Grossa la delusione per i dolci: con una tradizione ed un nome così altisonante, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Due burricchi.
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mag
6
2012
Martinelli's – Burricchi al lavoro Censured
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie’ mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Sabato 5 maggio, nel giorno in cui il mondo ricorda il passaggio a miglior vita del grande generale Bonaparte, inizia inesorabile, quanto inconsapevole, il tramonto della carriera di chi più di tutti è stato ai margini della scena, seppur come protagonista, ma che nemmeno come spettatore contribuisce in qualche modo alla causa, allo stesso modo di un altro grande condottiero (non più il Napoleon, ma il Magno Alessandro) greco, dalla vita privata chiacchierata quanto quella di Balotelli che riuscì, in soli dodici anni, a conquistare i territori che dall’Egitto vanno fino all’India, tanto da ispirare una produzione letteraria per cui egli appare come un eroe mitologico al pari di Achille, pose fine ai suoi giorni probabilmente in seguito ad un eccessivo abuso di alcool durante una cena.
Martinelli's – Carpaccio di tonno al sale nero
Non sfuggirà all’attento lettore l’assoluta casualità dei riferimenti storici appena citati, utili solamente per dare colore alle nostre recensioni, e lungi dall’insinuare dubbi o allarmi sull’inevitabile affacciarsi di una nuova era, di nuove avventure, di nuovi personaggi.
Sono le 20:58 quando il telefono di chi Vi scrive squilla perentoriamente; dall’altro capo un irrequieto Ing. marrocu, per l’occasione stranamente in anticipo all’appuntamento.
Ing. M.: “Dottore! dove siete??”
E.: “stiamo girando l’angolo adesso…”
Ing. M.: “non vi vedo…”
E. : “guardi meglio!!..”
Dopo circa ottocento metri e almeno cinque minuti di cammino la Standard and Poor’s asinìna si ritrova al completo, in formazione titolare, presso la soglia alla soglia della nuova destinazione: il ristorante Martinelli’s, nella centralissima via Principe Amedeo.
Martinelli's – Carpaccio di salmone con finocchi
Martinelli's – Carciofi bottarga, Tortini aringhe
Il locale è decisamente piccolo ma splendidamente curato ed illuminato. Un piccolo disimpegno separa la porta d’ingresso dalla sala principale, che si sviluppa interamente in lunghezza e nella quale trovano posto una trentina di coperti. Gli arredi nella propria sobrietà risultano elegantissimi: comode sedie rivestite in simil pelle a contorno di tavoli quadrati color noce e piccole tovaglie disposte verticalmente. Fra le pareti chiare e spugnate si aprono graziose decorazioni con mattone sardo e trovano posto diversi mosaici in ceramica che riprendono raffigurazioni Maya. In fondo alla sala una splendida vetrina/cantina nasconde la cassa e l’accesso ai servizi, servizi che, nonostante gli spazi angusti, segnaliamo per raffinatezza e funzionalità. L’illuminazione è garantita da semplici plafoniere in tessuto quadrate con lampade a luce calda.
Martinelli's – Pasticcio di gamberi in capasanta
Il servizio in sala è garantito da due efficienti e simpatiche cameriere, che dimostrano un approccio abbastanza informale, ma alle quali dovremmo appuntare qualche episodio di distrazione.
Veniamo accolti con un insolito apricena costituito da una porzione di patate fritte, inspiegabilmente non accompagnate da un appropriato prosecco. Decidiamo di iniziare le danze con una carrellata di antipasti di mare misti trascurando, secondo quella che si rivelerà una scelta azzardata, il consiglio della cameriera, che suggeriva porzioni ridotte al fine di arrivare a gustare anche i secondi piatti, rispondendo esclusivamente all’avidità delle nostre fauci.
Tonno con olive
Cernia funghi mele
Frittelle di gianchetti
Il nettare eletto per la serata è uno splendido Vermentino Lupus in Fabula delle tenute Olbios di Olbia, annata 2011, servito colpevolmente senza un adeguato rito dell’assaggio, rito che premia sempre le raffinate papille gustative dell’Ing. Marrocu e utile per la scenografia piuttosto che per garantire la correttezza della scelta.
L’approccio con la cucina è sensazionale: si inizia con un eccellente carpaccio di tonno rosso, insaporito con sale nero e impreziosito con germogli di porro, seguito da un altrettanto gustoso carpaccio di salmone guarnito con germogli di finocchio.
Si prosegue con un ottimo piatto di carciofi con scaglie di bottarga e degli squisiti tortini di patate e aringhe affumicate: spettacolo!
Martinelli's – Spaghetti ai filetti di triglia e zafferano
Si cede poi il passo agli antipasti caldi e i Donkeys rimangono decisamente impressionati da una sinfonia perfetta di sapori, interpretazione fuori dal comune delle ricette e maestria nel dosaggio degli ingredienti: spettacolare pasticcio di code di gamberi, pomodorini e avocado, servito su conchiglia di capasanta, gradevole tonno in umido con olive, ottima cernia con funghi, per arrivare al piatto forte del ristorante, sontuosa cernia con le mele: chapeau! Chiudono gli antipasti, delle delicatissime frittelle di gianchetti.
Martinelli's – Tagliolini cernia pomodorini bottarga
Nonostante l’appagamento del gusto, che stimola l’avidità alimentare, fra i Triumviri si affaccia lo spettro di un accenno di saturazione, accenno che diventa poi sentenza inesorabile al cospetto dei primi piatti: tagliolini con pomodoro, dadini di cernia e bottarga per l’Ing. Marrocu e primo del giorno – per questo motivo al di fuori del menu -, per Ettore e Jesus: straordinari spaghetti allo zafferano con pomodirini e filetti di triglia.
I primi piatti si allineano all’eccellenza degli antipasti, ma sono stati serviti in quantità eccessivamente abbondanti, decretando la prossima fine delle ostilità, non prima del passaggio al dessert.
Dessert assortiti
Mousse al cioccolato
Dopo una sterile discussione con la cameriera sull’offerta dei dolci e sull’abbondanza delle porzioni, si decide per una zuppa inglese per l’Ing. Marrocu, mousse al cioccolato per un (non) amante del genere, Jesus, e con un iperglicemico quanto scenografico vassoio di assaggi per Ettore: tiramisu, zuppa inglese, mousse al cioccolato con panna e sciroppo di frutti di bosco, mousse di frutti di bosco con panna e sciroppo di ciliegie. Dessert ineccepibili come gusto e presentazione. La cena si conclude con dell’ottimo liquore di liquirizia della casa per Ettore e l’Ing. Marrocu e una grappa barricata per Jesus.
Costo della serata: 50€ cad. Burriccu, da ritenersi in linea con la straordinaria qualità della cucina, ma subito rimpinguata da una cospicua mancia finanziata dai soliti noti(due).
Il ristorante Martinelli’s può vantare un’eccellenza nella scelta, preparazione e presentazione dei piatti, sebbene ci sia da appuntare un servizio un po’ distratto, e una carta dei vini bianchi che non include etichette particolarmente prestigiose. Si tratta comunque di difetti di lieve entità, che sicuramente non compromettono l’accesso alla zona Champions della nostra classifica: quattro somarelli più che meritati.
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