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Red Steakhouse – Cagliari

 Scritto da Jesus il 19 aprile 2014 alle 16:34 | Commenta

Red Steakhouse - Interno

Red Steakhouse – Interno

 

Rosso come la luna all’eclissi; rosso come la rabbia, come gli occhi del desiderio, come le lacrimose acque dell’Acheronte, come le fiamme della passione, come la pena del peccatore, come il sole che sorge e che muore, come tutto ciò che veglia la vita, dagli inferi e dall’alto dei cieli.
Rosso come la brace, come l’arrosto sullo spiedo, come il sangue e la carne, come la goccia che cade sulla leccarda, come l’attesa dell’affamato; come l’ingordigia, l’opulenza e le Passioni di Jesus che, in questo Sabato Santo, pensa bene di scrivervi ancora. E lo fa da un lontano sepolcro, ormai colmo solo di parole e di leccornie da digerire. Buona Pasqua e buona Resurrezione a tutti!
 

Red Steakhouse - Bruschette e polpette

Red Steakhouse – Bruschette e polpette

 

Agli occhi dell’uomo mortale, e nel ponderabile spettro del visibile, il Rosso è il primo colore raggiungibile dallo sguardo, è l’impercettibile confine tra l’ignoto e il sensibile, tracciato sul peso delle proprie passioni carnali.
Su questa sottile linea di frontiera, sono soliti confrontarsi e vagare i Burricchi del Donkey Challenge, instancabili minatori alla ricerca di ogni gozzoviglia e peccato alimentare. Nondimeno questa settimana, dedicata al misticismo e alla contemplazione, affronteremo una nuova avventura che ci porterà, in ultimo, a scoprire un discreto e vermiglio anfratto della ristorazione cagliaritana, alle rive dell’Acheronte del popolo indigeno: il lamentoso Corso Vittorio Emanuele II.
 

Red Steakhouse - Antipasti di terra

Red Steakhouse – Antipasti di terra

 

Caronte della serata, in quel colorato Venerdì sera, è il Raschione Ettore, che senza troppa fatica riusciva ad accomodare per tempo (“a casino”) la propria pensionanda utilitaria, a dispetto dei tre quarti d’ora medi, necessari a trovar parcheggio a quell’ora in quella zona. Nei minuti di attesa, intercorsi ad attendere che l’Ing.Marrocu facesse altrettanto – per poi accorgerci tardivamente che in realtà già temporeggiava sull’uscio di ingresso – Jesus ha avuto modo di vegliare sulle anime dannate dei cagliaritani, che si traghettavano giù lungo il Corso, e di deludere le aspettative di qualche anziana signora che, varcata la soglia di casa e impattando visivamente lo statico Burriccu, si ritrovava a fare i conti con la propria scarsa attitudine alla metrica fisionomica: «Nicola sei tu?» … «No signora, io sono un passante qualunque!».
E’ probabile che la Veneranda, abbia per un attimo confuso il periodo di festività corrente con quello più Natalizio (Gesù bambino – Santa Claus – Sankt Nikolaus).
 

Red Steakhouse - Tagliata

Red Steakhouse – Tagliata di manzo

 

Gli spazi architettonici del “Red Steakhouse” sono gli stessi che avevamo incontrato per “Su Caboniscu”. Il cambio di gestione e la conseguente ristrutturazione del locale, hanno determinato degli aggiustamenti estetici, ovviamente in tema cremisi. La sala principale si caratterizza come un unico largo corridoio, che si estende dall’ingresso fino a un piccolo bancone angolare, prima di servizi e cucina. Le pareti, gli arredi e i dettagli strutturali, giocano inevitabilmente sull’alternarsi dei colori bianco brillante e rosso acceso, confinati da un bel soffitto con assi di legno e dal pavimento rustico. I rilievi che possiamo muovere, invero, interessano la tonalità del tovagliame ai tavoli (di un rosso più sbiadito) e l’impatto che ha il vestibolo d’entrata sulla estetica generale: una sorta di cubo in laminato che ricorda più l’ingresso di un ufficio. Valutazione diversa dobbiamo fare per l’acustica, che nell’occasione ha subito gli sguaiati assalti vocali da parte di avventori poco inclini alla moderazione, tanto che l’Ing.Marrocu, a fine serata, si distingueva con ribelli comunicazioni ad alto contenuto di decibel.
 

Red Steakhouse - Entrecote

Entrecote di Angus argentino

 

Ugualmente, il servizio era scandito nella dicotomia tra i colori rosso e bianco. Il rosso del maître/proprietario, che prestava attenzione ai clienti con fare empatico ed informale, e il bianco asciutto del cameriere (fisicamente un alter ego dell’Ing.Marrocu!), rigido, protocollare ed attento.
Unico episodio da appuntare, durante l’incedere della cena, è relativo all’ottimo vino rosso (tre bicchieri 2013, “gambero rosso”, ovviamente il giudizio di Jesus è totalmente differente!) cernito dall’Ing.Marrocu: IGT Isola dei Nuraghi “Premio Hortos” del 2008, della Cantina Dorgali. In effetti, dopo aver il personale giustamente proposto di depurare alcuni minuti il vecchio nettare nell’apposito decanter, il rituale successivo prima della mescita nei bicchieri – il travaso – non si è mai concretizzato; tanto che Jesus, in segno di protesta, decideva di accendere le romantiche candele sul tavolo, mentre il Raschione ha rischiato di apparire, nella sua conseguente richiesta di interesse, un burriccu pretenzioso e cancarato: «Scusi, ce lo può travasare?» … «Certo, glielo verso subito (dal decanter)!»
 

Red Steakhouse - Angus americano

Red Steakhouse – Angus americano

 

Il menù del “Red Steakhouse” è ovviamente basato per intero su pietanze e contorni “di terra”. Specialità sono le carni, che possono essere precedute da un limitato ventaglio di primi piatti (che abbiamo ignorato) e da più numerosi e appetibili antipasti, tra cui spiccano alcuni particolari piatti di polpette. E’stata piuttosto articolata la scelta delle entrée, e in una certa misura ostacolata dall’assenza di una tanto desiderata tartare di carne («ce l’avevamo giusto ieri»)! Ad ogni modo, oltre a delle ottime bruschette all’olio accompagnate da crema alle olive, alle melanzane e ai pomodori secchi, gli antipasti si componevano di: tris di polpette, di manzo al cannonau, di pollo, di patate e menta; buoni rosticini di agnello con paprica; classico tagliere con prosciutto crudo, salsiccia sarda e capocollo; tris di formaggi con varie stagionature, accompagnati da miele e confettura; formaggio arrosto su pane carasau abbrustolito, particolarmente apprezzato dall’ing. Marrocu. Complessivamente gli antipasti ci sono apparsi gradevoli e di ottima fattura, seppure nella dimensione dell’impronta tipica di una bisteccheria.
 

Red Steakhouse - Contorni

Red Steakhouse – Contorni

 

Meno brillante il discorso che dobbiamo fare per la carne. Jesus sceglieva una tagliata di manzo (presumibilmente sardo) con rucola e grana, la cui cottura è risultata, almeno superficialmente, eccessiva rispetto al richiesto effetto sangue. Nuovamente, l’entrecôte di Angus argentino del Raschione, e la bistecca di Angus americano (non meglio specificata la provenienza) del Marrocu, non hanno soddisfatto appieno i loro mandanti, in termini di gusto e di presentazione. Stesse criticità per i contorni d’accompagno: patatine fritte piuttosto unte e poco croccanti, anonima grigliata di verdure e patate arrosto eccessivamente bruciate superficialmente e non perfettamente cotte al loro interno.
 

Red Steakhouse - Fragole

Red Steakhouse – Fragole

Red Steakhouse - Tiramisù

Red Steakhouse – Tiramisù

 

Infine i dessert. Abbastanza buoni il tiramisù del Raschione e le fragole con panna del Marrocu, mentre il giudizio sul sorbetto al limone di Jesus resta sospeso tra la genuina presenza di una spremuta di limone, e la terribile asprezza della medesima. Un po’ di zucchero l’avrebbe positivamente addolcito. La cena si concludeva con due caffè (Jesus, Marrocu) e con due rum (Marrocu, Raschione) “Angostura 1824″. Costo complessivo della ciccionata, 45€ cadauno, rincarati di almeno 10€ dal notevole costo della bottiglia di vino.

Il “Red Steakhouse” è una bisteccheria di indubbio livello, che propone una buona scelta di antipasti da accompagnare alla carne. Giudizio in sospeso, invero, per la carne e per la sua cottura, che in occasione di questa ciccionata non ha soddisfatto appieno i nostri esigenti ed asinini palati. Due burricchi.

 

VALUTAZIONE “Red Steakhouse”: Due Burricchi.
Bisteccheria Steakhouse Indirizzo: Corso V.Emanuele II 189, Cagliari
Telefono: 070651379    [mostra in google maps]

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