☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ago 10 2013

Ristorante Fradis Minoris – Nora

 Scritto da Ettore | 1 commento | Commenta

Fradis minoris - Laguna

Fradis minoris – Laguna di Nora

 

Nora, la città più antica dell’isola, che ha regalato alla comunità il primo documento in cui si parla di Sardegna (Shardana), antico porto di Ponente per l’approdo delle navi fenicie, culla di diverse civiltà, associata al mito della città sommersa, ma anche teatro delle celebrazioni per la sagra annuale del Martire Guerriero. E’ stato necessario attendere il XXI secolo perchè divinità di ben più alto spessore ripercorressero le orme del Santo più venerato della regione, secondo un faticoso percorso, pieno di insidie, che separa le acque della laguna da quelle del mare. Weekend carico di gioia e di aspettative, per l’inizio delle ferie estive, ma anche di tensioni e di fatiche per taluni burricchi, che evidentemente risentono del fatto di concentrare il proprio contributo alla comunità in mattinate di mero lavoro bovino, dopo semestri di ozio e improduttività.
 

Fradis minoris - Interno

Fradis minoris – Interno

 

Sabato 10 luglio, ore 13:25. I tre somari titolari varcano le porte del parco della laguna di Nora e intraprendono il lungo cammino lungo l’istmo che separa il golfo della città dalla peschiera, sotto un sole che moderava la propria esuberanza per l’occasione ed Eolo che assecondava la processione investendo la carovana con un gradevole vento di Maestrale. La comitiva giungeva dopo un viaggio sempre carico di forti quanto inutili emozioni bordo della tracotante 150CV dell’ipertricotico burriccu, che provava a mascherare la scarsa dimestichezza con la frizione e i comandi con fantomatici problemi di reazione del turbo compressore (Lunedi devo farla controllare dal V-Hot!!), secondo un piano ben studiato che premia competenze e materiale di qualità scadente nella manutenzione unicamente per giustificare palesi incapacità di controllo del mezzo. A parziale discolpa dei disagi subiti, segnaliamo la percorrenza di dorsali urbane nel comune di destinazione non sufficientemente adeguate alla larghezza della autovettura in questione, sebbene sufficienti a consentire l’atterraggio di piccoli aeromobili a reazione…
 

Fradis minoris - Scampi marinati

Fradis minoris – Scampi marinati

 

Destinazione designata, e oggetto di pregiudiziali diffidenze da parte dei commensali, in quanto distante più di dieci chilometri dal capoluogo, il ristorante Fradis Minoris. Il locale è inserito all’estremità ovest della lingua di terra artificiale che separa il golfo di Nora dal parco della laguna omonima e si configura come ittiturismo sostenibile, in cui la pesca viene praticata seguendo sistemi tradizionali, rispettando il ciclo naturale dell’ecosistema. In particolare, citando i principi fondamentali rispettati in questo senso: non si propongono specie ittiche provenienti da stock minacciati, nè da acquacoltura; gli arredi sono realizzati con materiali interamente riciclabili e/o riciclati; la struttura utilizza dispositivi a risparmio energetico e per il reciclo dell’acqua; non vengono utilizziamo detersivi contenenti EDTA e fosfati; la struttura si sta adeguando per adottare fonti energetiche rinnovabili.
 

Fradis minoris - carpaccio di cefalo

Fradis minoris – carpaccio di cefalo

 

Il ristorante si sviluppa in lunghezza lungo l’istmo di terra che delimita la peschiera sul lato nord, mentre il lato sud si affaccia sul golfo grazie ad una vetrata composta di pannelli in plexiglas. La struttura condivide gli spazi con un piccolo acquario ad uso didattico nel quale è possibile ammirare diversi esemplari della fauna ittica del posto. Nell’ingresso al viale che porta sulla terraferma trovano posto alcuni coperti, impiegati solo nel turno serale, riparati dal sole per mezzo di un gazebo e di qualche ombrellone. I tavoli della zona chiusa, molto spartani, realizzati in ferro battuto con piano in compensato marino reciclato, sono distribuiti su una unica fila in due grandi sale affacciate direttamente sul mare – con panorama impreziosito dalla presenza di piccola macchia mediterranea -, separate da una porta a vetri dalla presenza quasi impercettibile, come possono testimoniare alcuni infanti che ne hanno verificato da vicino l’elasticità. In corrispondenza della divisione trasversale trovano alloggio i servizi e la cucina, con un piccolo bancone a vista che è stato l’angolo della contemplazione per l’Ing. Marrocu mentre i commensali attendevano la sua presenza per poter iniziare le danze.
Cameriera: Non capisco cosa stia guardando: son tutti maschi!!
 

Fradis monoris - Polpo al naturale

Polpo al naturale

Fradis minoris - Tartare di palamita

Tartare di palamita

 


Il servizio, che si rivelerà professionale, cortese e disponibile, è garantito da due gentili cameriere, di differenti classi di età.
Veniamo fatti accomodare su un ampio tavolo da quattro, apparecchiato con cura, nonostante tovaglie e tovaglioli monouso e ci viene offerto un ottimo prosecco di Valdibbiadene come aperitivo.
 

Fradis Minoris - Zuppa fredda al pomodoro

Fradis Minoris – Zuppa fredda al pomodoro

 

L’offerta della cucina prevede unicamente percorsi di mare, senza proporre specie ittiche eccessivamente blasonate (e perciò sovrasfruttate), ma solo prodotti e frutti di mare non minacciati dall’acquacoltura, i cosiddetti “fratelli minori” (fradis minoris); inoltre, tale proposta si articola secondo un menu degustazione giornaliero, con la possibilità di integrazioni “a la carte”. Interessante l’offerta della cantina che, in accordo con i principi della sostenibilità, propone unicamente etichette isolane, tra le quali individuiamo un eccellente DOCG Branu delle Vigne Surrau, servito con il consueto rito dell’assaggio da parte del nostro ipotricotico burriccu. Su consiglio della cameriera, anche considerato il poco tempo a disposizione per desinare – causa Comune di Nora che, in cambio di tutta la moneta dei somari (unica modalità di pagamento cash, no POS), concede solamente due ore di sosta a pagamento, confidando forse nel guadagno, a mezzo contravvenzione, conseguente alla poca puntualità dell’utente medio -, scegliamo di provare il menu degustazione del giorno con integrazione di due piatti di crudo (oltreché del vino).
 

Fradis minoris - Spaghetti

Fradis minoris – Spaghetti gamberi fiori di zucca

 

In poco tempo arrivano al tavolo i due piatti fuori menu e la fatica della passeggiata sotto il sole viene subito dimenticata: straordinario carpaccio di cefalo con frutta fresca (fichi, melone, pesche nettarine, uva, fragole) al timo limonato e menta e incredibili scampi marinati alle erbe citriche con anguria e mandorle tostate, per i quali l’Ing. Marrocu ha esultato più di Tardelli nella finale Italia-Germania del 1982. Genuinità dei prodotti (dal colore della testa degli scampi si evince l’assenza di additivi estetici), accostamento e continuità di sapori indescrivibili: chapeau. Ma le meraviglie non si fermano qui; poco tempo e arriva una meravigliosa tartare di palamita su letto di crema di sedano, con pomodoro confit, peperoni gialli e pane aromatico: avrei voluto morire mangiando solo quel piatto!! La parentesi antipasti si chiude in bellezza con un un piatto composto da polpo al naturale, patate americane fritte su letto di crema agrodolce alla paprika dolce, rucola selvatica e semi di girasole: ineccepibile.
 

Fradis minoris - Ricciola di fondale alla piastra

Fradis minoris – Ricciola di fondale alla piastra

 

La degustazione prosegue con due tipi di primo; incredibile zuppa fredda di pomodoro e melanzana leggermente affumicata, cozze fritte e friggitelli, divorata in meno di un minuto anche dal NON amante del pomodoro Jesus; ottimi spaghetti ai gamberi, zucchine alle erbe e fiori di zucca. Dopo una breve pausa, che ha consentito all’indisciplinato somaro di fumare dozzinali sigari cubani, vista l’impossibilità di reperire qualcuno a cui scroccare una più commerciale sigaretta, arriva il secondo piatto che conclude la festa delle proteine: eccellente filetto di ricciola alla piastra con giardiniera di verdure (carote, cipolle rosse) su crema di pomodoro fragolino, l’ennesimo capolavoro dell chef, che dimostra nelle scelte nette influenze da parte della cucina catalana, come poi confermato anche dalle cameriere.
 

Fradis minoris - Mousse di yogurt magro

Fradis minoris – Mousse di yogurt magro

 

Non poteva mancare la parentesi glicemica, a degna conclusione di un pranzo così sontuoso: mousse di yogurt magro, con pesche al pepe nero e croccantini di pane al burro: spettacolo! Il pranzo si è concluso con caffè per tutta la comitiva e grappa barricata Anghelu Ruju per Ettore e Marrocu. Costo dell’esperienza: 67,83€ cad. burriccu, decisamente in linea con la qualità e la quantità di quanto assaporato, sebbene un po’ distante dal corrispettivo del menu degustazione, fissato a 35€ bevande escluse. Espletate con una certa fretta le formalità post ciccionata, mentre Ettore e Jesus provvedevano a rientrare celermente al parcheggio per recuperare in tempo l’esuberante barroccio della giornata, il terzo somaro si tratteneva presso l’acquario didattico della struttura, ottenendo così di percorrere, dopo una inevitabile operazione di pick-up, il minimo tragitto a piedi: burriccu mandroni!!

L’ittiturismo Fradis Minoris rappresenta una delle più belle realtà visitate, al momento, nell’anno 2013. Una encomiabile attività di pesca sostenibile, integrata da una cucina superba, e da un ottimo servizio, immerse in un parco naturale di straordinaria bellezza, garantiscono al cliente una parentesi enogastronomica che ha pochi eguali nell’isola: quattro burrricchi con menzione speciale per l’esclusiva ambientazione.
 


VALUTAZIONE “Fradis Minoris”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Fradis Minoris Indirizzo: Località Nora, Pula
Telefono: 0709209544    [mostra in google maps]
 

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apr 13 2013

Kuvee wine grill – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Kuvee - Interno

Kuvee – Interno

 

Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
 

Kuvee - Cestinetti alici peperoni rucola

Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola

 

Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
 

Kuvee - Antipasti

Kuvee – Antipasti

 

Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
 

Kuvee - Lardo di pata negra

Kuvee – Lardo di pata negra

 

Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e  pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli:  “Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
 

Kuvee - Tagliatelle, tortelli

Kuvee – Tagliatelle, tortelli

 

Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
 

Kuvee - Bistecca

Kuvee – T-Bone di scottona

 

La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
 

Kuvee - Meringa

Kuvee – Meringa

 

Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente  e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
 

Kuvee - Tiramisù

Kuvee – Tiramisù

 

Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.

La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.

 


VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kuvee wine grill Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari
Telefono: 0706670046    [mostra in google maps]
 

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mar 23 2013

Ranch steak house – Sinnai

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ranch steak house - Interno

Ranch steak house – Interno

 


Tanto greve mi fu questa carne, che inconsapevole vestì il mio pensiero, che caritatevole raccolse la mia essenza, che severa edificò le prigioni della mia anima.

Tanto ingrato fu il mio sangue, che timoroso cercò in me rifugio, che austero navigò la mia vita, che ribelle cercò di fuggirmi via.

E ora che la vedo lì sul piatto, disinvoltamente placida, smembrata e ferita, lacerata e scomposta, incisa e arsa da fiamme che mai arrivò a sentire, mi chiedo se questa sia ancora la mia, e non il povero banchetto di un burriccu qualunque.
 

Ranch steak house - Rosticini di pecora

Ranch steak house – Rosticini di pecora

 

Sette furono i burricchi, invitati all’ultimo “povero” banchetto del Donkey Challenge, in quel di Sinnai un tiepido Venerdì di Quaresima.
Organicamente disposti su una tavola oblunga, i commensali ammirano e dileggiano il loro Jesus, benedicente al centro. Fortunatamente non sono in tredici, altrimenti avrebbero avuto l’onere di eleggere un traditore d’ordinanza, che sarebbe stato schernito, schironato e cotto al termine della cena, qualora le provvigioni del ristorante “Ranch steak house” non fossero state in linea con le esigenze della loro stessa linea, ovverosia esigenze di ablazione e rimozione mentale.
 

Ranch steak house - Rosticini di maiale

Ranch steak house – Rosticini di maiale

 

Non parlerò della specifica composizione della tavolata, giusto per non disattendere eventuali esigenze di intrallazzo a cui taluni Triumviri ufficiali oggi assenti (non parlo di Jesus, né del Raschione Ettore) ci hanno abituato, e solo brevemente accennerò al come i tre minuti di ritardo di due prestigiosi e puntualissimi burricchi, siano stati cagionati da una difettosa interpretazione degli indirizzi senza civico, da parte di un tecnologico GPS integrato nel Nokia Pureview di Jesus («Il tuo navigatore dice più cazzate del Burriccu Taras»). Penserà il Raschione, ad articolare i doverosi insulti del caso; sottolineo solamente che, per effetto di un ulteriore e increscioso ritardo di una coppia (laica, speriamo) di commensali, non prima delle 21.10, il gruppo asinino ha potuto varcare la soglia del ristorante.
 

Ranch steak house - Antipasti di carne

Ranch steak house – Antipasti di carne

 

Ad una prima osservazione, il “Ranch steak house” si propone come un locale luminoso, ordinato ed asetticamente elegante, in contrapposizione all’idea che potremmo avere di una spartana bisteccheria, come una nostra atavica traduzione archetipica ci imporrebbe. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette lateralmente nell’ampia sala da pranzo, caratterizzata da pareti dalle tonalità ocra pallido, terminanti una contro-soffittatura color latte dalle belle linee moderne. Buona parte della muratura, inoltre, è dominata da piccoli mattoncini orizzontali in pietra, occasionalmente interrotti da sagome bronzee, stilizzate sui temi della natura. L’arredamento è rustico ed essenziale mentre, come nostro solito, giudichiamo inopportuna la presenza di un vistoso televisore LCD sul fondo della sala. Per lo meno, in questa occasione, la TV risultava opportunamente silenziata.
 

Ranch steak house - Trofie e tortellini

Ranch steak house – Trofie e tortellini

 

l servizio in sala è affidato a due giovani camerieri, e alla empatica professionalità del titolare che, con fattezze e prorompenza da sportivo (praticamente il sosia di Dejan Stanković) intrattiene gli ospiti, suggerisce i percorsi culinari da intraprendere e, con abile maestria da macellaio, taglia e serve la carne direttamente ai tavoli.
In effetti tale maestria non appare casuale, dato che l’arte della macelleria è di casa in questa steak house, a differenza della celerità del servizio che, nonostante un locale praticamente semi-vuoto, si è dimostrato di una lentezza traumatica – in particolar modo nell’attesa dei primi piatti e dei caffè – tanto da farci concludere la cena dopo oltre tre ore di permanenza, per la gioia di uno dei commensali, che la mattina dopo avrebbe dovuto alzarsi alle sei (per non citarlo, il Burriccu Sollai). Beh, che dire … cazzi suoi…
 

Ranch steak house - Burriccu alla piastra

Ranch steak house – Burriccu alla piastra

 

Il menù è quasi interamente basato sulle carni e suoi formaggi, eccezion fatta per i “primi del giorno” che lo stesso titolare evita comunque di consigliare, non essendo la loro specialità. Ottimamente fornita la cantina, ma la cernita del vino viene affidata alla competenza dello chef (tanto per non citarlo) Taras che, in fase di formalizzazione della comanda, punta silenziosamente il dito verso il tavolo vicino. Trattavasi di un ottimo carignano IGT Isola dei Nuraghi “Misa” 2008, delle tenute di Carlo Pili, servito però un po’ troppo caldo e con un fastidioso difetto di depositi sul fondo. In effetti questa è una caratteristica  strutturale dell’etichetta, ma un attento sommelier avrebbe istruito le doverose ed efficaci contromisure da apportare.
 

Ranch steak house - Parasangue di cavallo

Ranch steak house – Parasangue di cavallo

 

Ineccepibile la qualità delle carni, goduriosamente manifestatesi in tutte le sfumature più o meno tradizionali. Iniziamo col degustare dei fantastici rosticini di pecora all’abruzzese, su un letto di pane carasau con funzione di leccarda post cottura, licenziosamente sbranata una volta ingurgitata l’ultima briciola di carne.
Seguivano inoltre: ottimi spiedini di maiale accompagnati da una salsina messicana ai peperoni;  goulash di carne di cavallo, impiattato in una tortilla su una base di rucola fresca; eccellente (almeno per Jesus) accostamento di prosciutto crudo su base di pecorino fuso, impreziosito da miele tartufato.
Lo chef Taras, inoltre, chiedeva espressamente di assaggiare una tartare di manzo cruda, che dapprima arrivava al nostro tavolo su una base di mozzarella (la cui qualità era discutibile se comparata a quella dell’ingrediente primario), rucola e riduzione di aceto balsamico, per poi – su ulteriore richiesta di semplificazione -, venire derubricata in semplice carne e rucola.
 

Ranch steak house - Fiorentina alla piastra

Ranch steak house – Fiorentina alla piastra

 

Abbiamo già parlato della lentezza con cui sono stati prodotti i primi piatti. Non sappiamo bene cosa sia accaduto in cucina ma di certo, per una disarmonia termica della pasta, dobbiamo ipotizzare che alcune porzioni siano state riscaldate post-cottura, oppure impiattate in modo superficiale.
Ad ogni modo trattavasi di trofie prosciutto crudo e porcini, il cui condimento risultava comunque piuttosto gustoso a merito della indiscutibile qualità dei funghi, e di tortellini al burro e tartufo, molto meno brillanti delle compagne di piatto.
Proseguiva quindi la contrattazione sulle pietanze (ovviamente di carne) che sarebbero seguite come “secondi”. Escluso il pur bramato “sottopancia”, per un onestamente auto-denunciato problema di qualità nei residuati della dispensa, il titolare ci proponeva un trittico di tre differenti tipologia di carne.
 

Ranch steak house - Formaggi assortiti

Ranch steak house – Formaggi assortiti

 

La prima, confessiamo, è un assaggio di asino alla piastra, che abbiamo avuto modo di cannibalizzare a cuor leggero, anche perché magistralmente aromatizzato con pomodoro secco, prezzemolo e aglio, mentre ci sono risultati meno apprezzabili il gusto e la cottura del proposto parasangue di cavallo (comunque buono). Concludeva il trittico una sontuosa bistecca fiorentina di manzo che, come d’abitudine per il “Ranch”, è stata sezionata di fronte ai burricchi, e cotta direttamente sulla piastra al tavolo.
Non parendo oggettivamente interessante la proposta dell’unico dolce disponibile, lo chef Taras suggeriva di procedere con una degustazione di formaggi. In effetti l’assortimento di caprino, pecorino fresco e pecorino semi stagionato, accompagnato da confetture di fichi e di pera, è risultato piuttosto gradevole, almeno per i due terzi dei prodotti inclusi.
Dopo ulteriori attese, concludevamo la serata con dei caffè, con una sprite (marchio di fabbrica del Burriccu Sollai) e con una serie di rum Ron Zacapa 23YO. Costo totale della cena 42€ cadauno, abbastanza in linea con «tottu cussu ca ci seus pappau e buffau».

Volendo giudicare il “Ranch steak house” per la propria natura di bisteccheria e per le proprie eccellenze, la votazione sarebbe di assoluto valore. Il servizio lentissimo e non sempre attento, la qualità dei primi piatti e l’assenza di una vera carta dei dessert però, ridimensionano inevitabilmente il merito iniziale. Sono stato fino all’ultimo in dubbio se assegnare o meno un terzo burriccu, che formalmente dà la nostra benedizione a un locale.
Beh, considerando che personalmente mi vien voglia di tornarci solo per mangiare gli spiedini di pecora, e avendo considerato tutti i giudizi negativi dei miei commensali – sapendo che questi se ne lamenteranno -, alla fine non ho avuto dubbi: tre burricchi, meno meno meno.

 

VALUTAZIONE “Ranch steak house”: Tre Burricchi.
Ristorante Ranch steak house Indirizzo: Via Gennargentu 15, Sinnai
Telefono: 3933607182 [mostra in google maps]

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set 23 2012

Picasso Café Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Picasso - Interno

Picasso – Interno

 

«A los doce años sabía dibujar como Rafael, pero necesité toda una vida para aprender a pintar como un niño

Yo soy Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Picasso – Olè!

L’abbandono della prospettiva, la diserzione dello spazio, l’autorità del colore, sospinti e confinati con violenza sulla tela, afferrati e urlati al mondo in un vortice psichedelico di cognizione ed emozione. Ogni tratto è un segno di vita, ogni dettaglio è un delirio di umana passione.
 

Picasso - Tagliere di terra

Picasso – Tagliere di terra

 

«Su questo tessuto di tela bianca, che ha come confini la vita fuori dall’arte, scopro il mio campo di battaglia, in cui un solo soldato solitario, combatterà la sua guerra contro se stesso.»

Entro questi ovattati confini, oltre i quali potete trovare quella cosa inutile che non è Donkey Challenge, settimanalmente combattono, i vostri amati donkeys, le loro colorate e allegoriche battaglie, condotte contro l’inedia e il sobrio vivere per conquistare, con fatica e determinazione, le più alte vette della buona cucina e delle nostrane, culinarie tradizioni.
La guernica che adesso qui dipingiamo, descrive la nostra nuova battaglia, vissuta in una tiepida notte di fine Estate in quel di Cagliari. I “feroci nemici” di oggi saranno, vedremo tra breve, due giovani ed avvenenti fanciulle, che hanno sudato non poco nel guerreggiare con quattro esigenti ed incontentabili burricchi, difendendo con passione il loro arrocco.
 

Picasso - Bruschette al pomodoro

Picasso – Bruschette al pomodoro

 

Giovedì sera. Il giorno prima della ciccionata l’ingegner Marrocu – felicemente integrato in una comitiva “tutti cacciavite” -, viene intercettato dalla donna del presidente, in un noto e pluriburriccato locale cagliaritano. In quell’occasione, sollecitato indirettamente da Jesus – in contatto medianico/mediatico dalla sua cameretta – dichiarava che non avrebbe potuto presentarsi all’empio svolgersi del rito, per imprescindibili impegni di lavoro.
Venerdì sera, ore 20.59. Allorquando Jesus e il Raschione, arrivati nella stretta via Ospedale ed individuata l’antimimetica sagoma del Burriccu Sollai, volgevano lo sguardo verso il ristorante “Picasso café”, riuscivano a scorgere, con trattenuti accenni di giubilo e stupore, la plumbea figura dell’ingegnere, che intanto s’era scientemente celato sull’ingresso del locale, per produrre manifesta e rumorosa sorpresa, già sindacando sul fatto che fosse arrivato qualche minuto prima dei due comunque puntuali burricchi. Ancora prima, aveva paventato telefonicamente la remota ipotesi del suo arrivo, a dispetto del forfait iniziale. Come “ospite” aggiunto alla prima prenotazione, avrebbe poi causato non pochi problemi di benessere ambientale, ai tre più irreprensibili (nella condotta) colleghi.
 

Picasso - Raviolini ai funghi porcini

Picasso – Raviolini ai funghi porcini

 

L’ingresso dei quattro equidi nel ristorante, sembra quasi l’introduzione di una commedia pirandelliana, la cui protagonista è la graziosa e gentilissima cameriera dai tratti nordici che, contemporaneamente al nostro arrivo, vedeva incidentalmente presentarsi altri due gruppi di commensali, all’unisono rivendicanti la loro prenotazione, tanto da creare non poco disordine e caos, fino al punto di indurla a sincretizzare logisticamente i burricchi, con gli avventori di un altro tavolo!
Durante la serata, la stessa cameriera verrà insistentemente importunata dalla puntigliose richieste del Tetriumvirato – di Jesus in particolare – mantenendo, sempre e comunque, un approccio empatico e cordiale, nonché un istintuale ed incorruttibile sorriso sulle labbra. Personalmente, io ci avrei servito il veleno per topi!
 

Picasso - Trofiette noci gorgonzola

Picasso – Trofiette noci gorgonzola

 

Strutturalmente, il locale si presenta con un grande vestibolo d’ingresso e con accattivanti pareti vermiglie, decorate da riproduzioni d’opere del geniale pittore iberico, verosimilmente riconducibili al periodo cubista analitico. Il vestibolo, muta rapidamente in una graziosa zona bar, in cui sembrano comunque non integralmente valorizzati gli spazi architettonici. Una prima sala da pranzo laterale, ospita le tavolate più consistenti mentre, più in fondo al locale, compare una saletta più intima e riservata, che sarebbe ritrovo ideale per cene all’insegna della quiete e del romanticismo, se non fosse per l’immancabile, molesto, televisore LCD – tra l’altro con un evidente problema di saturazione degli altoparlanti -, che violenta irrimediabilmente l’ambientazione. «Non vi piace? Eppure i nostri clienti lo vogliono per guardarsi il Tg a pranzo». «Allora forse è meglio che cambiate clientela! »
 

Picasso - Bistecca patatine

Picasso – Bistecca patatine

 

In quest’ultimo riservato ambiente, vengono fatti accomodare i quattro asinini clienti, in un piccolo tavolo quadrato che – come da prenotazione -, doveva e poteva accoglierne esclusivamente tre.
L’esordio relazionale con la cameriera, non mancava di gag subitamente esilaranti.

C.: «Potete scegliere dal menù questo e questo…»
J.: «Ehm, come scusi?»
C.: «Non avete, il coupon? avete “scontu”???»
S.: «No, abbiamo i soldi!»
C.: «Allora scegliete tutto quello che volete!»

Il menù del “Picasso” – tra l’altro interamente scritto a mano su carta quadrettata, con bella calligrafia, 10 anni!!! – si compone quasi esclusivamente di piatti di terra, di non articolatissima composizione, ed è particolarmente ampio e variegato; una diversa e più ricercata filosofia, avrebbe preferito restringere il numero di pietanze proposte, per concentrarsi su piatti di maggiore elaborazione e qualità.
 

Picasso - Carpaccio rucola e grana

Picasso – Carpaccio rucola e grana

 

Di buon grado, i burricchi si adeguavano all’offerta della cucina, indirizzandosi obbligatoriamente sugli antipasti di terra, e contestualmente comandavano un rosso DOC “Perdera” di Argiolas.
Gli antipasti erano costituiti da un variopinto tagliere, allestito con pecorino semi stagionato, ricotta vaccina, mortadella speziata, salsiccia sarda piccante, salame, testa in cassetta (tutto senza particolari eccellenze) con successiva appendice di olive sott’olio (simil-saclà) e bruschettine al pomodoro (buone).
Decisamente più interessanti i primi piatti, di marcato proponimento autunnale: trofiette alle noci e gorgonzola per il Raschione Ettore e per l’Ing.Marrocu, Raviolini ai funghi porcini, burro e salvia, per Jesus e il Burriccu Sollai.
A questo punto, già ordinati ed attesi i secondi piatti, l’Ing.Marrocu, dopo esser brevemente uscito dal locale per una malsana pausa sigaretta, ritornava al tavolo con la fronte corrugata e una notizia inquietante da comunicarci: «Ragazzi, la situazione è questa, c’è una ispezione ASL in corso, la cucina è bloccata e io mi devo alzare alle 5 e mezza. Ciao ciao!». La dipartita del preoccupato ingegnere – a dire la verità non contestata o contrastata con partecipazione da nessuno dei commensali – è risultata pressoché frettolosa, perché dopo pochi minuti, conclusasi felicemente l’ispezione, si sarebbe di nuovo materializzata la cortese cameriera (sempre la stessa, solo occasionalmente sostituita da un ragazzo, altrettanto gentile), con le pietanze richieste qualche decina di minuti prima («Vorrei una bistecca, che tagli avete?».«Le facciamo da 350g!»).
 

Picasso - Torta al cioccolato

Picasso – Torta al cioccolato

 

Relativamente al burriccu Sollai, trattavasi di una buona costata di manzo, senza condimento (l’alternativa era aglio e prezzemolo), servita con contorno di patatine fritte; Jesus e il Raschione, invero, si erano fatti conquistare da un carpaccio di manzo con rucola e grana, rivelatosi piuttosto buono, benché Jesus non abbia gradito (perché non particolarmente amante di quest’erba) la presenza della rucola, unico difetto, a suo dire, dei carpacci rucola e grana. Vi chiederete, a questo punto, perché un soggetto mentalmente equilibrato, debba ordinare una pietanza che non ama, in presenza di un’ampia scelta di più apprezzate pietanze, e questa domanda contiene già di per sé la risposta che cercate!
La cena si concludeva quindi con una discreta torta (gelato) al cioccolato, con la canonica sprite digestiva per Sollai, con una eccellente liquirizia “Tanca dei pavoni” per Ettore, e con un caffè e un “Cynar” per Jesus. Il prezzo finale, 22€ cadauno, è da giudicarsi un 15-20% sotto la soglia ideale.

Lodevole l’iniziativa della bella proprietaria che, visibilmente mortificata, é arrivata in sala per scusarsi personalmente del ritardo – tra l’altro neanche particolarmente pesante -, cagionato dall’ispezione a sorpresa («E’ la prima che subiamo da quando siamo aperti» … chiedetevi perché, proprio in concomitanza con l’arrivo dei burricchi!), con la quale Jesus ha poi imbastito la discussione relativa all’opportunità di tenere o meno un televisore in sala, in luogo di un adeguato impianto di amplificazione acustica, con relativa musica d’atmosfera in sottofondo, e di cacciare a pedate, eventuali clienti che ne richiedessero nuova installazione.
Impagabile l’episodio finale per il quale, già fuori dal locale, siamo stati rincorsi dalla stessa proprietaria, che aveva interpretato come errore di calcolo («Questi non sbagliano, sono Ingegneri … o susunki! cit.») i dieci euro elargiti come mancia, a riconoscimento della comunque piacevole serata:

«Scusi ma i suoi clienti non lasciano mai la mancia?»
«No mai, perché?».
«Gliel’ho detto che deve cambiare clienti!»

Il “Picasso café”, è caratterizzato da un’ambientazione gradevole e da una atmosfera familiare e rilassante, confezionata attraverso l’empatica gentilezza del personale (menzione speciale). Un meno appassionato panegirico, possiamo imbastire per la qualità della cucina (comunque discreta), che sembra compressa e condizionata dalla scelta del target di riferimento. Suggeriamo, a rischio di perdere qualche cliente per l’inevitabile innalzarsi dei prezzi, di puntare di più su una cucina ricercata e di qualità, che potrebbe rendere il ristorante un saldo punto di riferimento della Cagliari culinaria. Due burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Picasso café”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Picasso café Indirizzo: Via Ospedale 33, Cagliari
Telefono: 3492901317 [mostra in google maps]
 

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lug 9 2012

La locanda dei Buoni e Cattivi – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La locanda dei Buoni e Cattivi - Interno

La locanda dei Buoni e Cattivi – Interno

 

Dissertazione quarta. Al di là del bene e del male; riuscite forse a vedere da sopra le nuvole, nello squarcio aperto dal meraviglioso tuonare del dubbio, quanto fragile possa divenire l’esercizio della vostra morale, per la quale il perfettibile soccombe al valore della consuetudine, il meritevole muta in Burriccu, il brillar di spade cede il passo agli onori della temperanza. Epperò, prima che il gregge travolga con mansuetudine il proprio pastore, nulla può presentarsi tanto malvagio o tanto probo da non accostarsi al limite opposto della propria essenza, e nulla è tanto solido da non essere amato e odiato in sola funzione di un proferito “sì” o “no”.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Composizione polpo di scoglio

Composizione polpo di scoglio e patate

 

Dissertazione intermedia. Volontà di potenza; si coltiva infine la propria coscienza, nel delirio della personale burriccaggine, auspicando di condurre il proprio contrappasso e prescrivere la propria pena. L’eletto di fatto determina e dipinge la sua gloria, ma questa diviene sovente nevrosi insanabile, o noioso passatempo.
Dissertazione ultima. Inedia di passioni; è regno e dominio della susunkaggine, che nulla chiede al mondo per nulla sentirsi chiedere. E’ il principio di prudenza, il timore del castigo, il passo mancato verso l’uscio del piacere, che si tramuterà in rimpianto o, senza coscienza, in qualcosa di unicamente utile per colmare queste ultime righe.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Frullato di melone biologico

Frullato di melone biologico e prosciutto croccante

 

Lungi da noi la volontà di dissertare ulteriormente su questioni che meriterebbero orecchie meno appuntite e, allo stesso modo, scoperti inadatti e inadeguati all’elogio – in virtù di una maggiormente coltivata attitudine all’insulto – accenniamo solo marginalmente alla iniziativa della onlus  “Domus de Luna” che, con il prezioso indirizzamento della accademia di cucina dello chef Petza (S’Apposentu di casa Puddu), e il supporto della cooperativa “Pocopoco“, trova felice e concreta realizzazione nel locale che oggi recensiamo: la “Locanda dei Buoni e Cattivi”, non solo un ottimo ristorante ma anche un comodo Bed & Breakfast collocato nel cuore della Cagliari aristocratica.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Tagliatelle gamberi rosa zucchine

Tagliatelle gamberi rosa zucchine

 

Venerdì sera. Uno stanco e provato Jesus si fa scarrozzare dal più energico Raschione Ettore per le vie del centro città. Un lungo week end di fatiche istituzionali l’attende ma, nonostante questo, non si sottrae al suo alto e doveroso Uffizio. Indisponibile l’Ing.Marrocu, salta nuovamente la promessa presenza del burriccu Melis (vedi dissertazione ultima) il quale, non trovando più scusanti adeguate per rimandare l’attesa scornata economica, sceglie di interrompere le comunicazioni e non rispondere più ai messaggi: giudicate voi!
Alle ore 21 circa, quindi, in obbligata configurazione PACS, Jesus e il Raschione imboccano la Via Vittorio Veneto, a pochi passi dal Teatro Massimo, per trovarsi, di lì a poco, di fronte all’ingresso del ristorante.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Scaloppa di cefalo gratinata

Scaloppa di cefalo gratinata

 

“La locanda dei buoni e cattivi”, collocata all’interno di una elegante villa del novecento, si affaccia discretamente nella via Veneto, ed è esternamente dominata da un grazioso e ombreggiato giardino, alloggio estivo per una decina di tavoli, protetti da pratici tendaggi e circondati da piante e ornamenti vegetali, che rendono la permanenza piacevole e suggestiva.
La sala interna – dove i burricchi trovavano riparo -, è intima e ben curata: pareti color crema, grandi tempere dai temi acquatici, arredamento semplice e moderno, eccezione fatta per qualche mobile rustico adibito a deposito di posate, ad onor del vero accidentalmente avulso dal contesto estetico. Il servizio, preciso e professionale, è garantito da una gentile e graziosa signorina, e da un più frenetico e indaffarato giovinetto.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Crema al mascarpone macedonia

Crema al mascarpone, macedonia

 

Il menù, relativamente agli antipasti, non prevede un elevato numero di differenti portate, ma propone una ristretta scelta di eccellenze di scuola Petza, prodotte dallo chef Paolo Ghiani: composizione di polpo di scoglio con tocchetti di patate di Villacidro e cipollotti caramellati biologici (eccellente) e un originalissimo frullato di melone biologico al moscato di Monserrato e prosciutto croccante, il cui amalgama medio risulta equivalente a un convenzionale “prosciutto e melone”, ma inversamente distribuito in termini di consistenza!
Ad accompagnare gli antipasti e il resto della cena, per un colpevole difetto di cernita da parte del Raschione, è stato un pur ottimo (spumante) torbato brut “Terre Bianche” di Sella & Mosca.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Mousse al limone

La locanda dei Buoni e Cattivi – Mousse al limone

 

Più ampio il ventaglio di proposte di primi e secondi piatti. Stesso primo per entrambi i burricchi, delle buonissime “tagliatelle fresche di semola con bisque di gamberi rosa e zucchine del Paese del vento”, seguito
– come secondo – da una “scaloppa di cefalo gratinata, con panure alle erbe del Paese del vento” su letto di zucchine saltate; quest’ultima, molto gradevolmente abbinata con le verdure, risultava forse meno brillante, in ordine alla tenuta della gratinatura e al livello di idratazione.
Ineccepibili invero i dessert: crema al mascarpone e macedonia di pesche biologiche su crumble croccante per Ettore, mousse al limone con cialda al burro e scorze amare caramellate per Jesus.
Essendo praticamente assente (non sappiamo se per ragioni contingenti, logistiche o morali) una cantina dei liquori, l’unico accenno di libagione concesso ai due sacerdoti del vizio, è stato un buon moscatino DOC della cantina Trexenta, con il quale i burricchi concludevano il loro pasto.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore rispetto al giusto ideale.
L’ambientazione della “Locanda” è gradevole e rilassata, parimenti all’aspetto culinario
– marcatamente di impronta Petza -, di ottimo livello, nonostante qualche limabile imperfezione in istanza di preparazione dei piatti.
Inoltre, se da un lato si può giustificare (e forse elogiare) la scelta di tenere un menù limitato a poche eccellenti pietanze, più appuntabile ci pare il difetto di una adeguata cantina di vini e liquori, che sarebbe di naturale sussidio ad una cucina obiettivamente prestigiosa. Ad ogni modo, tre meritati burricchi per un ristorante non ci ha certo lasciato indifferenti.
 

VALUTAZIONE “Locanda dei Buoni e Cattivi”: Tre Burricchi.
Ristorante
  Locanda dei Buoni e Cattivi
Indirizzo: Via Vittorio Veneto 96, Cagliari
Telefono: 0707345223 [mostra in google maps]

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