☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
mag 28 2011

Ristorante Semplicemente, hostaria in – Cagliari

 Scritto da Jesus | 7 commenti | Commenta

Semplicemente - Donkeys

Semplicemente – Donkeys


Semplicemente favoloso. Nessun esordio potrebbe essere più adeguato per descrivere la ciccionata by-night di quest’oggi, che travalica le solidificate abitudini del tempo e sovrasta le, fino a ieri incontrastate, cime del sapore e del gusto.
Venerdì Sera. L’ombra della notte ammanta da pochi minuti il tiepido respiro della città di Cagliari, che lentamente dimentica il suo urbano tramestio e si abbandona voluttuosa alle sdolcinate attenzioni alimentari di sei
– men’uno – affamati burricchi. L’uno – l’Anziano – viene sferzato via dal non inaspettato vortice della parsimonia, che tutto ferocemente abbatte e tutto intimamente travolge, finché un nuovo velo arriva lui ad ammantare. Ora, velo pietoso.

Semplicemente - Interno

Semplicemente – Interno


Ore 20.59. Per una sorta di incredibile dinamica coincidenza, o se volete di subconscia premeditata sincronizzazione,
i cinque sopravvissuti Burricchi, convergono nel medesimo istante e organizzati in tre diversi raggruppamenti, al numero 60 del celeberrimo Viale Merello, nella zona residenziale della Cagliari aristocratica.
Jesus, il Raschione Ettore e il Dottor Melis
– per l’occasione chauffeur  dei Triumviri ufficiali anziché della inaffabile V. – risalivano faticosamente il Viale, mentalmente appagati dall’idea che il ritorno sarebbe stato meno gravoso.
L’Ing. Marrocu, viceversa, con il suo consueto aristocratico incedere, discendeva speditamente dal culmine della collina, domandandosi dove potesse trovarsi il promesso “ampio parcheggio interno”, primo elemento e nota positiva da apprezzare all’arrivo in un qualunque locale.

Semplicemente - Tartara di salmone

Semplicemente – Tartara di salmone


Dall’opposto lato della strada, sopraggiungeva invece il Burriccone Pg che, accidentalmente (e grazie ad un arrivo anticipato di circa venti minuti rispetto l’orario ufficiale), era riuscito ad individuare il succitato posteggio: giusto di fronte al ristorante. Fini osservatori!
Formalizzata la doverosa foto di rito in fronte all’ingresso, che celebra la occasionalmente numerosa conventicola e coscientemente esclude l’inafferrabile figura del comunque onnipresente Jesus, i cinque Burricchi varcano la soglia del locale.
Dopo esser stati splendidamente accolti dal personale e aver affidato i soprabiti al guardaroba,  i cinque vengono scortati nella sala al piano superiore, a cui si accede attraverso una elegante scalinata in marmo. L’impatto visivo, superato il vestibolo, è semplicemente e piacevolmente incantevole.

Semplicemente - Cruditè di mare

Semplicemente – Cruditè di mare


L’ambiente è deliziosamente arredato. Lo stile è raffinato e moderno: luci ben dosate, arredi signorili e discretamente eleganti, mobili e pareti color crema e bianco latte, soffitto e decori di ricercate tonalità lilla, perfettamente in linea con la scelta cromatica del Raschione Ettore, per l’abbigliamento della serata.  Semplicemente: che classe!
Ci accomodiamo  ad un’ampia e comodissima (eccezionali da questo punto di vista le bellissime sedie) tavola rotonda e iniziamo ad interagire con il gentile, efficiente e preparatissimo cameriere di origine veneta.
Il menù cartaceo, la cui manifestazione estetica è in linea con lo stile generale del locale, ci suggerisce un eccezionale ventaglio di sublimi prelibatezze, distinte e organizzate per diverse salottiere occasioni: menu pranzo, menu cena, pre-teatro, post-teatro, evidenziando un simbiotico accostamento con le mondane attività del poco distante Teatro Massimo.
Da segnalare inoltre la lodevole iniziativa, da parte del ristorante, di voler donare il ricavato di non pochi piatti indicati nel menù, alla Lega italiana contro i tumori: chapeau!

Semplicemente - Antipasti

Semplicemente – Antipasti


Concordiamo quindi di procedere con la specialità di cruditè di mare ed altri antipasti assortiti; scegliamo, inoltre, il vino per la serata: un Tuvaoes DOC del 2009, delle cantine Cherchi, già sperimentato in un’altra felice occasione dal Burricchi Triumviri, “premio due bottiglie annata 2008, guida vini d’Italia Espresso 2010, menzione Guida vini d´Italia Espresso 2011″. Il somelier Marrocu, insindacabilmente alla degustazione, commenta: «eccezionale».
Ora, per alcuni minuti il vostro amato si è soffermato di fronte alla tastiera con la speranza che arrivasse l’ispirazione, che potesse aiutare a descrivere e trasfondere le sensazioni vissute con il veloce incedere degli antipasti predisposti e preparati dal cuoco. Un eccezionale turbinio di sapori, sentimenti e passioni che dalla bocca, come effimeri voluttuosi baci, devastavano i di ciascuno sedimentati equilibri e certezze.

Semplicemente - Tagliatelle ai gamberi rossi

Semplicemente – Tagliatelle ai gamberi rossi


Un sublime deliquio dei sensi, un tripudio di alimentari emozioni, che non trovano voce e ricordo nella coscienza mnestica della lunga strada percorsa dal Donkey Challenge.
L’esordio, ancora prima degli antipasti, è a dir poco clamoroso; apertura offerta dalla cucina per meglio degustare il vino: tartara di salmone, preparata con arancia, verdura e finocchietto selvatico. Jesus non vorrebbe attribuirle il titolo di antipasto e si prepara a degustare senza immortalarne le fattezze, ma l’Ing. Marrocu richiama la sua attenzione: «La prego, faccia una foto, è meraviglioso!». Notevole anche il pane (fatto in casa) che ha accompagnato tutto il pranzo: focacce, panini all’olio, pane integrale, pane carasau.
Ecco gli antipasti. Cruditè. Tartara di spigola, carpaccio di salmone, tonno rosso, gamberi. tartara di dentice con peperoni, tutto accompagnato da eccellenti salsine di soia.
Ogni aggettivo utilizzato non servirebbe a dare la vera dimensione del riuscito equilibrio di sapori e, altresì, ogni confronto tra il valore delle singole pietanze sarebbe improponibile.

Semplicemente - Babà al rhum

Semplicemente – Babà al rhum


Citiamo però, in ultimo, quello che è di sicuro la delizia più buona che Jesus ricordi di aver mai assaggiato: un inimmaginabile tortino di palmita e fragole. Gesù!
Seguivano alle cruditè: carpaccio di orata e verdure, polpo scottato con verdure, servito su vassoio di ardesia, patate viola e salsiccia, rana pescatrice con verdure croccanti patate chips e salsa guacamole per terminare con un incredibile pasticcio di palmita scottata, con erba cipollina e in crosta di sesamo e cioccolato.
Avendo purtroppo già pienamente attinto dal serbatoio di elogi del vocabolario sinonimi e contrari online, né volendo comunque tediare ulteriormente i nostri lettori con pleonastiche considerazioni,  riportiamo alcuni commenti dei commensali durante l’evolversi della serata.

Semplicemente - Profumo d'estate catalana

Semplicemente – Profumo d'estate catalana


Burriccu Pg:  «Veramente serio!»
Ettore: «Vi ricordo che il ristorante l’ho scelto io!»
Melis: «Non dica più che sono un susunku!»
Jesus: «Sono commosso!»
Marrocu: «Tutto questo è meglio del sesso!»
Ettore: «Nel suo caso, non è difficile…»
Jesus: «Sia lodato Gesu Cristo!»

Dopo sittali antipasti, i primi piatti non potevano essere da meno. Col senno di poi, c’è il rimpianto di aver scelto tutti la medesima pietanza, negandoci quindi la possibilità di degustarne più d’una. “Tagliatelle di pasta fresca ai gamberi rossi e sua bisque con bagna cauda al timo”. Sapore dei gamberi fuori dal comune, anch’essi i più buoni mai assaggiati. Senza parole.

Semplicemente - Dolcetti assortiti

Semplicemente – Pasticcini assortiti


Dessert. Jesus, Marrocu e il Dott. Melis scelgono un “Babà al rhum su guazzetto di vaniglia e semifreddo agli agrumi, con cannoncino croccante rivisitato alla sicicliana”. Sapore e consistenza del Babà, francamente sovrannaturali. E’ sembrato di degustare un croissant al burro – come più buono non potrebbero preparare nei migliori caffè di Parigi – imbevuto nel rhum con uniforme sublime distribuzione.
Sapore fuori scala, indescrivibile.
Pg e il Raschione sceglievano invece un “Profumo d’Estate catalana”, gelato alla vaniglia su macedonia di pesche con una spruzzata di cacao e cialde fatte a mano, servito con due mini sfoglie di croissant. Sommo!
Annientati dalla più alta espressione della cucina mai sperimentata, il pasto dei Burricchi si avviava alla conclusione, con dolcetti assortiti offerti dalla casa, caffè, liquori alla liquirizia e un particolare liquore “Myrtle”, delle cantine Argiolas, a cavallo tra il sapore del mirto e del classico Cynar.

Costo cadauno della cena 55€, del tutto inferiori a quanto ci si aspetterebbe di pagare dopo una serata a dir poco eccezionale, dal punto di vista del servizio, dell’ambientazione e della cucina.
Mancia inevitabile, epperò finanziata dai soli Jesus, Pg, e dal Raschione Ettore (vedasi frase su attribuita all’Ing.Melis).
Al momento del congedo – prima che ai burricchi fossero riconsegnati, con gradito ed servizievole rituale, i soprabiti -, inevitabili le congratulazioni personali nei confronti di camerieri, cuoco di fama internazionale, pasticcere, in particolare da parte dell’incantato Ing.Marrocu.
Riguardo il giudizio finale, semplicemente leggo dalla Legenda ainina, che determina la scala di valutazione fin qui utilizzata. “Cinque burricchi: Dio mio, non abbiamo mangiato mai così bene nella nostra vita! ”. E’ questo il caso.


VALUTAZIONE “Semplicemente”: Cinque Burricchi.
Ristorante Semplicemente Indirizzo: Viale Merello 60, Cagliari
Telefono: 070290989    [mostra in google maps]
 

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mag 21 2011

Ristorante Sa ‘ide e s’ollia – Quartu S.E.

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Sa 'ide e s'ollia - Interno

Sa 'ide e s'ollia – Interno


All’apogeo dello splendente sole della casta dei Donkeys Triumviri, depositari della più alta e nobile liturgia della tavola, non possono che trovarsi, distanti e non distanti, le incerte figure di due già spente o mai luminescenti stelle, qui trasfigurabili dall’ombra composita del burriccone Pg
– al tempo Triumviro ufficiale, oggi tristemente degradato al ruolo di adiposa gigante rossa – nonché dalla occasionale presenza del Dott.Melis, recentemente scornato – per questioni sportive -, confuso ed evanescente satellite della galassia dei più scintillanti Burricchi.
All’apogeo del grigio barlume della luna metropolitana, sbiadita e affogata nell’impetuoso fiume del cemento urbano, dove appena timidamente riesce a riflettersi, derubata del suo naturale e mistico albedo, non possono che trovarsi, vicine e lontane, le immagini sbiadite dei frutti genuini della nostra terra, naufragati nella primordiale via lattea delle nostre campagne.

Sa 'ide e s'ollia - gamberi fritti, cipolle ripiene, polpettine, pizzette

Gamberi fritti, cipolle ripiene, polpettine, pizzette


La semiosi di questo altrettanto mistico sincretismo, che si trasduce nella contrapposizione/unione tra terra e cielo, così come le antiche civiltà ci insegnano, è governata dai simboli eccelsi della nostra civiltà contadina: l’uva e l’oliva,
sa bide e s’ollia.
Il Raschione Ettore da un lato, l’albedico Dott. Melis al suo opposto. Il tagliente Ing.Marrocu alla sinistra, lo sferoidale Burriccu Pg alla destra; Jesus ovviamente in medium, a chiudere e guidare gli imperscrutabili equilibri e le inarrivabili leggi del nostro Universo, confinato, per questa ennesima anomala ciccionata By Night, negli spazi e tra le mura del ristorante “Sa ‘ide e s’ollia“, sito in un’anonima stretta stradina della cittadina di Quartu Sant’Elena,  poco distante dal regno e dalla dimora di un sesto apprezzato ingegnere. Old System.

Sa 'ide e s'ollia - piatto medioevale, pomodori ripieni, carpaccio, tartine

Piatto medioevale, pomodori ripieni, carpaccio, tartine


Il Ristorante si affaccia sulla via Cagliari con un discreto ma suggestivo ingresso, dominato da graziose lanterne di colore azzurro. Altrettanto suggestiva è la sala interna: pareti in ocra pallido, archi rifiniti in pietra, luci soffuse sapientemente dosate, lumi di candela su una quindicina di tavoli ben apparecchiati, rendono l’atmosfera calda e romantica. Certamente un locale più adatto alle serate vis à vis, piuttosto che alla rumorosa gozzoviglia di cinque impenitenti burricchi ciccioni.
Forse unica nota stonata: la non adeguata musica di sottofondo, in sala.
Il servizio è particolarmente efficiente e viene alternativamente garantito da una acerba giovinetta, da un simpatico signore di mezza età, e da una energica e gentile signora, che prende subito il controllo della situazione e ci preannuncia che lì non avremmo potuto trovare la solita zuppetta “cozze e arselle”, ma una raffinata rivisitazione dei sapori tradizionali. Così è stato.

Sa 'ide e s'ollia - Raviolini di pesce

Sa 'ide e s'ollia – Raviolini di pesce


Ci facciamo quindi, volentieri guidare e trascinare dalla saggezza alimentare del personale, seguendo di buon grado il consiglio del menu degustazione “a sorpresa”. Veniamo messi in guardia sul fatto che il percorso sarebbe stato lungo e articolato, ma che per noi non ci sarebbero stati problemi di sovradosaggio, dato che le porzioni non avrebbero ecceduto in quantità. Colto nell’orgoglio, Jesus trasecola: «No, no, abbondate pure: siamo dei professionisti!»
La scelta del vino, come sarà tutto il resto, è per noi anomala. Ci viene suggerito un rosso “Buonasera” delle cantine Argiolas, vitigno Carignano del Sulcis, “poco strutturato ma amabile e fruttato” (grazie al somelier Ettore per la disamina enologica, ndr.). Ottimo!
Inizia quindi una serie incredibile di eccellenti antipasti, del tutto fuori dal comune, non di mare né di terra ma qualcosa che non si allontana dal loro più sublime componimento.

Sa 'ide e s'ollia - Chicchette ai profumi d'autunno

Sa 'ide e s'ollia – Chicchette ai profumi d'autunno


Vediamo pervenire al nostro tavolo, una interminabile successione di portate, accompagnate dal veloce eloquio della docente cameriera. Solo la strabiliante memoria dell’attento Raschione Ettore
– contrapposta a quella aracnidea dell’Ing. Marrocu, che a metà pasto non si ricordava già più il nome del vino – ci consente di riportarvi pedissequamente i dettagli particolari della doverosa cronaca.
Iniziamo ordunque con una frittura di gamberi e aceto balsamico, cipolle ripiene con ragu di tonno, polpettine fritte con polpa di granchio – servite in un’originale scrigno ligneo -, pizzette sfoglie con formaggio e bottarga, carpaccio di polpo marinato con limone, un pasticcio di origine medioevale, fatto con carne di maiale e cozze triturati, pomodori arrosto ripieni di crema di tonno e formaggio, carpaccio di salmone con crema di pecorino e rucola, tartine di formaggio con mele fresche. Tutto sublime!

Sa 'ide e s'ollia - Triglia in letto di patate, controfiletto di manzo

Sa 'ide e s'ollia – Triglia in letto di patate, controfilettoIl


Altrettanto originale la presentazione dei primi piatti.
Si inizia con un assaggio di eccellenti Raviolini di pesce con crema di orziadas, per poi passare a delle spettacolari “Chicchette ai profumi di autunno”, con funghi, carciofi, asparagi, serviti dentro una forma cava di pecorino stagionato, alle pareti della quale era possibile attingere, con un cucchiaio, per divisare un ulteriore eccellente condimento. Che Iddio li abbia in gloria!
Un minimo di difetto troviamo invece nella composizione e nell’assaggio dei secondi piatti; la buonissima triglia, servita su un letto finissimo di patate arrosto e pancetta, era invero affiancata da un non eccellente
– probabilmente per una accidentale ma non esemplare qualità della carne – controfiletto di manzo, con crema di formaggio e cacao amaro.
Il tutto, comunque, splendidamente decorato con un fiore di verdure e stelo di cioccolato.
Immancabili i dolci: crema catalana per l’Ing.Marrocu, torta di ricotta e pere per il Raschione e il Buriccu Pg, eccellente sorbetto alla pesca e mandarino per Jesus e il Dott. Melis. Il tutto accompagnato da vari amari e un caffè per Jesus, per questo rimasto in piedi fino alle quattro del mattino!
Conto finale, 34€ cadauno, 10-15€ al di sotto di quanto ci saremmo aspettati, per la gioia e il sollievo del Dott.Melis, il quale, in virtù della sua ben sperimentata indole di burriccu sensibile all’impegno finanziario, veniva continuamente stimolato da fantascientifiche proiezioni di spesa da parte del sadico Jesus. Ovviamente, alla fine, ben meritata e abbondante mancia (da parte di Jesus Ettore e il Burriccu Pg, ovviamente).
Il Ristorante è eccellente, anche se ha manifestato qualche minimo difetto, che pensiamo essere facilmente arginabile. Jesus è stato fino all’ultimo in dubbio se concedere l’onore del quarto Burriccu ma, come si sa, Egli è misericordioso!



VALUTAZIONE “Sa ‘ide e s’ollia”: Quattro Burricchi.
Ristorante Sa ‘ide e s’ollia Indirizzo: Via Cagliari 167, Quartu Sant’Elena
Telefono: 070881297    [mostra in google maps]
 

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mag 14 2011

Ristorante Retrogusto – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Retrogusto - Interno

Retrogusto – Interno


Per chi non fosse avvezzo e ben predisposto alla spesa, la giornata d’oggi, amabilmente riscaldata dall’ormai più che tiepido sole della primavera inoltrata, sarebbe, se condotta con l’esercizio ostentatamente sperequativo del vostro amato Jesus, un seppur felice preludio, che anticipa l’epilogo dal retrogusto inaspettatamente amaro.
Retrogusto più che dolce invero, in questo Sabato di metà Maggio, per i due reduci Triumviri ufficiali: Jesus e Raschione Ettore, sempre pronti, con ogni clima e in ogni contingente situazione, ad affrontare con pieno spirito di dedizione e partecipazione, il loro istituzionale dovere del trasfigurare, nell’atto supremo della liturgia alimentare, i sopiti e irrealizzati desideri dei nostri meno gaudenti e goderecci o, più semplicemente, susunki lettori.

Retrogusto - Assaggi di mare

Retrogusto – Assaggi di mare


Sappiano i nostri fan, che ciascun piatto consumato, ciascuna prelibatezza portata alla bocca, non viene immolata sull’altare del nostro personale godimento, ma bensì è un precipuo intendimento, che con dedito sacrificio i Donkeys compiono, in onore di ciascheduna loro pensata e non consumata aspirazione crapulesca.
Il dolce sacrificio di quest’oggi, ha lui sì un amaro retrogusto, ed è quello della affannosa ricerca nel trovare un ristorante che fosse disposto ad accoglierci. Primo e unico locale ad aver risposto all’accorato ainino appello è, giustappunto, il ristorante “Retrogusto“, timidamente nascosto nella anonima Via Puccini, vicino la centralissima Piazza S.Benedetto.

Restrogusto - Tagliolini Retrogusto

Restrogusto – Tagliolini Retrogusto


Nonostante la non esteriore appariscenza, il ristorante si presenta con un’ambientazione raffinata ed elegante. L’interno è costituito da un’unica non eccessivamente estesa sala da pranzo, sobriamente e signorilmente arredata con mobilia color crema, tavoli impeccabilmente imbanditi, drappeggi e soffitto dalle tonalità cioccolata; tre luminose finestre e splendidi lampadari di cristallo chiudono il disegno dell’atmosfera, innegabilmente di classe.
Come non raramente accade, ahimè o per fortuna, siamo gli unici avventori del locale. Prenotazione a nome “Marrocu”, in onore e in ricordo del baluginante ingegnere, spesso assente negli ultimi tempi in virtù di una incomprensibile preferenza per le attività di remissione degli alimenti anziché la loro assimilazione in entrata. Sostanzialmente: preferisce vomitare sulle barche a vela!

Retrogusto - Grigliata mista

Retrogusto – Grigliata mista


Dopo esserci scusati per l’ultima inelegante viscerale espressione, possiamo iniziare la disanima alimentare.
L’accoglienza è splendida. Una solitaria gentile cameriera ci fa accomodare e ci offre subito un aperitivo d’ingresso: uno spumantino leggermente alcolico vezzeggiato da tartine alle uova di storione, buonissime.
Comandiamo, con sperimentata sicurezza, l’antipasto di assaggi di mare e, come vino per il pasteggio, scegliamo un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC delle cantine Argiolas. Gli antipasti sono di ottima qualità, elegantemente presentati e giustamente dosati. Eccellente polpo marinato con patate, deliziosi moscardini alla diavola, carpaccio di cernia con verdure e limone, bocconi di mare, carpaccio di salmone e bottarga in letto di verdure. Sapori in parte semplici e in linea con la tradizione della cucina povera isolana, altri invece più criptici e sofisticati, forse tralignanti un approssimativo filo conduttore, ma decisamente di tutto rispetto.

Retrogusto - Profiterol

Retrogusto – Profiterol


Equilibrato e buonissimo il primo piatto comune ai donkey: tagliolini “retrogusto” al nero di seppia, capesante, pomodorini e bottarga. Sublime!
In linea con la tradizione, buono e genuino il secondo piatto: grigliata mista con spigola, seppiette e gamberoni arrosto, accompagnata da limone e cruditè varie.
Immancabile il dolce. Jesus sceglie una “creme brulèe” della casa con la seguente motivazione: «a me la creme brulèe non piace», mentre il più equilibrato e razionale Ettore si lascia sedurre dal profiterol nero della casa.
Sebbene si possa discutere sul fatto che la creme brulèe fosse stata servita eccessivamente fredda, il profiterol risultava a dir poco originale e magnificamente presentato: delle sorte di bignè con ripieno di panna, affogati nel cioccolato e decorati con amarene fresche. Spettacolo!
Il pranzo si concludeva con due caffè, uno Jägermeister (per il censurabile difetto di liquore alla liquirizia) per Ettore e il classico “fil’e ferru” per Jesus. Conto finale 45€ cadauno, da giudicare adeguato alla qualità del servizio e del mangiato, e arrotondato dai due Burricchi con una consistente mancia.
Altrettanto eloquente la mancia elargita da Jesus al suo meccanico di fiducia, che ha provveduto a una manutenzione preventiva della sua 150 cv al modico costo di 750€, subito arrotondato a 800 in accordo alla succitata, irrazionale filosofia sperequativa del vostro amato!
Il ristorante “Retrogusto” presenta una sicura eccellenza dal punto di vista del servizio, della ambientazione e ottimi spunti in termini di qualità della cucina. Nonostante qualche aspetto da limare (ad esempio l’aver inondato la sala con gli stridenti rumori di una radio commerciale, anziché una suadente musica d’atmosfera), non possiamo che certificare l’alto livello del locale, con il seguente sintetico giudizio.


VALUTAZIONE “Retrogusto”: Tre Burricchi.
Ristorante Retrogusto Indirizzo: Via Puccini 23/a, Cagliari
Telefono: 07042314 [mostra in google maps]

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mag 7 2011

Ristorante Da Zio Dino – Pula

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Da Zio Dino – Raschione Ettore


Nella giornata che il buon Jesus ha santificato in terra di Medinat, liberando i suoi figli dalle futili incombenze della empia modernità umana, una strisciante e silenziosa violenza si compie, verso le 7.20 del mattino, devastando la sacralità del sonno del vostro amato. Sabato di lavoro, ahimè,  e levata all’alba! Unica consolazione, all’antelucano risveglio, la sincrona sofferenza del burriccone Pg, anche lui coinvolto e trascinato nel pesante impegno professionale.
Oltre ché i due coscienziosi colleghi burricchi, avvinti in questa esperienza pre-domenicale, l’immancabile Raschione Ettore – Triumviro ufficiale e rappresentante del misticismo neo-tecnologico – e il sempre gradito ospite Ueppe, più volte lodevolmente citato tra queste solenni, taumaturgiche pagine.

Da Zio Dino – Polpo Scabecciu Insalata mare


Ed ecco quindi scorrere per le strade della cittadina di Pula – grazioso e ordinato centro turistico affacciato sull’azzurro mar di Sardegna – la querula frenesia della agguerrita coventicola, condotta dal – per l’occasione – auriga Jesus, alla guida della sua 150 CV, per la gioia dei non troppo fiduciosi e rassicurati passeggeri.
Non certo però, un contingente quanto gravoso impedimento feriale potrebbe, saranno d’accordo i nostri lettori, condizionare l’istintuale inclinazione dei Donkeys per la ricerca dell’ebdomadario godimento alimentare.
Osserviamo quindi i quattro, ritagliarsi un sacrosanto spazio temporale tra due inderogabili sessioni di lavoro, per rincorrere il loro solenne rituale.

Da Zio Dino – Zuppa di cozze Pesciolini fritti

Da Zio Dino – Burrida Alici Salmone Gattuccio


Da Zio Dino – Spaghetti Zio Dino


Luogo individuato per onorare la lipidica liturgia, il ristorante “Da Zio Dino”, celeberrimo e ormai storico locale, sito al centro della città. Scelta quasi obbligata questa, non tanto per il nome e la nomea che il ristorante può portarsi dietro, ma piuttosto perché è stato l’unico che abbiamo potuto trovare aperto di Sabato all’ora di pranzo in quel di Pula.
Alla unica, principale sala del Ristorante, accediamo inerpicandoci su una gravosa scala di stampo spiccatamente condominiale. Familiare e dignitosamente spartano appare tutto l’ambiente, caratterizzato da mobilie in arte povera, pareti azzurro mare, quadri e stampe disordinatamente dissimili, murales dipinti sui temi della città che ci ospita.

Da Zio Dino – Penne al salmone


Molto poco d’atmosfera, è invece il maxi-televisore 60 pollici che rumoreggia in fondo alla sala.
Re del ristorante e re della scena è il gentilissimo Sig.Dino, uomo che conserva l’empatica sardità dei tempi passati, capace di sedersi al tavolo degli avventori con penna e taccuino in mano al momento di prendere le ordinazioni, o di cazziare malamente un copioso gruppo di turisti, fortemente e maleducatamente in ritardo, rispetto alla richiesta prenotazione: alla faccia de “il cliente ha sempre ragione”!
Ordiniamo al Signor Dino gli antipasti di mare e due diversi primi: spaghetti “Zio Dino” e penne al salmone. Da bere un semplice vinello della casa, non eccezionale.

Da Zio Dino – Sebada


Gli antipasti sono abbastanza ordinari, ma numerosi e a tratti piuttosto buoni: polpo marinato, insalata di mare, pesce a scabecciu, burrida, alici marinate, salmone affumicato, mangiatutto fritti, gattuccio di mare.
Degnissima di nota la Zuppa di cozze, il cui buonissimo sugo è il medesimo del condimento del vero piatto principe e specialità del ristorante: gli eccezionali spaghetti “Zio Dino”, con scampi, cozze, vongole e bottarga, di per sé sufficienti per decidere di far un salto almeno una volta all’omonimo ristorante. Più anonime le penne al salmone, il cui (fa notare il burriccu Pg) salmone è praticamente invisibile, ma dal gusto gradevole.


Dopo i primi piatti, il pranzo deve purtroppo proseguire speditamente; ciò avviene con delle ottime e voluminose Sebada al miele, per Pg ed il Raschione, mentre Jesus e Ueppe si limitano a due semplici sorbetti al limone, al fine di non condizionare la sfuggente produttività pomeridiana.
Costo cadauno della ciccionata 25€, da ritenersi adeguato. Il ristorante è sicuramente riservato a chi ama le atmosfere rilassate e conviviali, senza preoccuparsi troppo della raffinatezza del servizio, che comunque ci è sembrato attento e puntuale. Qualità del mangiato nella media, con un picco di eccellenza negli spaghetti “Zio Dino”, assolutamente irrinunciabili!


VALUTAZIONE “Da Zio Dino”: Due Burricchi.
Ristorante Da Zio Dino Indirizzo: Via Segni 14, Pula
Telefono: 0709209159    [mostra in google maps]
 

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mag 2 2011

Ristorante La Barrique – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La Barrique – Ing. Marrocu


Con la disforica e plumbea immagine dello stimabile Ing.Marrocu, interprete di recenti impagabili gag auto-umoristiche che narreremo piu’ innanzi, iniziamo la recensione dell’ultima ciccionata by-night, organizzata in occasione della festa del primo Maggio. Protagonisti della ebbra serata di non lavoro, in onore dei festeggiati lavoratori – ivi noi compresi, almeno come presunti tali – i Triumviri ufficiali et in arme: Jesus, il Raschione Ettore ed, appunto, il lodevole Ingegnere. Lodevole perché, a differenza di altri due personaggi storici che orbitano – o, se si vuole, che gravitano – attorno al luminescente misticismo del rituale àinino, formalmente invitati per il nobile evento, non ha accampato ridicole scuse di sorta per evitarsi l’ultima spesa del fine settimana. Censura quindi, per essere chiari, nei confronti del Burriccu Pg («Grazie per l’invito ma per oggi cibo non ne voglio più vedere», ah ah ah!) e per il Dottor Melis («No, quattro (???) ciccionate in un Week-End sono troppe!»). Insanabili susunki!

La Barrique - Bruschette

La Barrique – Bruschette


Altrettante sentite lodi, inoltre, nei confronti del ristorante che, per questa insperata serata di giubilo, offre rifugio ai navigati senatori: “La Barrique” (in francese “la botte”), sita sulla pittoresca salita della Via San Lucifero, nel cuore della Cagliari vecchia. Cagliari che, purtroppo, una volta di più ci delude; in una giornata che si respira con un allegro sottofondo di festa, riesce ad offrire ai numerosi turisti, che essa stessa vorrebbe attrarre per sedicente vocazione, solamente pochi monumenti e, ahimè, ristoranti aperti. Fa notizia e rende onore dunque, a “La Barrique” l’aver accolto, con ospitalità e gentilezza, i tre affamati avventori, i quali han faticato non poco prima di scovare un locale aperto di domenica sera. Inspiegabile e riprovevole!

La Barrique – Involtini Panada Quiche


Il ristorante si affaccia, nel lento scorrere urbano della Via San Lucifero, con un ingresso del tutto anonimo: un’unica lanterna poco illuminata e un portone ad arco indicano ai passanti la presenza del locale. Occorre citofonare, quasi si trattasse di un club privato. Questo può essere indice di due diversi fattori. Il primo è che possa trattarsi effettivamente di un club privato; il secondo è che la qualità della cucina rende superflua ogni appariscente manifestazione pubblicitaria.
Varchiamo l’uscio, accolti dall’unica cameriera presente nel ristorante, una ragazza molto gentile e premurosa, ma dal piglio professionale decisamente poco sicuro.

La Barrique – Polpette di pasta e uvetta


Particolare strutturale del ristorante, è l’essere caratterizzato da un unica grande sala, dalle pareti con archi in pietra e dall’altissima volta, successivamente articolata in una serie di soppalchi progressivi in legno – sala Barrique, sala Pupitre e cucina – verticalmente innalzati per mezzo di travi e putrelle, notate e rendicontate in maniera approssimativa dallo “strutturista” Ing.Marrocu, tanto da subire osservazioni poco lusinghiere e lusinghevoli dal dilettante “manorba” Raschione Ettore.
L’effetto complessivo, completato con mobilie povere, drappeggi vermigli, quadri in stile non pienamente univoco e coerente, cenge murarie e bottiglie in bella vista, è quello di dare all’ambiente un’impronta tra il familiare e il raffinato.

La Barrique – Ravioli al pecorino


Prima di accomodarci al tavolo, registriamo il primo exploit empatico dell’ottimo Marrocu che, dopo aver incidentalmente imboccato la strada che portava al soppalco-cucine, si proponeva come aspirante aiuto cuoco, forse attirato dalla remota possibilità di venir affiancato ad affabili lap-dancer russe, citate nei divertenti racconti della simpatica proprietaria.
Ordiniamo subito il vino che ci accompagnerà per tutta la cena: un ottimo vino bianco Nuragus del 2009, che verrà per un quarto assimilato dalla Lacoste nera e dai pantaloni dello stesso Ingegner Marrocu, per mezzo di un razionalmente inconsulto atto di onanismo freudiano; pirandelliano e non comico intermezzo per commensali e per i  pochi avventori che, cristianamente e compostamente, gli evitano la pubblica derisione.

La Barrique - Filetto di tonno

La Barrique – Filetto di tonno burriccu-morfo


La cena inizia con un assaggio di ottimi e non convenzionali antipasti: terrina di pecorino fuso e bruschette al pomodoro, panada di melanzane, involtino di melanzane con crema di formaggio e riso, quiche con pomodorini freschi. Entrée giustamente proporzionate e, soprattutto, squisite!
Per quanto riguarda i primi, i tre donkeys si facevano sedurre dagli altisonanti piatti del giorno: spettacolari polpette (non sappiamo perché nominate “gnocchi”) di pasta, ricotta noci e uvetta, condite con crema di burro e salvia (per Jesus ed il Raschione), inarrivabili ravioli al pecorino e ragu bianco per l’Ing. Marrocu. A dir poco eccellenti, oltre che ottimamente e scenograficamente ben presentati, nella loro semplicità.

La Barrique – Cappello del prete


Secondo piatto comune per tutti e tre i burricchi, a parte un richiesto difetto di condimento per Jesus: filetto di tonno fresco condito con pomodorini freschi e (questo non per Jesus) pesto alla genovese, ornato da due ben evidenti foglie di radicchio che conferivano alla portata un aspetto spiccatamente e sorprendentemente burriccu-morfo. Profetico!
La cena terminava con il dolce d’eccellenza della casa: il “cappello del prete”, un tortino ripieno al cioccolato fuso e ornato con panna e polvere di cacao.
Degnissimi di nota anche gli amari: grappa per Jesus e, soprattutto, un encomiabile liquore alla liquirizia per Marrocu e Raschione, fatto in casa e dalla consistenza prossima a quella del petrolio non raffinato. Sublime! Costo finale della cena 35 € cadauno, da giudicarsi adeguato rispetto alla qualità di quanto propostoci.

Il Ristorante “La Barrique” merita, per quanto scritto, più di un elogio: cucina di alta scuola, ambientazione d’atmosfera, gentilezza ed empatia del personale, disponibilità. Meno bene la qualità del servizio, a tratti approssimativa (es. nel servirci il vino). Non per questo possiamo negare l’onore del terzo ricercato burriccu.

VALUTAZIONE “La Barrique”: Tre Burricchi.
Ristorante La Barrique Indirizzo: Via San Lucifero 17, Cagliari
Telefono: 070658969  [mostra in google maps]

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